Botecchia trionfa nel Giro di Francia

Botecchia trionfa nel Giro di FranciaBotecchia trionfa nel Giro di Francia rigi- Maglia gialla dalla prima all'ultima tappa Maglia gialla italiana Non riesce a olii vuole farsi un nonio n Parigi. Bòttocchia, vincitore; quest'anno del Giro di Francia, 6 riuscito a lardai un nomo o una posizione. In diciatto anni, da quanti il Giro si. corre, seguilo dalla curiosità e dall'interessamento di mezza Europa, ò la prima volto clic un italiano inscrive il proprio nomo nell'albo dei primi, i quali furono sempre o francesi, o belgi o lussemburghesi. Petit-Broton era francoargentino. 11 nostro 6 veneto, di San Martino Collo Umberto. Per capire come ò ondata la cosa, cioè come questa maglia gialla italiana Ha vinto, battendo competitori vecchi e nuovi, partendo primo c arrivando primo, non bisogna svaporare noi frasario encomiastico della letteratura sportiva, che fa paura. Bisogna rendersi conto di quel elio è il Giro di Trancia, per chi lo corre coi propri garretti, seduto su pochi centimetri quadrati di scila, in pieno mese di luglio, a tappe d'olire trecento chilometri, un inorilo si è un giorno no, per lo spazio di 5000" chilometri, e per la durata di un mese. Polissier, che io ha corso, e elio è un parigino, e che quest'anno lo ha mandato afarsi benedire, io ha definito, con spiritosa aulorevolezL'a, una corsa da forzati. E' un'amena ipotesi che a vincere il Giro di Francia basti la più robusta volontà del mondo. E nemmeno è vero che bastino garretti di acciaio. Ci vogliono degli nomini fatti apposta. L'Europa intera ne dà sì e no uno all'anno. Nazioni conio la Germania, l'Inghilterra, la Russia, d'una certa forza, non sono riuscite, in diciotto anni, a darne nemmeno uno. San Martino Colle Umberto, una borga'a presso la sponda del Piave, c'è riuscita. C'è un ramo del ciclismo, quello su strada, che ò sport e non e sport. Attraversare di corsa i Pirenei o la pianura della Crau nel mese di luglio ò perlomeno Tino sport, speciale. Non ogni europeo lo farebbe. Un inglese non lo farebbe. Bottecchia ha preso quelle due toppe come i punti strategici della sua vittoria. Ma deciso in quelle le sue sorti di atleta oggi mondiale. Se il ciclismo su strada non sempre e sport, ciò non toglie, nulla al fatto specifico e ormai documentato che Bottecchia è uno dei pochi uomini fatti apposta per il Giro di Francia. Prima di diventare un astro del ciclismo mondiale, Bottecchia era nulla. Chi dice che faceva il carrettiere, chi afferma che facesse il muratore. Era — questo ò certo — un uomo di campagna, un uomo di fatica, uno di quelli eh ■ hanno la vita grama, la vita dura. Era il tipo perfetto del nostro manovale o bracciante rurale, Carrettiere o muratore, il suo destino era non diciamo il lavoro, che tutti si lavora, ma la fatica. La fatica dall'alba alla sera, accanto alla stanga della bestia, a fianco del carro carico d breccia, da caricare sul greto del fiume palata per palata, e da scaricare nei mucchi lungo la strada nazionale o provinciale, investita dal polverone delle automobili, o la fatica del portatore di mattoni, o del muratore per ore e ore ritto in piedi contro il riflesso cocento del muro. Non sentito mai dire da quella gente che sia stanca, che abbia un capogiro, che un giorno, per caso, si senta poco bene. Sono più duri della terra, più duri del sole, sono duri come la pie. tra. A forza di vivere fra gli elementi primi della natura, sono diventati come gli elementi. Sono piccole forze della natura. La pioggia li bagna, il sole li cuoce tranquillamente, senza che accada loro nulla. Uomo ed elementi sono tutti d'accordo, se la intendono. Non c'è incompatibilita fra loro. Quando questi manovali restano in patria, lavorano tutta la vita e lasciano, morendo, una serqua di