Le reazioni a Napoli sull'atroce delitto

"Da anni lottava per rendere meno dura la pena carceraria"? Le reazioni a Napoli sull'atroce delitto "Da anni lottava per rendere meno dura la pena carceraria"? NAPOLI — Incredulità e sgomento tra gli amici, i colleghi, gli allievi del prof. Alfredo Paolella. Fra quanti hanno lavorato con lui, in questi anni, è un coro di esecrazione per questo ennesimo «delitto assurdo» della violenza politica. Il prof. Pietro Zangani, che nel pomeriggio ha effettuato la perizia necroscopica, era legato alla vittima da lunga amicizia e comune lavoro all'università. Adesso non riesce ad esprimere il proprio dolore: «Hanno assassinato un uomo che da anni lottava per i detenuti, per rendere la pena più aderente alla Costituzione repubblicana. Non si interessava affatto di politica ma come tutti gli antropologi criminali era un consigliere molto ascoltato al ministero della Giustizia...». Reazioni vivacissime anche fra gli allievi con i quali il prof. Paolella aveva un rapporto di affabilità e collaborazione: «Era un uomo mite, incredibile che sia rimasto vittima di un attentato così spietato...» dicono i giovani. «Era amico di tutti. Un carattere equilibrato e sereno, alieno dai compromessi — commenta l'analista dottor Merolla —. Si è voluto colpire quello che lui rappresentava dal punto di vista delle istituzioni e non come persona». Era stato minacciato? «Era sempre tranquillo e sereno — spiega Merolla — ma ora, ripensandoci, mi è sembrato che negli ultimi giorni fosse un po' teso e preoccupato. Ho creduto che fosse stanco: forse c'era altro...». In famiglia, Paolella non aveva manifestato timori. La moglie, Luisa Orlando, bionda, minuta, nativa di Pesco Sannita (Benevento), mormora: «Un assassinio del tutto gratuito, ne avevo come un presentimento...». Tace nel dolore il figlio Giovanni, studente di medicina. L'altra figlia, Maria Rosaria, 19 anni, esclama: «Parlare di mio padre? No, mi dispiace, non ho nulla da dire». Il delitto ha suscitato lo sdegno di Napoli. C'è esecrazione per le accuse dei terroristi secondo cui Paolella sarebbe stato «un torturatore di prigionieri politici». «Al contrario — afferma Fabrizio Forte, giudice di sorveglianza nel carcere di Poggioreale — il professore aveva il merito di battersi per realizzare condizioni più umane negli istituti carcerari». Il sindaco Maurizio Valenzi dice: «Il terrorismo colpisce e uccide anche a Napoli, una città già provata dall'attentato di squadre fasciste. Nella persona del prof. Paolella si è colpito un uomo onesto che faceva il proprio dovere, una persona stimata per le sue qualità professionali. Si deve respingere il ricatto della paura e chiedere al governo che il rispetto della vita e dell'ordine democratico siano salvaguardati e difesi in città come in tutto il Paese». Mario Del Vecchio, repubblicano, assessore regionale, compagno di studi della vittima: «E' assurdo, quanto succede in Italia deve finire». «Un vile assassinio che lascia sgomenti per il riaccendersi della criminalità politica che questa volta si indirizza nella nostra città già tanto duramente provata», è il commento del leader democristiano Antonio Gava. «Un'altra sfida all'ordinamento democratico, è necessaria un'am¬ pia mobilitazione della società in tutte le sue componenti per condurre fino in fondo la lotta contro il terrorismo» dichiara il comunista Mario Gomez D'Ayala, presidente del consiglio regionale. Al coro di condanne si ag- giungono le posizioni delle organizzazioni sindacali, di associazioni culturali che hanno espresso la loro esecrazione più ferma verso quest'ultirv,~ bieco delitto dei terroristi. Adrìaco Luise

Luoghi citati: Benevento, Italia, Napoli, Pesco Sannita