Le stangate di Saul Bellow

Le stangate di Saul Bellow Le stangate di Saul Bellow Con Humboldt's Gift, pubblicato negli Stati Uniti dalla Viking Press, Saul Bellow torna al romanzo di grande impegno. Ripercorrere le tappe della parabola ascendente di questo scrittore sessantenne è impulso spontaneo per chi, dopo la lettura del romanzo, non può fare a meno di analizzare le varie astuzie con le quali ha mascherato il tema che vi si rivela fondamentale — lo scrittore alle prese col suo mestiere e con la sua ossessiva, fastidiosa, coscienza di sé. La vicenda di Charles Citrine, il protagonista — uno scrittore ebreo che vive a Chicago dei proventi di un discreto successo — si misura nel confronto con un altro scrittore, Humboldt von Fleischer, al quale Citrine è stato legato da un Ivigo sodalizio e che è morto da cinque anni immeritatamente oscuro. Il sospetto di autobiografismo viene, sulle prime, respinto dalla struttura del romanzo, movimentata e ricca di azione. Tuttavia i temi che si affacciano insistentemente — il successo dello scrittore; l'aristocratica solitudine che 10 scrittore paga con l'insuccesso; il plagio e il banditismo nel commercio dei frutti dell'immaginazione — non appaiono casuali. E' difficile scacciare il sospetto che Bellow sia stato tentato da un desiderio di confessione, quando si leggono le divagazioni di Citrine su temi psicologici, letterari, sociali. Si tratta di squarci di indole saggistica (è rivelatore quello sulla noia, la quale risiederebbe, a suo parere, nella ingombrante consapevolezza che lo scrittore ha di sé, e deriverebbe « dalla mancanza di un rapporto personale con il mondo esterno »); o di stangate occasionali contro gli scrittori di oggi (credono di poter essere contemporaneamente burocrati e bohémiens, conservatori e radicali, e di dover evitare di prendere sul serio qualsiasi persona o causa). Dal pericolo della^ confessione Bellow si guarda con svolte improvvise dell'azione, e con l'inserimento di personaggi di tutt'altra natura da quella di Humboldt e Citrine, fatti «di azione al mille per cento». Humboldt ha lasciato a Citrine una curiosa eredità (una sceneggiatura cinematografica di dubbio valore) e un monito: « Ricorda: non siamo creature naturali, ma soprannaturali ». Citrine abbandona la sceneggiatura nelle mani di un mafioso. Cantabile, (e reagirà con sua sorpresa e rabbia quando quel furbo riuscirà a sfruttarla lucrosamente); approfondisce il monito immergendosi in studi antroposofici, e in lunghe conversazioni sulle dottrine spiritualistiche. Così 11 romanzo trova una nuova apertura riflessiva nella ^ricerca di pace che spinge lo scrittore al di là dei problèmi di mestiere. Una risorsa sicura impedisce che Citrine diventi la voce del suo autore: l'ironia che accompagna sia il suo comportamento, che le sue riflessioni e le sue smanie spiritualistiche. Erminia Artese

Persone citate: Bellow, Erminia Artese, Fleischer, Gift, Humboldt, Saul Bellow

Luoghi citati: Chicago, Citrine, Stati Uniti