Le riforme della riforma scolastica 5: inferno - 6: paradiso

Le riforme della riforma scolastica 5: inferno - 6: paradiso Le riforme della riforma scolastica 5: inferno - 6: paradiso L'esercito dei candidati agli esami di maturità, funditus eversus, 'si è rifugiato al monte e al mare: si dice che qualcuno, anche fra i pochissimi « maturi » abbia cercato ristoro In una cosa di salute. Più disgraziati 6ono naturalmente 1 « rimandati », i « respinti » che stanno per entrare nella categoria del rimandati, e 1 « respinti » del tutto. Ma, per Intanto, noji s'odono clamori: sembra che genitori ed alunni siano 6flniti e storditi dalla bufera. Le proteste torneranno a farsi sentire nell'imminenza degli esami, quando sarà troppo tardi; e noi, invece, crediamo che sia conveniente^ pensarci fin d'adesso perchè le eventuali riforme alla riforma non abbiano l'aspetto di indulgenze strappate da pressioni (illegittime o di carità facilone e caotiche. Qualcuno 6'illude che la materia della riforma Gentile sia ormai cosa quatriduana e c^ie non rc6tl se non di spazzarla via; e non è vero. L'illusione è pericolosa e' potrebbe essere fatale alle famiglie e al candidati, cosi come, d'altro canto, è pericolosa la credenza, in certe 6fere dirigenti, che alcune oteste modificazioni soltanto nel regime degli esami sgretolino poi tutto l'edificio. Nella riforma c'era, del buono, che consisteva nei programmi, e noi siamo stati i primi a metterlo in evidenza; il funzionamento degli esami, ch'ò uh apparecchio tutto esterno, improvvisato e grossolano, non patirà nulla1 a esser© riveduto. Intanto, le operazioni d'esame sono durate un tempo lunghissimo, e non già per gli alunni per cui, anzi l'intervallo tra un gruppo e l'altro degli orali potrebbe, da qualcuno, difendersi come un vantaggio, ma per il corpo dei Minossi che non è irrispettoso il supporre fossero alla Une annichiliti e disorientati. E* vero che ci sono dei processi che durano di più, ma alle Assise la durata maggiore raffina e specifica la materia del giudizio, ch'è una; mentre qui, a ogni... imputato un reato particolare; cioè una maniera individuale di specchiarsi in quel pozzetto d'acqua ch'era la verità dei nuovi programmi! Nei giudici anche più tetragoni alla fatica e intelligenti non poteva mancare la stanchezza e, talvolta, l'esasperazione. Non è possibile che la lancetta, sul iniadrante dall'uno al dieci, non abbia, dal 12 luglio (primo giorno degli orali) al 6 agosto (ultima seduta), subito variazioni! Si dirà che codeste variazioni sono Inevitabili a qualunque *same. Ma non aveva'e escogitato un congegno apposito" per evitarle T Non avevate mandato degli esaminatori da Palermo a Trento, da Torino a Potenza, da Venezia a Cagliari per formare commissioni dotate della più assoluta obiettività? Alla base di codesta dislocazione professorate, sottaciuta ma evidente, era una preliminare measa in accusa di tutti gli insegnanti : deboli o sospetti nel paese di dimora, duecento o mille chilometri di viaggio dovevano dar loro una ri marginatura morale, una nuova chiaroveggenza, una indipendenza da missl dominici. O vogliamo essere più ottimisti T Ebbene, diremo che S. E. Gentile ha voluto, fin dal primo anno d'esperimento dei nuovi programmi, far misurare la capacità reattiva degli .studenti al nuovo orientamento, ' da una scelta di professori universitari, universitari ni e medi, ed ha creato all.'uopo, con accozzi Impensati e stravaganti, col pellegrinaggi estivi, e con 11 condimento di una persona estranea ai ruoli, un nuovo saggiatore galileiano che pesasse con perfezione di misura, e con uniformità di giustizia. Anche guardando la cosa con questo candore Apostolico, gli effetti non potevano essere più negativi. Non vi fu perfezione di misura, perchè non furono gli alunni migliori che vinsero la prova, e lo hanno constatato gli stessi candidati che fra loro si conoscono. Segno è che 1 difetti dell'ararne?» perlculum dal nuovo congegno emersero accentuati e non eliminati. Dopo le critiche acerbe e fondata che si 6ono udite sul componimento Italiano, esso è diventato l'atout del gioco; ed ecco alunni classificati con otto e nova In tutte le materie, caduti, cioè ritenuti Immaturi, nel solo componimento, esclusi dal presentarsi alla prova orale a dimostrare coi fatti, con la seria preparazione delle letture fatte e con una disinvolta esposizione, l'incertezza della classifica avuta nello scritto. Nè si ebbe giustizia, perchè mancò II criterio univoco. Basti guardare l'enorme diversità dei risultati da un istituto all'altro, di pari grado, e cioè da un liceo classico a un altro liceo classico, ecc., ecc. Uno ha 11 40 per cento di