Si ripete nel mondo l'attesa per il nuovo Pontefice di Paolo Garimberti

I cardinali sono riuniti in Conclave oggi a mezzogiorno prima fumata Si ripete nel mondo l'attesa per il nuovo Pontefice I cardinali sono riuniti in Conclave oggi a mezzogiorno prima fumata E' possibile che già questa sera si conosca il successore di Luciani - I cardinali hanno giurato di mantenere il segreto sulle votazioni - Le cerimonie che hanno preceduto P« extra omnes » sono state meno pubbliche delle precedenti, 49 giorni or sono ROMA — Riunito da ieri in Conclave nel cuore della Città Santa, una cittadella di un ettaro quadrato, uno dei più antichi e immutabili Parlamenti del mondo deve scegliare il 264° successore di Pietro. Da stamane si vota nel Sacellum Sistinum e da oggi a mezzogiorno, per due volte al giorno, settecento milioni di cattolici sapranno da uno sbuffo di fumo se la Chiesa si è data o no il suo nuovo «pastore, guida, sposo e padre», secondo la definizione del cardinale Villot nell'omelia alla Missa prò eligendo Papa. Appena quarantanove giorni sono passati dall'ultimo Conclave e la drammatica brevità del pontificato di Giovanni Paolo I ha segnato profondamente la Chiesa e i centoundici cardinali chiamati ad eleggerne il successore. «Entriamo in Conclave con molta trepidazione e preoccupazione. Non è questo un momento facile per la vita della Chiesa», ha detto il cardinale Baggio. Le telecamere della «mondovisione», che il 25 agosto, per la prima volta nella storia, avevano accompagnato i cardinali fino agli ultimi istanti prima della chiusura in Conclave, stavolta sono state escluse. La Chiesa si è nuovamente ripiegata su se stessa, tornando alle tradizio-1 ni e ricoprendo con il velo di ' un mistero sacrale la cerimonia, quasi a sottolineare l'angoscia di una scelta affidata a centoundici uomini, votatisi a un isolamento dal mondo attenuato soltanto dalla fede in un legame con lo Spirito Santo. «Il Cristo — ha detto il cardinal camerlengo Villot nell'omelia di ieri — ci considera amici, ma non ci illumina uom soprannaturalmente in modo I totale. Lascia la libertà al nostro intelletto e alla nostral volontà. Sarà quindi come ; certo uomini responsabili, ma pur sempre uomi j ni, che siamo costretti a prò- j cedere all'ufficio a noi confi- dato. Non quindi miracolo il i risultato, ma frutto di azione e di orazione di uomini, che, con tutte le loro forze, vogliono essere sempre più amici del Cristo». Della giornata di apertura del Conclave, minuziosamente regolata dalla costituzione apostolica «Romano Pontifice Eligendo» del 1 ottobre 1975, pubblica è rimasta soltanto la solenne messa del mattino, concelebrata, insieme con il camerlengo Villot, da tutti i centodieci cardinali in San Pietro al cospetto del corpo diplomatico e dei fedeli, dei curiosi e dei fotografi, dei giornalisti e dei microfoni delle radio protesi a cogliere le ultime dichiarazioni di una vigilia così densa di dichiarazioni e di interviste, eppure così nebulosa nelle indicazioni sul voto. Ma alle 16,30 di ieri, quando i grandi elettori in vesti rosse, rocchetto e mozzetta, si sono ritrovati nella Cappel-1 la Paolina, soltanto due giornalisti, uno per le agenzie di ; ! stampa italiane e l'altro per | quelle straniere, sono stati ammessi ad assistere alla processione verso la Cappella Sistina, al canto dell'invocazione dello Spirito Creatore (« Vieni e visita le menti dei tuoi uomini» ) e secondo un rigoroso e secolare ordine di precedenza: la Cappella musicale, i ministri del Conclave e i conclavisti, un cerimoniere con la croce astile, i cardinali in fila per due — prima i vescovi, poi i preti, infine i diaconi —, seguiti dal segretario del Conclave, dal prefetto della Casa Pontificia, dai prelati della Camera apostolica, dai protonotari apostolici, dagli uditori di Rota, dal delegato della Città del Vaticano, dal comandante degli Svizzeri. Una quindicina di minuti è trascorsa tra l'avvio della processione e l'aextra omnes», ordinato dal maestro delle Cerimonie, che ha sancito l'esclusione dei cardinali dal mondo e il mondo dai cardinali, in una clausura fisica e morale assoluta. La separazione materiale è completa e minuziosa. Vi hanno provveduto i tre «custodi del Conclave» — il prefetto della Casa Pontificia Giacomo Martin, il comandante degli Svizzeri colonnello von Altishofen e il delegato speciale della Città del Vaticano marchese Sacchetti, che custodirà le chiavi in luogo segretissimo — i quali, subito dopo l'«extra omnes », hanno completato la chiusura del recinto lungo tutto il perimetro dei palazzi apostolici, controllando porte, girando chiavi e serrando chiavistelli. La separazione spirituale ha forza di un giuramento e di un voto, pronunciati subito dopo l'ingresso nella Sistina. Alla formula, letta alternativamente da tre cerimonieri per conto del Camerlengo, che impegna gli elettori al segreto assoluto, i centoundici hanno risposto ad uno ad uno, la mano sul Vangelo: «Prometto, mi obbligo e giuro. Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano». In quel momento il Conclave ha raggiunto la pienezza della sua etimologia (dal latino «con la chiave»), anche se stavolta, per precauzione contro la claustrofobia, non sono state sbarrate le finestre né sono stati oscurati i vetri. E all'osservatore, in attesa di decifrare le sempre ambigue fumate, resta da chiedersi se questa forma claustrale di assemblea sia ancora adeguata ai tempi, a una Chiesa che si prepara al Duemila e che, come disse Paolo VI, sempre più «si apre al mondo». Oggi non v'è più un Apostolico Imperatore d'Austria o un Cristianissimo Re di Francia, che inviavano messi attorno alle mura della Città Santa per controllare i «loro» cardinali, sicché il più rigido isolamento era l'unica difesa per la libertà di scelta dei prìncipi della Chiesa. Nell'«Anno del Signore 1978», l'anno dei tre Papati, dopo un post-Conclave di agosto così ricco di rivelazioni da parte degli stessi cardinali e perfino del Papa eletto, e dopo un pre-Conclave d'ottobre così animato da consultazioni, interviste, dichiarazioni programmatiche ed anche auto-candidature, torna alla mente quanto Jean Guitton scrisse già nel '72 sull'Osservatore Romano: «Una volta ancora, l'ultima forse, fu in auge questa usanza del Conclave, che consiste nel rinchiudere, come fossero sottili frodatori, quei Padri venerabili dall'abito color sangue, segno che devono essere pronti a morire per la verità». Paolo Garimberti (A pag. 2: Benelli, Colombo, ma anche altri nomi e non si esclude un Papa a sorpresa. Di Lamberto Fumo). ittà del Vaticano. Il camerlengo Jean Villot concelebra la Messa, assieme ai 110 cardinali, «Pro eligendo Papa»

Luoghi citati: Austria, Città Del Vaticano, Francia, Roma, San Pietro