"Farinacci ha trionfato,,

"Farinacci ha trionfato,, Il Consiglio nazionale "Farinacci ha trionfato,, Roma, i, notte. La discussione al Consiglio nazionale fascista si svolge secondo le nostre previsioni portando ad una netta affermazione di quello che i farinacciani chiamano « fascismo integrale ». I politici revisionisti delle città sono apparsi una così pallida trascurabile minoranza di fronte alla preponderanza dei provinciali intransigenti, che l'on. Bottai ha dovuto pronunziare un discorso il quale è stato applauditiseimo, ma è che è stato giudicato unicamente come l'autoliquidazione, il suicidio del revisionismo. « La tendenza revisionista — diceva stasera, non senza compiacimento, un consigliere nazionale — non è stata battuta, perchè essere battuti suppone una battaglia, e questa non c'è 6tata: la tendenza revisionista si è ritirata precipitosamente ; è stata, per cosi dire, inghiottita dall'assemblea. Farinacci ha trionfato ». Intanto si va ricoprendo di firme e raccoglie adesioni questo ordine del giorno presentato dall'on. Corrado Marchi': « Il Consiglio nazionale del partito nati zionale fascista, riaffermando la necessiti là di continuare e potenziare la rivoluti zione dell'ottobre •'22 immettendo- nuove « forze provinciali nell'organismo statati le ; chiede la trasformazione dei vigenti « istituti e la creazione di nuovi per porti tare la rivoluzione fascista alla completa « conquista dello Stato ; e invita il gover« no ad iniziare su queste direttive l'opera « di legislazione sviluppando l'istituto eco« nomico del fascismo ». . Un Incidente per l'Esercito Le discussioni odierne, che si sono svolte interminabili ma tranquille nella mattinata e nel pomeriggio, hanno attraversato una fase di .vivacità durante il discorso Farinacci, il quale, a un certo punto, dopo aver affermato la incompatibilità fra Massoneria e fascismo, ha deplorato che per l'influenza della Massoneria vi sia in alcuni strati dell'esercito diffuso un senso di anti-fascismo. Questo accenno t sembra anche per una interpretazione equivoca data ad una frase dell'on. Grandi — ha provocato l'intervento dei generali Sanna e Baistrocchi, il quale ultimo avrebbe proclamato che l'esercito è sacro e non deve essere toccato. Gli stessi accenni all'atteggiamento di alcuni ufficiali ed all'influenza della Massoneria hanno provocato vivaci apostrofi dell'on. Giunta all'indirizzo del generale Capello. Questa parentesi si è chiusa coU'intervento dell'on. Mussolini, il quale, spiegando il pensiero degli oratori, ha dissipato gli equivoci. La discussione continuerà domani, essendovi ancora una ventina di oratori che devono parlare. Si crede pertanto che, contrariamente alle previsioni iniziali, non sia probabile che si arrivi domani alla conclusione dei lavori. Nelle « coulisses » del Consiglio si è anche parlato della designazione del nuovo Direttorio. La chiarificazione prodottasi ha g.ià portato alla eliminazione di molte candidature non intonate alla tendenza prevalente. Cosi, è caduta la candidatura Bottai, che aveva sostenitori. Non restano di fronte al Consiglio che due liste. Una di carattere ufficioso, di cui si attribuisce la paternità al Forges Davazati, al Grandi ed al ministro Federzòni, contiene nomi di tendenze diverse, dando una discreta rappresentanza agli elementi nazionalisti di estrema destra.' Ma maggiori probabilità si danno per una lista di tendenza centrista unitaria, ossia di fascisti integrali, nella quale sono col Bianchi e Terruzz-i, il Farinacci, Starace ed altri uomini della corrente vittoriosa, con due exnazionalisti : il Forges e il Maraviglia. Nel Direttorio, accanto a uomini già vecchi della Direzione del partito, troveranno posto — se prevarrà questa lista — anche uomini nuovi del fascismo provinciale. Naturalmente, nessuna di queste due liste è ancora completamente formata. E' probabile che si proceda, per questo, alla nomina di una commissione