Indiscrezioni

Indiscrezioni Indiscrezioni t Dei Centenari, nessuno ba colpa. Non si può impedire a un secolo d'avere cento anni. E' una cosa ben noiosa, però... Ohe poi i Centenari si trasformino in Apoteosi, questo ò troppo ». Le 'parole sono di Renan, ne, a farlo apposta, ebbe il febbraio scor» alia Sorbona una dello più frigide celc'brazioni, senza comtaro le migliaia di articoli agghiaccianti che la precedettero, la accompagnarono e la seguirono sui vari giornali d'Europa. Per fortuna Alessandro Millerand, allora presidente della Repubblica, assisteva con l'aria più annoiata del mondo. E c'era anche Crostone Doumcrgite, ^ià fiero fin d'allora di essere soltanto precidente del Sonato. Ed assisteva la trinità hiinisteriale Leone Belarti, Yves Lo Trocquer e Paolo Strauss. E poi lo stuolo d<=gli accademici ventosi e dei .filosofi sesquipedali. Maurizio Croisct con un filo di voce pronuncia un coraggioso discorso. Quindi Ettore Pais t vecchio pettegolo dalia barba di patriarca • pronuncia per l'Italia un discorso non nella lingua di Eante — ohe non isi dice più — ma in quella, come si dice ora in Francia, di Pirandello. L'uditorio riuscirà a capire soltanto questa frase più e più volto ripetuta: <r Ernesto Renan... » E' fragorosamente applaudita. Parla ancora Barrès, con una voce monocorde, artificiale, defatigante. Infine, per venire alle corte, Alessandro Millerand si alza e chiude la seduta con uua specio di suntcrallo della medesima. Renan c vendicato. Io credo che il pubblico di tutto il mondo, soverchiato ormai da tante panzane a-|x>calitt.iche e scettico per definizione, adorerebbe una cronaca fatta a questo modo ìche, per debito di modestia, debbo dichiarare che non c mia. E' la cronaca anonima 'dell'anno politico-accademico, lotterario-teatrale 1923 in Francia (Le Gazeticr liuéraire. Ed. Crès, Parigi). O, per meglio dire, c una bizzarra collana di ritrattini c vignette in penna dei più cospicui uomini d'oltralpe. La penna c stata volta a volta intinta nell'aceto e nel limone, qualche volta nel fiele, raramente nell'inchiostro, se non per lasciar cadere qualche goccia sullo sparato, sul cappello e magari sul naso degli illustri rivelati. Letteratura corrosiva. *"* Alcune istantanee d'uomini politici. Poincaré. 11 Guzctier non pretendo di svelare i segreti del Quai d'Orsay attraverso l'uomo <U Stato lorsnesc ; ma fornisce curiose indiscrezioni sul suo cappello. Un cappelluccio che il 16 aprile 192o (giorno in cui il Presidente del Consiglio si recava alle elezioni dell'Istituto) era già un cattivo cencio di un colore fra il grigio e l'indefinibile, riappare il 15 novembre, alle eiezioni dell'Accademia. Poincaré potrà aspirare forse alla rieouoscciiza postuma della Francia, ma nciu a quella dei cappellai. Inoltre chi pretendesse di giudicare il conservatore dal «lopricapo, avrebbe da sfruttare un argowibiilo ad usura... Barthou. Commentatore degii amori uooolari di Vitto- Rugo e ministro della Giustizia, ostia « Severità c Frivolezza ». Sempre ueìla famosa giornata dell'Istituto, egli rincorre Eugenio lìrienx, che sta per valicare la soglia, 1j prende per il . braccio c I l'obbliga ad arretrare di qualche passo per. posare con lui davanti all'obbiettivo dei loto-reporters. Fooh. L'ex-idolo militare di Francia appare come un vecchio dignere in, tuba, cha sbadiglia alle cerimonia ufficiali. Ma il ttttrvo dell'antico soldato si rivela. Udito questo anodicio. In, giugno, per ottonerò il vóto accademico di l'odi, ii buon Edoardo Eslaunjé, romanziere di professione, si reca divi maresciallo e si trova naturailneute iti j>resenza d'un siguoro assai malo informato dei suoi lavori. Estauuié cimili! r,i i suoi titoli, quelli dei si:;:i romanzi e il maresciallo li annota via via sopra un notes. Quando Estaunié ha finito il graudo soldato si leva, e degnissimo: — Bene, signore, die?