Si tassano per fare un pubblico servizio di Gianni Bisio

I cavalieri della montagna stanno perdendo le staffe Si tassano per fare un pubblico servizio I cavalieri della montagna stanno perdendo le staffe Sono i volontari del Corpo di Soccorso Alpino; nel '76 hanno ricevuto una «elemosina» di 40 milioni, da allora più niente - Vivo malcontento per i ritardi della Regione Gli alpinisti (quelli veri che amano, gustano e rispettano la montagna senza mercificarla) non sono mai stati chiassosi. Se hanno delle proteste da fare, non scendono in piazza. Eppure questa volta, forse, faranno un'eccezione e non ci sarà da stupirsi se il palazzo della Regione, in piazza Castello, sarà simbolicamente 'Occupato» dai volontari del Corpo nazionale di soccorso alpino (guide e portatori) in assetto operativo: scarponi, corde, picozze, ramponi, materiale per il recupero degli infortunati. Questi moderni «cavalieri della montagna», sempre pronti ad intervenire per soccorrere un alpinista infortu-i nato, ma anche per operare in occasione di calamità naturali (l'alluvione n eli ' O ssol a li ha visti al lavoro), sono stanchi cieli'-elemosina della Regione», del mancato riconoscimento della loro fatica e dei ritardi con i quali ricevono i pochi soldi loro elargiti. Nel '76 per tutto il Piemonte, otto delegazioni di soccorso, hanno ricevuto 40 milioni: da allora non hanno visto più una lira. Si autotassano, s'ingegnano per ridurre all'osso le spese (costruendo con le proprie mani i materiali per il recupero di feriti), si valgono delle 'Offerte» di associazioni come il Rotary o di aziende come la Fiat. Tutto ciò per fare un pubblico servizio di protezione civile in una regione che, da sola, comprende un quarto dell'arco alpino e dove il territorio montano è prevalente. Non solo: ma dove turismo e alpinismo (nelle sue varie sfumature) sono strettamente legati. Ma turismo alpino vuol anche dire servizi per alpinisti ed escursionisti. Il soccorso, per esempio. Altre regioni ci hanno già pensato con apposite leggi che finanziano sia le vere e proprie operazioni del Corpo di soccorso alpino, sia l'addestramento degli uomini, sia l'acquisto dei materiali. Lombardia, Valle d'Aosta, Veneto, Friuli, Alto Adige, Marche e Abruzzi hanno approvato strumenti legislativi che consentono possibilità di manovra e di organizzazione impensabili quando ci si può basare solo sull'elemosina. Hanno sopperito anche alle deficienze dello Stato, il quale versa 50 milioni l'anno per l'intero territorio nazionale; insufficienti a coprire anche le sole spese di corde e chiodi. Eppure il soccorso alpino è una branca importante della protezione civile. Nel '77 sono' stati compiuti 166 interventi (il 28% in più del '76) con 1726 giornate - uomo di lavoro. Sono state impiegate 205 squadre. Nel 27% dei casi si è trattato di interventi per disgrazie alpinistiche; ben il 63% si riferiscono al turismo: si va dal paesi isolati dalla neve, al trasporto di foraggio negli alpeggi bloccati dal maltempo. Il sistema di radiocomunicazioni del Soccorso alpino è stato l'unico a funzionare in occasione di recenti calamità naturali. Non dimentichiamo che pure il servizio valanghe è espletato dal soccorso alpino, il quale ha a disposizione in Piemonte anche 31 cani addestrati alla ricerca di dispersi nella neve. Il malcontento fra 1 volontari (1488 in Piemonte) è vivo: "«Ci costringono a ritirarci, a intervenire soltanto quando gli infortunati sono iscritti al Club alpino e quindi assicurati Solo così possiamo recuperare il denaro speso». Un veterano delle operazioni in montagna ci mostra polemicamente quanto ha scritto l'assessore Moretti come introduzione alla •Relazione annuale» pubblicata dalle delegazioni piemontesi del Soccorso alpino. •L'anno 1977 — scrive Moretti — ha segnato una svolta nel campo normativo interessante la montagna: con la promulgazione del decreto 616 è stata trasferita alla Regione la vigilanza sul Club alpino italiano, nel suo ambito territoriale. Il '78 si apre ponendo alla Regione il compi to di emanare precise norme relative al turismo alpino e speleologico, dando cosi prova di serio interesse verso le persone che operano nel settore». Sta per arrivare il '79 ma le cose non sono cambiate. Il soccorso alpino aspetta ancora la sua «elemosina» annuale. Ma continua a lavorare. Gianni Bisio

Persone citate: Moretti

Luoghi citati: Alto Adige, Friuli, Lombardia, Marche, Piemonte, Valle D'aosta, Veneto