Einaudi di Giulio Einaudi

Einaudi Einaudi I lettori di Tuttolibri saranno d'accordo con me nel riconoscere che il mestiere dell'editore è un mestiere che richiede, oltre che cultura e sensibilità, previsione e competenza, doti che si conquistano con una modesta, tenace, continua indagine su quelli che sono i bisogni del lettore, bisogni mediati attraverso il colloquio con il libraio, attraverso scambi di informazione con quelle che sono le centrali di cultura, le nuove « accademie », i nuovi « monasteri », cioè i gruppi di ricerca scientifica, le case editrici, ì grandi intellettuali, i poeti, e, perché no, gli emarginati. Trasmettere questa cultura e questa poesia non può esce strutturata tradizionalmente, può essere opera solo di una casa editrice attenta a tutti i fenomeni vitali, di una casa editrice che opera uno scambio continuo di informazione e dibattito, talvolta acceso e feroce. Nella crisi attuale che coinvolge la società e le sue arcaiche istituzioni, è difficile sperare che l'editoria da sola possa svolgere una funzione determinante, è tuttavia sicuro che nei grandi momenti di crisi il primo scatto di ripresa è sempre venuto dalla cultura e dalla poesia. E' nella cultura che noi editori crediamo, è dalla cultura che noi editori possiamo sperare in una rinascita che sia anche di rinnovamento di alcuni valori essenziali, che sono sempre quelli di giustizia sociale e di libertà, parole troppo ripetute ma che solo possono riprendere un significato autentico attraverso l'impegno, lo studio, la riflessione, la conversazione. Potrà parere strano attribuire tanto peso alla conversazione, ma anche in questo bisogna tornare agli antichi modelli, a Socrate che conversa con i suoi allievi, a Gramsci che attraverso le sue lettere private conversa ancora oggi con tutti noi. Le mie previsioni e il mio augurio per il 76: cercare di tener fede a certi principi fondamentali del vivere civile, cercare di interpretare la parola, ogni parola, per il suo vero significato, non lasciarsi mai imbrogliare dai troppi azzeccagarbugli che infestano il nostro orizzonte. Giulio Einaudi

Persone citate: Gramsci, Socrate