* assumerò informazioni. Infine un aito predato: il cardinale Dubois, arcivescovo di Parigi. Figura rotonda, pesto rotondo. Vi invita ad entrare. Si odono trs pendole sonare in altra stanze, contemporaneamente, la ora. Nel camino brucia un bel fuoco di legna. Egli vi conduce presso la fiammata, vi t'a sedere e siedo in una elegante poltrona di fronte a voi. La eonversuzione s'inizia come nel salone d'una dama attempata clic conservi gii usi di cinquantanni fa. Ed ecco a completare l'illusione, là, sul camino, dietro un candelabro, un sacche-Ito di biscotti al cioccolatte... #"* Ma il mondo dei letterati e degli artisti così detti puri, è infinitamente più spassoso. Qui non ci sono le riserve e i freni della politica o la tribù letteraria può agire liberamente. Es6a costituisce una folla di mezzi tipi e di macchiette, elio si sparpagliano un po' fra le Accademie, le cremerie di moda, gli sgabuzzini dei librai e le pseudo-taverne fluviali. Ci si muove tra paraventi dubbi, anfratti e boschetti: si cammina su terreni più scivolosi delle bucce d'arancia. Ambienti magnifici per le imboscate, i tiri mancini, i trabocchetti. Questo ò il mondo deiriutellettualità e, Dio non voglia, dell'idealismo estetico. In sostanza c'è una lotta affamata intorno al Janaro, allo scanno con stipendio, al primo premio. Prevale il concetto sportivo del rècord. Ma soprattutto sono straordinari i giovani letterati (fra i giovani anche i ringìovani tipo Gido o Paul Fort) ebe dovrebbero dare la stura alla nuova lettsratura dopo il conflitto mondiale. Essi hanno piuttosto l'aria di gente che inventa ogni mattina una vernice nuova per le unghie. Il romanziere Béraud, l'ex-fornaio pancione, si accapiglia spesso con il piccolo e ealamandrino Gide, che in Cori/don ha dato ora il capolavoro della omosessualità. It Uovo duro, rivista spregiudicata, accoglie la bega. E Coèteau coi suoi coctoisti? E Morand coi suoi morandisti'i In maggio jl premio dell'» Amicizia franco-americana » (7000 franchi della generosa mistress Florence Kesp) mette alle prese da una parte gli... uomini e dall'altra... gli altri. Cioè da una parte i signori Giraudoux, Valéry, Labaud, Paul Morand che votano per Filippo Soupault (Cameade?) e dall'altra Cocteau, De Lacretaile e Max Jacob che votano per il piccolo Radiguet. Vincono questi. E Cocteau telefona al suo giovane protetto : — Sta contento, bebé, sei tu che hai il premio. Letteratura da mammella o da biberon. Ora il piccolo Radiguet, poverino, è morto. Le sue balie letterarie non gli hanno portelo fortuna. #*« Pierre Loti. Farce seimila... Ma le indi<#orezioni sono carine ed hanno ancora il tsutLLdacfPsTlealEd1CLptuta«rdèllcsacdsvaadlNmznMuabddbitqo1gzcqIvmgsisRRtavppmvIsgpvfvgdnlpMdIegdhsvqm merito di ripresentarcelo vivo, con tatti i suoi pregi e tutti, tutti i suoi difetti. Si comincia a sapere cho lo famose Désenchow tecs, protagoniste del noto romanzo, vissero e furono presentate a Pierre Loti in un lontano 1903 come turche della migliore turcheria. Ahimè, si viene a concludere ohe Loti fu turlupinato. Le eroine del libro di Loti erano più francesi che turche. Figlie d'un burocrate del Ministero degli Esteri a Costantinopoli, non avevano dell'harem che un ricordo atavico e certamente gli preferivano i diplomatici europei di Stambul. Povero Loti ! Sembra del resto che tutta la sua vita sia stata mistificata. Perfino la Turchia,- la tua Turchia gli ha riso dietro le spalle. Il Gazeticr a "questo proposito annota : . Il frii/r/no 1923 : Si apprende alle 3, nell'ufficio del signor Do P... al Ministero degli Esteri la morto di Pierre Loti. De P... ricorda olio le esigenze della Turchia a Losanna, 10 suo pratese su Ada Kalò, la concessione Chester ecc., avevano molto impressionato Loti ed era lui che aveva redatto di suo pugno (cosa eccezionale, giacche da molto tempo rgli si limitava a dettare) la lettera urinate .'