Saviane e la famiglia

Saviane e la famiglia Visti e sentiti Saviane e la famiglia Firenze, dicembre A Firenze, anche se è ormai definitivamente tramontata da* diversi anni la consuetudine del Caffè letterario del tipo « Le giubbe rosse », molti intellettuali spesso sogliono ancora incontrarsi in un altro bar (dirimpettaio del celebre Caffè degli 'ermetici), il Paszkowski. In queste rigide serate tardo autunnali capita spesso di vederci gente come Macrì, Bigongiari, Bevilacqua (il germanista, s'intende), Luzi o Saviane. È proprio di quest'ultimo che vogliam parlare, a proposito di alcune anticipazioni, raccolte fra un discorso e l'altro, su un suo romanzo appena finito di scrivere e che sarà in libreria nei primi mesi del '76. Un libro che non mancherà di scatenare polemiche data la sua presa di posizione piuttosto rivoluzionaria su uno dei problemi scottanti di attualità: il problema della famiglia. «Se ho ben capito, Saviane, il tuo libro prefigura una società che va o dovrebbe andare verso la non famiglia? ». « Il mio è un romanzo tutto d'amore, come annuncia lo stesso titolo Eutanasia d'un amore. Proprio perché è tutto d'amore sostiene una teoria nuova vicina a quella che tu hai chiamato la non famiglia, centrando in pieno l'idea portante del romanzo. Nel presentare, alcune sere fa a Verona, un libro di una mia amica ho annunciato la mia idea di madre del futuro, come madre culturale e non come madre biologica; ho scatenato un pandemonio. Debbo dire però che gli av: versari erano soprattutto gli uomini. Le donne, pur sentendo minata la loro missione naturalista di madre, hanno per lo più capito che il compito che le attende è sicuramente più gratificante e ancora più importante per la società ». « In questo romanzo è adombrato anche il problema dell'aborto? ». « Non è adombrato, ma affrontato ! ». « In che conto hai tenuto certe esperienze delle giovani generazioni come quelle dei figli dei fiori, ad esempio? ». « Spesso le ho accolte, ma per trasformarle in maniera che siano utili alla società. In questo romanzo l'amore interviene come generante l'altruismo non in maniera ragionata, ma come interprete di una pulsione. In altri termini, l'altruismo che da un punto di vista cristiano era stato intuite ne! mio romanzo viene proposto come io sbocco necessario e nello stesso tempo entusiasmante del sesso. Il sesso viene rivalutato, non come fatto morboso o come fonte soltanto di piacere, ma come fonte di nuove proposte culturali ». Non è che si possa capire molto da questi stralci di conversazione; si tratterà di attendere l'uscita del libro. * * * ' Vediamo che cosa sta succedendo alle due Case editrici fiorentine entrate in stato comatoso in questo 1975, a distanza di alcuni mesi l'una dall'altra: la Vallecchi e la Sansoni. Per la Vallecchi incontriamo il direttore editoriale Cosimini il quale, dopo averci ragguagliati sommariamente sulla improvvisa decisione del gruppo Montedison di sospendere un programma quinquennale (fino al 1977) già avviato con certi risultati positivi, ci parla della nuova gestione (gruppo finanziario Gazzetta del popolo, Editrice Dardo con amministratore delegato Bevilacqua): « Certo che, avendo dovuto ridurre di oltre tre quinti il personale ed anche gli spazi fisici, le nostre ambizioni di catalogo sono notevolmente ridimensionate rispetto a quelle di due anni fa. Per il "76 prevediamo una cinquantina di titoli contro i 150 pubblicati nel 74». C'è chi afferma che oltre alla quantità la Vallecchi ci ha rimesso soprattutto nella qualità. « Non direi, prosegue Cosimini, perché nel piano di ristrutturazione abbiamo previsto una collana ("Biblioteca Vallecchi") che dovrà rispondere appunto all'esigenza di mantenere in piedi la vecchia signora, dove saranno riproposti nomi come quelli di Soffici, Malapartet Pea, ecc., opportunamente rivisitati dal punto di vista critico, e dove troveranno spazio anche narratori contemporanei italiani e stranieri. Avremo una collana divulgativa intitolata "Il millepiedi" che tratterà argomenti vari, un'altra di letteratura non letteraria (fantascienza, gialli classici riscoperti, ecc.) non bene precisata, ed altre ancora da mettere a -punto. Comunque -per noi sarà il 1976 a darci indicazioni utili per il futuro; il 76 sarà l'anno-test ». Se alla Vallecchi le cose si sono risolte, sia pure non nel verso ottimale, alla Sansoni è ancora tutto in alto mare. Continuano i licenziamenti (o, come li chiamano in direzione, le dimissioni) del personale, ma va avanti pure la produzione libraria, nonostante gli inghippi dell'amministrazione controllata. Giovanni Gentile, uno dei titolari dell'azienda, ci assicura che l'attività non ha subito sostanziali arresti. Egli ci dice: « Abbiamo un catalogo che entro questo breve scorcio di anno si arricchirà di una trentina di nuovi titoli, fra cui alcuni di grosso peso culturale. Pensi, per esempio, all'opera del Petrarca in due volumi, frutto di un lavoro progettato da Garin che ha messo insieme anche il gruppo di studiosi che l'ha realizzato, o all'ottavo volume delle opere di LonghL o ancora alie Fonti dell'Orlando Furioso del Rajna; tutti volumi di primissimo piano sul piano filologico. Nel settore dello scolastico abbiamo diversi nuovi titoli nelle collane "Scuola aperta" e "Sansoni-Università" »., A una nostra domanda sul futuro non immediato della casa editrice, Gentile risponde un po' evasivamente, dicendo che molto dipenderà dai finanziamenti che potranno essere reperiti. « Una cosa è certa comunque, egli conclude, dovremo senz'altro riportare la Sansoni entro le linee culturali della sua tradizione filologica, educativa e scolastica, abbandonando tutto il settore del rateale e del divulgativo ». Egidio Mucci

Luoghi citati: Firenze, Verona