di dieci membri. Come si discute Ma riassumiamo ora la cronaca delle due giornate. La seconda giornata (domenica) de] Consiglio nazionale fascista (della quale abbiamo (lato la cronaca nelle nostre edizioni di ieri) fu tutta di discorsi, non di deliberazioni Oggetti dei discorsi, prevalentemente, furono la mozione votata dai combattenti ad Assisi e il revisionismo. Il Forges-Davanzatl dichiarò essere ■ Inammissibile che 1!Associazione Combattenti pos. sa trasformarsi in partito politico •, e volte identificare il fascismo con lo spirito di combattente. « Per restare sul Campidoglio » L'on. Polii zzar i invocò la effettiva fascistizzazione dolti> .Slato: o il Pcdràzzl parlò per la intransigenza identificando fascismo ed estremismo (conio è la tesi del Farinacci); o poi disse di volere restare sul Campido¬ glio. Cosi: € Non ci resta che andare avanti con l'imponente corteo delle proprie schiere. Non si tratta di seconda ondata, si tratta di fermarsi là dove si è arrivati per consolida. re\ il regime e restare sul Campidoglio ». L'on. Viola fece questa dichiarazione: « Ho l'onore di dichiarare che presentando l'ordine del giorno al Consiglio Nazionale di Assisi, ho ritenuto, corno tutt'ora ritengo, di aver servito il mio paese.. Detto ordine del giorno chiaro, preciso, conciso, non ha bisogno di spiegazioni, pur tuttavia mi place dichiarare che l'intervista apparsa ieri sera sulla « Tribuna » spiega in certo qual modo l'ordine 'del giorno votato ad Assisi. L amico on. Bastianlnl, il quale insieme al suo collega Fellclonl In un primo momento ad Assisi si era dichiarato soddisfatto.dunque non aveva bisogno, a mio avviso, di molte spiegazioni. Piuttosto bisognerebbe chiedere a lui come va che ha cambiato idea quando ha visto ed ha letto la lettera che il Presidente ha scritto all'on. Arptnati. Non ho a.tro da aggiungere ». Invece, l'on. Ponzio di San Sebastiano dichiarò che « come nel passato, cosi oggi egli pone la sua vita al servizio del duce, se è necessario: tutto dare per tutto salvare ». Mussolini Quindi parlò Mussolini, come segue, secondo il resoconto ufficiale della «Stefani »: « L'assemblea ha sentito le dichiarazioni del l'on Viola. Non è il caso d'i aprire una dtscus sion'e sopra queste dichiarazioni ma io tengo nero a fare alcune osservazioni ed a dire molto esplicitamente che l'ordine del giorno di Assisi non mi piace. (Tutta l'assemblea scatta in piedi e fa una grande ovazione ai presidente). Per il prossimo giovedìio venerdì l'on. Viola mi ha annunciato una visita del Consiglio centrale de!< combat enti Ayremo una discussione che sarà molto precua. E' bene di non mistificarci a vicenda. L,or dine del giorno di Assisi consiste in un evidente peggioramento di tutte le P°™,loc^ litiche assunte, necessariamente, dall Associa zion del combattenti. C'è un enorme ameren. za frali tono, la sostanza e gli ordini del giorno votati a Napoli, a Roma e iJrme, « ' °r dine del giorno votato ad Assisi, al concesso poco francescano di antifascismo che mi ha ricordato quello del partito popolare a lori no. Non si è alla rottura, ma però colle inumazioni, con l'atmosfera del Congresso, con l'intolleranza del Congresso, col discorso Bergmann, con altri discorsi si sono create le condizioni che domani si crederanno giustificare la rottura. Ora,, non è senza una profonda amarezza che io constato ciò perchè sarà l'ora di dire che nel *19, nel JO, nei £ e nel 22 non c'era combattentismo in Italia, (applausi vivissimi e prolungali). i Quando la vittoria veniva mutilata, quali do gli ufficiali venivano insultati, quando si sarebbero dovuti riformale i battaglioni dei combattenti e del fanti.per difendere quello che era stato il sacrificio ineffabile di venti generazioni, voi non avete mai avuto ausa che cosa che vi ricordasse l'esistenza del l'Associazione nazionale dei combattenti, solo dopo l'avvento del tascismo, solo dopo che il Governo ha avuto H