L'opposizione e il regime fascista nelle manifestazioni d'uomini e di giornali

L'opposizione e il regime fascista nelle manifestazioni d'uomini e di giornali L'opposizione e il regime fascistanelle manifestazioni d'uomini e di giornali • . Roma, 21, notte. Dopo oltre iluc mesi angosciosi di dubbi e ni incertezze, la salma dell'on. Matteotti ha potuto trovare iinelniente degna sepoltura nella sua terra natia. Col rinvenimento del cadavere si è pondo alzare un piccolo lembo Bel velo elio circondava il fatto materiale dell'assassinio Miitieolli, ma il retroscena politico del terribile delitto è ancora avvolto nel mistero ed è notevole il fatto che, mentre i magistrali attendono alla laboriosissima istruii orla, l'ori Farinacci da Cremona persiste nei suoi utlegb'iamenli di avvocato difensore del regime. Polemica Bazzi-Fariiìaccì Il « Nuovo Paese », commeniando l'articolo di Farinacci sull'associazione a delinquere, scrive: « Questa volta Von. Farinacci, famosissimo '« gaffeur » e pcstatorc di uova, ha imito per dire qualche cosa di serio. Peccalo che en'i non abbia delto nulla di nuovo, giacchè le esigenze imprescindibili del fascismo, di far et che non si debba » estendere ad altre persone, ad altri reati l'imputazione di assoclaEionc a delinquere • furono affermate energicamente « coraggiosamente da questo giornale, immediat.aar.onte dopo il delitto Matteot-ti, quando tutti i vari selvaggi del partito fascista tacevano, lasciando libero corso alle pretese delle opposizioni elio volevano, e vo' filiono tuttora, condannare ad uno stesso processo gli assassini di Matteotti e il fascismo». Il giornale dopo aver rivendicato a sè la Vrioritii di questa tesi scrive: c Ora non resta che sperare che egli (Farinacci) sappia inspirare la sua condotta alla posizione mentale clic Ita finalmente raggiunto, e che non debba rinnegare con atteggiamenti passionali e sbagliati la tesi che afferma di condividerò con noi ». Rispondendo in altra pane del giornale allo stesso Farinacei, il « .Nuovo Paese », dice che nò il giornale ne il suo direttore hanno avuto mai aiuti dal (..overno o dal purtl"to fascista e soggiunge; « Se poi la sua piccola malignità volesse riferirsi ai famosi quattro milioni dei residuati di guerra, essi (per quanto inesistenti) si riferiscono ad un'epoca in cui la complice potenza di Cesare Rossi e l'avvento idei Governo fascista erano « in mente Dei ». Il giornale afferma, sempre in polemica col Farinacci, che il Bazzi non 6 stato sentito con mandato di comparizione, bensì come testimone : rilevando poi -elle Farinacci ha scritto elio non risponde a verità il fatto ette egli voglia salvare tulli gli imputali e i presumi responsabili del delitto, gettando a mare Cesare Rossi, soggiunge: c Carlo Razzi non chiedeva altro ». Farinacci, dunque, jri attesa di poter difendere Amerigo Uumini, ' si preoccupa di scagionare il presidente del Consiglio dalle accuse di una gravità inaudita che egli asserisce essergli siale rivolle da Cesare Rossi. Da qui questa polemica del ras cremonese con Carlo Razzi tuttora all'estero, ma non era insanabile, c.ome sembrava, la divergenza che si era manifestata tra Farinacci e Carlo Razzi riguardo ad uno dei principali imputati del processo. Cesare Rossi, che il direttore di Cremona Suoni, accusava e quello del Nuovo Paese difendevo. I/on. Farinacci ha dichiaralo che nbn intende gettare a mare Cesar11 Rossi ed il Nuovo Paese ha soggiunto dal canto suo che e Carlo Razzi non chiedeva altro ». Ma tra i due vi {■ un particolare punto di vista che li avvicina e li trova in perfetto accordo: la lesi negativa dell'associazione a •delinquere, fi fìazzi, com'è noto, con l'aria di stupirsi che le opposizioni abbiano potuto ravvisare nel complesso degli elementi emersi dall'istruttoria, gli estremi