figli. Non hanno altro da lasciare. Quando emigrano all'estero mandano a casa un gruzzolo ogni sei mesi e in capo a qualche anno riescono a fabbricarsi le quattro mura di una casetta e a comperarsi un campo. Spesso non riescono nemmeno a tanto: la febbre gialla, che è una cosa speciale, li prende senza riguardi e li porta via. La natura ha delle risorse anche contro i più forti. L'altra faccia della terra ha degli agguati tremendi. Ma il polverone della Crau "fa ridere un buon carrettiere italiano 1 E' quello che gli ci vuole per stare allegro, se ha la speranza, ir capo alla giornata, di guadagnare un biglietto di mille franchi I Mille franchi, una parola, per dieci o quindici ore di faf''.;a ! Il Giro di Francia, con una fortuna assicurata all'arrivo, ed ecco Bottecchia che una prima volta tenta il Giro di Francia, e arriva secondo; e l'anno dopo lo vince. E' il manovale, il campagnuolo italiano, l'uomo delle estreme fatiche, l'atleta da lavoro che ha corso e ha vinto. 11 Giro è fatto per uno di costoro. Salvo poche eccezioni, di grandi atleti più elastici che poderosi, i Thys, i Buysse sono anch'essi uomini di fatica, atleti erculei, che vengono dal lavoro pesante. Tuttavia non si vince un Giro di Francia con i muscoli soltanto. Ci vuole intelligenza. Bottecchia è intelligente. Ha l'astuzia, lo spirito d'osservazione, la memoria precisa del contadino. Bottecchia ha la passione della caccia. 11 cacciatore è osservatore. Non ved» solo la selvaggina, vede i luoghi, conosce le pieghe del terreno, ricorda, è furbo. La fuga di Bottecchia sui Pirenei è il frutto di un calcolo, è una cosa preparata a distanza, studiata sul terreno. E' la corsa vinta col cervello prima che coi piedi. Anno passato Bottecchia non conosceva il percorso. In una corsa di 5000 chilometri, il nemico non è il concorrente, è la strada. Anno passato Bottecchia non conosceva il nemico. Era la prima volta che lo vedeva. I falsipiani, specialmente, lo ingannarono. Non potendo misurare la ) strada non potò misurare lo forze. Commise errori di rapporto, perdette la vittòria per ignoranza del percorso. Quest'anno era pratico, C'ora stato. Era sicuro di vincere. Ha eorso da gran signore, come pochi vincitori suoi predecessori hanno corso, acciuffando la vittoria fin dalle prime tappe, non lasciandosela più sfuggire. Ila auto nelle tappe intermedie una calma silenziosa di uomo sicuro del fatto suo. Nell'ultima si è permesso di arrivare primo al traguardo, per una macchina, in onore della medaglia d'oro che portava e per dare, l'ultimo grande piacere a quelli del suo paese, di San Martino Collo Umberto, che ormai lo sapevano vincitore, ma lo volevano primo a Parigi. La sua il stata una eleganza squisita. In questo atleta di popolo c'è una finezza di garbo che piace e che compio il suo ritratto di popolano poderoso e instancabile, fattivo e di poche parole, incapace di esprimersi, ma tùtt'altro che incapace di pensare e di volere, di organizzarsi silenziosamente e dì riuscire. Mi torna a niente un particolare tisico della sua) struttura. Quando Bottecchia sarà tornato in Italia e farà la sua .apparizione nelle nostre piste, osservai.la caviglia: è di una meravigliosa finezza. Quella stessa finezza, non altrettanto visibile, ma altrettanto reale e naturalmente più profonda, Bottecchia l'ha sotto lo sguardo poco espressivo, nascosta nei più intimi congegni del cervello. Girardengo è un cittadino, ed è un furbo allegro. Bottecchia è stato fino a ieri un manovale di campagna : semplice, bonario, ma furbo serio. Fa piacere che nlibip vinto il Giro di Francia, non per quello che è il Giro di Francia, ma per quello che è lui. LAMBROS. L'ultima tappa (Servizio speciale rfelln • St m p • 0 Parigi, 21, mattino, La nuiilcerque-Parigl è una loppa importante non tanto per le difficoltà che i concorrenti devono superare, quanto per le vicissitudini che porta nella classifica. 