Le perizie, le fantasie, le polemiche attorno al processo

Le perizie, le fantasie, le polemiche attorno al processo Le perizie, le fantasie, le polemiche attorno al processo tara» i Knp: flore ii cadavere? - li Mim Roma, 6, sera. I magistrati incaricati dell'istruttoria del processo Matteotti hanno convocato ieri sera, come già sapete, nell'ufficio dèlia Sezione di Accusa a Palaìzo di Giustizia, Tavv. Vaselli.. l'on. Modigliani ed i periti giudiziari per esaminare il contenuto della famosa boccetta rinvenuta rotta entro l'automobile, che servi per rapire l'on. Matteotti. Come è noto si ritiene che questa bottiglietta avesse contenuto del cloroformio. Del risultati della perizia non è ancor dato saper nulla di precisò. Anche ieri i periti depositarono nella cancelleria della Sezione di Accusa i risultati dei loro studi sulle macchie di sangue riscontrate sul pantaloni dell'on. Matteotti e alcuni pezzi di stoffa dell'automobile e sul coltello. Secondo II Mondo i periti avrebbero affermato che le macchie sono di sangue umano, ma non avrebbero potuto stabilire se il coltello sia stato di recente lavato. E' stata depositata anche in cancelleria, a disposizione del difensori, la perizia sull'automobile eseguita per ordine del comm. Del Giudice. I fazzoletti di Dumlnl n Giornale d'Italia informa che è stata anche già dal magistrati e dal periti esaminata la questione del fazzoletti del Dumi ni: « DI questi glie ne tu trovato uno in tasca al momento dell'arresto. Altri nella valigia, che il Duminl avrebbe dovuto portare con sé partendo da Roma. Si constatò che tutti odoravano di acqua di Colonia; una bottiglia di questa acqua era infatti nella valigia. Ma c'erano specialmente due fazzoletti che richiamarono, per ragioni diverse, l'attenzione del magistrati. Come si ricorderà, in prossimità del lago di Vico fu rinvenuto un fazzoletto profumato. Apparteneva al Dumini? La Sezione di Accusa ha citato 11 profumiere signor Cervoni per giudicare se si tratti dello stesso profumo, che sembra essere il prediletto dal Dumlnl. Poi c'è dell'altro. Nella famosa valigia dell'imputato ne fu trovato ancora un altro, senza profumo, portante la iniziale M. Avrebbe questo appartenuto all'on. Matteotti? Si trattava dunque di procedere stamane ad una nuova ricognizione. VI erano invitati, oltre al Cervoni, la cameriera dell'on. Matteotti, l'avv. Vaselli, difensore del Duminl, l'on. Modigliani per la parte civile. Quest'ultimo era assente. Si tace naturalmente intorno al risultati della ricognizione ». Stamane i magistrati non si sono recati a Regina' Coeli, ma nel gabinetto di lavoro a Palazzo di Giustizia hanno proceduto a vari spogli di- documenti e hanno nuovamente interrogata la domestica dell'on. Matteotti. Una lettera del difensore di Volpi il Giornale d'Italia ha ricevuto poi e pubblica la seguente lettera dall'aw. Fortunato Danesi, patrono del Volpi: ■ Nel suo pregiato giornale, riferendosi sulle rivelazioni dell'on. Zaniboni relative al mio difeso, si cita quest'ultimo come quelli che avrebbe incassato 50 mila lire quale prezzo della sua partecipazione, al delitto. MI permetta di affermare che lo stesso on. Ellero, collaboratore cordiale dell'on. Zaniboni nelle sue esercitazioni di Milano, nel numero del l.o agosto del giornale La Sera di quella città rettificava l'affermazione del collega dichiarando che la circostanza non l'aveva attribuita al Volpi ma all'imputato Viola. Debbo rettificare poi un altro particolare riferito in modo' inesatto : quello che riguarda 11 ' telegramma che chiamò il Volpi a Roma. Quel telegramma, che venne rivelato dalla questura di Milano prima ancora che i famigliari del Volpi procedessero alla nomina del ditensore, trovasi, lo credo, nell'originale fra gli atti processuali, ed un. altro esemplare è nelle mie mani. Per la verità non' risulta, come è stato pubblicato, che sia spedito dal Filippelli perchè è firmato da altra persona. Molti giornali, Infine, riportano a brani, anzi a brandelli, la mia intervista d'oggi con La Tribunale mi attribuiscono una conferma alla versione circa il mòdo col quale fu ucciso l'on. Matteotti, versione fornita dall'onorevole Zaniboni e tuttoció senza aver elementi diretti dal mio difeso, col quale non" mi è stato ancora, pof sibila conferire, e anche • questa rettifica, la terza ed ultima bisogna provvedere. Io non ho confermato nulla di nulla. Le mie parole sonò molto oliare e precise. HO detto che, a meno che 11 mio difeso Volpi nei suoi interrogatori non si sia serbato tenacemente negativo, nel quale caso commetterei un vero « proprio delitto morale ^e cedessi di una sola briciola all'accusa, non ho motivo di respingere a priori- la rivelazione dell'on. Zaniboni. In altri termini, se .Albino Volpi risultasse comunque partecipe al delitto, la versione Zanibqnl dello strangolamento — io dire della soffocazione — verrebbe dalla difesa Volpi gradevolmente accolta c coltivata ». 