Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Esistono i diritti, ma anche i doveri - Genitori «cattivi» alla Casalegno L'auspicata cooperazione tra due tradizionali litiganti: padrone e inquilino - Ma insomma, che cosa succede in biblioteca? (un'altra protesta) o -. o el o : a o e4, sel e. e aini s. ti e: a ie, eo ia 6 e 3. e io asa, ni nam ni o¬ IKIIIllMIMIIIlIlMUn lettore ci scrive: «Sul giornale del 4 ottobre appaiono due lettere che sono, a parer mio, la tipica dimostrazione di come alcune persone intendono I diritti e i doveri. «Mi riferisco alla gentile lettrice, moglie di un artigiano, che accusa Lama per aver definito "fortunata" la categoria del marito a proposito delle pensioni, dimenticando, invece, la sola ed unica ragione di ordine economico per la quale le pensioni degli artigiani sono cosi basse: l'esiguità dei contributi versati durante la loro vita lavorativa. «Infatti, se i lavoratori dipendenti in genere fruiscono di pensioni accettabili (peraltro solo dal 1974, dopo la riforma) è perché versano circa il 23% del loro salario o stipendio annuo, e questo obbligatoriamente per legge: gentile signora, lei permetterà che dopo 35-40 anni di questo dovere si abbia diritto ad una pensione decorosa? «L'altra lettera è del signore che fa alcune osservazioni sul diritto di sciopero e di lavoro. Tanto per sgomberare il campo da equivoci, dirò subito che sono contrario a ogni tipo di violenza e quindi anche a quella dei picchetti. Non solo, ma sono fermamente persuaso che ognuno di noi debba partecipare alle lotte solo se convinto della loro efficacia ed utilità al fini di un sempre maggiore progresso dei ceti produttivi subalterni. «Detto questo, però, mi pare che il lettore faccia una piccola dimenticanza che riguarda anche qui i diritti e i doveri: perfettamente d'accordo sul suo diritto di non partecipare allo sciopero ma io spero (ed ho i miei dubbi) che senta altrettanto insopprimibile il dovere di non partecipare agli eventuali miglioramenti economici e normativi che quelle stesse lotte hanno portato. «Per concludere, io credo che si debbano osservare onestamente ambedue gli elementi in gioco — diritti e doveri — dopodiché il discorso fila, sia per lo sciopero, sia perle pensioni». Ezio Ossola Il direttore del Circolo didattico -Casalegno- ci scrìve: «I genitori del "ragazzi cattivi" delle terze e quarte a tempo normale della "Casalegno" sono oltre 200. Ho supposto che I firmatari della lettera del 1° ottobre fossero altrettanti ma lo sdegno di chi si dissocia mi convince che sono pochi e in malafede: le classi terze e quarte a tempo normale occupano due laboratori, una sala e la biblioteca, altro che semi-interrato. «La richiesta di tempo pieno e tempo lungo nel '76-78 è passata da 16 a 24 classi in base alle domande sottoscritte da padri e madri. Se I "genitori cattivi" avessero partecipato alle assemblee promosse dai docenti sulla organizzazione della scuola, forse non avrebbero ironizzato sui "laboratori", che sono 4 e adempiono ad una funzione facilmente comprensibile. •Se ad una scolaresca operante per 24 ore settimanali devono essere garantiti un'aula, un insegnante e alcuni servizi, ad una che rimane a scuola per 40 ore devono essere garantiti servizi e strutture in più (previsti dalla legge) per evitare l'affaticamento psichico e fisico di alcuni costretti per 8 ore al ' giorno nella stessa aula. «E se la scuola, per 40 ore settimanali, accoglie gravi portatori di handicaps deve garantire a questi strutture idonee ad attività alternative per II loro recupero. Quei tanto contrastati "laboratori" non rispondono neppure in minima parte alle esigenze di socializzazione degli handicappati, ed I docenti, che con spirito encomiabile li accolgono da 8 anni si arrabattano utilizzando i corridoi. «Funziona alla scuola "Casalegno" una "prima" di 19 alunni confinata in sala-mensa. Ma qui il direttore non c'entra. Mentre facevo preparare gli elenchi degli alunni da trasferire in via Baltimora 91 dove c'è un'aula libera, una telefonata dell'autorità scolastica, venerdì 22 (provocata dal solito genitore), imponeva al Direttore di far trovare pronto un locale per tale classe per il lunedì 25. Cosi ho rimediato con la sala-mensa. «L'aula di via Baltimora 91 è vuota. Nella riunione del Collegio dei direttori presieduta dall'ispet-, tore dottor Garberò ho denunciato l'abuso e la vanificazione della delibera degli organi collegiali». Enrico Cavallaro Il presidente dell'Unìoncop ci scrìve: «Interveniamo in merito al dibattito in corso, per convenire sull'importanza che, nell'applicazione della legge dell' "equo canone", ha una concezione non faziosa dei rapporti tra locatore ed inquilino. «Uno dei motivi per cui la nostra associazione (che ha come finalità e principio istituzionale la promozione della cooperazione in ogni settore) è intervenuta sul problema con un apposito servizio sui problemi della casa, è proprio quello di impostare i rapporti tra le parti interessate come occasione di un dialogo costruttivo, che serva ad entrambe per conoscere i loro sostanziali diritti, fornendo loro una illustrazione obiettiva delle norme ed i mezzi per applicarle correttamente. «Questo è il concetto del nostro Consultorio Casa dove I consulenti tecnici e legali forniscono tutte le Indicazioni utili a porre i cittadini in grado di realizzare I ri¬ spettivi diritti, nel rispetto di quelli della controparte. «Per questo ci fa grande piace-' re che lo spirito di collaborazione stia emergendo, su Specchio dei tempi, anche di fronte ad un problema che ha sovente esacerbato i rapporti tra le parti». Vittorio Balli Una lettrice ci scrive: «Sono una studentessa di Lettere. Desidero denunciare il caso a mio parere "patologico" del personale addetto alla distribuzione libri della Biblioteca Nazionale, che mi sembra affetto da "mene-, freghismo acuto". «Anche a me è capitato di dover attendere 30 minuti, (vale a dire il tempo necessario per una parziale lettura del giornale da parte dell'incaricato) prima di poter consultare il testo da me richiesto. «Tengo a sottolineare che la situazione non è migliore neppure alla Biblioteca Civica. Possibile che i direttori non possano porre rimedio?». Mariangela Pratesi