1 concorrenti battuti sono ormai rassegnali all'inevitabile, c per ossi non presenta mal peripezie degno ili rilievo; ma essa serve per gli altri, a coronare gli sforzi del vincitori. Alle due ili ieri notte, partendo da Dunkerque per la quindicesima fatica, solo speravamo che l'occasione fosso offerta ad Armo por tentare l'offensiva personale coatro Luciano Buysse. Ma il belga, mentre tutti 1 compagni foravano, passava immune sui traiti rli terreno più traditori. Il cielo stellato e l'aria fresca promettono una giornata serena fino dalla partenza. I piemontesi furono I corridori non hanno fretta e impiegano 4 ore 21' per percorrere gli 82 Km. che portano a Boulogno Sur Mer, primo controllo di rifornimento. Pare che vi sin un premio di traguardo e Vertemati giunge buon primo; ma poco dopo paga il fio di quella imprudenza sullo sconnesso selciato con la rotlura della macchina, evitando miracolosamento un gravo capitombolo. Ora i concorrenti battono un passo assai vivo e poi ancora fortissimo. Sono Vallazza e Aymo che alternandosi al comando conducono il gruppo dal quale è scomparso Luciano Buysse, che si è momentaneamente arrestato. I legnanesi profittano di questo, ma il belga ingaggia l'inseguimento; tantoché al controllo di rifornimento d! Abbeville (163 chilometri), dove 6t arriva alle 9,36' egli passa con soli due minuti di ritardo. La fuga dei due piemontesi ha prodotto dei distacchi e da Abbeville, intercalati fra i leaders e Buysse, passano a breve intervallo Pratesi, Vaendel, Miege, Reiere, Luigi Emanuelll Janer, Garby, Toutzard. Dopo Abbeville Sala fora per la seconda volta, e Rossignoll 6l arresta per lo stesso accidente. Canova cade, contundendosi assai duramente il braccio sinistro. Aymo fora e interrompe il meraviglioso sforzo del piemontesi. Buysse sopraggiunge, mentre Aymo cambia il tubolare e, raggiunto il gruppo ripaga il rivale della stessa moneta, grazie all'aiuto di qualche consorziato: cioft scatta. Questo rianimarsi della battaglia porta a distacchi nel gruppo. Finalmente Aymo arriva sui leaders dopo 12 km. di duro inseguimento e con lui torna la calma, con grande soddisfazione della maggior parto del concorrenti estranei a quella lotta. Ghiaia e bucature Sulla salita di Poix si segnalano gli ultimi distacchi, perchè poi ti incontra la strada piana. Però interviene un'altra ragione di disgregamento del gruppo. Un u'atto inghiaiato si presenta; o.lcuni vogliono passare u piedi, altri in macchina. Quelli che rimangono in macchina, fra i quali Frantz, Gardy, Englebert, Cuvelier e Bottecchia, nello 6pazio di pochi metri sono appiedati da bucature, che però non hanno grande interesse, poiché i duo grandi antagonisti, Frantz e Bottecchia, sono fra le vittime. II passo riprende poi abbastanza veloce. Il gruppo di testa, forte di Alancourt, Bellenger, Buvsse, Thys, Tiberghien, Aymo, Mussolet, Vallazza, Dehr, Mottiat, Toutzard, Huysse, Bottecchia procede compatto. Siamo a 35 Km. da Beauvais, primo controllo di rifornimento della tappa. Frantz e Bottecchia 6ono coi leaders, L'andatura si fa ora più lenta, tantoché a Beauvais (24S Km.) il gruppo conta circa 30 unità. Sono le ore 13. Tre minuti di neutralizzazione, buffet. Sulla salita di Bois de Molle, a 20 Km. dopo Beauvais, Aymo fora una seconda volta e Buysse, che non perdona al < legnaneso » la sfuriata del mattino, fa appello ai suol amici per rendere duro il compito del corridore piemontese. Onesti deve inseguire nella polvere accecante delle innumerevoli e indisciplinote vetture del seguilo. Aymo, che fra i superstiti è uno dei più freschi, perii Km. insesue e poi agguanta il suo grande competitore, che lo accoglie con una