Come l'Inghilterra esce dalla Conferenza

Come l'Inghilterra esce dalla Conferenza Come l'Inghilterra esce dalla Conferenza esce dalla Conferenza Ove! chi ha ottenuto e quel che ha dato (Servirlo speciale della «Stampa») Londra, 18, nòtte. 'A 48 oro di distanza, il lieto litio della Conferenza di Londra si incorona essenzialmente di txe.6iniooli, di Tronto ai quali la massa delle clausole ' allineate dal grande patto che virtualmente scavalca il trattato di -Versailles," scende nella penombra, iella routine. 11 primo simbolo è la stretta di ranno. 'Essa viene posta in luce dalla più. parte dei commentatori. Non si tratta di un' gesto sentimentale ; si tratta dell'autorizzazione da tutti acquisita di avvicinare i tedeschisenz'altro come amici. Nessuno potrà più corrugare le ciglia davanti a qualsiasi leteà'tétc di qualunque Potenza colla Germania. Prima non si poteva realmente andare a Berlino senza che Parigi avesse avuto unqualche diritto di chiederne il perche. Dopo la 'Conferenza di Londra i? un'altra cosa. Inoltro ciò rappresenta qualche cosa di irrevocabile. Cartnccìe in serbo. E veniamo al secondo simbolo. Questo è rappresentato dalla istantanea partenza di MacDonald per Ja Scozia non appena firmato, sabato' sera, il nuovo patto. MacDonald nella Conferenza ha soprattutto provvisto a conservare la propria libertà di azione. Egli non si è spogliato neanche del panciotto, mentre la politica degli altri ha lasciato persino dei lombi di camicia. Tutte le leve di cui l'Inghilterra disponeva prima della Conferenza rimangono intatte nelle sue mani, mentre una quantità di roba altrui è ridotta a pezzi e bocconi. La tesi dell'illegalità dell'occupazione della Ruhr e stata semplicemente riaffermata. Ogni promessa di sussidi diretti per garantire la sicurezza di Tizio e dì Caio è stata trattenuta ; ogni agevolazione in fatto di debiti interalleati è stata ricusata; l'idea di ogni possibile rinvio dell'abbandono di Colonia, prestabilito per il 10 gennàio 19Ì5, è stata sostanzialmente respinta; ogni richiesta di garanzie preliminari per il primo prestito Dawes è 6tata declinata. In coda a queste negative l'Inghilterra ha realizzato tutto quello che c'è di positivo nel patto di Londra, nell'epistolario franco-tedesco , per lo sgombro della Rhur. dopo di che gli emissari delle Potenze continentali hanno acclamato MacDonald e sono partiti soddisfatti in cuor loro dell'esito. Non occorreva una parola di più. L'Inghilterra ha chiuso-lafiocca per il tramite della corsa notturna di MacDonald al suo villaggio. Dietro di lui gorgoglia una scia di ben intenzionate chiacchiere altrui sul prossimo Convegno di Ginevra, sui conciliabolo dei Ministri delle Finanze a Parigi e sulla riunione per l'apprestamento del prestito e più tardi per i debiti di guerra. Se a qualche paese od a qualche Governo queste ciarle torneranno utili, viva la loro faccia. Ma in realtà, nonc'é dentro niente altro se non una raggiera di tentacoli intesi a preordinare una situazione lontana, forse benefica per tutti, ma certo comodissima per l'Inghilterra. La sòia cosa certa è che l'Inghilterra non darà niente a nessuno sinché tutti siano rinsaviti a tondo. In tal ■ modo il Convegno di Ginevra avrà, bensì il piacere di vedere le fattezze di MacDonald e di udirlo parlare energicamente, ina non concluderà nulla. MacDonald partirà alla svelta, lasciando forse Herriot e gli altri a scambiare delle vedute tra il commerciale ed il tecnico, coi tedeschi che accorreranno nelle anticamere del Foro svizzero. Ciò accadrà non perchè MacDonald abbia intenzione idi canzonare gli amici, ma perchè è risoluto a fare sul serio. Egli vuole mantenere incolumi tutte le leve praticabili e certo non ne abbandonerà neppure una a Ginevra. Poco di poi i Ministri delle Finanze si abboccheranno a Parigi coll'intervento dell'America. Programma: crediti americani, costo della occupazione delli Ruhr, ripartizione delle prime annualità Dawes. Siccome è già noto che l'America insisterà sui suoi crediti, grossi abbastanza da ingoiare parecchie annualità