Commenti inglesi Un articolo del "Manchester Guardian"

Commenti inglesi Un articolo del "Manchester Guardian" Commenti inglesi Un articolo del "Manchester Guardian" (Servizio speciale della • Stampa») Londra, 23. mattino. I commenti apparai fin qui, benché abbondanti, furono frammentarli e di impronta quasi impressionistica. La loro importanza risiedette più che altro nel fatto documenta nio. Su per giù tutti gli organi liberali parlavano colla stessa voce degli organi laburisti o di alcuni fogli di parte conservatrice. La tesi era, in poche parole, che i predicatori di violenze non possono sottrarsi alle responsabilità pratiche delle violenze che vengono perpetrate. La tesi era appoggiata da richiami a pubblici discorsi ad articoli firmati che rimangono agli atti L'identico concetto trova ancora un'eoo Manchester Guardian. Questo giornale, che rappresenta l'ala liberale più amichevole verso il laburismo, traccia anzitutto della situazione italiana una veduta quasi cine* matograftea colle pure citazioni della catena degli ultimi fatti. Nessuno può dire che no emerga una visione di serietà. Il giornale) prosegue: « Gli oppositori del fascismo sono stati senza cessa oggetto di violenze da quando il fascismo sali al potere e la politica apertamente confessata ed esaltata dall'onorevole Mussolini era che le critiche, per quanto garbatamente espresse, devono esse» re represse. Il mondo, a suo avviso, è stanco della libertà ed anelante a gettarsi nelle braccia degli uomini forti. Il concetto dell'internazionalismo borghese di Wilson è un mito, cosi pure il militarismo di Clemenceau e specialmente il bolscevismo di Lenin. Ciò' che occorre è un robusto, « plenario > patriota, che non permetta nò al capitale nè al lavoro di far schiocchezze ma promuova invece delle cose che i cittadini comunemente desiderano. Sotto questa visione l'on. Mussolini si presentò ad una Italia impaurita dal-, l'estremismo socialista e disgustata dalle de» bolezze dei costituzionali Egli cercò di tra. scurare le lezioni della storia dn cui non esistono scorciatoie per giungere all'ordine ed all'efficienza. Egli confidò nella sua capacità di tagliare tutti i nodi con una spada sempre sguainata. Per un certo periodo ci fu l'apparenza che l'Italia si inchinasse contenta a questo giogo, ma coloro che guardano al di sotto della superflce sentono che il tra, no del dittatore fu sempre sopra il cratera. di un vulcano. L'opposizione, che egli venne, reprimendo, non si è estenuata. Essa si a semplicemente acuita nel silenzio forzato. « Ciò era di per se un pericolo, ma esisteva un altro pericolo assai più grave. L'onorevole Mussolini era salito al potere in modo tale da riunire Innegabilmente intorno .a se uomini senza remora e senza legge. Alcuni di questi erano, e sono, sìnceri nella loro fede nell'ideale del duce. Altri non sono niente di meglio che ingordi rivoltella-tori, ma tutti quanti erano stati alimentati dal selvaggio vangelo del nuovo machiavellismo secondo il quale la forza è la via maestra verso il successo. Non esisteva dunque nulla che fosse capace di rattenerli dal perpetrare qualsiasi atto di violenza fuorché il loro giudizio sulla pura opportunità di avventurarvisi m determinati casi. Se essi erano disciplinati (e individui di questa risma amano la disciplina per sè medesimi non più che la libertà per gli altri) essi potevano consultare, prima di agire, il loro capo. Senonchè quest'ultimo, quando prendeva una decisione al riguardo, non aveva dietro di sè altJun'altra sanzione tranne sè stesso. Ed i seguaci, nel caso in cui trascurassero i suoi consigli, erano sempre in grado di additare atti compiuti da lui forse differenti dai loro in fatto di opportunità, ma basati esattamente sullo stesso piano morale ». II Manchester Guardian non si meraviglia che «l'entouraffe dell'on. Mussolini possa risultare bacato, giacché per l'opera a cui egli era chiamato, soltanto uomini senza scrupoli valgono qualche cosa ». « Possiamo dunque meravigliarci — riprende il giornale — che gli italiani siano ora in preda a tanta agitazione? Essi non possono volgersi con fiducia al loro Parlamento, perchè questo fu fatto sotto il comando del loro dittatore; non possono neanche volgersi alla loro polizia perchè questa è uno strumento nelle mani del loro dittatore; essi non possono affidarsi che alla- personalità di un uomo e benché, possano serbare fede a lui, essi sanno che egli non ha il dono della ubiquità ».» Il giornale dichiara di non aver Yanimus ootfilro l'on. Mussolini, che senza dubbio, conforme ai suoi lumi, cerca sinceramente di riparare l'accaduto. « Ma di principio sul quale si è fondato — terroina il Manchester Guardian — è stato più volte sperimentato e semflwe coll'iSdentico esito. Le dittature come quella da lui costituita, procurano; nella miglior ipotesi, la pace per qualche anno e sono sempre seguite da una anarchia peggiore di prima. Infatti, esse addormentano i salutati istinti politici delle nazioni. Inoltre, quasi invariatoiflmente menano ad una politica estera aggressiva, giacché 1 dittatori devono soddisfare i loro seguaci militante. 11 mondo è troppo vecchio e saggio per ctperinientare più oltre oon qualche speranza tali metodi dell'età della pietra intesi a scansare le responsabilità ». I lettori faranno la tara su questa dlsserfMetoae del Manchester Guardian riferita come elemento di cWariflcaaione delio spirito Jnflteae in questo ootnenio. Essa per altro non è a e* atante, giacché i suoi criteri esSMiidedBDente trovano riscontro anche nel Times. «Se fi delitto è di carattere politicò — scrive questo giornale — 1 suoi autori, quali che possano essere, hanno commesso non soltanto un crimine, ma un orrore. Se essi sono fascisti, hanno inferito alla loro causa, un danno ciie potrebbe scuotere alle fonda* menta tutto il sistema fascista c gettane un duraturo d&aredito ul cuoi ideaci oatl*.

Persone citate: Clemenceau, Lenin, Manchester Guardian, Mussolini

Luoghi citati: Italia, Londra