Una... ditta cbe dava incremento all'industria delle gomme d'automobile

Una... ditta cbe dava incremento all'industria delle gomme d'automobile Una... ditta cbe dava incremento all'industria delle gomme d'automobile Truffi© per migliaia di lire Giorni addietro pubblicavamo elio fra slata scoperta una truffa continuata a donno di un noto stabilimento torinese e che la l'olizia stava raccogliendo, con una rigorosa indagine i primi elementi. Non era il caso di aggiungere di più, allora; ma possiamo adesso dare qualche particolare poiché l'inchiesta ha assodato già il grado di responsabilità dei colpevoli. Ed ecco di che si tratta: L'agenzia di vendila dello stabilimento Michelin, con sede in corso Massimo d'Azeglio &5, rappresentata dalla signorina Carolina Grandi trasmetteva recentemente all'ufflcio di amministrazione della « Fabbrica dt automobili Lancia » cinque fatture dell'importo di circa 35 mila lire per prelievo di numerosi copertoni e camere d'aria. Ma 11 capo dell'ufficio verifica dello stabilimento Lancia, signor Giuseppe Cieognnni, abitante in via Nizza 2S1, dopo aver cercato invano i moduli copta ordinazioni, chiese all'Agenzia Miche; Jj'n maggiori schiarimenti sulle merci che non figuravano pervenute allo stabilimento: e contrmpnrnn.iainente sollecitava l'invio di una partila di «camere d'aria» delle quali da tetnno era stata data regolare ordinazione sènza che fossero consegnate. 11 giorno successivo a questo sollecito, si presentava ai magazzini della Michelin un carrettiere a presentare un altro « buono • della Lancia, apparentemente regolare, per la consegna di alcuni copertoni. Il magazziniere, gin sollecitato il giorno prima per la consegna delle camere d'aria, volle approfittare dell'occasione ed il carrettiere, vedendo, con sua sorpresa, consegnarsi anche quella merce non richiesta, disse: — Ma io non- ho avuto ordini di prelevare camere d'aria. Voi no, ma la vostra Ditta è tanto tempo che insiste per questa consegna, ragione per Cui oggi prendete due piccioni con una fava — rispose il magazziniere, facendo caricare tutto sul carro. Il carrettiere lasciò fare, sorridendo colla bua aria bonacciona, e salutato l'altro, se ne andò col suo carico. Ma ecco che il giorno successivo la Ditta Lancia, che effettivamente aveva urgente bisogno di quelle camere d'aria ed era seccata del ritardo che le aveva fatto mancare promesse consegne, telefonò nuovamente alla «Michelin» per rinnovare la sollecitazione. La telefonata fu laconica e quasi brusca. — E queste benedette camere d'aria quando le consegnate? — Già fatto — fu risposto premurosamente dalla « Michelin •. — Come già fatto t ma noi non abbiamo Ricevuto nulla. — Sbagliate sono state mandate ieri... — Ieri? — si insieme ai copertoni... — iMa che copertoni d'EgittoI Non e stata (atta alcuna richiesta di copertoni. I due impiegati della Lancia e della Michetta seguitarono alcun poco il dialogo e come nella torre di Babele non riuscivano » comprendersi. Finalmente la benda cadde dagli occhi di entrambi. Si trattava di una truffa ed evidentemente a questa erano collegate le merci delle cinque fatture in sospeso. Un impiegato d'amministrazione della Lancia si recò subito all'Agenzia della Michelin a verificare 1 « buoni • dì merci consegnati regolarmente ed ogni dubbio cadde definitivamente. Da un rapido ma sommafio controllo risultò che i cinque buoni delle fatture erano stati riempiti e falsamente firmati col nome del Cicognani e poscia contrassegnati da chi aveva ritirato la merce, è Cloe dal carrettiere Nicola Gilodi. La scoperta mise in luce che alla • Lancia > si trovava un'individuo il quale dopo essersi procurato un bollettario in bianco faceva provvista di merci senza costo di spesa, per un commercio suo particolare e quanto mai redditizio. Smascherare questo Impiegato infedele fu Il compito quanto mal delicato al quale si accinse l'Amministrazione, coadiuvando le ricerche che venivano fatte dal commissario aggiunto dott. De-Flora della sezione di P. S. di S. Paolo, al quale era stata fatta regolare denuncia del tatto, il funzionario potè identificare e fece subito fermare il Gilodi 11 quale è un carrettiere pubblico di 40 anni, abitante In via Guastalla, H. Costui racconto che fi primo giugno scorso era stato avvicinato in piazza Nizza da due sconosciuti di bassa statura uno del quali aveva una caratteristica indimenticabile: un'occhio di cristallo. Èssi gli consegnarono due