La difea di Carlo addossa ad Agostino ogni responsabilità nel delittos

La difea di Carlo addossa ad Agostino ogni responsabilità nel delittos Il processo dei itateli! Cogo La difea di Carlo addossa ad Agostino ogni responsabilità nel delittos Alle ore 8,10 il Presidente conte Messea dichiara aperte l'udienza. Gli imputati già tono nella gabbia. Giacinto ci appare come congestionato. Carlo è invece pallidissimo, quasi cereo. Come il fratello maggiore 6i nasconde il volto colle mani, e con un movimento nervoso ora si preme la bocca ora gli occhi. Agostino, come sempre è tranquillo. Ha attitudini tra l'estatico e l'assente. Ora volge lo sguardo al Presidente, ora ai giurati, ora al pubblico che è pigiato nella tribuna, anche stavolta straordinariamente affollata, ma nessuna traccia di emozione sul suo viso. In nn gorgo di tragedia n Presidente, da subito la parola all'avvocato Giorgio Bardanzellu. Breve, concitata la sua premessa, e solo per precisare la posizione di Carlo Cogo di fronte al suo passato. Dice: « Non so se le forze mie sono adeguate al compito che mi è stato affidato; certo è che il giorno in cui la fiducia dell'illustre collega aw. CavagUà, ha voluto che io fossi al suo fianco, come un luogotenente rispetto al suo \ generalissimo, ho penato. Mi sono avvicinato a questa enorme, misteriosa, tremenda causa col cuore in ansia; e a mano a mano ch'io mi addentravo per tutte le vie, per tutti i sentieri di essa, io sono stato preso come da una lébbre che dura ancora. Cittadini giurati! Si tratta della vita di un uomo (parlo di chi in modo particolare mi Interessa, io difendo Carlo Cogo), si tratta della vita di un giovane, travolto in un gorgo di tragedia, stroncata in un attimo, in tutte le sue speranze, in tutte le sue promesse; il passato e l'avvenire distrutti nel tremendo presente ». Premesso questo, entra di colpo nell'esame tìella causa : « La prima cosa che io udii, quando mi occupai direttamente della causa, fu • Si tratta di un reato di famiglia ». Ma perchè — dico io e dicevo — perchè questo preconcetto aprioristico? Perchè una quantità di persone interessate, appena avvenuto il delitto, per motivi d'odio, di vendetta, ha creato tutta una leggenda intorno ai rapporti deila defunta damigella Coso col fratello, coi nipoti. Abbiamo visto qui quali erano ques.e persone interessate, quali i motivi del loro modo di agire, ed abbiamo udite le smentite recise, nette dare alle loro affermazioni mendaci, da persone superiori ad ogni sospetto. « 11 Presidente fin dalle prime battute di affermò che il delitto tu questo processo KAr^E' Déne''=ettef \ « nntrimmio del commesso per accrescere__U patrimonio^ aei, notaio oia meno W>g% r. subito che il notaio Cogo non/" lfl f,11^ io! come dapprima si credeva e quindi il delitto non fu commesso per rientrare in P0sa"*? | del patrimonio famigliare. Vi furono è vero contrasti di interesse tra la signorina Caro: lina ed il fratello, ma essi non mutarono ma» i rapporti cordiali ed affettuosi tra i nipoti e la zia. I nipoti rimasero sempre estranei ad ogni lite famigliare. La contessa Mollassero dice : Mi risulta che il notaio Giannetto Cogo non metteva i figli al corrente degù affari di casa; ed in udienza ella conferma: 1 ragazzi noi. sapevano nulla ilei contrasti fra padre e zia. La zia d'altra parte non aveva mai nascosto le sue intenzioni. La Perassi Caterina moglie Fabbre dichiara in udienza: La Cogo diceva che la roba che era dei Cogo doveva rimanere ai Cogo. Marchisio Guido ricorda essere stata sempre idea della defunta Carolina che i beni stabili rimanessero in famiglia. Margherita Almaretti aggiunge che la Cogo tutte reni lo aXil^^^nió'S addato ... « nm-tncitn rioi tostiiinpntn , .. ! ch<ì intendeva, ricavare .dalla ven-lita della cascina Revello — crebbe slato in-1 ;estalo ai nipoti, restando a lei il vantaggio li percepire un maggiora interesse. Alia,suol figli dato dita testalo di per... Bordon aveva disposto di lasciare le sue economie. Anche ultimamente, nel periodo dei magsiori contrasti, dopo le terribili insinua; zioni delle Lorenzntti, circa il tentativo di furto in Barge, la zia Carolina non muta le sue disposizioni testamentarie, e. dice alla contessa Menassero parlando del fratello: «Clip ©osa vuol di pi fi? Lo sa che sono disposta a lasciargli tutte le mie sostanze! ». La prediligono per it figlioccio Questa intenzione è confermata inoppugnabilmente dai due testamenti: quello del £2 marzo lfXtt, in cui Don Rua è si nominato erede universale, ma ella lascia ai nipoti la proprietà della casa detta del Teatro, tutti i . terreni da essa posseduti in comproprietà con -, ogli zii e tutti i diamanti di famiglia, ed ag- £ngiunge esplicitamente se nel tempo che de-1 ^tltttl'ma nomina /nipoti. Carlo, suo fi, AÌetto, oltre la parte Jè particolarmente ri di tutti i suol beni i I Jfiglioccio, il nipote predi-1 ■ di eredità che gli spetta. F,.