La via di Roma

La via di Roma Visti e sentiti La via di Roma Infilando l'autostrada per Orvieto, salgo a Settecamini dov'è la fattoria di Luigi Malerba ricavata da un vecchio seminario. Lo scrittore è in cantina per la prima mutazione del sue vino. Di qua la settimana scorsa è passato Mario Soldati col fotografo, e nel terzo volume di « Vino e vino » vedremo i due narratori in fase di degustazione assorta. Saliamo verso il grandissimo studiò. Sul tavolo un dattiloscrìtto, « Il tiranno », coi vescovi e gli intellettuali che s'esprimono in latino, i vassalli in aulico, i contadini e le prostitute in dialetto viterbese-orvietano. « Ma quello di cui voglio parlarti è un vocabolario a cui sto lavorando dall'estate. Lo chiamerò "Le parole abbandonate". Queste parole riguardano la terra dove son nato, la media valle del Taro, tra Berceto, Solignano, Valmozzola, e sopra di noi il Passo della Cisa. Campi ormai de- serti. Tutta una cultura che va scomparendo. E io mi son messo a raccogliere queste parole d'influsso longobardo, gallico, latino che in pochi oggi pronunciano. Nell'uso del mio dialetto non c'è la parola amore e nemmeno bellezza. Voglio dire che non esiste potere d'astrazione dalle mie parti. Amore è gus'er, dover, monter ». Riempio il mio taccuino di termini magici come stombel (pungolo), ciodga (canale di drenaggio), cudga (cotica e per esteso zolla erbosa). «Ah, non dimenticarlo» fa Malerba salutandomi. « Quel frutico montano, brusacul, di cui parla Gadda nell'Adalgisa,, noi lo chiamiamo petleinga. Afa questo termine a Parma.è già oscuro rompicapo ». * * * Via Virginia Agnelli, Monteverde Nuovo. Lo studio in cui lavora Carlo Villa sembra rispecchiare lo stravagante spessore della sua scrittura. E' un luogo rivestito di oggetti disperatissimi, meticolosamente scelti e incastonati: album pieni di automobili d' epoca, ritagli di moda, foto di pellirossa, conchiglie fossili. Sono gusci di vita preservati da ogni contaminazione e. qui finalmente mantenuti sotta controllo per la pace dell'animo. Villa ha ultimato il suo quinto romanzo, dopo molti rifacimenti (due stesure nel solo 75). Questo il titolo : « Analità ». Più che un omaggio, anche per assonanze, a Svevo, è analisi appassionata della sindrome che attualmente miete le maggiori vittime tra gli uomini: « la paura — spiega Villa — dell'oggi e del domani, a causa dì quello ieri dovuto su¬ bire socialmente e familiarmente. E poi l'ansia in luogo del vivere. Il trattenere e il collezionare in luogo deldare. L'astratto contro il reale. La stabilità dell'oggetto contro la vita che svanisce ». 45 anni, quattro romanzi densi e abrasivi, tre raccolte di poesia. Villa non è riuscito ancora a realizzarsi come scrittore a tempo pieno. Si alza alle 5 per lavorare, e alle 9 corre in un ufficio parastatale. « Non mi lamento » dice. « Chiedo solo più. ossigeno, lettori cioè che s'identifichino, nel protagonista di Analità. Lui afferma che la vit" è sempre un rischio e che si vive solo quando non si chiedono garanzie ». * * * Allorché è di scena, Paolo Poli rida vita anche al codice napoleonico. E chi l'ammira sorvola sui suoi copioni. Mettendo insieme «Uomo nero » (coautrice Ida Ombroni) e «Femminilità» (molti sketches sono della sorella Lucia) è nato da Garzanti un libro: «Telefoni bianchi e camicia nera». Ma il meglio del teatro di Pòli (canzoni in travesti, malizioso incedere tra le prime file della platea) si scopre pagando il biglietto. La libreria aiuta ben poco. Gaio Fratini Po5f scriptum EPIGRAMMA A MAURIZIO FERRARA Rendi Roma ai romani. Ritirare ti vidi in Campidoglio un Remo in gesso. È Roma questo dolce compromesso tra Rugantino e un pio tuo amministrare. 9*

Persone citate: Carlo Villa, Gadda, Gaio Fratini, Garzanti, Luigi Malerba, Malerba, Mario Soldati, Monteverde Nuovo, Paolo Poli, Svevo

Luoghi citati: Berceto, Orvieto, Parma, Roma, Solignano, Valmozzola