Gli imponenti funerali del tramviere Oldani

Gli imponenti funerali del tramviere Oldani Gli imponenti funerali del tramviere Oldani Il commosso silenzio intorno alla bara - Impressionante e ordinata sfilata di popolo e di bandiere - Lievi incidenti provocati dai comunisti - Trambusti ed arresti. Milane. 30 mattino. I funerali del tramviere Oldani, ucciso tre giorni or sono dai fascisti, che riuscirono una imponentissima manifestazione di popolo, ebbero una preparazione piuttosto complicata. L'autorità prefettizia aveva sulle prime negato il permesso, volendo che la salma venisse tumulata senza apparali pubblici ; ma poiché l'indignazione cittadina pel nuovo delitto era andata assumendo proporzioni sempre più vaste, il prefetto fini col concedere che i funerali potessero' svolgersi, pure imponendo alcune restrizioni. Ecco perche fu scelta un'ora, le 13, che potesse limitare di per sè la folla dei partecipanti e fossero meno probabili degli incidenti. Ma invece Milano partecipò ai funerali del povero Oldani in maniera grandiosa, affollando lo vicinanze del cimitero monumentale, molto prima dell'ora stabilita. Alla Morgue era stata improvvisata una camera ardente e vicino alla salma si trovavano fin da mezzogiorno la vedova delJ'Oldani, Ida Rlgnaschi, e le figlie Ada ed Irma. Quest'ultima, che fu la prima a soccorrere 11 povjro padre, subito dopo 11 delitto, non potè resistere oggi allo strazio e fu colta da malore: ciononostante volle pi£ tardi seguire 11 corteo in una automobile. Nell'atrio della Morgue prestavano guardia d'onore squadre di tramvieri che lasciavano passare soltanto i pietosi che deponevano sulla bara mazzi di fiori. Si fece avanti fra gli altri anche un vecchio prete che portava garofani bianchi. Fuori pertanto la folla si faceva sempre più fitta e si mescolavano di frequente grida di a Abbasso gli assassini, evviva Matteotti I ». "Il silenzio vale più di ogni grido, Allorquando la bara fu portata sul carro si ebbe un certo trambusto, provocato dai comunisti che volevano ad ogni costo portare a braccia il feretro. A calmare gli spiriti intervenne l'on. Caldara che rivolse ai contendenti alcune parole: « Obbedite alla santa disciplina di coloro che soffrono in silenzio, egli disse; portiamo il nostro morto senza pompa; questo nostro silenzio varrà più di qualunque grido ». L'invito dell'on. Caldara fu accolto da buona parte della folla che si trovava nel famedio che si inginocchiò di fronte al carro funebro che dovette sostare più di mezz'ora in attesa che il corteo si formasse. Quando poi si mosso e tutti si alzarono, ecco altre grida di «evviva Matteotti 1». Innumerevoli le corone: del Comitato centralo dei tramvieri con la scritta i« alla vittima della reazione » ; del partito socialista unitario, di quello massimalista, del comunista, del partito democratico indipendente, dei gasisti, del sindacato trasporti secondari, ecc. Apriva il corteo un plotone di carabinieri specializzati; poi venivano in divisa 1. tramvieri, poi r dazieri con la musica, che restò muta ; poi le rappresentanze di numerose altre associazioni sindacali e politiche, fra lo quali quella assai larga dei mutilati, e quindi seguiva il carro. I cordoni erano retti dall'on. Caldara, da Decio Camzio Garibaldi, da Brigati!, segretario della Camera del Lavoro, da Buscaglia, segretario dei tramvieri. Fra i tanti deputati scorgiamo: Claudio Treves, Riboldi, Miglioli con una quindicina di contadini del Soresinese, Rondoni, Bellotti, Briolo, Dugonl, De Andreis, Beltrame Paneblanco, Viotto, Marti, Repossi, il repubblicano Facchinetti, Giarbano, segretario dei democratici; per la Confederazione generale del lavoro vi erano Azimonti, Rugginenti. Galli e Ghezzl. Per la Giunta comunale presenziavano alcuni assessori, mentre 1 consiglieri della