=.,.,.,.> cordato in tutti e due i jtestamenti. Nel primo: Lego in particolare a Carlino perchè mio figlioccio un anello con ^.diamanti a sua scelta ed un orologio a re 6montoir. « Nel secondo (19211: Lego al mio figlioccio few. Carle un orologio d'ero a ripetizione Tintico, più lire tremila per mio ricordo. t Ne deriva che qualora egli vi abbia mai pensato — non vi è in tutto il processo una parola in cui egli dimostri nei confronti della zia o di altri una passione dì lucro od un calcolo di interessa — qualora Carlo vi abbia pensato — dico — non poteva aver dubbi sulla eccezionale disposizione della zia p. favorirlo. Qui non siamo nel campo delle induzìonl o delle stinposizioni. Abbiamo degli scritti e delle deposizioni testimoniali: Ma voce delle cose e quella delle anime, enp'"émbe costituiscono una prova esauriente di quanto sopra è asserito. « Ricordo le deposizioni più significative : Contessa Menassero: Carlino era il nipote prediletto; Perassi: La zia soleva dire • Carlo ottiene da me tutto quello che vuole »; Marchisio Guido: .Carlo specialmente mi vuol bene»; Aimaretti Margherita: La zia parlava di Carlo con molto entusiasmo e quasi con commozione; Non è possibile sminuire il valore delle concordi testimonianze di tutti i testi: di difesa e di accusa, con i pettegolezzi portati in causa da Gemma Molineri, alla quale perdono, in omaggio alla Bua grazia, le piccole malignità, nel nome della Provvidenza divina e di quella torinese... Tutta la vita di Carlo, o signori giurati, è li a dimostrare eon episodi di suprema gentilezza il reciproco sentimento di afletto che legava la zia al figlioccio. Egli naeoe 11 86 giugno 1893: ed è la zia che regala il corredino, è la zia che veglia sulla sua salute se cade ammalato, è la zia che lo accompagna e sorrege nel sentiero della sua giovinezza, è la zia che con materno amore lo aiuta nei suoi studi, seconda le sue inclinazioni alla pittura, e che terrà tanto caro en arazzo che egli le offrirà da ntenerlo in camera accanto a quello della Madonna, è la zia che gli dà lezioni di inglese e si prende tanta premura della sua istruzione che vorrebbe non ne perdesse nessuna! Egli • tempre in cima ai suoi pensieri (lettera M maggio 1918) e trema pensando al perìcoo che egli deve affrontare in guerra. Ella 811 scrive : « La mattina appena mi sveglio primo ricordo che si ridesta è il tuo nome, perchè quando mi addormento è sempre l'ulfano a evanire. ' « Ed altrove: Povero Carlino! Ora 61 che la ragazzetto devi veramente diventare un Some coraggioso! Ma almeno quando ritornerai a casa avrai tante cose da raccontarci ti ascolteremo con ammirazione, tremando pel pericoli da te corsi e felici nel vederti campato. Ed in questo empito d'amore che non si smentisce mai e che non può menti— si dissolvono anche i vecchi rancori. E' 'atti il notaio che porta le lettere alla soCarollna. « Tuo padre è venuto a porun'altra tue lettera. Io prego sempre ttlgsUdbCtzeimqmcg1dsgPccèccsnclenscabstncauslasAtuchinèmsbmpmimctrnl'p—Ln diià me sire un ca ne. ai a te ne vaa sal per te meglio che so e tu che nella tua solitudine sei più vicino all'infinito prega lo Spirito perchè ti protegga!». « Signori giurati 1 Si vuole parlare di delitto famigliare, si vuole costruire l'accusa sul tema dell'odio e dell'interesse ìjuando esistono documenti di quésto genere? .Si legge nella requisitoria del comm. CrostaCprti : • La malevolenza del fratello ere* nell'ambiente famigiare un'atmosfera di antipatìa, di avversione, di astio, di odio cosi intenso che lentamente respirato dai tigli del notaio Giannetto Cogo allora bambini ingigantì fatalmente col crescere degli anni e degenerò in desiderio di vendetta. Lo etato dell'animo loro divenne sempre più amaro e tormentoso ed il vedere ad ogni incontro la zia ahorrita, il dover conversare con lei, il variarle accumulare beni, furono per l'animo loro continue trafitture Tutta questa lenta saturazione d'odio ebbe il suo epilogo L P nella notte fatale del 5 dicembre: cosi afferma l'accusa. Si è voluto, o signori giurati, inventare per i Cogo una specie di romanzo zollano trasportando a Barge (con gran gioia dei Lorenza-Iti, dei Marchisio, dei Ma.rconetlQ e dei Ite) un episodio staccato si, perchè non ha nò derivazioni nò appigli In tór-e ereditarie, ma ad ogni modo un episodio d"pji Rougon-Macquart, e il deli Ito di via iNzza- diventa un delitto per il possesso della terra ! L'oratore- a questo punto rievoca minuziosamente tutti, i particolari del delitto e delle constatazioni eoe immediatamente dopo furono compiute. p;rii sostiene che l'inscenatura del dslitio è stata stolida, incompleta ed inutile. L'oratore, rileva inoltre (ulte le più evidenti contraddizioni in cui la Palmero è caduta, preoccupata dal pensiero di sfuggire alla sua responsabilità. E quindi confessioni mcMiflcate, deposizioni fatte e poi ritrattate.

Luoghi citati: Barge, Carlino