Ecce Homo

Ecce Homo Ecce Homo PARIGI, Luglio. Un libro scritto in Germania, tradotto in francese e preceduto da una prefazione datata da Firenze possiederebbe già requisitsufficienti per meritare la qualifica di europeo. Ma europeo questo Opfergang dFritz von Unruh lo è principalmente per la sua commessa sete di fraternità umanadi concordia fra i popoli. « Perchè lasciarti varcare le soglie della terra natalo? i, esclama l'autore nell'accomiatarsene. t Perchè una cosa ci lega tutti: il sangue. Perchè tutti siamo figli di una medesima Madre: la Terra incompresa. Perchè tutti siamo figli di un medesimo Padre: lo spirito incompiuto. Perchè tra la culla e la tomba non viviamo tutti ee non una sola vita: ecco perchè ho fede nel tuo cammino. Ecco perchè spero che il tuo canto, il canto del tormento comune, verrà inteso nel suo messaggio, siccome, da una parte e dall'altra, di là dal volto ghignante e irrigidito dell'odio, eranvi ancora uomini che si cercavano ». E più innanzi: c Otto anni sono passati. I Cavalieri dell'Apocalisse stanno ancora in sella per ogni dove ; ma la loro scomposta vigilanza non ha prevalso sulla nostra risoluzione; non sulla mia, non sulla tua, non ra quella di quanti sotto le granate del Mort-Homme alzarono l'anima a Dio, tra le foreste di radici ! E come potrebbero, o oompagni, soffocare la nostra Fede? Noi vediamo la meta, per lontana che sia; ve-diamo la luce, poiché la portiamo in noi. Andate or dunque per la vostra strada, lettere e sillabe; cercate quella tenera e ■veglia cosa, là dove respira; afferratela, ravvivatela, recatele la certezza di non essere sola, ohe già essa si foggia il suo avvenire anche dentro coloro che la ignorano... 1. Nel momento in., coi, buttate da canto asta e lorica, quasi miracolosamente la Francia ritrova l'antico sembiante di Minerva e torna a incoronarsi di ulivo, all'indomani del giorno in cui, ospite del Circolo Letterario Internazionale di Parigi, l'autore di Opfergang siede fraternamente a mensa in mezzo a scrittori francesi ed italiani — tra i nostri, G. A. Borgeee ed E. Castelbarco — è bello ricordare, eia pure in una modestissima cronaca, il libro che questo poeta-soldato di Germania ha dedicato all'albeggiante coscienza dell'unii» europea. Gli espressionisti, che nel von. Unruh salutano da quattro o cinque anni il proprio maestro, meriterebbero già in alto grado, come artisti, la simpatia del critico pel loro interessante tentativo di condensare letterariamente, grazie alla sostituziono dello scorcio prospettico al profilo lineare, la più gran somma di volumi e di .intenzioni nello spazio più breve. Ma un titolo non meno nobile essi posseggono alla simpatia di tutti: la fiamma di affratellamento europeo circolante dentro la loro «rte. Mercè questa giovine scuola, la Germania bardata di ferro ha visto spuntare dalla propria aridità il fiore di una sorta di rinascimento cristiano. Allorchè, stanco di ringhiosa solitudine, l'uomo bì volta in cerca dell'uomo e Cristo che gli viene incontro. Quello vero, s'intende, Clemens. personaggio sotto i cui tratti non è difficile riconoscere lo stesso Fritz von Unruh, trova Cristo errando tra le rovine di una chiesa di faccia a Verdun, dove il suo reggimento aspetta con gli altri l'ora di andare all'attacco. < Attraverso il portale muggivano le ramaglie dei pini, agitando intorno alla cappella una luce deserta; egli volgeva lo sguardo verso il grigio universale, quasi fosse stato l'ultimo uomo e dopo di lui non