Burocrazia, corporazione perfetta di Luca Giurato
Burocrazia, corporazione perfetta Burocrazia, corporazione perfetta Saverio Caruso BUROCRAZIA E CAPITALE IN ITALIA. Prefazione di Valantino Parlato, Bertani, Verona, 318 pagine, 4.000 lire. Burocrazia. Mezze maniche. Ceti medi. Sono parole che ricorrono quasi ogni giorno nelle nostre conversazioni e letture. Parole che nascondono problemi complessi, densi di implicazioni soprattutto politiche e sociali. Eppure, per pochi fenomeni come la burocrazia e il ceto medio la routine quotidiana, anche se di buon livello intellettuale, ci ha abituato a pensare per slogan, per approcci occasionali e abbastanza superficiali. La burocrazia? È uno dei mostri dell'apparato statale, naturalmente improduttivo, super-gonfiato, così pieno di tentacoli da far fallire, uno dopo l'altro, i tentativi di riforma. I ceti medi? Sono passati all'onore delle analisi politiche più acute, ma quasi soltanto come terra di conquista: il Pei, il 15 giugno, ha vinto le elezioni perché ha saputo conquistare molti voti del ceto medio, cogliendone le contraddizioni; la De ha perso le elezioni proprio .perché non ha saputo cogliere, tra le tante, anche questa realtà nuova. Insomma, si va avanti a riflessi condizionati. Più di un secolo fa, Marx siglò una celebre definizione: la burocrazia « è la corporazione perfetta ». Dopo tantissimi anni, nel rapporto Ruffolo sulla programmazione (1973), si può leggere una definizione del fenomeno più articolata ma altrettanto impietosa: « Nebulosa, dai confini imprecisi, fluttua attorno al blocco rigido dei dicasteri tradizionali. Sotto il segno dell'uniformità c del rigore, vige .dunque una situazione di confusione e indeterminatezza ». II libro di Saverio Caruso e l'acuta prefazione di Valentino Parlato non si propongono di colmare il lungo « gap ». L'obiettivo dell'autore è un altro: il libro « vuole essere il frutto di una ricerca empirica sostenuta da un discorso politico ». Caruso e Parlato — quest'ultimo è il direttore de // Manifesto — aprono il loro discorso con una affermazione categorica: la sinistra tradizionale non si è mai caratterizzata per un valido impegno sul problema della burocrazia. Lo proseguono con una franca autocritica: neppure la nuova sinistra è riuscita ad andare oltre lo slogan sessantottesco « Lo Stato si abbatte e non si cambia ». Dopo la premessa ecco il nocciolo dell'« operazione », che è anche il motivo dominante della struttura e dell'ideologia del volume: individuare nel problema della burocrazia tendenze e situazioni nuove, più favorevoli ad ulteriori conquiste di potere da parte dei lavoratori. L'autore è convinto deil'«uso politico » dell'occupazione burocratica (opera a suo giudizio soprattutto della De) e in questa convinzione inserisce, a volte con slancio eccessivo, a volte con qualche ingenuità, il vasto, complesso e sempre ben documentato articolarsi delle sue tesi. L'analisi di Caruso vuol dimostrare che la compaftezza della burocrazia è una « falsa immagine » con cui la borghesia vuol presentare un ceto subalterno, e che l'unico fattore di unità tra le mezze maniche è la struttura gerarchica, il « rapporto autoritario di disciplina». Quindi, sempre secondo l'autore, bisogna passare dalla conflittualità corporativa controllata dagli alti funzionari a una conflittualità politica che si proietti verso l'esterno. Come? Dall'inflazione burocratica (primo capitolo) alla burocrazia e lotta di classe (ultimo capitolo). Caruso ci risponde sgranando i problemi della partecipazione del Mezzogiorno, della pubblica amministrazione, della produttività e improduttività, della concezione del sindacato. È un « attacco » denso di contraddizioni, di « visioni dì parte ». Un attacco comunque documentato, coraggioso, sorretto da grande rigore e da esemplare chiarezza. L'autore vuole, naturalmente, portare acqua al suo mulino. Sta agli avversari, dopo aver letto questo libro stimolante, impadronirsi del fenomeno e scegliere tra due vie: difendersi facendo muro o bloccando tutto? Oppure attaccare a loro volta, cercando di incanalare l'acqua verso altre vie. Caruso, con l'appoggio di Parlato, ha aperto un dibattito che può essere un'occasione da prendere o da lasciare da parte di tutti i gruppi politici. Luca Giurato
Persone citate: Bertani, Marx, Parlato, Ruffolo, Saverio Caruso, Valentino Parlato
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