dell'associazione a delinquere, lo avvertiva che estendere il processo significava farlo sfumare. A conclusioni analoghe, sebbene in forma diversa, e con divagazioni giuridico-politiche di carattere più personale, arriva l'on. Farinacei. Rileviamo ia coincidenza come uno degli argomenti più commentati, e che suggerisce al Mondo, specialmente per le conseguenze che il Farinacci trae dalle sue teorizzazioni della rivoluzione fascista, un articolo vivamente polemico. II ras di Cremona c f delitti delia ceka Scrive il Mondo:' a Noi abbiamo già stabilito le distanze 'che ci separano dal ras di Cremona e non siamo disposti per nessun motivo a recedere dalla linea che abbiamo fissato come limito alia nostra dignità politica e professionale. Ma l'Importanza che noi neghiamo a quel ras, gli viene invece attribuita, per logica necessita di contrasto, dal partito in cui egli milita e nel cui Consesso nazionale egli riuscì facilmente a far prevalere la prepria tendenza. Perciò, le sui; manifestazioni di fronte ad avvenimenti di carattere gtnerale, hanno un interesse ed un significato da cui le. esigenze di un'obbiettiva valutazione dell'umiliante realtà, che affligge la nostra vita politica, vietano che si prescinda. Là più recente di queste manifestazioni involgo 11 procosso per i delitti della ceka. J.a prima, che «uscito Io sdegno ed il ribrezzo di ogni spirito gentile, fu quella con cui il ras di Cremona, in veste di avvocato, irrideva cinicamente al dolore della vedova e degli orfani dell'on. Matteotti, quasi conteBlando loro il diritto di costituirsi parte cibile per rivendicare la memoria del martire c la nobiltà del suo sacrificio. Questa di osci è, per la sua faziosità brutale e per lo spirito che la informa, il coronamento e la integrazione della prima e più compiutamente esprime e conferma la mentalità e l'animo del fascismo, in una concezione che rinnega i diritti elementari della civile connivenza, lo tradizioni morali, le leggi scritte, le libertà fondamentali e, al disopra dello Stato, contro la maggioranza, pone un partito armato, nemico e tiranno. Lasciamo staro le allegre disquisizioni giuridiche circa il reato dell'associazione a delinquere e l'ormai frusto mistificazione .sulle responsabilità politiche dei parlili, che il ras cremonese definisce, lui, traditori della pairia. Come la sua competenza giuridica e segnata dal metodo sommario onde gli fu elargita, per benemerenze fasciste, la laurea, così il suo diritto ad insorgere in difesa della patria, è limitato rial ricordo dell'attività, che égli già svolse 6otto le bandiere iosce proprio in quel cremonese, ove oggi predica, un altro verbo ed innalza altri vessilli e da «•[nello più recento dei 6tio tenace imboscamento durante la guerra ». Il giornale, dopo avere rilevato le analogie esistenti ira i delitti della ceka, per cut essi rivestono un comune carattere e sono indice di un sistema, cosi continua: «11 giudizio su se stesso, sulla mentalità sua e del suo partilo, sui sistemi da lui scelti o seguiti come mezzo di lotta politica, il ras di Cremona, membro del dirctlorio fascista, lo pronunzia, in modo nello ed irrevocabile, allorchè stabilisce, attraverso la deflniaione « «3si piccoli inconvenienti » un preciso rapporto Ira la sua educazione morale e la stia coscienza politica da un lato e dall'altro lo esigenze primitive delia, legalità e della lineria iti ogni Stato sia puro di mediocre civiltà ». li giornale democratico, mettendo in rilievo lo aftc-mazioiu dell'on. Farinacci sulle irresponsabilità politiche, soggiunge: « Dalle dichiarazioni del ras si intende che jl fascismo contro il Governo o col Governo esso stesso, è per la sua immutabile natura sistematico rlnnegaiore e violatore delle leggi, dalle quali prescindo, còsi nei confronti dei suoi gregari, cui ogni