Malanni e filosofia

Malanni e filosofiaMalanni e filosofia Georges Canguilhem IL NORMALE E IL PATOLOGICO. Norme sociali e comportamenti patologici nella storia della medicina Guaraldi, 248 pagine, 5000 lire. Come può essere definito, in termini rigorosi, lo stato patologico, cioè la malattia? Che cosa è la salute» e quali rapporti intercorrono tra lo stato normale e lo stato patologico? Possiamo assumere una particolare nozione di salute come criterio per definire la malattia? Questi concetti sono ancora validi alla luce degli studi recenti sulla genetica e sull'ereditarietà? Secondo Canguilhem, «sano» non è l'organismo che osserva le norme stabilite dalla fisiologia, ma quello che si dà norme capaci di soddisfare le esigenze dell'organismo stesso nei suoi rapporti con l'ambiente. Anche la malattia impone regole; ma si tratta di norme inadeguate, errate. D'altro canto non possiamo prescindere dai possibili errori; se mancasse la possibilità dell'errore non potremmo parlare di norme. Senza la minaccia della malattia non avrebbe neppur senso la salute. « Le normal et le pathologique» (Parigi, 1966,1972) è stato scritto in tempi diversi. Il « Saggio su alcuni problemi riguardanti il normale e il patologico » risale al 1943, ed è la «tesi di dottorato in medicina dell'A. che viene considerato « erede » di Bachalard e « maestro » di Foucault. Canguilhem, che alla preparazione medico-scientifica accompagna una acuta sensibilità filosofica, è una del¬ le figure di maggior rilievo nel panorama culturale francese. La seconda parte del libro invece, « Nuove riflessioni riguardanti il normale e il patologico (19631966) », è una specie di bilancio retrospettivo e di verifica delle tesi precedenti. Il cardine delle tesi di Canguilhem è la discussione del concetto di « normalità». Non possiamo infatti più vedere la malattia, cioè il patologico, come l'infrazione di una norma, o la salute come osservanza di quella stessa norma. Queste norme, e la nozione di normale che ne discende, derivano infatti dai valori medio-statistici delle funzioni dell'organismo, cioè dai valori codificati dalla fisiologia e dalla sua tradizione. Tali costanti non spiegano né l'individualità delle norme biologiche, né soprattutto, nei diversi gruppi sociali, le possibili variazioni conseguenti agli stimoli ambientali è 'alle risposte dell'organismo stesso. La capacità di autorègolarsi per raggiungere una condizione favorevole, o per renderla stabile, è ciò che Canguilhem definisce «normatività biologica », cioè la possibilità per il vivente di imporre norme all'organismo stesso. Può esserci una normatività biologica solo perché esiste una « polarità dinamica della vita». Con questo termine Canguilhem intende il fatto che la vita non è semplice sottomissione all'ambiente» ma anche «costruzione» e ordinamento dell'ambiente stesso. Perciò la. salute non è un dato statico, ma la capacità più originaria e più propria del vivente, il fondamento della possibilità di stabilizzare gli ordinamenti favore¬ voli o di modificare quelli sfavorevoli. L'uomo insomma è sano quando riesce ad essere biologicamente normativo nei confronti delle fluttuazioni del suo ambiente. Lo stato patologico invece denuncia la « precarietà », cioè la scarsa stabilità, delle norme istituite dalla malattia. Il malato non è tale per il fatto di essere non normale, bensì per il fatto di essere non sano, o meno sano. Su queste basi è possibile interpretare la guarigione. Essa « è infatti la riconquista di uno stato di stabilità delle norme fisiologiche ». In Un nuovo concetto in patologia: l'errore, forse il capitolo più stimolante del libro, Canguilhem si rifà alle ricerche sui disturbi biochimici ereditari, e al modello «cibernetico» che presiederebbe ai meccanismi di trasmissione dei messag¬ gi genetici. In questa prospettiva» essere malato significa per l'organismo essere falso, essere stato falsificato: non" nel senso in cui può essere falsificata una banconota, ma nel senso di assumere una piega falsa, di imboccare una via sterile. Tutto ciò, osserva Canguilhem, ci rende unici, come spesso si è- scritto per consolarci del fatto che deriviamo da un'estrazione a sorte « nell'urna dell'eredità mendeliana. Unici, forse, ma anche talvolta malriusciti ». In questo quadro, indubbiamente più pessimistico del precedente, anche la malattia assume una particolare funzione. Essa è una specie di tragico grillo parlante, é ripete in continuazione che senza la possibilità della malattia non può esistere nemmeno la salute. * 'Enzo Bandone

Persone citate: Canguilhem, Foucault, Georges Canguilhem, Guaraldi

Luoghi citati: Parigi