Sicilia di miserie e paure di Francesco Fornari
Sicilia di miserie e paure Sicilia di miserie e paure Giuseppe Fava GENTE DI RISPETTO Bompiani, 251 pagine, 3000 lire. « Cinquecento anni di disastri, epidemie, stragi, ma nella sostanza non è accaduto mai niente, ogni volta tutto si ricompone perfettamente: da una parte pochi uomini che sono padroni e dall'altra una moltitudine d'infelici, anzi, di poveri imbecilli ignoranti». Un ritratto amaro, desolato, eppure terribilmente vero della Sicilia, un'immagine volutamente cattiva in cui si fondono i rancori, i desideri, le facili promesse, il clientelismo, l'odio, la paura della gente; poveri e ricchi, umili e potenti, tutti invidiosi, incattiviti, avidi, feroci eppure tanto intimamente umani, veri. Elena Vizzini, maestra elementare di 32 anni, nubile, non bella ma graziosa, afflitta da una madre piemontese che non ha ancora capito, dopo tanti anni, la realtà della terra in cui vive, rosa dal ricordo-rimorso dell'unica avventura sentimentale della sua vita, rappresenta in un certo modo l'anima inquieta della Sicilia. Attraverso i suoi occhi si assiste al decadimento dei valori umani, ai tradimenti, ai complotti. Per un attimo la maestra si illude di poter fare qualcosa: a Montenero, nel piccolo paese dotte è stata trasferita dal provveditorato, scopre una realtà diversa da quella in cui aveva vissuto fino a quel momento. Messa brutalmente di fronte alla desolata tristezza, alla miseria, alla rassegnazione della povera gente, viene coinvolta nel vortice tumultuoso della politica e non si rende conto di essere a sua volta sfruttata. Incontra l'amore, un amore fatto di sesso, di sensazioni epidermiche, di violenze, di oscenità, accoppiamenti rabbiosi che lasciano l'amaro in bocca ed il cuore in tumulto, mentre i sensi appagati non hanno più la forza - di ribellarsi. Nel romanzo di Fava lo sperduto paesino diventa il centro pulsante della società siciliana, la maestra divorata dai turbamenti, schiava della propria passione, racchiude in sé lo spirito di rivolta, il desiderio di libertà e di giustizia che spinge i poveri, gli umili, gli eterni sconfitti alla più assurda e più perico* Iosa delle ribellioni. Coinvolta in vicende1 assurde, a volte grottesche, la maestra diventa il personaggio più importante del paese. Un giovane che le manca di rispetto viene trovato morto, con un fiore in bocca. Altri subiscono una sorte analoga, ancor più teatralmente crudele. La popolazione si stringe intorno alla maestra, ansiosa di farsi benvolere dalla «gente di rispetto» che sembra protèggerla nell'ombra. La giovane si trova così a capeggiare una confusa rivolta popolare contro la miseria,, diventa il portabandiera degli umili, mentre i ricchi la adulano, la coccolano. Le ultime pagine del romanzo sono dense di drammaticità: la maestrina non si rende conto di essere diventata a sua volta uno strumento nelle mani della « gente di rispetto » e sembra accettare tutto quello che accade con indifferenza. La realtà si fa. strada all'improvviso e allora, con amarezza, scopre di èssere stata sfruttata da tutti quanti: dai poveri verso i quali si sentiva attratta, dai ricchi che si divertiva ad umiliare. E' il crollo dei suoi sogni, che coincide tragicamente con l'uccisione dell'amante, giustiziato dalla « gente di rispetto »: una folla di visi anonimi, di bocche spalancate in grida silenziose, di gesti inutili troncati a mezzo in un incubo che è realtà. Francesco Fornari IN VENDITA IN TUTTE LE LIBRERIE imi «Manu I CARO FANFANI RENZO CORTINA Horca Myseria OVVERO: ORIGINI, SPLENDORE E DECADENZA DEL SOGNO DI UN LIBRAIO DI PIAZZA CAVOUR ED. CAVOUR . MILANO
Persone citate: Bompiani, Elena Vizzini, Fava, Giuseppe Fava, Iosa, Montenero, Renzo Cortina
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