minoranza erano al completo. Dopo le autorità facevano seguito altre rappresentanze: dell'Unione spirituale dannunziana, degli Arditi d'Italia, del partito popolare, dell'Associazione combattenti Italia Libera, del partito democratico, del controllo democratico. Tra la folla erano notati numerosi sacerdoti; anzi uno di questi, giunto il feretro a metà di via Ceresio, benedl la salma dicendo forte, fra gli applausi, alcune parole di compianto. Tafferugli di comunisti e cariche di cavalleria Si calcola eh al corteo, sebbene il suo percorso fosse assai limitato, abbiano partecipato ben trentamila persone. Lo sfllamento durò quasi due ore. Nel corteo furono notati gli on. Gasparotto e Gorini, deputati del listone e ad entrambi la folla fece ostili accoglienze urlando: «Via, via, non li vogliamo! ». Alla fine di via Procaccino, dove comincia il piazzale del Cimitero, Il corteo. In conformità agli accordi precedenti, si fermò dovendo il carro proseguire con una scorta ridotta dei famigliari e dei più stretti amici. E cosi avvenne, senonchè molti, che ignoravano le disposizioni, cercarono di prospguire, tanto che i dirigenti della Camera del Lavoro si distesero in corteo per impedire il passo. Ma un gruppo di comunisti, un centinaio circa, cercò di farsi largo a forza, urlando e protestando e intonando 1' « Internazionale ... I II deputato comunista Repossi fu innalzato anzi su una finestra perche arringasse la folla. «E' inutile voler comprimere lo sfogo, cominciò a dire fi deputato; non si offendono 1 nostri sentimenti! ». Le sue parolo si smarrirono nel baccano che fece seguilo. 1 deputati unitari unitamente agli altri rappresentanti del Comitato delle opposizioni, che avevano preso impegno che nessun discorso sarebbe slitto pronunziato e che la dimostrazione sarebbe stata del tutto austera e composta, tentarono di sbandare i comunisti e di impedire a Repossi di proseguire. Si eb¬ bero delle colluttazioni che spaventarono ia folla, temendosi disordini gravi. Intervennero 1 carabinieri che fecero argine al nucleo degli scalmanati sfollando prima la strada. Ma 1 dimostranti si gettarono a terra. Fu ffctto allora intervenire un reparto di fanteria ed un altro dei Lanceri « Savoia ». Dalla folla alla vista dell'esercito, come per una mula improvvisata intesa, si alzarono alte grida <li « evviva l'esercito » e nutriti applausi ìi propagarono per tutta la via Procaccino, aacora nereggiante di popolo. La cavalietti compi alcune evoluzioni senza il minimo incidente, sempre applaudita e sempre salutata da cori di evviva alternata da altri cori di abbasso. Quarantatre arresti La folla non voleva andarsene. Proseguendo le dimostrazioni, funzionari e agenti dflla Questura, fra i quali erano del militi ;n borghese, si intromisero per diradarla e allontanarla, arrestando i riottosi. In tal modo furono arrestati una cinquantina di dimostranti che vennero poscia caricati sn di! camions e tradotti al commissariato dt Giusti. Fu fatta circolare anche un'autoblindata. L'opera di sfollamento durò quasi un'ora. n carro funebre nel frattempo era proseguito per Musocco, dove la salma, alla presenza di un centinaio di persone, venne tumulata. Mentre si ordinava il corteo e il feretro sostava di fronte alla Morgue, aveva pronunziate espressioni di esecrazione e di cordoglio l'on. Sardelli. Gli arrestati nel pomeriggio furono tradotti a San Fedele dove il Questore decise di trattenerne ben 42 passandoli alle Carceri. Qualcuno deve rispondere di oltraggio e altri di ribellione. Fra gli arrestati figurano l'ex consigliere comunista Angelo Battista Cereti, e certo Giulio Spalla, parente del noto boxeur. Alle ore 13 tutti 1 tram cittadini hanno sospeso il servizio per cinque minuti in segno di lutto.

Luoghi citati: Italia, Milano, San Fedele, Savoia