Missioni alleate e partigiani durante la lotta per la libertà di Renato Rizzo

Missioni alleate e partigiani durante la lotta per la libertà Si è aperto ieri il convegno internazionale Missioni alleate e partigiani durante la lotta per la libertà Rievocati da studiosi e testimoni i lunghi mesi della Resistenza in Piemonte - Oggi i lavori proseguono a Marsaglia e a Cisterna d'Asti «Storie di persone diverse che combattevano a fianco a fianco per raggiungere un identico fine: Con questa frase, detta da uno dei tanti testimoni della lotta partigiana in Piemonte, si può forse sintetizzare lo spirito del convegno internazionale su • Le missioni alleate e le formazioni dei partigiani autonomi della Resistenza piemontese' che s'è aperto ieri al Centro Incontri della Cassa di Risparmio in corso Stati Uniti. La riunione, promossa dalla Fivl (Federazione italiana volontari della libertà), dall'Associazione volontari della Libertà Piemonte, dall'associazione partigiana «Ignazio Vian» e dal Centro studi partigiani autonomi, avrà oggi un'appendice in tre comuni piemontesi: Marsaglia, Cisterna d'Asti ed Alba. Luoghi della «vera» Italia di allora quando, come ha ricordato l'on. Mazzola, sottosegretario alla Difesa che ha portato il saluto del governo «ii Paese autentico era sui monti, nelle Langhe, sulle colline dove si combatteva per la libertà'. A questo convegno che vuole ricordare il contributo che alla lotta di Resistenza hanno apportato le missioni alleate di inglesi, americani, canadesi e polacchi e che è stato presieduto dal senatore Paolo Emilio Taviani, presidente della Fivl, hanno preso parte i combattenti di quei lunghi mesi di guerra: uomini come Leo Valiani, Max Salvador;, il generale Cruccu, l'ing. Fulcheri e decine di altri "autonomi". Valiani ha analizzato quel periodo con la commozione del protagonista e la freddezza dello storico: 'Dopo le iniziali diffidenze degli alleati verso l'Italia che per tre anni li aveva combattuti , i primi contatti si stabilirono in Svizzera nel novembre del '43 con rappresentanti inglesi ed americani Fu l'inizio di una collaborazione che portò poi il nostro Paese a diventare parte dell'Alleanza Atlantica'. Non furono sempre rapporti idillici, si ebbero screzi, incomprensioni, dissensi: •Ma il contenuto di queste missioni alleate e di questi aiuti è riuscito a superare il contingente ed a sostanziarsi nel sacrificio di stranieri morti per un'idea di libertà'. Anche Max S al v ad ori ha ricordato i «risentimenti, le amarezze e le lamentele dovute a certa incomprensione'. 'Ma — ha aggiunto — non bisogna dimenticare l'estrema difficoltà in cui anche gli alleati dovevano operare: l'Italia era la tessera di un mosaico, un fronte, in fondo, secondario rispetto al nord Europa. Basti pensare che la V armata aveva, nel novembre del '44, riserve per una settimana e la 2" per due'. Per Salvador) due sono i momenti storici fondamentali di questo periodo: «La Germania avrebbe potuto anche vincere la guerra se non si fosse verificata in Gran Bretagna e negli Stati Uniti quella "rivoluzione morale" che determinò l'intervento'. Dopo le relazioni «storiche» il convegno si è dipanato nei racconti, nelle testimonianze dei partigiani di allora: quelli che con personaggi come il magg. Tempie (Neville Darewsky), il | magg. Hope ed il magg. Holohan morti a Marsaglia, Cisterna d'Asti e in Val d'Ossola, ebbero contatti diretti. E' stata una cronaca minuziosa di azioni, il ricordo di frasi in codice e di ragnatele di coordinate ripetute via radio per facilitare i lanci con i paracadute. Momenti di entusiasmo, la convinzione di non essere più soli e di vivere la storia nuova di un Paese che, come ha sottolineato il senatore Taviani, proprio dal Piemonte prendeva in quei giorni la prima forza e la prima consistenza. Renato Rizzo