De Donato

De Donato De Donato Il 1976 sarà un anno movimentato per l'editoria italiana. La crisi economica del paese non sembra destinata ad attenuarsi o a risolversi. E neppure quella che travaglia i grandi gruppi editoriali « industriali », i quali subiscono forse più direttamente gli effetti della recessione generale. Tuttavia la crisi sem- bra essere anche di stimolo all'iniziativa di alcune imprese editoriali « minori » e di cultura, il cui lavoro di ricerca, analisi e documentazione va incontro alle domande sempre più pressanti di larghi e nuovi strati di lettori. Nel 1976 assisteremo quasi certamente alla costituzione di nuove concentrazioni; ma anche alla nascita di nuove iniziative: vedremo i libri di cultura entrare nei negozi « Coop », sulla spinta della volontà politica e culturale di una grande organizzazione di massa — la Lega nazionale delle cooperative — che è al tempo stesso una gigantesca realtà economica e un fervido centro di cultura nuova; vedremo sorgere numerose nuove cooperative librarie, che si porranno come tramite sempre più efficace fra la nuova domanda di cultura e le case editrici che avranno avvertito questa nuova domanda; vedremo le grandi case editrici scolastiche — e non solo queste — chiamate a interpretare una serie di stimoli provenienti dai nuovi organismi di base formatisi coi « decreti delegati »; vedremo i libri entrare all'interno delle fabbriche, per specifiche rivendicazioni sindacali; vedremo le forze politiche investire — con un progetto di legge per l'editoria libraria di cultura, attualmente in gestazione nell'ambito della lega per una editoria democratica — dal problema di un consistente intervento pubblico a garanzia della sopravvivenza e dello sviluppo del pluralismo dell'informazione culturale, come un bene di interesse pubblico; vedremo regioni, province e grandi comuni, che con il 15 giugno hanno profondamente rinnovato le loro amministrazioni, affrontare anch'essi con idee ed energie nuove e più avanzate i problemi della scuola, della pubblica lettura, ecc. La De Donato, nata nella seconda metà degli anni '60, si considera sin da allora parte attiva in questi nuovi processi, e intende parteciparvi anche nell'immediato futuro. Oltre a sviluppare i temi già affrontati nelle sue collane più caratterizzanti — i « dissensi », « ideologia e società », « movimento operaio », « riforme e potere» — essa intraprenderà nel 1976 nuove impegnative iniziative editoriali: una collana tascabile di saggistica divulgativa d'alto livello, per i nuovi lettori cui vanno incontro nuovi canali distributivi quale quello delle «Coop», e.per i bisogni della scuola di domani; inizierà la pubblicazione di una storia della Cgl in dieci volumi, dall'Unità all'avvento del fascismo; metterà in cantiere i primi votumi di una collana sull'autogestione. Con la profonda convinzione di portare un sia pure modesto contributo alla soluzione delta crisi in atto nel paese che, come universalmente riconosciuto, oltre che economica, è crisi di «valori», e dunque di cultura. Diego De Donato