coraggio di dirsi il rappresentante di Vittorio Veneto, solo dopo che nel 1923 l'atmosfera è apparsa radicalmente cambiata, solo dopo che il Governo ha decretato la solennità del 24 maggio, che nessun Governo aveva mai osato di lare (vivi applausi), solo dopo che era andato con cuore sempre più fraterno verso questi commilitoni, verso questi fratelli delle trincee, solo dopo tutto ciò si sono avute le manifestazioni politiche del combattentismo. Sono evidentemente in ritardo. Il combattentismo si spiegava quattro anni fa, e del resto voi avete visto che come costrutto politico, come tendenza politica, come orientamento politico, da Assisi non è venuto nulla. Sotto questo aspetto, io mi rammarico di dover constatare che i combattenti hanno tehutò) un contegno molto più grave e diverso di quello che non abbiano tenuto i mutilati a Fiume, da dove mi è giunto un appello, un'invocazione nobilissima redatta in termini dai quali esulava la spoculazlone politica. Bisogna ricordaro anche l'opera concreta che il Governo ha fatto pel combattenti. Non è qui il caso di dire quante sistemazioni siano avvenute. Tutto questo si 6 fatto nella pratica, dirò cosi, dell'ordinaria amministrazione. Non si chiede gratitudine, perchè questo è il dovere del Governo. Ma sarebbe veramente deplorevole, sarebbe voler rinnegare la vittoria aggiungere la schiera dei fanti alla pallida e miserabile coalizione antifascista perchè, o signori, il fascismo sarà quello che sarà; il crogiuolo di passioni più o meno nobili,' ma l'unica cosa potente, viva, degna di avvenire -che abbia la nazione italiana ». (Tutta l'assemblea in piedi fa una grande ovazione al presidente). « Mani in tasca e manganello dietro l'uscio » Parlarono poi: l'on. Scorza (« Noi vedevamo un po' troppo il presidente del Consiglio, ora rivediamo il Duce; il fascismo è ancora perplesso per le considerazioni che si sono fatte sul caso Matteotti; se fascisti hanno mancato siano cacciati, se no, so ne assumano le difeso; il fallo Matteotti, sfrondato da ciò, non è ciie un comune'caso giudiziario »); l'on. Ciar. lantini («La nostra tattica devo consistere nel parlar meno; nell'inculerc terrore all'avversario col nostro silenzio: mani in tasca e il manganello dietro l'uscio»): e infine l'on. Panunzio il quale, a proposito di « accerchiamento.», (secondo la frase di Mussolini), dis. se che « anche la Germania resistette accerchiata ». Nella seduta antimeridiana di oggi, àinedl — anch'essa presieduta da Mussolini — l'on. Salerno ha. tra altro, lamentato « la deficienza drilli stampa, fascista; o l'on. Barbaro ha iiffoiiiiàto che «MI fascismo è moralità, l'auliftiselsmo Immoralità ». ed a proposito di Matteotti ha deito anche che « 3i dà troppa importanza agli avversari, creando del martiri a buon mercato ». « L'incidente Matteotti dovè considerarsi chiuso i>. Non meno sbrigativo è stato certo Mantignoni di Mantova, secondo il quale « l'incidente Matteotti deve considerarsi veramente e definitivamente chiuso » ; e mentre l'on. Barbaro aveva detto un gran bene del fascismo nel Mezzogiorno, Lembo di Campobasso gli ha contrapposto esplicitamente « lo spirito antifascista meridionale, che si annida nelle file della democrazia e del liberalismo: bisogna combàttere senza misericordia — ha soggiunto — la mentalità antifascista caratteristica del Mezzogiorno. L'on. Boi ligi inno si è fatto applaudire con una frase sola: — Vogliamo una legge che sopprima tutte le massonerie! L'on. Lanzillo ha rilevato « lo stato di diffidenza in cui si trova oggi innegabilmente parte dell'opinione pubblica italiana nei rlsnardi del fascismo»; ma ritiene tuttavia che « tale condizione dello spirito pubblico sia .per giovare anziché per nuocere alla crisi fascista». Secondo il Lanzillo, la nuova Camera italiana deve trovare una formula in virtù della quale sia possibile concepire il «overno non più schiavo del concetto democratico di (maggioranza. L'oratore