Il Papa in elicottero scende al Santuario della Mentorella dove salì a piedi, come pellegrino, prima del Conclave di Francesco Santini

Il Papa in elicottero scende al Santuario della Mentorella dove salì a piedi, come pellegrino, prima del Conclave Sui Monti Prenestini, a Guadagnolo, nel tempio affidato ai religiosi polacchi, c'è un'antica Madonna venerata dal Pontefice Il Papa in elicottero scende al Santuario della Mentorella dove salì a piedi, come pellegrino, prima del Conclave Diecimila fedeli hanno accolto in un caldo abbraccio il Santo Padre che ha pronunciato un discorso esortandoli alla preghiera ROMA — L'elicottero bianco del Papa spezza lo scenario antico del Santuario della Mentorella. C'è Giovanni Paolo II che s'inginocchia davanti ad una Madonna bruna nella semplicità di una abbazia poverissima e già le immagini solenni della Sistina appaiono dimenticate. Roma è a quaranta chilometri, ma qui le disianze si misurano in secoli. C'è il Papa e folle sterminate di fedeli salgono tra gli speroni di roccia dei Monti Prenestini. Invadono uno scenario brullo, rotto da ciuffi sfioriti di ginestre, da branchi di cavalli liberi nel pascolo. Arrivano a migliaia dai paesi poveri del Lazio. Molti sono partiti a piedi che era l'alba: vengono da San Buci. da Ciciliano, da Cereto. Altri da più lontano, fin da Subiaco e tagliano i tornanti d'asfalto, per fare in fretta. All'elicottero è stato riservato l'unico spiazzo disponibile accanto allo strapiombo di una parete. Ci sono gli uomini nelle casacche antitermiche, pronti con gli schiumogeni. Un atterraggio difficile, ma il pilota, che è il colonnello Paganelli lo supera con abilità. La veste,, bianca di Papa Wojtyla compare nella luce del pomeriggio e la folla impazzisce nel vento gelido, per toccargli l'abito e sfiorargli le mani, oltre le transenne che delimitano il cammino. Karol Wojtyla è commosso, turbato da una accoglienza tanto vivace in un luogo che lui ricordava immerso nel silenzio. Era stato in pellegrinaggio al santuario della Madonna delle Grazie appena una settimana prima del conclave, il 7 ottobre. La piccola comunità polacca che vive nell'abbazia mostra con orgoglio la cella numero 5. «Qui dormì il padre santo». Una brandina, un lavabo, una stufa a cherosene, un'immaginetta della Madonna. Un tavolo di quaranta centimetri e una sedia in plastica. Nienl'altro. «Qui — dicono — il padre santo si raccolse in meditazione». L'automobile l'aveva la¬ sciato a Caprarola e lui, a piedi, aveva percorso dodici chilometri di strada nelle prime ore del mattino. «Nell'umiltà di pellegrino». Adesso Giovanni Paolo Il torna da pontefice e padre Casimiro Linkiewiez, rettore del santuario, vorrebbe fare l'impossibile. Ormai è tardi, il Papa è già sulla porta della chiesa, accanto a tre malati. Impone le mani sugli occhi di un cieco di Palestrina. E' un uomo di mezz'età, seduto accanto alla madre. Un passo e un gruppo di ra- gazzetti avanza con incertezza. Parla il più grandicello, mentre un altro tira con una corda un agnellino tutto fradicio. Dopo il bagno non hanno fatto in tempo ad asciugarlo. «Ecco, santo padre, l'agnello della bontà, dono dell'agricoltore Omero Reucricca. consigliere comunale». Sono in otto a tirare l'agnello. Sono gli ultimi otto bambini di Guadagnolo, il puesetto del santuario ormai spopolato. Il Papa riesce a cingerli con un solo abbraccio. Si fa avanti Gaetano Sabelli che, fascia tricolore alla vita, si presenta come sindaco di Capranica e di Guadagnolo. come gli hanno imposto di dire i I50 di Guadagnolo. che soffrono ad essere «sempre dimenticati». Karol Wojtyla è in chiesa. Tra le navate minuscole e raccolte, i padri polacchi hanno steso dei nastri colorati. Formano delle A gigantesche e il pontefice sorride ammirato. Sull'altare, un cartello luminoso, «totus tuus». che è il motto del Pa- Wojtyla avanzo tra due transenne. I fedeli sono al limite. Donne anziane che gridano, voci maschili che s'impongono sugli evviva più deboli. «Tu es Petrus» urla una donna che sembra in delirio. «Che bel Papa», dicono altri tendendo le mani sopra le balaustre nella speranza di raggiungerlo. Wojtyla si ferma. Bacia un bambino, alza tutte e due le braccia commosso. Il volto si arrossa. E' emozionato, s'inginocchia al centro dove gli è stato riservato un cuscino dorato. In polacco risponde alla messa. Termina la funzione. Altoparlanti diffondono nello scenario di roccia e di folla il saluto in polacco del padre Smolinsky. dei resurrezionisti, arrivato dalla Polonia. Adesso tocca al Papa. «Ho visto che avete capilo — ha detto in tono scherzoso — ora date la parola al Papa, in italiano». I diecimila che si sono raccolti attorno al santuario lanciano un applauso. Nel buio della sera la voce di Karol Wojtyla raccomanda la preghiera. Fa freddo. Qualcuno lo avvolge in una cappa rossa. Il vento gli fa perdere lo zucchettino rotondo. Glielo sistema di nuovo un abate. Papa Giovanni Paolo II ricorda la devozione per il santuario. Il Papa ha lasciato Roma per pregare la Madonna della Mentorella. Tra la folla che ancora giunge sui Monti Prenestini, si leva l'elicottero bianco, in direzione del Vaticano. Francesco Santini Il Papa risponde all'omaggio caloroso della gente