privilegio i\ concesso, come noi confronti dei suoi avversari cui Ogni diritto è negato. Date queste premesse, ia conclusione cui il rns di Cremona perviene è semplice ed Intuitiva: dal momento che gli autori delle precedenti aggressioni hanno giustamente goduto dell'imntinità, perchè, come fascisti, sono superiori alle leggi,.ehi denunzia i rapnor.ti_tja l'assassinio Matteotti ed i precedenti deimì della ceka, fa tutto il possibile per salvare j si,-ari del martire. Per quanto 1 affermazione possa sembrare mostruosa, essa è senv p'ieemente contenuta nell'articolo del rns di 'remona e. In mancanza 'li altri pregi, ha almeno quello deila sincerità, o consapevole, o brutale ». Riferendosi poi all'accusa mossa alle opposizioni di voler fare il processo al regnile il Mondo scrive: «Ma il processo lo ha p& fatto lui dal momento che prevede — ed è F"r"n rme=lo. e nue^a più di luffe, una mo¬ struosa illusione settaria — la possibilità di salvamento degli assassini dell'on. Matteotti se l'autorità giudiziaria troverà la prova, acquisita in obbedienza alla logge, iper la rubricazione dell'associazione a delinquere. In tal caso lutto si risolverebbe secondo il ras in una bolla di sapone pareli6 i giurali non avrebbero il coraggio di fare il processo al regimo ». li parere di Cesarino Rossi Anche il Popolo dedica il suo editoriale all'on. Farinacci rilevando che Mussolini ha uno svantaggio in confronto all'on. Farinacci inquafitochf! questi ha sempre avuto una lin?a di rigida coerenza mentre l'on. Mussolini non ha miai dimostralo ima volontà decisa e precisa. Dopo aver riferito la frase che Cesare Rossi, secondo l'on. Farinacci, avrebbe dello e cioè: « se si arrivasse al mio arresto, i'unica maniera di salvarmi è nel coinvolgere nel fatto Mussolini ed altre personalità del fascismo ». il Popolo scrivo: « L'on. Farinacci è pregato di essere più esalto nelle sue citazioni. Il pensiero di Cesare Rossi <?ra che il suo arresto avrebbe necessariamente coinvolto nella polémica sulle responsabilità per l'assassinio dell'ori. Matteotti il nome stesso del presidente del Consiglio giacchè il Rossi occupava una posizione, troppo intimamente vicina a ouella dell'on. Mussolini. Ma ci serviremo delle frasi precise di cesare Rossi quando ci farà comodo a noi non già per far comodo all'on. Farinacci. Il comm. Cesare Rossi, appena l'assassinio di Matteotti fu di dominio pubblico, sostenne recisamente che il regime della nuova era fascista dovesse assumerai la piena responsabilità della soppressione del deputato socialisla. L'assassinio dell'on. Matteotti avrebbe dovuto essere proclamato un atto rivoluzionario di difesa del regime. L'on. Finzi. a tale proposito, aveva ricordalo nel suo famoso memoriale che nella sala ministeriale della Camera cesare Rossi, nel pomeriggio del giorno in cui Von. Mussolini ebbe a fare le sue .prime dichiarazioni, discusse vivacemente, in confronto del generalo De Dono, dell'owportawitsì o meno di faT arrestare il Rumini. Rossi osservava che l'arresto del Domini avrebbe costituito un madornale errore perchè avrebbe permesso di risalire dalle responsabilità, minori dei gregari a quelle maggiori del capi. Oggi si vede che, dai punto di vista fascista, Cesarino Rossi aveva perfettamente ragione. Se Cesare Ressi e: è deciso a parlare e quindi ari accusare ciò, per chiunque non sia sciocco, dovrebbe d«mostrare che l'ex uomo di fiducia dell'on. Mussolini si è convinto ohe si voleva compiere a suo danno p a anello degli autori materiali de] delitto il più nero tradimento per dev'ir" l'poe.u^a da bersagli più all; ». Quindi l'organo popolare ricorda che si è dotto da qualcuno elio l'accusa a Mussolini non aveva alcun valore perchè mossa dal Rossi e da Finzi. Ma il giornale osserva che tale ragionamento è illogico. 