prevede poi una ripresa di conflitti economici, che egli tuttavia rilene non pericolosa m»> per il paese nè per II partito (Interruzioni da parte dell'on. Bossoni) ; e dice che il problema del disriplinamento delle correnti del lavoro è compito essenziale dell'attività di «roverno. Un altro meridionale. Catalani di Potenza, ha « stigmatizzato l'azione della coalizione antifascista nel Mezzogiorno » ed ha preanT annoiato l'uscita in blocco dei 6000 combàttenti di Basilicata dall'Associazione che ha votalo la mozione di Assisi. « Mille piccoli ladri scaglionali por la via * L'on. Altieri ha esaltato le schiere degli umili combattenti ohe egli definisce • combattenti della croce dt guerra » ed ha mandato un reverente saluto al Be soldato, il quale, fra tutte le ricompense offertegli, scelse la gloriosa croce (l'assemblea, in piedi, rivolge ul Re un applauso scrosciante). L'oratore esfilmina poi lo stato d'animo dei fascisti verso il parlamento ed il governo, cui essi chiedono essenzialmente una cosa: d'essere austeramente forti. « Ma — soggiunge — perchè tale desiderio possa avere un seguito nella realtà, occorre che il partito collabori per suo conto, con l'uno e coll'altro, rispettando, esso per primo, quella disciplina di cui chiede l'istituzione. L'on. Gray riconosce che « 11 partito ha procurato e procura al governo ed al direttorio non lievi fastidi che distruggono l'uno e l'altro dall'esame del pili impellenti problemi nazionali; e' aggiunge: « E' l'ora che l'azione organizzatrice del governo e del direttorio giunga alla periferia, impoverita da t/mille piccoli ladri scaglionati lungo la via ». L'oratore, inoltre, invoca dall'on. Mussolini «un più Intimo contatto tra la sua persona ed il fascismo, come quello che meglio d'ogni altro mezzo, giova a ricondurre nella compagine del fascismo stesso l'ordine turbato dai dissidi personali e dalle discussioni, quasi sempre oziose: la lotta del fascismo ora deve concentrarsi contro l'imbastardimento del fascismo colla massoneria: la provincia, su questo terreno, quando sostiene la tesi, selvaggia, sostiene la tesi della sua sanità, della vita del fascismo ». Afferma quindi:' « U delitto Matteotti non è affatto un delitto fascista. Se una parte del fascismo è responsabile dallo conseguenze del delitto, è' la parte annacquatrice pacifista, fendente alla conciliazione affaristica, tanto è .vero, che se vi è una provincia dove non ci sono violenze e speculazioni è quella di Cremona. Foco allora chiarito il problema sel'vac?io. E' .la provincia che «1 ribella alla conciliazione attraverso i baratti: dobbiamo quindi fare appello alla vecchia e solida fanteria contadina : essa non ha solo la rozzezza ma anche la sua competenza: da essa bisogna trarre la fOTza sana e intelligente del comando ». r Nenciolini susolta il buon umore** ■ Nel più schietto dialetto fiorentino e suscitando il buon umore dell'assemblea e dello stesso presidente on. Mussolini» — come dice i'« Agenzia Stefani » nel suo resoconto — ha quindi parlato, nell'udienza pomeridiana, Nenciolini di Firenze. Egli si è dichiarato, naturalmente, intransigente; ma un accenno alla massoneria ha provocato un interruzione dello stesso Mussolini: « — Ce ne son tre delle massonerie! », al che 11 Nenciolini ha risposto lasciando intendere che n'esiste una quarta. L'on. Maggi ha affermato a sua volta che « Il Consiglio nazionale del fascismo ha procurato alle opposizioni una delusione di più, dato che esse avevano creduto che codesto consiglio avrebbe significato uno sfogo incomposto' di velleità selvaggie ». L'oratore invoca dall'assemblea un contegno che « dia a tutti la sensazione di un fascismo ortodosso, un fascismo cioè consapevole del suol diritti e dei suoi doveri pronto all'obbedienza e alla disciplina ». E soggiunge: « L'organo dirigente del partito faccia conoscere esattamente il suo pensiero e la sua volontà: sarà' obbcditol L'odierno