maturi e l'altro il 15 per cento; il primo un 20 per cento di respinti definitivamente e l'altro il 50 per cento. E qui verrebbe la tentazione di scendere ai particolari, e chiedere se fu onesto e giusto, soltanto ad un anno dall'applicazione della riforma, presentare alle commissioni tutti gli alunni, cosi, in blocco, senza distinguere quelli a cui era mancato uno o un altro insegnante per un bimestre intero, nè quegli altri a cui o la matematica o la filosofia o qualche altra disciplina era stata disvelata da qualcuno Che la doveva insegnare per la prima volta. Adesso è da pensare ai rimedi, e, aspettando che il Consiglio di Stato emetta II responso ufficiale, osserviamo che le modificazioni al regolamento degli esami, proposte dal nuovo ministro della P. I., sono equivoche e inadeguate a correggerne le eccessività e ingiustizie. L'alunno, infatti, avrà facoltà di ripetere l'esame quando le deflcenze superiori a due non siano nelle materie principali. Cotali distinzioni di materie in principali e secondarle sono superficiali e fittizie; per di più, esse sono pensabili In qualunque altro caso fuorché nei riguardi della riforma Gentile, la quale, col pregi e coi difetti che ha, è fondata sulla concezione dell'unità dello spirito, inscindibile in parti, non suscettibile di apprezzamenti se non sul tutto. Posto che 11 Casati è un confratello in filosofia di G. Gentile, posto che egli non vuol rompere la architettura generale della riforma, bisogna che si guardi anzitutto da cotall distinzioni, che vulnerano alla base tutto l'edificio gentlliano. E' un cattivo rimedio quello che gli hanno consigliato, e che nasce da quell'ecceomo 41 astrattismo, il quale ha tolto alla ri/orma quel consensi che meritava di avere. Bisogna metterei a contatto colla realtà e guardare I casi pratici. Le dottrine sono coma 1 calzoni nelle vetrine ; per vedere se van bene bisogna metterli aUe gamba degli uomini che camminano. L'ordinanza ministeriale degli esami disponeva che, terminate le prove, la commissione •1 radunasse a determinare caso per caso il giudizio di maturità. 0 presidente delia commissione, indipendentemente dal risultato specifico di una eingoia prova, formato un giudizio globale di maturità o meno, doveva proporre 11 voto definitivo. Provvedimento opportunlsslmo e umanissimo, anche perchè discende logicamente a dritto filo dalla premesse della riforma. epfpscpstziiipbrgpcqlqfismutIlaclsteslsrdcrlgzcpalpssdunvcspdddslfiurugrtuacvctutactcrcsmi n e o a o Prima, i commissari, estranei davanti ad'estranei, giudicano con obbiettività parte per parte; poi interviene il presidente, che, fatti passare In seconda linea i risultati parziali, giudica nella totalità, caso per caso: maturo, quasi maturo, immaturo, e cioè: assolto, condannato con diritto di appello, condannato dofinltlvamente. Codesta sentenza ultima, cosi grave nella sua irreparabilità, era naturalmente corretta dalle suddette disposizioni dell'ordinanza, le quali da talune Commissioni furono interpretate senz'altro cosi: se, collazionatij i «nii ii „„jm,4» „i,«^-.K»,r- *T«a k„™. i voti, il candidato che abbia dato buona prova nelle altre materie risulterà soccombente in tre materie, sopra una di essa sarà riveduto ed eventualmente riformato il giudizio. Questa riforma di giudizio diventava opportuna quando la classificazione era di cinque, e non, per esempio, di due, tre o quattro, oppure, meglio ancora, quando nello altre materie l'alunno avesse raggiunto quel qualche cosa di più della semplice sufficienza, che rappresenta, oltre l'attitudine a studiare, lo sforzo realmente compiuto e la maturità parzialmente conquistata. Abbiamo invece davanti, tra l'altro, sotto una diversa Commissione, 11 risultato caratteristico di un candidato che ha sette ed otto In tutte le materie, e In tre cinque, In italiano, latino e greco. Questo candidato è, anche dopo le dlsposlzlonifavorevell annunciate, assolutamente respinto. Si vede che la Commissione, usando un criterio tutto suo, non ha tenuto in nessun conto la maturità dimostrata e 6i è arrestata obiettiva e impassibile sulle deficienze. La caratteristica di questo caso giova a mettere in rilievo la varietà delle sentenze, e quindi la serie delle ingiustizie collettive che ne sono risultate. In questo, come in altri casi (tre deflcenze classificate con cinque), risulta che la Commissiono non è entrata nello spirito della circolare e, per timore di debolezza, si è rifiutata di esprimere un giudizio globale di maturità. SI tratta di classificazioni, ripetiamo, di cinque, che fu dato perchè ha un significato, ed è il voto che 6ta precisamente a mezzo della serie dall'uno al dieci, ancora