buoni Sommelier trnvii i rinp iniiiviriiii />nn nn'aii-'^ó^r^ltó^al^r^b^a^^ cope™ ieni. La slessa operazione venne ripetuta quattro volte di seguilo. Sempre gli stessi ■per ritirare della merde al magazzini della « Michelin » e portarla poscia In corso Sommeiller. Il Gilodi seguitò a raccontare che si attenne alJe indicazioni avute ed infatti sul corso individui gli consegnavano buoni per 11 ri tiro di gomme o copertoni che egli regolarmente consegnava loro nelle località preventiva mento stabilite; mat la stessa. Una volta sola egli aveva portata la merco ad uno spedizioniere in via Mercanti all'angolo di via Santa Teresa. Le ricerche del dott. De Flora si diressero specialmente verso l'uomo dall'occhio di cristallo, indicato dal carrettiere, corno il più facilmente individuabile. Aiutato nelle Indagini dagli agenti detla Sezione, il funzionario riusci finalmente a identificarlo ed arrestarlo. E' costui certo Claudio Periate dt Giovanni, di anni 29. abitante in via Maria Vittoria, N. 49. Egli dapprima negò ogni addebito: diceva di non conoscere alcun carrettiere ed ignorare persino dove si trovassero le Ditte Michelin e Lancia, ma messo a confronto col Gilodi, fini di confessare la sua partecipazione al fatto: partecipazione che egli diceva si limitava ad aver dato corso a buoni di prelievo merci a lui consegnati da un suo conoscente, certo Edoardo Bruno Bertello, abitante In .via Costigliele, 2, impiegato presso l'ufficio ordinazioni della fabbrica Lancia. Sul Bertello, il quale effettivamente occupava un posto da fattorino, e che da un anno era stato assunto dalla Ditta, facendo servizio di collegamento fra lo Stabilimento principale e le succursali ed i magazzini, erano già caduti 1 sospetti dell'Amministrazione non appena si ebbe cortezza delle truffe commesse da qualcuno del personale. Molti erano gli elementi che conducevanó a sospettare di lui, senza però che ve ne fosse alcuno di decisivo a suo carico. La confessione del feriale gli diede l'ultima spinta, tanto più eh l'uomo dall'occhio di vetro, messo ormai sulla via dello confessioni, precisò anche che prima di. accingersi al ritiro delle gomme, il Berteilo aveva già preso accordi col ricettatori, che si impegnavano di acquistarle. Ed egli denunciò 1 ricettatori, cioò: certo Michele Briccarello fu Giovanni, di anni 30, proprietario di un negozio in via Chivosso, N. 1, e di un magazzino, dove radunava merci di furtiva provenienza; il fratello di lui. Felice Briccarello, di 25 anni, noto alla Questura, perchè vigilato speciale, e 11 socio dei due Briccarello, certo Angelo Riva di Giovanni, di anni 34, abitante in via Galvani, 31, 11 quale ha anche esso subite condanne per reati contro la proprietà. 11 Periale, prima ancora di andare a ritirare le gomme passava dai Briccarello per sapere da essi dove doveva portarle, poiché questi, a mezzo di un loro mediatore, a nome Francesco Vergnano, abitante a Moncalieri, in via del Collegio, 14, si adoperavano per collocare la refurtiva. In tal modo venne rifornita una Ditta in corso Raffaello, la quale in buona fede acquistò molti copertoni. Una parte venne inviata a mezzo del corriere Ottorino Banchetti, di via Mercanti; 30, alla Ditta Fratelli Malli, di Domodossola. Arrestati fl Bertello, 1 fratelli Briccarello. 11 Riva ed il Vergnano, 1 ricettatori dapprima negarono tutto, poi cominciarono a giocare a scaricabarile, infine alcuni cercarono di trincerarsi dietro la comodosslma frase: la buona fedel Attestazione cbe veniva poi smentita da altri arrestati. La merce trovata a Torino venne sequestrata, come pure fu messa sotto sequestro, per opera dell'Autorità di p. S. di Domodossola, quella consegnata alla ditta Malli. Tutti gli arrestati vennero passati alle carceri, e gli acquirenti, oltre che per ricettazione, furono pure denunciati per complicità in truffa, dal momento che Briccarello e soci conoscevano perfettamente la provenienza delle gomme. Alle carceri si ebbe poi un Inaspettato colpo di scena. Si venne a sapere che il fattorino infedele della « Lancia «, 11 Bertello, si chiamava invece Bruto Moiinarl, di 32 anni, meccanico, proveniente da Milano 1 Perchè aveva egli nascosto le sue generalità per farsi assumere dalla fabbrica di Bu¬ tomobiliT II suo passato nasconde forse qualcosa di non facilmente confessarle T Sull'arrestato vennero chieste Informazioni alla Questura di Milano.

Luoghi citati: Domodossola, Milano, Moncalieri, Torino