del prestito Dawes e già regolarmente rico. nosciuti esigibili per la semplic ragione che gli Alleati hanno già esatto per loro conto dei crediti analoghi, il problema della ripercussione si risolve da se. Quanto poi al costo delle tattiche militari della Ruhr, bisognerà rinviare la questione a tempo più opportuno, giacché la liquidazione si connette al problema giuridico della legalità da risolversi eventualmente In seguito. Tra ottobre e gennaio Arriverà frattanto ottobre senza che sia accaduto nulla. Il 7 ottobre o giù di li, 1 banchieri saranno tornati dalla villeggiatura e saranno accessìbili per le intese relative alla emissione del prestito. I loro propositi finora rimangono oscuri. Un giornale dice che sono resipiscenti e che provvederanno i soldi anche se Degoutte terrà le radici nella Ruhr per qualche mese soprannumerario. Un altro giornale riferisce al contrario : « Non un soldo se Degoutte vuol fare i suoi comodi >. Rinviamo i lettori al terzo simbolo di cui fra poco. E torniamo a quello che avverrà in' ottobre, accanto alle confabulazioni in ogni caso laboriose coi banchieri. Accadrà questo: che gli emissari alleati sommariamente già convitati a Londra, per dissertarvi sui debiti di guerra anticiperanno la loro venuta per fare un tutto colla grande conferenza con gli uomini di banca. L'idea dell'anticipo è delicatissima perchè forse gli uomini di banca affacceranno delle esigenze molto serie in specie nei rapporti della Ruhr. Ed allora il convegno di ottobre per bene che vada riuscirà soltanto ad assicurare il lancio immediato del prestito Dawes, lasciando per tutto il resto il tempo che faceva, salvo un apparentemente forzato richiamo di Degoutte dalla Ruhr a poche settimane di distanza. Se il richiamo avverrà, l'Inghilterra potrà considerare, finalmente' preparato il terreno per una iniziativa di assestamento e di consolidamento europeo su vaste linee. In caso diverso non avverrà più niente fino a gennaio quando scade la data giuridica dell'abbandono di Colonia. Il lettore intelligente capisce che in gennaio tutto incomincerà daccapo senza la menoma concessione inglese, se la Francia esiterà ancora a richiamare Degoutte, oppure si aprirà in caso diverso un periodo di grandi negoziati realmente ricostruttivi al definirsi dei quali l'Inghilterra passerà alla fine ai sacrifici indispensabili. Ma tutto dovrà essere bene a posto. Non dovranno essere intervenute metamorfosi reazionarie a Parigi e tutti «rli altri avranno comprovato di sapersi tenere sulla retta via. Neanche allora però bisognerà illudersi sui debiti di guerra. In realtà' è già concenato che di questo non si parlerà sul serio se non. quando si tratterà di stabilire il debito della Germania in base all'esperienza fatta nel primo quadriennio del regime Dawes. Capite le implicazioni T Se il quadriennio dimostrerà praticabile e generalmente proficuo il trasferimento di marchi all'estero, nessun Governo americano o inglese potrà condonare grossi debiti a chicchessia. Tutto al più li dilazionerà di qualche poco. Se il trasferimento risulterà impraticabile e generalmente dannoso, qualunque Governo inglese o americano condonerà subito i grossi debiti a tutti quanti. L'Inghilterra, dal canto proprio, si inclina al concetto della impraticabilità e del danno. E' ovvio che dovranno inclinarvi ardentemente ed effettivamente anche altri paesi. Vogliamo dire ausili che dalla Germania non piglierebbero che il dieci, mentre devono il trenta o il cinquanta per cento agii anglo-aaiericani. ' M. Pi «e» 611 scheletri col coltello in bocca (Servizio speciale della . Stampa >) ■erllM, te. ootts. Una strana scoperta è stata fatta a Bautzen, nella Germania Settentrionale. Durante alcuni lavori di scavo gli operai misero in luce numerose tombe entro le quali si trovavano venti scheletri. Lo strano si è che ogni scheletro teneva nella mascella un coltello. Gli studiosi, che fanno risalire gli scheletri a circa settecento anni fa, attribuiscono i! fatto ad uno scon-Suro che in quell'epoca si usava contro fasta fi il colera.