■'airìrr e nella quale i « cari amici turchi j) erano messi in guardia contro certe aberrazioni eli" avrebbero potuto condurli a « concedere tutte all'Inghilterra e tutto rifiutare alla Francia». — Lóti, spiega De P..., ebbe allora una delle più gravr"delusioni della sua vita. Gli è che, in sostanza, egli conosceva male quello paese e non aveva vissuto in Turchia che dello oro digestive... E De P... aggiunge dopo un silenzio: — Poche, ore. d'altronde. Loti ha visto soprattutto la Turchia dal mare... *"* Ma i! più grazioso fatterello, che sombra aver suggeriti lo spunto delia Presidentessa, c quciìó raccontato dal jioeta Bruant sul defunto pittore Toulouse-Lautrec. Una sera egli diede un ricevimento in casa sua, via Fontuin?. Non avendo nò moglie nò amica che facasso gli onori di casa, Lautrec appigionò una bella donna da trivio e, addobbatala convenientemente, le confidò l'incarico di ricevere personalità e dame. Non soltanto la suburrana fece compitamenta il suo dovere, ma raccolse l'ammirazione e i complimenti di tutti gli intervenuti. Compress lo donne: che è tutto dire. Ma Latti ree, Bruant, erano gii epigoni di una generazione che aveva dello stile, senza averne l'aria. Oggi, sono tutti geni. Non ri può chiudere la lettura dell'amabile o Gazzettiere » senza rivelarne la nota drammatica. Ce; a proposito della morto di Sarah Beruhardt. La scena sta tra il buffo c il tragico. Sembra impossibile che intorno a una agonia possano volteggiare tante cretinerie. Sarah Beruhardt. sta dunque per morire. Un gruppo di persone di ogni paese arriva alla pòrta di casa. Si tira 11 campanello, che — por il colore — è un giglio in ferro battuto. Un domestico anziano, grave, dal cranio bizzarro cho ricorda'per la sua conformazione piramidale quello ài Luciano Guitry. viene ad aprire. Il dottor Marot, medico di famiglia, interviene, saluta, spiega. E' un uomo elegantemente vestito di grigio, la barba ben tagliata a punta, con un non so che nella fisionomia che ricorda Etirioo Lavedan. Sarah i-la moito male. Nessuna speranza. Viene sorretta a punture di morfina. Maurizio Restalid, figlio di Edmondo Rostand e di Rosamonda Gerard (un poeta e una poetessa) egli stesso poeta, autore della Giuria, noto anche perche porta sempre i tacchi alti, viene a prenderà notizie parecchio volle. Ogni volta cambia abito. Verde, nel pomeriggio ; bruno, verso sera... Ma sempre, ccn scarpe dal tacco Luigi XV. Mormorii di ammirazione lo salutano ogni volta: j Com'è bella n. Misteri di Parigi. I giornalisti fanno reca a per sapere approssimativamente l'era del decesso. Un piccolo gatto nero viene a leccarsi davanti alla porta, a Segno di morte! » esclama una vecchia signora che, seduta, piange in un fazzoletto cho dev'essere in attività di servizio da parecchio tempo. I reporlers fotografici prendono l'istantanea del gatto. Si dice ohe si chiami Cammei. Alle 16 il canonico Loutil, in letteratura Pierre l'Ermite, lascia i! domicilio di Sarah. Egli ha appena propinato l'estrema unzione, alia moribonda. Mentre gli demandano notizie, egli risponda in te no seccato : — Le troverete uel Temps. Un'ora più tardi Sarah entra in coma. Infine a uotle fatta, il dottor Marot, l'uomo elegante in pizzo, viene ad annunciare ai giornalisti : — Signori, sarei desolato che voi attendente più a lungo. La signora Sarah Beruhardt si è appena spenta nelle braccia di suo figlio. Tutto è teatrale. Un'auto si arresta davanti alla casa. Reca dei fiori. « Già... » commenta l'anonimo autore, del quale cerco il nome presunto nella mia memoria. Forso rumorista Curnonsky? CURIO MQRTARI. StqaSzJtmgrStbldpsoèszbvebfcd