La situazione generale

La situazione generale La situazione generale e il problema economico Intervista coli'on. TJugoni Abbiamo avuto l'occasione di intrattenerci con l'on. Enrico Dugoni, membro, come e noto, del Consiglio direttivo della Confederazione generale del lavoro, e del Consiglio direttivo della Lega italiana delle Cooperative. Egli ha sempre attentamente seguito I problemi annonari ed economici e spesso, alla Camera, fu incaricato dal gruppo a cut apparteneva di parlare a nome di esso su questioni economiche - ed organizzative. GU abbiamo chiesto di dirci quale giudizio egli si era formato dell'attuale situazione politica ed economica specialmente intorno a taluni problemi — come quello del caro-viveri — che, disgraziatamente, preoccupano grandemente in particolar'modo la classe lavoratrice. — Sono torse il meno indicato — egli ci ha risposto — a dare giudizi ed esprimere opinioni sull'attuale situazione politica, italiana dovendo dedicarmi ad altre attività, sopratutto commerciali, se voglio sbarcare in qualche modo il lunario collamia famigliola. Tuttavia chi come me fu uomo politico ed ha dato per trenfanni della propria vita allo studio di problemi economici e sociali ed ha creato e guidato organismi che ad un certo momento influenzarono, sia pure in piccola misura, l'economia del nostro paese, noti può rimanere spiritualmente ed intellettualmente estraneo ai fenomeni che agitano la nazione. Questa mia condizione di congedato « prò tempore » dai quadri attivi della milizia di partito mi permette di esaminare con più sereno spirito e con più ilargo senso critico la situazione politica per cui sono tratto a considerare lo svolgimento del fascismo senza pessimismo. « Chi vuol tirare oroscopi, erra facilmente, ed errano poi singolarmente coloro che decretano fin da ora. prossima la caduta dei fascismo. Certo è Che da qualche tempo il Governo di Mussolini si dibatte fra difficoltà enormi, che si sforza di superare, sia pure fra contraddizioni rìi principio, di metodo e di tattica, tnli da disorientare qualsiasi suo più pedissequo interprete. Sono queste contraddizioni, questo negare oggi ciò chei fu detto ieri, questi pentimenti... giornaltetici, che sostituiscono il pensiero e la tesi basilare, questi ceffoni dati in pieno viso ad amici, a sostenitori, a finanziatori, a fiancheggiatori fino a ieri sollecitati e solleticati,-, per conquistare nuovi consensi, o non provocare nuovi e più aspri dissensi interni, cna linnno creato al partito dominante un'atmosfera di diffidenza, di ostilità, da autorizzarele Opposizioni a ritenersi le vero interpreti! dell'opinione pubblica italiana. « Per cui non è esagerazione affermare cha oggi Mussolini governa contro la volontà della enorme maggioranza del Paese. Se vivessimo in periodo di normalità, basterebbe questo fatto per dedurne che contro la volontà del Paese non si può costituzionalmente governare. Invece, viviamo in tempi dinamici (per usare una frase cara prima a Bombacoi, carissima oggi al fascismo), ni pieno svolgimento della rivoluzione conservatrice, reazionaria, fra una selva di moschetti e manganelli a portata di mano di uomini non ancora sazi di domìnio. Mancanza di un programma di governo Soprattutto ci troviamo di fronte ad un! Governo che non ha potuto dare la dimostrazione di seguire un programma, o sol» di aver praticato qualcuno dei suol postulati ; che non è un numero essenziale di un Governo profondamente rinnovatore gettarsi sul lastrico quaranta o cinquantamila ferrovieri e qualche migliaia di impiegati di Enti locali per condurre, coll'aumento in- • sopportabile del sistema tributarlo.' i bilanci a pareggio... contabile. Ed allora si comprende che chi sente di non poter dare la dimostrazione di avere creata la nuova classe dirigente e di non saperne illustrare la opere, non diciamo magnifiche, ma solo sufficienti, si sforzi di prolungare la propria vita nella vana illusione di incespicare per. istrada, lunghesso i 5 x 12 