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religione religione Rudolf Pesch IL PICCOLO GREGGE. Per la teologia delia comunità. Morcelliana, Collana II pellicano, 69 pagine, 1400 lire. (a.b.) Sono poche decine di pagine costruite con mano esperta da un.auto-, re che sa bene i problemi posti alla teologia dalla pratica pastorale, e che ha contemporaneamente una conoscenza vasta e di prima mano degli studi sul Nuovo Testamento.- Punto di partenza della riflessione è la riscoperta conciliare della chiesa locale, ma perno del discorso teologico è la parola evangelica sul « piccolo gregge » (Luca 12, 32), unica, tra le espressioni sulla chiesa messe ih bocca a Gesù, che la critica moderna riconosca come «sua ipsissima vox ». . Per questo Pesch l'assume a termine critico di confronto con la realtà della chièsa contemporanea, delincando cosi una teologia della chiesa, vista come piccola comunità di vita e di fede, che nella sua semplicità è a dir poco rivoluzionaria. Ricordiamo, per la loro attualità, due spunti: l'invito a superare il «tabù» che impone il silenzio sul problema dell'ordinazione di uomini sposati, i cosiddetti «viri probati»; la denuncia della paura' che l'idea che una donna « pòssa esercitare il ministero con pieno potere eucaristico» desta ancora nella chiesa. San Girolamo VITE DI PAOLO, ILARIONE E MALCO Adelphi, Piccola'Biblioteca, 146 pagine, 2200 lire. (aldo bodrato) Paesaggi di rocce è sabbie in cui si aprono ombre improvvise e fresche di grotte e oasi « a misura » di uomini soli; deserti che si abitano di santi monaci e di turbe imploranti fino a strariparne, ad essere più agitati da passioni e da folle delle città imperiali; uomini che cercano l'isolamento e la povertà e che vengono inseguiti, nei luoghi più nascosti, dalla fama, dalla calca dei postulanti, dal potere che emana la loro persona. Ecco l'immagine del primo monachésimo che emerge da queste pagine classiche dell'agiografia cristiana, scritte da uno dei Padri latini più famosi. Siamo nel IV secolo, al culmine della crisi dell'impero romano — scrive G. Lanata che cura la traduzione ed il commento di queste vite di eremiti — e la fuga dal móndo di tanti uomini e donne, anche colti ed altolocati, non può essere considerata solo frutto di pazzia ascetica. «Essi rifiutano piuttosto la gerarchia dei valori del "secolo", che non era solo quella dell'impèro con l'implacabile stratificazione delle sue autorità, ma era al contempo quella non meno deludente della chiesa post-costantiniana, ormai interamente secolarizzata ». Alle spalle dell'esperienza monastica, che S. Girolamo così bene esemplifica con lo stile misurato dell'uomo di lettere, c'è qualcosa di più che una fuga ed una crisi: c'è la visione di un mondo, impregnato di male e di dolore contro i quali rùnico mezzo di lotta è la pratica eremìtica.. L'ascesi cristiana è qui lo specchio ih cui si riconosce e prende voce il dolore dell'intero universo, e il monaco è l'avversario odiato-amato dell'incarnazione stessa di questo dolore, ij diavolo con tutti i suoi spiriti.. Giuseppe Ruggieri CHIAMATI ALLA VERITÀ'. Saggi sulla responsabilità della fede e della teologia Jaca Book, Collana Strumenti per un lavoro teologico, 123 pagine, 1500 lire.* (a.b.) «L'ingenuità di tanti cristiani è di voler dare il proprio nome alle conquiste jdel - mondo. Non ci si-scandalizza più-se si dice che la scienza non è cristiana. Ci si scandalizza àncora quando la rivoluzione non si lascia battezzare ». E' una citazione che ci dà il taglio dei brevi saggi qui raccolti ili unità dal Ruggieri, e già apparsi su diverse riviste, tra cui: Communio, Testimonianze, Problemi del socialismo. Si tratta di saggi di battaglia teologica, molto attuali è misuratamente polemici, ma anche metodologicamente rigorosi, indirizzati quindi a lettori capaci di muoversi con una certa sicurezza nel mondo della teologia contemporanea. Sotto diverse angolature l'autore, che ha al suo attivo un interessante studio sulla teologia politica {Sapienza e storia, Milano 1971), affronta il problema dell'impegno cristiano nella storia del mondo. Puntò di confronto polemico del suo discorso sono: da una parte l'atteggiamento di chi sottopone l'evento della rivelazione cristiana ad una interpretazione umanistica e razionale, trasformando la fede in una dottrina omogenea all'ideologia dominante; dall'altra il « purismo integrista » di chi pensa ad una comunità cristiana perfetta, separata dal resto dell'umanità, igno¬ rando la complessità del reale e la libertà di coscienza. Sono posizioni che egli ritrova puntualmente nel dibattito attuale sulla collaborazione tra cristiani e marxisti. E che rifiuta, in nome di una interpretazione più problematica del rapporto tra Chiesa e mondo e di un "più rigoroso rispetto delle dottrina su.lrincamazione.

Persone citate: Collana, Collana Ii, Gesù, Girolamo Vite, Giuseppe Ruggieri, Malco Adelphi, Sapienza

Luoghi citati: Milano