Consiglio ha ottenuto buoni frutti, ha chiarito 1 suol rapporti col combattenti, ha preso posizione più che mai decisa contro tutte le massonerie, anche perche riconosce da tempo che gran parte delle beghe interne del fascismo deriva da uno stato d'animo provocato dalle sette massoniche, le quali vogliono esercitare lo loro occulte vendette attraverso e in seno al fascismo stesso ». L'on. Bottai Dopo che l'on. Barbiellini di Piacenza -ha fatto la difesa... dei ras. ha parlato l'on. Bottai, che dice necessario prospettare alcune definitivo idee attorno al còsi detto revisionismo, contro il quale si sono appuntati gli strali di molta gente. « Perdono sin d'ora — afferma ij Bottai — a coloro che hanno domandato chiaramente sanzioni punitive contro di me: io rivendico i miei titoli di fascista e di combattente, e non permetto che alcuno dubiti della mia perfetta fede politica ». Dichiara quindi di non accettare la parola revisionismo, mai usata da lui, anzi da lui ripudiata, e di non accettarla perchè deformatrice del suol principi politici. « La parola revisionismo è stata forgiata — dichiara — da^i avversari ». Ma soggiunge di nulla rifiutare di aunnto ha sin cai sostenuto e scritto dal tempo dell'ingresso in Boma delle camicie nere, e non da quello del delitto Matteotti. « I revisionisti dell'ultima ora sono fatti della stessa vilissima pasta dei fascisti dell'ultima ora, epperò il mio revisionismo nulla ha a che fare con quello dì codesti signori. L'amico Bastlnnini ha stabilto una nuova equazione : inlegralismo uguale fascismo. Ebbene, bisogna dire che anche l'integralismo rientra nel novero delle semplici narole atte piuttosto a confondere che a chiarire le idee. Bisogna distinguere, d'altronde, fra intransigenza formale e sostanziate, o non v'è minoro resistenza intransigente die là ove niù feroce si dimostra la faccia. lo vedo piuttosto In salvezza della rivoluzione in una forum di lii'ransigenzn ideale, fatta di ordini e ili legalità, non di violenza e di tumulto. Protesto contro la qualifica dì neo-liberale elio mi si vorrebbe attribuire, secondo una semplicistica distinzione fra fascisti puri e fascisti liberaleggianti ». L'on. Bottai traccia quindi le linee dell'azione da perseguire per parte del fascismo: l.o riformare profondamente e Tadicalmente il Gran Consiglio fascista, si da farne il massimo organismo costituente della rivoluzione; 2.o superare 11 parlamento contro gli ostriiziunismi e le manovre dell'opposizióne; 3.o riconoscere giuridicamente i sindacati,; 4.o sottrarre le amministrazioni comunali alla influenza dei meschini personalismi .locali; 5.o Jmimfttere nelle prefetture elementi nuovi ohe abbiano lo spirito perfettamente consono alla rivoluzione ideale dpi fascismo. la fine xlpl discorso dell'on. Bottai — dine il comunicato ufficiale — è stata s'aiutata da un cordiale applauso dell'aveurblea. "Un nnoTO errore; fuori di strada,, Nonostante l'invito di Mussolini di mettere « il manganello in soffitta », è evidente il tono dei suoi due discorsi al Consiglio nazionale è ben diverso da quello pronunciato al Senato e che gli fece ancor accordare la fiducia condizionata della Camera alta. Specialmente rilevata era stamane a Montecitorio la vivace disapprovazione del Presidente del Consiglio all'ordine del giorno dei combattenti ad Assisi, e il contrasto che appare tra le parole del duce e quelle dell'ori. Del Croix. In sostanza, dunque, penosa impressione, poiché, se come ha detto l'on. Mussolini, » il fascismo è accerchiato », non viene giudicato il miglior mezzo per liberarlo dall'assedio quello di seguire le solite violenze polemiche. Sta di fatto che negli ambienti fiancheggiatori del regime si osserva un considerevole turbamento, del quale del resto si fanno eco i giornali. /{ Giornale d'Italia il quale ha già nella sua - edizione meridiana recava questa sua edizione meridiana recava una nota di commento d'intonazione