1 Di chi è U telegramma? Il giornale fa seguire alla pubblicazione della lettela alcune considerazioni.'. « La lettera dell'egregio avvocato contiene indubbiamente dati che interessano. Constatiamo prima come essa confermi quanto nói pubblicammo proprio ieri, e cioè che i difensori degli imputati ignorano tuttavia la lìnea difensiva propostasi da questi. E poi, se le 50.000 lire non furono date al Volpi ma al Viola, non è smentito che qualcuno abbia sborsato la ragguardevole somma. C'è un telegramma che a poca distanza dal delitto Matteotti chiamava il Volpi a Roma e gli si diceva di portare con sè un altro, ora scomparso, e un abile chauffeur. Ciò almeno si è narrato e si narra, aggiungendo che il telegramma sarebbe stato spedito dal Filippelll. L'avv. Danesi, nella sua lettera, afferma la esistenza del telegramma, affermando di averne una copia autentica; ma aggiunge che la firma non è di Filippelll ma di altra persona. E chi sarà questo altro firmatario? E' un documento indubbiamente di grande Importanza perché serve ad illuminare la' preparazione del delitto -e da parte di chi. Fortunatamente, il telegramma dalla questura di Milano fu acquisito agli atti dell'istruttoria ». Come il vecchio Appio Il centro di tutti i misteri in questo tremendo affare Matteotti resta sempre la scomparsa del cadavere. Intorno ad essa lavorano le fantasie e si moltipllcano le ipotesi e le supposizioni, da quelle molto verosimili alle più assurde. Ad; ogni modo è necessario Insistere giorno per giorno perchè nessuna via di ricerche, che offra anche la minima probabilità di qualche successo, sia lasciata intentata. Il « Popolo » scrive: « Il vecchio Appio Claudio il cieco, insistette per anni ed anni col suo « delenda Carthago ». Questo era il suo intercalare. A lungo andare i fatti realizzarono ciò che era il suo augurio. Noi, come il vecchio Appio nella sua esclamazione, insisteremo nella nostra interrogazione, e sinché il segreto resterà tale è ovvio che le ipotesi anche le più strane e le più Inverosimili trovino ili terreno adatto per germogliare e propagarsi, il che dimostra quanto ansiosamente il popolo italiano ricerchi le notizie sulla miseranda fine del deputato unitario ». ',•■•>.* Il giornale prende quindi in esame alcune ipotesi messe innanzi in questi giorni da vari organi dell'opinione pubblica e tra l'altro, particolarmente, quella di' ieri sera della « Tribuna » che vi abbiamo riferita. II. gior. naie dice che essa è interessantissima per quanto parecchio sensazionale, Dopo averla riassunta, « 11 Popolo » aggiunge di avere voluto compiere un sopraluogo là dove, Se. condo appunto la narrazione della « Tribuna », 11 cadavere dell'infelice deputato unitario sarebbe stato buttato nella corrente del Tevere rivestito da due pagine di piombo dei « Corriere Italiano ». Scrive 11 « Popolo »:' « Da Grotta Rossa, per trovare un punto poco battuto e molto vicino al fiume, bisogna arrivar» oltre M Piano Romano, là dove la strada con qualche rapido « tourniquet » dalla collina di Pianese scende a livello de-!, la sponda. In quel punto l'acqua è bensì ra. pida. ma non profonda, data la larghezza del Ietto. E più si rimonta il corso del -fiume più si accentua la scarsezza di profondità Il fatto che l'automobile delittuosa abbia toccato Monte Rotondo e Mentana, può fare supporre che gli assassini abbiano lasciata la via Flaminia n siano entrati in quella Salaria, traversando il ponte Grillo. Ma an. che in questo punto come nella località Due Ponti, il fiume è basso e la vicinanza della strada continuamente percorsa, doveva dissuadere gli assassini a gettare il cadavere proprio là. Del resto, l'automobile fu a Monte Rotondo il giorno seguente al delitto. Dat

Luoghi citati: Milano, Roma