L'Uomo qualunque e le sue metamorfosi
L'Uomo qualunque e le sue metamorfosi L'Uomo qualunque e le sue metamorfosi Sandro Setta L'UOMO QUALUNQUE 1944-1949 Laterza, 342 pagine, 6000 lire. Il suo programma, almeno agli inizi, era di una semplicità sconcertante: «Un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio, che se ne vada il 31 dicembre, che non sia rieleggibile per nessuna ragione». In pratica, il governo dei tecnici, lo stato amministrativo che non fa politica, che disconosce le ideologie, che evita alla gente di impegnarsi e persino di pensare. Giannini non lo sapeva, ma aveva inventato la « maggioranza silenziosa » politicizzando l'anonimato, il disimpegno, liberando gli italiani, con la sua antipolitica che era invece una vera e propria ideologia, dal bisogno di confessare la militanza fascista. Il fenomeno si allargò, come un'improvvisa fiammata, e alle elezioni per la Costituente gli antipolitici dell'UQ, diventati professionisti della politica, ebbero 30 seggi. Nelle amministrative del 1947, i qualunquisti superarono in molti luoghi, compresa Roma, la stessa DC; e qualcuno previde che nella prima assemblea ■repubblicana avrebbero portato ben 100 deputati. Invece la DC riu¬ scì a recuperare e il 18 aprileT'UQ concluse la sua breve parabola. Perché ci pare importante la studio di Sandro Setta? Ci pare importante perché 1' elettorato dell'Uomo Qualunque è diventato nel 1948 elettorato della DC, poi in parte dei monarchici, poi ancora della DC, quindi dei liberali, poi dei missini per tornare infine alla DC. «Dal dopoguerra ad oggi — dice Setta — la lotta politica italiana è stata (...) lotta tra DC e destre » per contendersi i consensi moderati. « Di qui il dramma del partito cattolico (e, sic et simpliciter, della democrazia italiana) costretto a ridimensionare continuamente la propria vocazione sociale per l'esigenza di non esasperare il qualunquismo largamente diffuso nella sua base elettorale ». E' una notazione importante, che rende comprensibili le incertezze, i pendolarismi, l'ambiguità del maggior partito italiano. E' questo atteggiamento, sostiene Setta, che rende la nostra democrazia perennemente esposta alle minacce del neofascismo. Comprendere i meccanismi psicologici di questo elettorato {e il libro di Setta ci aiuta assai) vuol dire anche disporre degli strumenti necessari per neutralizzarlo. Edilio Antonelll
Persone citate: Edilio Antonelll, Giannini, Sandro Setta, Setta
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