abbastanza vivace, ribadisce la sua critica, nell'edizione serale, in un editoriale intotolato : » Fuori di strada». L'organo dei liberali salandrini trova che la frase in voga al Consiglio nazionale fascista è questa: « Siamo assediati, ma ci difenderemo, ad oltranza », e soggiunge : « Ora la verità è che l'assedio c'è, nel senso che il fascismo si è andato sempre più isolando nel paese ed ha persino allentato i legami coi partiti nazionali; sicché l'immagine di una forza attorniata da altre forze può fino ad un certo punto corrispondere alla realtà. Ma all'assedio vi sono vari modi di porre fine. Vi è, per esempio, la pattuizione di un onesto armistizio, con almeno una parte delle forze assedianti, sulla base di reciproche e leali concessioni, che non ledano l'onore nè la ragione di essere di nessuna delle parti contendenti. Viceversa, a Palazzo Venezia non si fa che esaltare la tattica del la resistenza ad oltranza, della difesa fortificata ed eventualmente delle sortite violente. Uscendo dalla metafora, ci pare poter after mare che il partito fascista non abbia ancora sentito la profonda ed improrogabile necessità: ravvicinarsi all'anima del paese. Se vi è una categoria di cittadini che vada assolutamente rispettata è quella dei com battenti. Invece, a Palazzo Venezia, si sono dette coptro questi cose assai amare dallo stesso presidente del Consiglio. E' un nuovo errore, che avrà non felici ripercussioni. Ci sembra che sia da miopi il vedere soltanto le opposizioni ed il trarre dal loro contegno aggressivo la ragione di una tattica intran sigente e pressoché oltranzista ». Quindi 11 Giornale d'Italia rileva che il revisionismo non è in auge nel partito fascista, dove ha ripreso forza il rassismo; e rileva pure che è un grande segno il richiamo dello stesso Mussolini: «Le città italiane si sono scostate dal fascismo perchè nelle città vi è la borghesia intellettuale che ha nelle sue mani i gangli nervosi della nazione ». D'altronde, il giornale dissente dall'opinione dell'on. Mussolini che le popolazioni di campagna formino la guardia bianca del fascismo, e cosi conclude: « Questo rafforzarsi dell'on. Mussolini sulle posizioni rurali, mentre 6l risolve in una inie zione eccitante al rassismo, non è sufficiente a ridare al fascismo quel grande ascendente e quel vasto alone di consensi che indubbia mente ebbe e che gli consenti di fare la mar eia su Boma e di ottenere il Governo. Noi continuiamo ad opinare che, invece, l'onorevole Mussolini potrebbe assai pili facilmente riequilibrare la situazione riaccostandosi all'anima nazionale; uscendo dalla cinta fortificala del suo partito; andando lealmente incontro alle grandi correnti nazionali, che non gli sono ostili e che, in un momento penosissimo, gli hanno dato credito; e non preoccupandosi eccessivamente delle minacce delle opposizioni. Questo gesto risolutivo, questo sagace rinnovamento della situazione politica del paese, questa animosa revisione del metodo fascista, ormai inviso alle popolazioni, l'on. Mussolini non l'ha fatto. Disgraziatamente, ogni qualvolta egli colloquia coi suoi adepti, dà e riceve del fluido bellicoso, mentre si volatizza l'essenza norma lizzatrice che pareva averlo pervaso. Il paese attende che dall'aula dt Palazzo Venezia esca una direttiva coraggiosamente legalitaria, ma temiamo che l'aspettativa sarà delusa. Cosi almeno ci fanno credere l'andamento delle discussioni nonché I duo discorsi dell'onorevole Mussolini ». "Più partigiano elio presidente,, E la stessa Tribuna, che volentieri difende l'azione dell'on. Mussolini, comincia a porre una questione nel titolo stesso del suo commento : « Più partigiano che presidente?