anni di dominio, il ferro di cavallo programmatico, che fino ad oggi, pure ad occhi aperti, non ha saputo applicare. -. E che 11 potere 6l voglia instaurare ad! ogni costo lo dimostra il fatto di avere congedato la classe 1903 all'indomani della decisione ministeriale riguardante il consolidamento della Milizia volontaria, ciò che in fatto dimostra che 6i 6ono tolte le armi al soldati di leva, cioè della Nazione, per aumentarle ai militi di un partito politico. — Quali conseguenze ella crede potrà ave* re il delitto Matteotti? — Certo è che il delitto Matteotti è 6taW un colpo torto nell'ala maestra del fascismo, avendo aperto gli occhi anche all'estero, che prima trascurava, perchè non conosceva l'anormalità dei metodi coi quali si governa l'Italia. Ma conseguenze politichesi avranno da altri fattori. Mussolini sarà inesorabilmente colpito dalla situazione economica, della cui gravità già si avvertono le prime manifestazioni. La risoluzione dt certi problemi economici non si affida al manganello ed al moschetto. Se certe crisi non si riesce a risolverle colle forze finanziarie nazionali, essendo tali crisi le risultanti di situazioni ed il prodotto di fattori internazionali, è vano illudersi di dominarle col terrore e colla soppressione della libeia critica. Gli errori si scontano sempre troppo tardi,' quando non si è più ili tempo per ripararne i danni. « 11 fascismo, sorto con un solo obbiettivo — non dico programma — la distruzione di tutti gli organismi e le conquiste create ed ottenute dai proletariato, attraverso l'opera paziente ed intelligente del socialismo, ha svuotato rìi contenuto e di forza l'organizzazione operaia, legando i lavoratori alla volontà capricciosa ed egoistica di taluni ceti industriali ed agrari. Le condizioni del lavoratori « Oggi — di fronte al tragico problema del caro-vita, che nota quotidiani indici di aumento — ed alla progressiva diminuzione salariale e soppressione di garanzie morali e sociali integrative del contratto di lavoro, che assicuravano la tranquilla osservanza delle clausole contrattuali (turni di lavoro, minimo obbligatorio rìi mano d'opera, unità culturale, uffici di collocamento, scala mobile nelle applicazioni del salario, che seguiva le oscillazioni del mercato, trattenute per le assicurazioni contro gli infortuni, la disoccupazione, l'invalidità, la vecchiaia, ecc...),oggi, dicevo, i lavoratori sono disarmati a fronteggiare la crisi che si manifesta e della quale loro soltanto (intendo parlavo di tutti) i lavoratori del braccio, dell'impiego, del pensiero) saranno condannati a subire le conseguenze. Già l primi segni si manifestano. Non ostante la proclamata e vantata soppressione dello sciopero • Ta oram*»_ uni. verbalmente riconosciuta teoria rossoniant» della collaborazione di classe, si proiettano nel cielo plumbeo guizzi lampeggianti di irritazione incontenibile delle masse insoddisfatte, p mal soddisfatte. Come a Dalmlne. Mussolini proclamò l'invasione delle fabbri! che una necessità ed un diritto del proletariato. Impotente a reagire contro le massa che voleva mantenere strumento docile dei suo recondito piano politico, cosi oggi rileviamo che 11 partito fascista — coll'approva» zione del suo capo che governa l'Italia vota au mila lire per gli scioperanti del Valdamo. A parte l'allegra ironia che i fatti si impegnano di indirizzare al grosso bluff collaborazionista inscenato in questi ultimi anni e l'atroce vendetta che il tempo — ancora ha fatto degli « anti-nazlonaU » a parte la contraddizione -I confederalisti; _ divenuta metodo e scuola — di coloro cho, hanno in pugno i destini del Paese resta « fatto dello sciopero, il quale, specie in quii sfora, sotto questo clima politico. In piena collaborazione fra industrialismo e fascismo^ dimostra che una profonda crisi economica esiste cosi da vincere tutti gli ostacoli » rompere tutti 1 sipari del grSndiSso palcpt

Persone citate: Enrico Dugoni, Matteotti, Mussolini

Luoghi citati: Italia