nell'inferno dei reietti e alla soglia del paradiso dei salvati. E' mai possibile che gli alunni e le famiglie si persuadano che quelle classificazioni di cinque siano state date con cosi sicura coscienza da meritare che per esse mancasse soltanto un pelo, cioè un voto, per la salvezza? Che nessuno dei tre cinque potesse essere elevato a 6ei e, cioè, si potesse cosi portare il candidato dalla condanna assoluta alla possibilità dell'appello negli esami di ottobre? Delle due l'una: o hanno sbagliato in pieno le Commissioni, che in questi casi Indistintamente hanno giovato alla fortuna del candidato, o hanno sbagliato, dal punto di vista stesso del legislatore, quelle che si sono tenute rigide e fedeli sulle trincee delle loto obiettività. Una seconda circolare, giunta quasi sul finire delle prove orali, richiamava ancora una volta le Commissioni a un giudizio di relatività e permetteva che nelle sanzioni ultime si adoperasse una certa libertà di giudizio; ma è lecito pensare che quelle Commissioni," le quali naturalmente (ignorandosi tra loro 1 componenti e ignorando tutti insieme i candidati) avevano seguito un criterio di Irrefragabile giustizia, non abbiano tenuto nessun conto di quelle raccomandazioni ministeriali, le quali, intervenendo inopportunamente, portavano nella coscienza del giudici il dubbio. Polche, certo, cagion di dubbio è sempre l'adozione di un sistema paternalistico, che non fissa criteri e che abbandona giudicandi e giudicati alle alternative della staffilata seguita dalla carezza, e alle compromissioni dello spaventare e del regalare. E' giusto. Ammettiamo col giudici severi che, dato lo stato di fatto, non si dovesse regalare niente. Tocca adesso al Ministero a intervenire, considerata la disparità di giudizi, l'ingiustizia evidente dei risultati, il danno enorme' che da ciò deriverebbe. Pensi il Ministero se è proprio il ca6o di insistere sulla distinzione delle materie principali e secondarie. Pensi al valore di quel cinque e tei, i quali rappresentano in questo momento una triste cabala su cui I bocciati e 1 promossi arzigogolano incerti dove incominci la maturità e finisca la acerbità, intorno a cui si travagliano 1 padri di famiglia domandando alla terra e al cielo ss il loro figlie ha studiato o non ha studiato, se poteva fare di più, se fu fortunato o sfortunato nel cadere sotto una Commissione piuttosto che sotto un'altra, se i rampolli loro sono del genti o degli imbecilli (anche l'avere in casa un genio... maturo è un bel disturbo)), se, Cioè, potranno continuare negli studi universitari o se invece saranno condannati a maturare sott'aceto la loro ambigua posizione. L'antico regolamento degli esami consentiva per la licenza liceale, che è veramente una cosa seria e non il piccolo giochetto del quale la recente riforma s'è talvolta patullata, si avessero quattro sessioni. S. E. Gentile le ha voluto ridurre a due, e ancora ci ha messo le limitazioni; almeno almeno si tolgano le limitazioni e le due sessioni siano concedute a tutti senza distinzioni. Arrivo di salme di caduti in guerra Alla nostra stazione di Porta Nuova sono giunte ieri, alle 19, trentotto salirne di caduti in guerra, fra le quali quella del sottotenente Antonio Talentino, decorato di medaglia d'oro, che sarà fatta proseguire per castellamonte. Delle trentotto salme sono destinate a Torino le seguenti: Sottotenenti Eugenio Cervini e Francesco Moro; caporale maggiore Dante Rocchlettl; caporali Giovanni Panzer! e Luigi Bonattl; soldati Giuseppe Bracco, Antonio Molino, Giuseppe Ravetto, Ernesto Raviolo, Giuseppe Vellano, Giovanni Baulino, Francesco Bergamasco, Giovanni Bertone, Michele Bussollno, Angelo Colombino e Giuseppe Garetto. A cura dei necrofori municipali, assistiti dall'ispettore del servizio prof. Rambaudi, 1 feretri, ravvolti nella bandiera nazionale, vennero deposti nella cappella ardente della stazione. I funerali solenni di queste gloriose salme avranno luogo domenica 24 agosto, alle ore 8, colle modalità che a suo tempo verranno comunicate, a cura del Municipio.Voti del socialisti torinesi SI sono radunati gli inscritti alla Sezione torinese del Partito socialista. L'on. Romita e l'on. Amedeo riferirono sull'attività della Sezione, sulla costituzione di nuove sezioni nella Vallo di Susa e sullo sviluppo dell'organizzazione in provincia. Al termine della adunanza venne votato un ordine del giorno col quale si chiede che siano indette solleci tamente ìc elezioni amministrative per dare a Torino un'amministrazione normale e sreclama la pronta risoluzione della importante questiono dell'Orco.

Luoghi citati: Cagliari, Palermo, Potenza, Torino, Trento, Venezia