11 Rossi infatti, lino dal momento del suo arresto, è stato generalmente considerato come la personalità più autorevole del regime dopo il Duce, infine il giornale scrive: « L'avvocato Farinacci ha voluto che l'opinione pubblica sapesse che Cosare.Rossi ha compiuto quello che, in termine giuridico, si chiama « una chiamata di correo» e di una chiamata di correo vera e propria si tratla infatti so sono esatte le informazioni dell'avvocato difensore. Può capilare anche ad un cittadino dalla coscienza tranquilla e dalle mani nette di essere accusato di correità in un qualsiasi reato ma appunto perché le mani sono nette e la coscienza tranquilla quel cittadino sfortunato non esita, in una simile contingenza, ad affidare il proprio onore e il proprio interesse esclusivamente al magistrato; Un cittadino innocente, che venga a trovarsi in queste r];sgraziate condizioni, invoca dal magistrato luce e giustizia. Più alla è la posiziono sociale in cui quel cittadino può trovarsi e tanto più sollecito- devo essere a compiere il proprio dovere e lanto più, se ha posto responsabile nel governo deila cosa pubblica del proprio paese, ha anche l'imprescindibile dovere di mettersi in disparte perchè non si possa supporre elio tenti di valersi della sua influenza per esercitare una qualsiasi pressione sul corso della giustizia e in disparte quel cittadino dove rimanere lino a elio la sua illibatezza non risulti luminosamente provata. In Italia le cose vanno molto diversamente. L'on. Farinacci proclama che più gravi saranno le accuse contro il Duce, qualsiasi colpa gli si volesse addossare, ciò non potrebbe che cementare e rafforzare l'affetto e la solidarietà dei fascisti per lui. 11 fascismo ne ha il dovere preciso. Non vuole la luce, è contro la giustizia, si capisco. 11 trionfo della giustizia sarebbe la condanna letale del regime. Noi abbiamo ferma fiducia che la giustizia finirà eoi trionfare. Lo opposizioni vogliono che trionfi la giustizia ». I fatti di Napoli, la milizia e l'esercito Altro argomento di vivissima discussione è dato dai fatti di Napoli i quali hanno avuto altri strascichi dolorosi. Il Giornale d'Italia, nella polemica col Popolo d'Italia, rileva che se risultasse effcilivamenle che ia milizia, come corpo e come organo ufficiale, non in tervenne si avrebbe una ancor più grave constatazione e cioè che il Governo ed il partito, almeno a Napoli, non sono neanche più in grado di mantenere la disciplina fra i loro seguaci. « La gravità politica dell'episodio prosegue il giornale — noi vedevamo e ve. diamo sovrattutto in due circostanze: la prima, che la sòvraeccilazione dogi; animi fu provocata da una inopportuna e illegale violazione di un elementare diriito dei cittadini italiani, violazione ispirata a criteri partigiani non degna di uomini investii della somma responsabilità di governo; la seconda, e anche più (fruve, che lo spirito fazioso da cui erano animate le camicie nero non si arrestò neanche di fronte alla forza armata dello Stato e diede luogo, per spontanea reazione, a manifestazioni di folla a favore dell'esercito. E' qui il pericolo maggiore por il fascismo stesso, è l'ipotesi più deprecabile por coloro che, come noi, vogliono siano risparmiale all'Italia nuove scosse e nuove violenze di guerra civile. . « Ora è evidente che le inconsulto violenze o l'inopportuna spavalderia di elementi di milizia malo selezionati molti del quali, non l'osse altro perchè troppo giovani, non hanno alcun freno inibitorio, urtarono profondamente e specialmente in quello regioni d'Italia dove il bo'sccvlsmo non vi fu, la sensibilità di quei milioni di italiani olio veramente hanno orferto e sacrificalo qualche cosa per la patria, in guerra e i quali credono the l'aver difesa Ja patria, quando ce n'era bisogno, non possa togliere loro il diritto