restasse se non putredine sulla terra, c O incatenato! », e si inchinò verso una immagine del Redentore sotto gli oltraggi. « Non ci hai Tu promesso il Regno dei Cieli? Vedi e contempla questa Terra ! La demenza colpì tutti gli uomini. Se Tu vivi, morto, alzati ! Tu che fermasti il mare, allontana questo diluvio. Gridalo con noi, che lo gridiamo di ora in ora, che questo inferno si ritragga da noi ! Leva lo scudiscio ! Libera il tempio 1 Ah ! Mercanti e barattieri fanno un turpe commercio delle anime di questo mondo! ». Urlate, le sue parole echeggiarono sulle tombe e svanirono in lontananza ». Cristo non risponde nè si muove. E' il rimprovero fattogli di recente nella prefazione alla ristampa del suo Christ et la Patrie da uno scrittore francese, il GriUot de Givry, bollando come la peggiore delle eresie l'odio fratricida che sotto colore di patriottismo anche la Chiesa ha santificato. Gli uomini, soltanto attraverso i quali è dato a Cristo di vivere, non sanno e non capiscono. Ciechi e sordi, essi somigliano ai personaggi freugheliani di quest'altro suggestivo episodio di Opfergang: c Non lungi da loro, sotto la neve, accanto a un Crocifisso, Btava Kellner con due feriti : un cieco ed un sordo, che il maggiore aveva fatto uscire dall'ospedale per scaldarsi al sole di mezzogiorno, t Vedi il fuoco tambureggiante? », chiedeva il cieco. Kellner accennò: t Terribile, terribile! Ne piove ovunque! Villaggi e boschi fumano! ». E ricominciava, con una pietra della strada, a picchiare meccanicamente sui piedi del Crocifisso, c Su che cosa batti? ». c Batto, batto ». Di lì a un istante c un soldato accorse gridando, e disse a Kellner: « Finitela di picchiare ». * E' quel ohe penso anch'io. Ma dovreste fare altrettanto voi pure. Così le gambo resterebbero fissate al legno. Con lo spostamento dell'aria, i chiodi non tengono più ». « Non dite sciocchezze », e se ne tórno verso il posto di comando del generale. Kellner scosse il capo e tolse le bretelle. Se ne servì per attaccare le gambe al loro sostegno. < Non istà bene, insomma, lasciarlo pendere così per aria... ». La guerra stava per schiodar Cristo dalla croce. Ma l'uomo riconfioca nei poveri piedi piagati i vecchi chiodi rugginosi che vogliono schizzar via. E in quest'atto, che riassume nn mondo, non c'è nemmeno della crudeltà, c'è anzi un senso di pudore commovente, il solo di cui l'uomo sia ancora capace: quello delle forme e delle formule, quello delle tradizioni. Fritz von Unruh ha raccolto sulle pefcfaje sanguinose di Verdun, ultima creazione architettonica dell'idea romana, un ramoscello, un filo vene, non meno tenero e debole e sperduto di un vagito in fondo a M* groppi4- Potete ritrovarlo fra le pagine idei suo libro. Preis, tamburino della compagnia, dopo la presa di Beaumont risale in cima al campanile dove ha ucciso a colpi di tamburo sulla testa un francese che tirava di lassù. « E suo petto era oppresso. Dilaniato da sentimenti contraddittori, scivolò in chiesa. Si fermò in cima al campanile, davanti al francese morto, fregò uno zollino e guardò, •Ila effimera luce, il viso scomposto dal suo ■amico. Cascando a ginocchi, accese un seTondo fiammifero. « Buon Dio », e per la terza volta fe' lume, * quel che hai fatto tu, piccino, » e gli prese la mano, « lo avrei fatto io pure al tuo posto. Dammi 'a mano, piccino >. L'odor di arsiccio e di sangue passava di nuovo tra lui. e il morto. Egli posò timidamente sul suolo la mano di questi. . Buon Dio, io non so spiegarlo, 