^. Quindi il giornale deplora che l'on. Mussolini abbia sopravalutato le opposizioni, le quali — a suo giudizio — esìstono solo sulla carta e prosegue : < L'opposizione non è in realtà pericolosa se non per la reazione che può destare e per quel che desta già. Oggi il pericolo, se pericolo c'è', è nel fascismo e soprattutto nel capo. Perchè egli si chiede ancora che cosa sia normalizzazione? Certo, illustre anche per l'intuito dimostrato sinora, dell'anima della popolazione, egli non ha oggi lina chiara itlea di quello che il popolo vuole. Se consiglia, consiglia a mezzo ai suoi di riporre il manganello. Capo del Governo, egli poteva dando un sereno consiglio al partito, rassicurarlo sulle conseguenze, garantirlo che non deve temer aggressioni armate degli altri partiti. Non vi devono essere più partiti armati. C'è un uomo al potere, per questo. Gli si è concesso di venirvi colle armi, per questo. Ma generato da una rivoluzione, egli sa che non si può farla so non si liaiino dietro le masse, il favore dell'esercito e. della stampa. Una rivoluziono è possibile contro un Governo In dìssuluz'ouc <ou un capo timido ed imbelle. Ed oggi il càno è lui stesso, Mussolini », , La Tribuna soggiunge di aver^l'impres* sione che i discorsi di questi ultimi giorni non siano fatti per rassicurare il paese e quella stessa parte del fascismo, la maggiore, che non considerava il movi-, mento fine a sè stesso. Ed a proposito del giudizio espresso dall'on. Mussolini sull'ordine del giorno votato ad Assisi il giornale filo-fascista scrive: « Perchè, ora, il presidente del Consiglio svaluta il combattentismo, come se fin qui non lo avesse seguito con resistente fedeltà e non si disponesse a seguirlo ancora, «•/égli V precede sull'unica via che può percor-/rere: quella, che è segnata al buon soldato* dell'altitudine a sentire i bisogni ed i coraan- ili della patria? Avvertimmo tempo fa die il fascismo non può mettersi contro tronpa nte. Già crede che le opposizioni siano vma ■«"de cosa. Che dire domani se avrà; reunto tra gli avversari nn'che i liberali ed t ■'inceratici ? Che si dirà domani se l'attegintento dei combattenti dovrà essere inter-etuto, per la stessa interpretazione che nav.à il presidente del Consiglio, come ostile aFGoverno ed al fascismo? C'è ancora unasgrande zona neutra di cui il partito si erafalla una formidabile base e nella quale ilGoverno era rispettato: una zona senza clas- nflca, senza voce apparente, senza persosi- lcazione di partito, ma die forma l'opinione jiibblica. Il fascista on. Mussolini può sen- irla ostile, ma non ha ragione di dire altret-anto l'on. Mussolini presidente del Comi- glio. Senoncliè, l'impressione che si potreb- be ricavare da questi ultimi due discorsi e'che egli tenda a parere più uomo di partito che presidente di un Ministero, il quale sipuò chiamare ormai di coalizione, e che siavvicina sempre pliì, piuttosto che allonta-riarsi, non diremo agli estremisti, ma -aglf intransigenti del fascismo ». Vibrati rillexi di un foglio fascista Ed anche II Nuovo Paese,, fascista .'deplora il discorso Mussolini: « Non ci sembra buon sistema queUo 'dl'ielevare a teoria ed a norma di vita il navigare perpetuamente In mezzo alla tempestarne Sii potrebbe mal consentire sul terreno politico di « vivere pericolosamente ». Se per 'vivercv pericolosamente si intende vivere con la coscienza sempre desta, nella consapevolezza, che la vita debba essere conquistata giorno per giorno per fervore di opere, per meritarcela e per non cadere nel meccanismo e nell'abitudine, l'esortazione contiene un nucleo di verità immortale. Se il concetto di vita pericolosa si intende in modo empirico e materiale, e certamente in questo più facile significato fu inteso dalla maggior pforte degli ascoltatori dell'aula di Palazzo Vénezia, allora esso è profondamente erroneo c pericoloso. L'ideale del fascismo e defll'on. Mussolini non può essere quello 'della lotta o del contrasto contro tutti, se non altro per- oliò questo-equivarrebbe a smentire e» rinnegare tutte le precedenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio, e la volontà sempre; da lui manifestata di fondarsi sul consenso