franca risata e si rialza. In questa fase Englebert, Riche, Dehrs, Mottiat, Toutzard e Vallazza sono distaccati. Ma Aymo riconduco la calma e cosi anche i ritardatari hanno la possibilità di avvicinarsi. Ancora delle forature di Ilegy, Tiberghien e Alavoine, che però non influiscono sul ritmo della corsa, ed eccoci al controllo di Poissy (314 Km.). Lo scatto finale d! Bottecchia Nella mischia per la firma senza neutralizzazione, Vallazza perde contatto e non potrà pptItBtt121icgA!d più rimontino la lunga Illa delle ingombranti vetture, tanto più dia da qui fino al traguardo corridori e vetture stilano in mezzo alla folla, che a mala pena concerìe uno stretto passaggio ni corridori. Sulla salita del C.erf volatiti Aymo fu un tentativo disperato, failito però come gli altri, perchè su terreno troppo fucile. Questo ó l'ultimo episodio della corsa. 11 gruppo procode orinai In filo indiana. A circa 1OC0 mutrl dall'entrata del Pure des Prlnr.es, un ottimo servizio di ordine tiene sgombra la strada. Bottecchia, che duranto In giornata è staio tranquillo, pensando allo scatto liliale davanti ul pubblico acclamante 11 vincitore e davanti a centinaia di italiani pronti ad applaudirlo, ha uno stimolo fortissimo, passa risolutamento In testa o tira comò solo un campione della sua classo sa faro quando vuole vincere In voluta. Egli però si inganna circa la porta di cuIrata e questo errore lo obbliga ad un brusco arresto, che permette ad Alancourt di entrare sulla pisi» con una diecina di metri di vantaggio sulla maglia gialla, che a sua volta procede di altrettanto gli altri Inseguitori. Ma Bottecchia sul rettilineo opposto all'arrivo agguanta Alancourt, gli concede un attimo di tregua sulla curva, pot scatta irresistibilmente, assicurandosi, oltre la vittoria del giro, anche quella dell'ultima tappa. Le classifiche Ecco l'ordino di arrivo della tappa: l.o Bottecchia m oro W,4.V20"; 2. Alancourt ad una lunghezza. LS.o Alavoine, a quattro lunghezze, 4.o Frantz, 5.o Beckmunn, 6.0 Mullrr, ?.o Degv, 8.o Ridi, O.o Buysse, 10.0 Arnoult. ll.o Bollengcr, 12.o Thys, 13.o Englebert, tl.o Huysse, 15.0 Aymo, lfi.o Dhers, 17.o Cuvelier, lS.o Toutsard, tutti in ore U,!6'2(V , JS.o Standoert in H,47'*3", 20.o Vallazza in 1Ì,50'1U", 2.0 Tiberghien In 14.5.T18", 22.0 Mottiat in 15,1'19", !3-0 Hardy 17,7'35", 24.o Ferrara in 15,10'5-i"; 25.0 Pratesi in oro 15,22'20"i 28.0 Buffoni; 30.o Bianco; 33.o baia; 42.0 Cento; 47.0 Di Gaetano; lS.o Blio; co.o Emaniteli; 63.o Vertemati; 55.o Rosslgnoll; 50.0 Erba. Ed ecco ora la classifica generale definitiva: l.o Bottecchia in ore 22S,lu'SI", 2.o Frantz in S20,53'27", 4.0 Buvsse in 227,50'3i", i.o Aymo 227,S1' S", S.o Beckmnnn, In 2S,20'33", fi.o Multar in 225.ÌÌ3W, 7.o Alancourt in !S8,S0'J3", 8.0 BeIJenger in 220,13'3n", tl.o Huysse (l.o della li.a Cuteg.) In 229,16'44", lO.o Tiberghien in 2i9,23'2,ì", ll.o Thys in 220,33'45", li.o Cuvelier In 22f),40'6", 13.o Voilazza in 230,6'40", ll.o Alavoine 1n 230,14'6", l5.o Degy in 23l.S0'9", lO.o Englebert in ore 231,38'33f\ i7.o Pratesi (l.o dei turisti-routiers) in S31,38'32". Commenti dei giornali pariginiPer la prima volta un italiano ba vinto il giro di Francia, ed anche per la prima volta un corridore ha saputo mantenere, sin dalla prima lappa, il primo posto in classi, fica. Questa clamorosa vittoria del campione italiano j stata simpaticamente accolta, ed agli applausi entusiastici che hanno salutato l'apparire di Bottecchia sulla pista del Velodromo del Parco dpi Principi, sono da aggiungere 1 commenti dei giornali. « L'Intransigeant ■ scrive: « La vittoria di Bottecchia è giusta e meritata. In questo successo — osserva il popolare organo — tutto è simpatico: l'uomo ed il modo col quale questi hu guadagnato. Bottecchia porta la mugiia gialla, o