10 spieghi un altro; ma c'è qualcosa che non è chiaro ». Riprese con ansietà il cerchio del suo tamburo e rientrò nella navata ». A poco a poco, il qualcosa che non è chiaro, l'idèa cristiana nella sua purezza originale, si appalesa a questi uomini che rivivono per conto proprio la passiona di Cristo, suscita nei loro cuore la speranza di riviverla per conto di tutti. « Veggo nel- 'avvenire », dice Clemens, « o mentre posava una gamba sulla panca il suo sguardo errava sulla vallata, coi suoi pascoli, rossi ancora dell'autunno precidente, e il suo fiumicello t E bollo quel che io veggo nell'avvenire ! Un gran sole di là dalle nuvole. Ma fino ad esso, fino ad esso ! Attraverso quali burroni! Attraverso quali fangaie ! ». Non importa : tutto, anche il totao incendio dell'Europa, purché dalle sue ceneri l'uomo possa rinascere. « Dobbiamo forse restare schiavi in eterno? L'anima non avanza essa a grandi passi attraverso secoli? Debbono forse governare gli scheetri? Se sradichiamo gli alberi dove si annidano i vermi perchè non potremmo scrolare dentro di noi i confini che ci rinserrano? Credete "che'tutta questa gioventù, lì davanti a noi, possa morire per nulla? Cho 1 suo spirito luminoso non debba sanguinare se non per conquistare un po' di terra? Non sentite, finalmente, che noi moriamo in una comunione ineffabile, nello spiito di una grande fraternità umana? Ah, non_ la terra si tratta di conquistare ma 'anima nostra; e che ci importano le forezze o le spanne di terra? Se il mondo è marcio e la sanie gli rode le viscere, ch'eso , bruca intero. Voglio esser io il. primo a gettare torce fiammeggianti in questa fossa di marciume ! Che il corpo torni tempio dell'anima ! Se Verdun dovesse incarnare questa promessa, ohe ogni mano si armi tosto, senza distinzione nè pietà! Che la prudenza scoinpaja! Poiché prevedo l'avvento di una schiatta più possente ! Ognuno lo sente oggi come me. Tutti tacciono ancora, ma testo la più forte delle dighe non saprebbe rattonerci senza crollare. Ridete dunque, il giudizio si avvicina, poiché se non fosse in gioco U luce dello nostre anime, o popoli della Tana, allora tutto ricadrebbe da so in polvere ! ». Direte che queste sono ormai idee di altri tempi, sorpassato. Infatti. L'erba cresce sulle rovine, ì fiori ridono sui tumuli e i Cristi, ridipinti a nuovo, sanguinano daccapo zucchero o miele sopra gli altari... « Clemens? i>. * Capitano? ». « Mi pare chy ili questo burrone anche la nostra ragione si smarrirà ». <r No, si rischiara, sapita.no ». * Si rischiara? ». « T nostri nervi sono sovreccitati ». « Possibile. E se fosse vero, Clemens? Che faremmo, allora? Se potessimo portare indietro nel nostro paese la luce"abbagliante di quest'ora, nelle case non rischiarato se non da fumose lanterne? ». Egli riso con amarezza, «t Chi potrebbe sopportarne lo splondore? Potremmo noi allora vivere di nuovo gli spiccioli del la vita? Clemens, ci chiuderanno le porte in faccia, ci sciuperanno tutto, finché la rivolaziono di questo burrone sia scordata nella stanchezza e nel disgusto »... I fatti hanno dato ragione al presentimento di Fritz von Unruh. Ma la semente non dà frutto in un giorno. E por chi aspetta il giorno della vendemmia fe bello curvarsi sullo pagine palpitanti di questo messaggio fraterno che un tedesco di buona volontà invia agli uomini di buona volontà di tutto il mondo. Cristo, quello vero, affaccia dentro di esse il proprio volto incoronato di spine. Ecce Homo. CONCETTO PATTINATO