di militare pacificamente anche in un partilo die non sia il fascista. Per tutti costoro e per tutti coloro che, partecipi o estranei allo politica attiva, hanno animo e eentimen. ti di buoni cittadini, il simbolo sacro e la vivente difesa della patria è l'esercito e non questa o quella milizia di parte onde si siringe attorno all'esercito alla minima offesa di irresponsabili gregari di questo o quel parlilo. Che diro' quando reparti regolari o irregolari, comandati o ribelli agli ordini di una milizia che si asserisce iulrice dell'ordino pubblico, abbiano n sparare contro quell'arma del carabinieri nella quale, da generazioni, tutte lo popolazioni italiano vedono e rispettano il simbolo e la garanzia dell'autorità e dell'imparzialità dello Slato? ». II giornale prosegue augurandosi che i risultati. nue.Ui autentici dell'inchiesta, scagionino Governo e partito e rigettino tutta la colpa sulla irrequietezza di ragazzi animati da spirito fazioso e « tutti infatti — conclude il giornale — dobbiamo essere d accorrlo neii'esigcre, di fronte all'esercito, che taccia ogni contesa, che si inchini rispettosa •gni fazèoiw o ogai disciplina, di. parte. Il popolo italiano ha la religione del suo esercito e i popoli che hanno di queste religioni sono quelli che non periscono ». Le condizioni fatte all'opposizione Il Mondo, sempre a proposilo dei conflitti di Napoli, esamina il contegno delle Opposìzioni per vedere quali siano in sostanza io responsabilità che si attribuiscono loro. Come e noto, secondo il Fascio napoletano le Opposizioni ebbero domenica scorsa due gravi torti: che, nonostante il divieto, nume¬ f rosi cittadini si trovarono presso il posto del convegno e che dogli antifascisti risposero al fuoco dei fascisti. « Circa il primo punto, — scrive il Mondo, — due cose sono da osservare. Innanzi tutto il divieto fu, con la consueta prepotenza e scortesia propria del regime, comunicalo all'ultima ora, cosicché molti che volevano partecipare alla riunione non lo conobbero in tempo e si recarono egualmente sul posto. In secondo luogo il divieto, motivato con la minaccia di violenze fasciste, motivo elio è sempre a disposizione del governo vergognosamente debole, vera negazione dello Hato che subordina la legge al libito di un partito, costituiva la consacrazione della sopraffazione partigiana contro i! diritto statutario di riunione, sicché è pienamente comprensibile od ammissibile che alcuni cittadini popolassero Jo vie del centro e manifestassero i loro sentimenti contrari all'intollerabile arbitrio. Quanto alle rivoltoliate antifasciste solleviamo le più legittime eccezioni contro la fonte assolutamente inattendibile dell'in, formazione che nemmeno il Fascio di Napoli ha osato faro sotto la. propria responsabilità. La affermazione ha avuto il carattere partigiano della difesa partigiana da parte di chi si sento colpito dall'esecrazione della pubblica opinione. Provo ci vogliono c nei- piove.non intrudiamo l'inchiesta del ministro dogli Interni, di quel ministro cioè che domenica scorsa ha costituito i reali carabinieri In bersaglio ai colpi dei militi "e dogli squadristi. Ma tutto ciò a che cosa coidace? Forse od affermare il diritto por la milizia e per j fascisti di sparare rivoltellate per le vie di una città con garanzia di aver salva la pelle? ». L'organo dell'opposizione democratica conclude affermando che « l'opera iniziata dal Governo deve andare fino in fondo perche non deve cssero lecito turbare e lerrorizzarp tutta una cittadinanza da parte di minoranze violente e faziose che, anche in altre occasioni, trassero su di esso lo sdegno dei galantuonimi ». Anciie la ministeriale « Tribuna » deplora i fatti di Napoli rilevando la sopravivehza di clementi provocatori che non vogliono disarmare e soggiunge: « Perdio il