dei popolo. E' grave che l'on. Mussolini, il quale non ha mai paura di riconoscere e rilevare con brutale franchezza© la realtà di una situazione, affermi che il fascismo sia. oggi « un esercito, un partito, una massi accerchiata ». Questa constatazione che lanciò n un'assemblea di gregari, allo scopo'"di eccitarne lo spirito di difesa e di battaglia, dal punto di vista politico non ha nulla di soddisfacente. Un elementare dovere di riflessione e di saggezza impone al Capo del Governo di rendere conto del perchè di questo « accerchiamento » attuale del fascismo. L'on. Mussolini ha aggiunto, a modo di spiegazione, che «tutti coloro che per i più diversi motivi si sono allontanati erano quelli coi quali era impossibile andare d'accordo». Spiegazione troppo semplice, anzi semplicista, perchè lascia insoluto il problema odierno dell'isolamento del partito. Questo A immutato nel suol effettivi e nella sua. efficienza combattiva; ma' se coloro che v£-' aderirono spiritualmente e collaborarono ali Governo, ora sono divenuti indifferenti od ostili, non è questo, dunque, un segno diindebolimento politico o di menomazione»mo-rale del fascismo? 7 "No, on. Mussolini?,, Anche il Sereno si occupa del 'disrnrsrJ. pronunziato da Mussolini al Consiglio nazionale fascista. Il giornale rilev:». che c'è uh Mussolini « prima della crvsi » e un Mussolini « dopo la crisi », incendendosi per crisi il delitto Matteotti, e continua : « Prima della tragedia, Mussolini Interpretava la « normalizzazione » come conquista del consenso nazionale attraverso w.ia razionale, prudente, ma inesorabile smobilitazione di tutto ciò che il fascismo rivo/.uzionari* aveva portato al comando della cosa pubblica di incompetenza, di assurdità bluffistica,. di nullità mascherata da grandi uomini, dB affarismo, di intrighi coperti dall'idea della Pàtria. Per 'atrio con le parole stesse del capo del Governo, la rivoluzione, compiuta l'opera di violenza bruta per la conquista del potere, si è assisa poi su tutta la vita attiva e responsabile di un popolo di 50 milioni con questa formula: «Un minimo sufficiente di uomini capaci ed esperti nell'esercizio di quelle responsabilità ed un massimo di prepotenza per impedire la libera critica al proprio operato ». la due anni di esercizio, questa formula è stata abbondantemente deplorata dalla nazione, che ha approfittato del mistero Matteotti per esplodere e ribellarsi In questa esplosione il paese ha guardata con senso di> speranza al Mussolini « prima!: della crisi », al Mussolini, cioè, che aveva largamente fatto comprendere di essersi incamminato sulla via della normallzzaziow Oggi questo speranze vanno sempre più ns". sottigliandosì. Ogni qual volta il capo del Governo parla iti seno agli organi del partito contraddice se stesso affermando che cario dt Governo e capo partito sono tutto una cosa c che nessuno sa ancora che cosa sia la normalizzazione No, on. Mussolini I Voii stesso co lo avete detto che cosa tosse la normalizzazione del paese, che non- può più toUeraro un sistema di pressione e di arbitrio !» Come sono' armate lo camicie nere Nello stesso Impero si legge una replica ali articolo del generale Bencivenga che segnalava i pericoli di mettere a portata di mano di militi partigiani Je armi e le cartuccie destinate hi poligoni di tiro., La replica ò interessante solo per le notizie sulle armi -v disposizione della Milizia: « Per quanto riguarda la faccenda delle armi e delle munizioni non c'è proprio nulla da fare, perchè lo nostre legioni ne sono fornite sin dall'epoca della loro formazione, o precisamente nella misura di un moschetto con relativa dotazione di caricatori per camicia, nera: di una rivoltella con relativo pallottole per capo squadra. A ciò bisogna aggiungere -- non dispiaccia al catuslrotko generale - il nimieio dèlie -mitragliatrici vi, luto dal regolamenta p, quanto riguarda Ito» imi, una batteria da 65 da montagna ».