Berlino di pietra

Berlino di pietra Berlino di pietra Werner Hegemann LA BERLINO DI PIETRA Storia della più grande città di caserme di affitto Mazzotta, 379 pagine, 12 mila lire. Continua la fruttuosa stagione italiana dei vecchi testi teorici del Movimento Moderno. Dopo il recente Alexander Klein della stessa collana, esce ora questa traduzione delfimportante ricerca di Hegemann. Proprio mentre da noi si dibatte sulle prospettive di s un'organizzazione territoriale più consona alle reali esigenze della collettività, è necessario riconoscere che il grande merito del Movimento Moderno fu quello di aver saputo collocare nel campo dell'economia politica la produzione architettonica ed urbanistica, sino a quel momento confinate in quello della semplice sovrastruttura ideologica. La questione delle abitazioni, l'esigenza di soluzione della crisi dei rapporti, anche nell'ambito del territorio, tra interessi privati e necessità collettive, il problema di un razionale uso delle risorse: queste le vere tematiche dell'esperienza razionalista che ancora oggi, purtroppo, tardano ad incidere sulla nostra realtà. La sconfitta storica del movimento razionalista non può essere interpretata esclusivamente nell'ottica ristretta di una lettura tutta interna alla disciplina architettonica: trova la sua giustificazione _ nella crisi generale delle esperienze riformiste europee che, pur dandoci realizzazioni esemplari, non seppero resistere alla reazione conservatrice. Per questi motivi non può che essere apprezzata la generale rivalutazione dell'esperienza razionalista nel vivo dell'attuale urgenza di nuovi e più credibili modelli di sviluppo. LJopera di Hegemann su Berlino rappresenta uno dei primi e indubbiamente più completi saggi di storia dell'urbanistica di una grande città. Superando ogni accademismo storicistico, essa si propone come lettura della genesi dei problemi della città moderna, con l'obiettivo dichiarato di individuare al contempo strategie d'intervento complesse, articolate, risolutive. In questo senso il libro può essere letto come un vero e proprio progetto di riorganizzazione della città, cui fanno da supporto le più avanzate tecniche di analisi e di intervento dell'epoca: la conoscenza dettagliata delle tipologie edilizie ed urbanistiche, l'analisi statistica, l'individuazione di una vera « patologia» della città, a documentazione sulle istituzioni preposte al governo municipale, la conoscenza insomma dei meccanismi economici generali dello sviluppo urbano. In tale senso i giudizi espressi e le scelte programmatiche discusse si inseriscono nel dibattito urbanistico dei contemporanei. Questi i grandi temi promossi dall'autore: a necessità di una reale autonomia da parte degli enti locali nelle scelte di piano che li riguardino; l'emergere del livello intercomunale della pianificazione; la lotta contro l'appropriazione privatistica dei vantaggi degli investimenti operati dalla collettività; e ancora, lacooperazione edilizia, il rinnovamento tecnologico dell'industria delle costruzioni, l'individuazione di tipologie edilizie ed urbanistiche in grado di garantire il soddisfacimento dei più elementari bisogni del singolo e della collettività. Temi sui quali forse oggi si è più disincantati, nei confronti dei quali riterremmo necessari numerosi distinguo: ma non sono ancora questi i campi in cui in Italia si è fatto talmente poco da dover leggere con interesse non solo storico, ma anche tutto rivolto all'attua, à, . un'opera che l'autore iniziò a scrivere più di 60 anni fa é pubblicò per la prima volta nel 1930? Fredi Drugman Per la prima volta in Italia un testo cliiave dell'urbanistica moderna Casermoni alla periferia di Berlino

Persone citate: Alexander Klein, Fredi Drugman, Hegemann, Mazzotta, Werner Hegemann

Luoghi citati: Berlino, Italia