per lo meno non ha ceduto a nessuno l'onore di portarla, dalla prima tappa in poi. Si è cosi assicuralo sin dall'inizio ti primo posto e l'ha conservato senza debolezze, con un'energia e serenità, che non si sarebbero potuto credere in quel piccolo uomo, modesto e taciturno; ciò che dimostra che egli possiede profondamente quolle due virtù che formano il fondo della sua natura. Fra tanti atleti nervosi, esuberanti, in preda successivamente alla collera, alla gaiezza, alla trtoia ed allo scorag. «lamento, Bottecchia ha sempre mantenuto una condotta calma e sicura. Poche volte I! successo ha sorriso ad un merito cosi evidente ». Come un fidanzato... Ecco poi come 1 due massimi giornali sportivi commentano la vittoria del campione italiano. Il direttore àoll'Auto, Degrange, il fondatore ed organizzatore del Giro di Francia, cosi si esprime: « La vittoria di Bottecchia soddisfa pienamente in me l'uomo sportivo, che deve sovratutto eforzarsi di essere imparziale in maU-ria di competizioni internazionali, il giovane muratore italiano è stato, incontestabilmente, il migliore di tutto il lotto di corridori, dalla partenza fino all'arrivo. 11 mig'iore all'Havre, perchè fu il più duro; Il migliore tino a Baiona, perchè fu il più saggio; il migliore nel Pirenei, perchè fu un magnifico arrampicatore; il più coraggioso nelle Alpi, ove difeso il suo vantaggio con li tenacia di un bull-dog; il migliore in seguito in piano, perchè fu buon tattico e ditese saggiamente l'anticipo che si era acquistalo. Questo piccolo muratore ragiona, vuole, giudica e risolve. E quale trasformazione egli subì dallo scorso anno! Egli si è condotto con il Giro di Francia come un astuto contadino con la ragazza che vuole sposare Egli gli ha fatto un'aspra e rude corte, ha lasciato tutto per conquistarla, ha rinunziato a tutti gli allori • Durante undici mesi egli si è imposto una magnifica ritirata prima di cominciare la grande impresa, quella di cui sognava dietro la sua fronte ostinata, dietro u suo naso di avvoltoio. Si è preparato per la conquista di quella bella ragazza e ieri sera e riuscito u stringerla in un gesto finalmente vittorioso. Non dimentichi però di conquistarla nuovamente. Vittoria italiana, vitto, ria latina, vittoria di fratelli che ci sono cari, vittoria che noi desideravamo non appena abbiamo visto che non potevamo più prenderla, vittoria sana, indiscutibile. Ed ecco anche l'occasione di citare i cinque corridori italiani che i nostri amici transal. pini ci hanno Inviato. Di questi cinque due sono scomparsi fin dall'inizio, ma quali glo. ie sportive ci hanno abbondantemente dato Brunero, il saldo campione italiano, e Aymo dal puro profilo di soldato romano, i cui tratti sembrerebbero dover servire per una definitiva e magnifica medaglia itallanal Vallazza rimarrà pure nella nostra memoria, per il suo bel coraggio. « Amici italiani: la vostra vittoria ci è cara, essa ci dà l'occasione di dirvi quanto vi amiamo; non dimenticate più di avere guadagnato con 11 vostro Bottecchia la più grande prova sportiva mondiale. Non dimenticate di ritornare l'anno prossimo più numerosl. Noi tenteremo certamente di disputarvi questa bella vittoria; ma voi sapete ormai che se il Dio dello sport dovesse coronare i vostri sforzi, noi applaudiremmo comò questa volta con tutto ti nostro cuore, e con 11 nostro ardore Ialino, la vostra no. velia vittoria ». Vittoria senza dubbi E l'Bcfto rf(?s Spnrt.s scrivo: «L'italiano Rolr tecchia ha vinto il lS.o (oro di Francia, dando cosi al suo paese una prima vittoria nella gigantesca prova che commosse le masse sportive turante quattro settimane. LItalia questo paese clic produce eccellenti rouliers da strada, aveva lasciato sin qui la Francia, il Belgio <•(! il Lussemburgo a dividersi «rii allori