Secondo il presidente della Commissione trasporti di Lucio Libertini

«Ecco la verità sul metrò» Secondo il presidente della Commissione trasporti «Ecco la verità sul metrò» L'on. Libertini sostiene che il nodo non è ancora sciolto a causa della tenace opposizione della de, in particolare dell'ex sindaco on. Porcellana: «Chiedo collabo r az i o n e. È necessario operare perché il dissenso non danneggi la città» Poiché la polemica sul metrò, leggero o pesante, occupa da molti giorni ampio spazio su La Stampa, e io sono spesso chiamato in causa, mi si consenta di intervenire direttamente nella discussione come presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati. I punti che vorrei chiarire sono i seguenti: 1) esiste una legge 1042, rifinanziata nel '75, che assegna a quattro comuni (Tonno, Milano, Roma, Napoli) contributi statali su mutui per finanziare la costruzione di metropolitane. Torino potrebbe attingere a questi fondi sino a 180 miliardi. Questa legge contiene una disposizione (introdotta con un emendamento presentato dall'on. Todros) che consente di utilizzarla anche per costruire sistemi di trasporto metropolitano in parte diversi da una .vera e propria metropolitana sotterranea. Gli atti parlamentari rendono ancora più esplicita questa volontà del legislatore; 2) il Comune di Torino ha più volte ribadito di non volere e di non potere utilizzare la legge 1042-493 per una linea di metropolitana sotterranea, gravandosi di un mutuo di 1300 miliardi complessivi (a fronte di un contributo dello Stato di 180 miliardi); e ciò sia per lo stato delle finanze comunali, sia perché gli studi tecnici provano che un progetto cosi costoso è sovrabbondante rispetto alle necessità reali. D Comune ha altresì precisato che è interessato a utilizzare quello stesso contributo statale per un progetto meno costoso e più utile, inserito in un piano globale dei trasporti: è questa l'alternativa della ..metropolitana leggera» ; 3) in più riunioni, da me presiedute alla Commissione Trasporti, questa richiesta del Comune di Torino trovo il consenso degli altri Comuni interessati, e positiva accoglienza del ministro dei Trasporti di allora, Ruffini. Il ministro Lattanzio ci confermò questo orientamento. I quattro Comuni manifestarono altresì al Parlamento il desiderio di essere autorizzati a usare il contributo sia in conto interessi sia in conto capitale, perché con l'identica spesa statale si addossasse ai Comuni il minor onere f inanziarìo; 4) per tagliare la testa al toro decidemmo, con il ministro dei Trasporti, di andare a una modifica legislativa. Il governo presentò un disegno di legge di ulteriore proroga della 1042 (che intanto scadeva), con l'intesa che in sede parlamentare si sarebbero apportate le modifiche necessarie, d'accordo con il Tesoro. Quando la Commissione da me presieduta affrontò la questione, in sede legislativa, un anno fa, la proroga fu votata all'unanimità, e le modifiche concordate con Torino e Napoli passarono a maggioranza. Ma, nel frattempo, la de torinese aveva manifestato la sua violenta opposizione; e il governo decise, prima del voto finale, di rimettere il disegno di legge in aula, interrompendo quell'iter legislativo; 5) a questo punto il Comune di Torino e il ministero ci chiesero, ovviamente in via informale, di non riprendere l'iter legislativo perché il progetto preparato dal Comune di Torino sarebbe stato esaminato dal ministero, e si sarebbe cercata una soluzione amministrativa nell'ambito della vecchia legge. Quel progetto è dunque tanto poco «oggetto misterioso» che è da mesi all'esame degli organi ministeriali nei quali ha raccolto notoriamente molti consensi ; 6) il nodo tuttavia non è stato sciolto. Io posso tranquillamente e pubblicamente affermare che ciò è avvenuto perché la de torinese, ma in particolare l'on. Porcellana, hanno esercitato una tenace opposizione. Non voglio dire di più, ma se ne fossi esplicitamente richiesto, indicherei' le circostanze che provano questa mia affermazione. Chiedo all'on. Porcellana e alla de torinese cooperazione e collaborazione. Vi possono essere, e vi sono, nel Consiglio comunale divisioni sulle scelte: ma è necessario operare perché questo dissenso non danneggi la città, e non la privi di un contributo finan-' ziario rilevante; 7) sono molto tormentato dal fatto di avere acconsentito, nelle speranza che nel frattempo a Torino si trovasse un accordo, a che si desse via libera al ministero, a ritardare per mesi la ripresa dell'iter parlamentare della modifica della legge 1042. Ho sbagliato, sia pure a fin di bene, e aderendo alle sollecitazioni di tutti. E ora debbo subito adempiere ai miei doveri regolamentari. Se nel frattempo il ministero sarà posto in condizione di decidere tanto meglio; in ogni caso sarà il Parlamento a dire l'ultima parola, e ciascuno in quella sede si assumerà le sue responsabilità. Lucio Libertini

Persone citate: Libertini, Porcellana, Ruffini, Todros