Gli sviluppi della situazione interna

Gli sviluppi della situazione interna Gli sviluppi della situazione interna Pretf udlzia!i immutate Proprio mentre si preparava la nomina dei quindici « Soloni » — il termine ironico non è nostro, ma di un giornale ministerialissimo — destinati ad elaborare i progetti per la «Costituente fascista », la scoperta del cadavere di Matteotti e gli incidenti, non senza gravità, di Napoli, richiamano ancora una volta gli spiriti al problema fondamentale e pregiudiziale. Nei giorni scorsi altri ha esaminato e criticato i lineamenti essenziali della annunciata riforma sindacalfascista, mostrando gli inconvenienti e gli assurdi di un parlamento puramente professionale ed economico. Senza negare, per conto nostro, l'opportunità di studiare, quando la piena normalità sia ristabilita, una rappresentanza degli interessi e delle competenze specifiche accanto alla Camera propriamente politica dei deputati, rappresentanza generale della nazione, noi concordiamo in quelle critiche di massima. La loro applicazione, tuttavia, ai progetti Suckert — genericamente accettati dal Consiglio fascista, perchè non si sapeva altrimenti come concluderlo — ci pare superflua. E' proprio il caso di opporre, ai progetti costituzionali del fascismo, la « prescrizione » che Tertulliano opponeva agli eretici : non esiste, cioè, neppure la possibilità di aprire la discussione. Un governo, e un partito al governo, per aver diritto a parlare di riforme costituzionali, devono cominciar col mostrare la loro capacità a far funzionare la costituzione esistente; prima di pretendere alla fondazione di uno stato nuovo — nella fattispecie, lo stato fascista — devono possedere titoli giuridici, capacità politica, prestigio morale sufficienti per dirigere, semplicemente, lo stato. Questi requisiti pregiudiziali mancano completamente al governo fascista ed al fascismo. C'è, innanzi tutto, il delitto Matteotti e gli altri delitti minori, attribuiti alia Ceka. (A questo proposito noi domandiamo se i dati certi — parliamo solo di quelli certi — intorno al trattamento inflitto al cadavere di Matteotti non dovrebbero spegnere in bocca a certuni ogni vano vociare contro le « speculazioni » dell'opposizione). I loro addentellati con il « regime » non hanno bisógno di essere ripetuti ancora una volta. Le responsabilità politiche, morali, giuridiche potranno essere più o meno gravi, più o meno ampie; nessuno può negare che esistano. Occorre che esse siano chiarite e valutate, ed abbiano la loro sanzione. Prima d'allora, governo e partito fascisti si trovano in .una situazione anormale; si possono paragonare a un ministero dimissionario o ad una amministrazione sotto inchiesta. Nessun governo, nessuna amministrazione, in condizioni simili, pensa a trasformazioni, a riforme organiche, limitandosi, invece, al disbrigo degli affari ordinari. Ma se poi anche l'ordinaria amministrazione non viene ben condotta, se anche in essa si verificano deviazioni ed abusi di potere, allora la pregiudiziale diviene doppia» Il governo fascista, nella situazione creata dal delitto Matteotti e dalle rivelazioni che l'hanno seguito, non ha saputo far di meglio che i decreti-legge contro la stampa e la proibizione sistematica della riunioni delle opposizioni: non ha saputo far di meglio, cioè, che violare lo Statuto. Piccola cosa, diranno il comm. Silvestri e altri del genere; ma cosi non la pensa il popolo italiano. Per limitarci oggi al secondo punto, si vedono già gli effetti delle antistatutarie proibizioni governative. Anche senza compiere una analisi particolareggiata dei fatti di Napoli, anche senza calcare in alcun modo la mano sulle provocazioni fasciste, è chiaro che quanto è successo a Napoli non sarebbe successo ove non si fossero violati i diritti dei cittadini, e non si fosse data una volta di più la sensazione ai fascisti che essi, soltanto, godono i diritti civici, e che le vie e le piazze d'Italia sono fatte unicamente per loro. Ma, a parte i fatti di Napoli, le gesta dell'illegalismo continuano un po' dappertutto: citiamo solo la situazione di Molinella e le violenze di Bologna. Non sappiamo se ormai sia il caso di rivolgersi, in argomenti di legalità e di ordine pubblico, al governo come un tutto unitario, ed al capo che questa unità dovrebbe rappresentare e dirigere. Il doppio aspetto di questo governo — autorità statale da una parte, fazione armata dall'altra — appare sempre più evidente: e siamo, si può dire, a questo, che per fare il proprio dovere stotale questo governo è ridotto ad agire contro sò stesso. Risolva esso, come può e sa, questo problema interno: per conto nostro, ripetiamo la constatazione fatta già qualche tempo fa, e ripresa poi ripetutamente da un giornale romano: quella delle responsabilità specifiche dei ministri dell'interno e della guerra (a cui potremmo aggiungere, per il corso libero e completo della giustizia, il ministro guardasigilli). Dai mir mistri dell'interno e della guerra dipende l'amministrazione — nel senso lato della parola — dell'esercito, dei RR. CC, delle Altre forze di polizia, e il loro mantenimento in piena efficienza (ci riferiamo particolarmente alle polemiche romane ieirca gli effetti del congedamento della jclasse 1903) ; ad essi spetta far sì che Jl loro impiego per la tutela dello Stato e dell'ordine pubblico sia adeguato e tempestivo; e tocca a loro impedire clic Bltre forze armalo — non statali, quale jche sia la loro etichetta — interferiscano annosamente ralla situazione. Oltre la cosidetta milizia volontaria per la sicurezza nazionale, sono le milizie ferroviaria e portuale che occorre tener d'occhio : ci sembra, anzi, che per queste ultime due sia venuto già il momento di decretarne l'abolizione. E infine — questo riguarda particolarmente il ministro dell'interno — occorre ristabilire il diritto comune e le libertà statutarie, là dove esse sono sospese a danno dei cittadini non fascisti, come accade con i decreti contro la stampa e con la proibizione delle riunioni d'opposizione. Giustizia piena per il delitto Matteotti, e gli altri affini di quella che appare sempre più evidentemente associazione a delinquere; ristabilimento della legalità; cessazione di ogni forza armata di parte. Ecco sempre le pregiudiziali che sbarrano la strada a qualunque riforma costituzionale,- ed anzi a qualunque iniziativa politica dell'attuale governo.

Persone citate: Matteotti

Luoghi citati: Bologna, Italia, Molinella, Napoli