del Giro ili Francia. Qualcuno del suol campioni, tra I quali Girardengo, aveva Invano lentuto di strappare questi ollorl. Bottecchia è vernilo. Nel 1923 termina secondo. Quest'anno egli è il vincitore indiscusso con 3"j minuti d! vantaggio sul lussemburghese Frantz. « Vi sono stati degli anni in cui 11 vincitore del giro lasciava posto ni dubbio sin perché aven beneficiato di sventure toccate a altri sin perchè non strappava In vittoria che con leggero vantaggio, Niente di tutto ciò quest'anno. Bottecchia c stato alla testa della Classifica generalo do un cario all'altro dèi Giro di Francia. Egli ha condotto la sua corsa da maestro^ Egli ha abbordato 1 Pirenei soltanto con qualche minuto di vantaggio, poi fece una tappa Bujono-Luchon Indimenticabile, elio rimarrà negli annali dello sport, dominando 1 suoi avversari completamente. « Le. Alpi lo videro in apparenza meno brillante: ma In apparenza soltanto, poiché la grondo preoccupazione dell'intelligente friulano fu allora quella di conservare lo forzo e la bicicletta, Egli si accontentò di vivere sull'anticipo che si era assicurato. Quando vide che 11 6uo avversario più pericoloso era Frantz. quando obbe la convinzione elio il lussemburghese non si confesserebbe vinto olio ul Parco dei Principi, non lo « abbandonò » più. Un legume misterioso fissò la sua ruota anteriore alla ruota posteriore di Frantz E, desideroso dt vincere degnamente, giunse ieri al Parco dot Principi nella iii'imn tappa, terminando con maestria, Avri occasione di ritornare sulla perform-.t: :e di Holtocehln, ma voglio dire che egli ò un uomo di grandissimo valore, assolutamente completo ». La gara di nuoto L. BIssolati a ìrloma Koma. 21, sera. Con un culdo canicolare,, hu avuto luogo stamane in Tevere per il quarto anno la caratteristica guru natatoria che ha orinai qua tradizione; la gora Leonida BIssolati istituita nel 1921. Assistevano la vedova Bissolati, l'ox-presidonte del Consiglio Bonunii o un pubblico numeroso, ciie gremiva 1 tnùruglioni del Lungo, Tevere. Alle 9,45 i concorrenti si sono ij-uvati sul galleggiante della Società romano di nuolo per rispondere al primo appello; quindi 1 nuotatori in camion' si sono avviati ul ponte Milio ove hn avuto filoso la partenza. Alle 10,30 lo sturter lui dato il viu. Bngnusco e Giampiccoll sono balzati subilo In testa, ma Bagnasco hu assunto decisamente il comando, mentre. Gibello e Candelo occupavano rispettivamente il terzo e quarto posio. Le posizioni non sono mutate sensibilmente. 11 Bagnasco continuo la sua marcia, seguito da Giumpiccoli, che precedeva Candelo e numerosi altri. A Ponte Margherita, Bagnasco ò passato primo, con dieci metri di vantaggio su Gibello. Egli ha continualo innanzi a tutti con nuotate po. clorosissime, fino ul traguardo, clic ha tagliato per primo ulta 10,50'40'', fra gli applausi della folla, A venti metri di distanza 0 giunto Gibello. che precedeva di cinque, metri Glamplccoli, il quinta era seguito a dieci metri da Candele. Ecco l'ordine di arrivo: l.o) Bagnasco Giuseppe del Centro Educazione Fisica di Spezia in 29 minuti e 40"; 2.0) Gibello Antonio della Liberty Foot Bai Company di Duri a venti metri; 3.0) Giampiccoll Mario della Società Sportiva Edera di Trieste n cinque metri; 4.o) Candelo Renato della Società romana di nuoto. Degno di speciale menzione ft il Candelo, di soli tredici anni, che ha lottato coi migliori nuotatori italiani, ed è arrivalo quarto ed appena una cinquantina di metri dal vincitore. ' Le coppa Challenger del Duca d'Aosta 6 passata per un anno al Centro Educazioni Fisica di Spezia, però con riserva avendo il Bagnasco, primo arrivato, fatto reclamo, non avendo 11 Comitato dell'Educazione Fisica di Spezia dato 11 permesso di partecipare alla gara ed avendola egli fatta a suo spese.