Da Renalo Curdo, teorico e fondatore delle Br a Semeria ('«ideologo» e a Nadia Mantovani

Da Renato Curcio, teorico e fondatore delle Br a Semeria l'«ideologo» e a Nadia Mantovani Da Renato Curcio, teorico e fondatore delle Br a Semeria l'«ideologo» e a Nadia Mantovani Renato Curdo. Capo riconosciuto, teorico e fondatore delle Br. n silenzio che accompagna la sua clandestinità, cominciata nel '69, si rompe nel settembre del *74 con la sua cattura a Pinerolo, grazie all'infiltrazione dell'ex frate Girotto nell'organizzazione. Il sequestrato Amerio lo identifica nello «speaker» che lo interrogava, di cui tratteggia con precisione la figura: distaccato, tono molto pacato, lunghi silenzi riflessivi, atteggiamento sempre calmo e naturale. A Girotto, Curcio parla del sequestro Sossi con il nome in codice di «Operazione Girasole». Provata la sua partecipazione alle irruzioni al Centro Sturzo, all'Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti), al Crd (Centro di Resistenza democratico), alla Cisnal di Mestre. Alberto Franceschi™. Militante della prima ora nelle Br è individuato da Mario Sossi come il suo «inquisitore». Dopo una prima ricognizione di voce con Sossi che lo riconosce nel «laureato» (in contrapposizione a Bertolazzi, il «non laureato») rifiuta ogni ulteriore confronto. Partecipa alle irruzioni al Crd e alla Cisnal di Mestre, dispone delle chiavi del villino di Tortona (la prigione di Sossi), delle «basi» di Robbiano di Mediglia e di Piacenza. Pietro Bertolazzi. Clandestino dal '73, presente in gran parte delle azioni firmate Br, è titolare e gestore di diverse «basi» e «covi. (Planello Val Tidone, Robbiano di Mediglia, villino di Tortona) che l'organizzazione acquista sotto falsi nomi. Amministra' somme di denaro destinate a «colonne, auto, case, affitti, stipendi, gestione falsificazione, aiuto famiglie». Pietro Bassi. Milita neUe file della Sinistra Proletaria del Lodigiano, un serbatoio che ha fornito molti elementi alle Br. E' uno degli acquirenti della «base» di Pianello Val Tidone (assieme a Bertolazzi), frequentale «basi» di Robbiano di Mediglia (dove vengono trovate note spese scritte di suo pugno e il resoconto delle telefonate di Girotto con Levati) e di Piacenza, di cui possiede le chiavi. Partecipa a molte irruzioni Br e ai sequestri Sossi e Amerio. Alfredo Buonavita. Pur essendo ampiamente provata la sua militanza nell'organizzazione, non esistono prove per includerlo nel «vertice». Ha affittato, sotto falso nome, il box di corso Appio Claudio utilizzato per nascondere il furgone Sip rubato per il sequestro Amerio. Maurilio Ferrali, E' da sempre legato a Curcio, capo della colonna torinese con la « base» in via Fea dove ospita, tra gli altri, i latitanti Micaletto e Savino. La sua partecipazione ai sequestri Labate e Amerio è quasi certa (impronte sulle auto usate per le imprese) ma è contestata da alcune controperìzie della difesa. Giorgio Semeria. E' un «ideologo». Assieme a Franceschim. ha il compito di allestire le «prigioni del popolo». Quando lo arrestano a Milano gli vengono trovati addosso documenti che provano la sua partecipazione alle risoluzioni della «Direzione strategica», circostanza che lo classifica ai vertici dell'organizzazione. E' al centro del dibattito fra «falchi» e «colombe». Fra i documenti sequestrati, uno dice: «Non ci sono vacche sacre, non vogliamo teorici puri». Roberto Ognibene. E' cattu¬ rato nella base di Robbiano di Mediglia. il 15 ottobre del 1974. Impegna un conflitto a fuoco con i carabinieri, uccide il maresciallo Felice Maritano (è stato condannato a 28 anni di carcere). Si era attrezzato un rifugio personale a Poggiarla di Riese Pio X. presso Treviso. Tonino l'aro li e A rialdo Li ritrarrli. Paroli è l'acquirente dell'alloggio di via Foligno, una delle più importanti «basi» delle Br a Torino. Assieme a Lin trami acquista la base di via Pianezza dove vengono trovate armi, munizioni, documentazione acquisita mediante le irruzioni al Centro Sturzo, alla Cisnal. Nadia Mantovani. Pedinando lei, i carabinieri di Dalla Chiesa localizzano la «base» di via Maderno 5, rifugio di Renato Curcio, cui è legata sentimentalmente dopo la morte di «Mara» Cagol uccisa in un conflitto a fuoco alla cascina Spiotta di Arzello d'Acaui. il 5 giugno 1976, quando liberarono Vittorino Gancia. Non c'è la prova di una sua partecipazione ad imprese delle Br; i giudici dell'Assise la condannano a 5 anni e le concedono la libertà provvisoria con obbligo di soggiorno in un paese vicino a Mantova. Ma Nadia fugge e rientra nell'organizzazione fino alla recente cattura a Milano. Maurizio Ferrari ritenuto il capo della colonna torinese