sociologia

sociologia sociologia Guy Roscher TALCOTT PARSONS E LA SOCIOLOGIA AMERICANA Sansoni, Firenze, Collana Università, 222 pagine, 2.100 lire. (filippo barbano) L'« incurabile teorico delte sociologia americana», il sociologo del sistema sociale americano, contro il quale la contestazione universitaria e antisociologica scagliò i suoi strali nel '68, l'autore che è già un classico soprattutto per il suo lavoro La struttura dell'azione sociale, cioè Talcott Parsons, ha finalmente in questo libro una snella ed assai ben articolata introduzione. A definirsi « incurabile teorico » è stato Parsons stesso nel dedicare alla moglie la sua seconda opera II sistema sociale. Si addottorò ad Heidelberg ed insegnò per lunghi anni ad Harvard. L'epoca d'oro di Parsons in USA si può dire sia stata quella del dopoguerra, quando egli fondò ad Harvard un Dipartimento delle relazioni sociali insieme con lo psicologo sociale Allport, lo psicanalista Murray, l'antropologo culturale Kluckhohn e i sociologi Homans e Stouffer. Scopo del Dipartimento era quello di riunire ed integrare in forma « interdisciplinare » tre scienze sociali fondamentali come la sociologia, la psicologia sociale e l'antropologia culturale, Parsons è un prodotto autoctono della sociologia americana più di quanto non lo siano altri sociologi statunitensi, per esempio R.K. Merton. Roscher riesce a mostrare assai bene come la sociologia si sia presentata subito a Parsons come una teoria particolare nel quadro della sua teorìa generale dell'azione sociale. Dopo un grande sforzo di costruzione di tale teorìa a livello di tutto il sistema sociale, Parsons ha de¬ dicato la seconda parte della sua lunga vita intellettuale a dimostrare che la sua teoria generale può essere applicata ad una molteplicità di settori particolari, Pietro Rossi, Massimo Mori, Mario Trincherò IL PROBLEMA DELLA SPIEGAZIONE SOCIOLOGICA Loescher, Torino, Collana Scienze Sociali, 324 pagine, 3.100 lire. (f.b.) Con gli stessi criteri dei precedenti volumi già usciti nella collana, gli autori e curatori del presente volume danno notizie, bibliografìe, commenti, brani antologici, tutto il necessario insomma per affrontare uno tra i problemi più gravi e che ha sempre assillato la scienza sociale: il problema del modo con il quale la sociologia conosce il proprio oggetto, cioè fatti e relazioni sociali, con io spiegare, con il dare schemi esplicativi. Apre il volume Rossi, esperto di Max Weber, con un ca- «itolo sul sociologo tedesco, feber, a partire dalla critica del modello di spiegazione causale (proprio delle scienze naturali e introdotto nelle scienze sociali dal positivismo) arrivò a formulare un modello di spiegazione ispirato alla nozione di possibilità, a presupposti metodologici di individuazione, piuttosto che di determinazione della realtà sociale, alla costruzione di tipi ideali. Risultato: le scienze sociali, come scienze storico-culturali, non possono essere scienze di spiegazione, ma scienze di interpretazione: i fenomeni sociali non si spiegano, come quelli naturali, ma si interpretano, si « comprendono ». Donde la celebre operazione metodologica weberiana del Verstehen. Il modello di spiegazione funzionale occupa la parte centrale, curata da Mori. Gli antropologi Radkliffe Brown e Malinowski, i sociologi Parsons, Davis, ed altri hanno caratterizzato lo sviluppo e l'uso più o meno sistematico del funzionalismo. La diaspora del celebre « Circolo di Vienna » favorì l'innesto del neopositivismo nella sociologia americana, del cui metodo di spiegazione si occupa Trincherò: esiste una sostanziale unità metodologica della scienza e quindi una riducibilità dei modelli di spiegazione delle scienze sociali ad un modello ipotetico deduttivo valido per ogni scienza. Alfred Schutz IL PROBLEMA DELLA RILEVANZA Rosenberg & Sellier, Torino, 166 pagine, 4.800 lire. (f.b.) Alfred Schutz amava citare Hume: «Sii filosofo; ma in mezzo a tutta la tua filosofia sii anche uomo». Schutz era entrambi. Egli morì prematuramente nel 1959, a New York, essendo nato a Vienna nel 1899, di dove era fuggito dopo l'occupazione nazista. Alla sua morte si era già autorevolmente distinto tra gli studiosi di me¬ todologia e di teorìa sociale, studioso egli stesso della sfera sociale simbolica, continuando Weber, ma soprattutto costruendo ciò che oggi abbiamo di meglio in tema di teoria fenomenologica della società e dèi vivere sociale intersoggettivo. Le opere di Schutz sono ancora assai poco note nel nostro Paese, e ciò rappresenta senza dubbio una lacuna per la nostra cultura. Uno studio « in laboratorio», alle prese con uno dei problemi fondamentali della teoria della realtà sociale: la rilevanza cioè dei costrutti che osservatori e partecipanti si fanno della società nel suo insieme e nei molteplici particolari che toccano la nostra vita quotidiana. Osserva Riconda alla fine dell'introduzione: « Il fatto che Schutz si sia preoccupato dello studio dell'attività simbolica e delle forme con cui l'uomo si rapporta alla trascendenza soprattutto- in riferimento al mondo sociale e in vista di una fondazione dei metodi delle scienze sociali... accentua l'esigenza di base di un'antropologia filosofica come orizzonte del pensiero... in cui si possono inscrivere tutte le ricerche ».

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