male sia tagliato alle radici bisogna sradicare eerta atmosfera pseutlo militare che affliggo certi ambienti fascisti. C'è dei giovinotti, cui piace maneggiare la rivoltella all'aperto. C'è dai ragazzacci che. è chiaro, non intendono far di meglio di menare le mani, vivere insomma una vita di ovvenlure. Trovandosi nel Partito fascista, credono di poter dare sfogo a tali attitudini di violenza e di prepotenza. Ora a questi ragazzacci bisogna dare una dura lezione una volta per sempre in modo da far"loro capire che le vie pubbliche, e le piazze della propria città non sono affatto cortili chiusi in cui forse questa gente un giorno affinò gli istinti belluini non corrotti da sante legnale paterne ». La gravità della situazione è ormai tale che ossa, come si vede, non può neppure sfuggire ai rilievi del più longanime tra i fian¬ cheggiatori per poco che essi abbiano libertà di giudizio. Sintomatica dichiarazione dell'on. Aleda Non è comunque da prendersi sul serio il clerico fascista Carriere d'Italia il quale, rilevando la generale insurrezione degli oppositori e dei fiancheggiatori, scrive: * di non sentirsi di confondersi in questa caotica leva in massa senza una visione ed una valutazione serena della realtà della situazione e dello possibilità, dei suoi sviluppi ». E' opportuno osservare, elio le tendenze politiche, che sempre più si accentuano sotto la pressione del regime fascista, vanno operando, come era inevitabile, divisioni sempre più distinte nel campo contrario. Di queste divisioni la più recente e notevole manifestazione è stata la nuova organizzazione definitasi « centro nazionale » ma che è. piuttosto apparsa una organizzazione di elementi clerico-moderati aorta in contrasto al partito popolare rimasto buio ai suoi postulati definitivi. Tra i due campi, per quanto il partito popolare abbia conservata, pressoché integra la sua compa ghie ed esigue siano le nuove frazioni cleri co moderate, si sono accese polemiche alquanto vivaci. l'Osservatore nomano interviene stasera nella polemica e, restando al di sopra della contesa, riferendosi ai due scrittori di opposto tendenze. Don Fulvio Derossi e l'on. Martire, scrive: * Cattolici da una parte, cattolici dall'altra, con rispettive liberta ed indirizzi politici, senza che nessuno possa mai, dalle diverse opinioni e dai particolari atteggiamenti, scendere ad intaccare la personalità del cattolico così come nelle opinioni ed atteggiamenti differenti e persino contrastanti compariscono nobilissime affermazioni comuni di principi religiosi e morali nella loro più rolla applicazione sociale e politica ». Quanto scrive in Civilas l'on. Meda rivela una delle cause fondamentali del dissenso fra le due tendenze. L'on. Meda, pur restando nel partito popolar", ha tenuto un contegno molto riservato verso il fascismo, ma oggi esplicitamente esprime il suo dissenso da quegli ex popolari ora fiancheggiatori che hanno assillilo la corresponsabilità della politica del partilo dominante e, rispondendo al senatore Crispolti, fa queste significative osservazioni: « Ma ci sarà permesso di rilevare che se i giornalisti popolari sono merito voli del rimprovero che parte dal loro antico commilitone, sono però essi che nella sostanza hanno ragiono perchè la perdita di una buona porzione di frutti di questo mezzo secolo di stampa e di azione cattolica non è tanto nuello clic può verificarsi in certi eccessi giornalistici bensì quello che deriva dall'avere infatli autorizzato l'accusa ai cattolici di essersi falli rinnegatori del loro lealismo verno la libertà, le istituzioni e la costituzione per rendersi corresponsabili di un regime reazionario e fazioso sul quale in un non lontano domani il popolo potrà, pronunciare ituel severo giudizio che è già nel fondo della sua coscienza collettiva».