Si può fare la prova del sangue se il presunto padre si oppone?

Si può fare la prova del sangue se il presunto padre si oppone? Quesito del giudice alla Corte Costituzionale Si può fare la prova del sangue se il presunto padre si oppone? Il codice consente al magistrato il prelievo coatto del campione Ma questo contrasterebbe con le garanzie di libertà personale • Il corpo è mio e lo gestisco io»: sembra uno slogan ad effetto tanto pare scontata la sostanza dell'affermazione. Invece non è cosi, non sempre il cittadino è padrone del proprio corpo. Vedremo più avanti perchè, analizzando un quesito posto alla Corte Costituzionale, ieri, dal giudice istruttore dott. Sandrelli. Il pretesto per sollevare r.incidente. costituzionale ha per sfondo una storia che pare tratta da una cronaca medievale: Invece è di questi giorni e purtroppo possiamo raccontarla solo per sommi capi, per ragioni di delicatezza e perché coperta da comprensibile e rigoroso riserbo istruttorio. I protagonisti sono marito e moglie desiderosi di avere un figlio adottivo. Per tagliare fuori giudice dei minori, burocrazia e carte bol¬ late, il marito ricorre ad uno stratagemma: contatta una donna nubile che vorrebbe abortire e le dice: «Lei partorisca, e per regolarizzare ogni cosa dirò che sono stato io a metterla incinta. Ovvio che mi terrò il bambino». E cosi fa, denunciando all'anagrafe il bimbo come fosse suo. Al magistrato dei minori però la cosa pare sospetta e fa partire una denuncia. Il reato contestato è «alterazione di stato civile-: la pena prevista va da 5 a 15 anni di reclusione. Il giudice istruttore a cui è affidata la pratica ha bisogno di prove, per saper cioè se il presunto padre dice il vero occorre l'esame del sangue della madre, del bambino e del genitore. Sembra un affare da niente, invece l'uomo si oppone al prelievo richiamandosi alla Costituzione. La nostra carta dei diritti dice infatti all'articolo 13. comma quarto: «£'punito ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà». Il che contrasterebbe con l'art. 146 del codice di procedura penale che dà invece ampi poteri coercitivi al giudice il quale -può prescrivere tutto ciò che è necessario per il sicuro e ordinato compimento degli atti ai quali procede». Per capire la portata del quesito rivolto alla Corte Costituzionale dobbiamo ricordare che ogni giorno il .corpo, dei cittadini è sottoposto a possibili abusi: ricognizioni di persona (ovvero «confronti all'americana.), prelievi di sangue, visite mediche anche delicate e sgradite per varie ragioni. Ancora: è giusto far tagliare barba o capelli ad un indiziato per mostrarlo come sarebbe apparso ai testimoni di un furto o di una rapina? Si può sottoporre una persona ad intervento chirurgico per accertare se una precedente operazione è stata erroneamente eseguita? Sempre, beninteso, che la persona interessata si opponga a tali esami, o a determinate «violenze-. ,11 brigatista Corrado Alunni, ad esempio si rifiuta di sottostare al «confronto all'americana.. Volendo procedere bisognerebbe legarlo e metterlo accanto ad altre persone simili a lui, legate allo stesso modo e cosi mostrarlo ai testimoni: il codice di procedura lo permette, non la Costituzione, almeno pare. Il problema non è semplice: tanto è vero che un giudice ha ritenuto opportuno domandare alla Corte Costituzionale fino a che punto ognuno di noi è padrone del proprio corpo. Pier Paolo Benedetto illili iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimiiiiiii

Persone citate: Corrado Alunni, Pier Paolo Benedetto, Sandrelli