Le forze morali

Le forze morali Le forze morali Più l'ombre si allargano (e in certo sano so si addensano) intorno si nefando crimine di Palazzo Viminale, più si senta procedere lenta ma risolutiva l'opera di chiarificazione nella coscienza della Nazione. Le forze morali sono nettissimamente dalla parte nostra, cioè di noi enorme massa di governati. Il partito, che dia venti mesi detiene il governo, purtroppo in troppi dei suoi membri e dei più noti c altolocati e potenti ne era in difetto, a un punto inverosimilmente nuovo nella storia d'Italia e non vorremmo dire d'Europa. Ecco perchè, mentre da un lato 1 responsabili, che finora s'aggruppano nella specifica cerchia del Ministero degli Interni, si danno alla fuga o cominciano ad essere condotti in carcere, il popolo tutto, da un capo all'altro della penisola, senza: differenze di classi e di ceti, di sentimenti1. di educazione politica, è percosso mal non timoroso, è commosso ma non agita* to, è fremente di orrore ma non di vendetta, e di fronte agli odi e ai delitti di parte attende non la rivalsa dì un partito! ma il trionfo puro e assoluto della ginstizia. In questa Caporetto del fascismo si trata di sapere se la Nazione è sana. Con la sua stessa calma la Nazione, dimostra di! essere sanissima, di non aver nulla a che fare con i responsabili, e di essere oggi e' sempre aliena dal seguirne i metodi e i sistemi. Si vede ora abbastanza dolorosamente che frutti producono l'odio ed il sangue, eccilati c sparsi nella vita politica, per non torcere con orrore il pensiero e il sentimento dalle vie troppo magniloquentemente aperte alla eterna criminalità umana. Come la civiltà non si è mai identificata con la forza, così l'arbitrio e la vendetta personale o di fazione non sono mai stato altro che opposizione selvaggia alla civiltà, e ritorno alla primitiva ferocia. La convivenza sociale si basa sull'ossequio dell'individuo alle leggi e sulla difesa dell'individuo da parte delle leggi. Quando una di queste due condizioni manca, c'è scatenamento di istinti e d'interessi, c'è la violenza e il corpo a corpo, non c'è più società civile e non ci può nemmeno essere lotta polìtica nè arte di governo. Dopo il superuomo letterario, negazione della poesia, dovevamo avere in Italia il superuomo politico, negazione della politica. Adesso basta. Se vogliamo bene all'Italia, se siamo uomini civili, ebbene lasciamo i superamenti che si risolvono in delitti ed in errori e torniamo olla morale comune, che è la sola, e alla comune politica, che è la vera. Finché il Governo pareva attendere, per normalizzarsi, che la Nazione si adeguasse a certe sue speciose e fittizie enunciazioni, il problema della normalizzazione era insolubile. Non c'era sforzo dì buona volontà che potesse sanare l'assurdo di una normalizzazione fuori o ai disopra della Legge. Ma ora che la Nazione unanime, con l'animo provato da un profondo dolore, e coi risultati acquisiti di una sciagurata esperienza, impone essa al Governo, di qualunque parte esso sia, il proprio imperativo morale e gli addita con l'esempio, che è la più persuasiva delle eloquenze, il rispetto dell'ordine e l'ossequio alla; legge come rimedio di tanti mali, il problema politico italiano, finora insolubile, è sulla via di essere risolto. Questa è la vera rivoluzione conservatrice di cui l'Italia ha bisogno; qui è la salvezza per gli uomini, per i partiti e per. le istituzioni :i il ritorno alla legge. Questo è un sentimento così diffuso, così popolare oggi, che un Ministro degli Interni che cerchi un fondamento solido, alla propria opera, non ha da preoccuparsi di altro. Il fondamento è incrollabile. Nè mai in Italia, da che l'Italia è unita, ci fu più consapevole concordia in un tal sentimento da parte di tutti i buoni, di tutti i miti, di tutti i devoti, senza retorica, alla Patria. Il popolo difende oggi la legge come un tempo i nostri soldati hanno difeso i confini. Le grandi rotta rafforzano la unità morale di una nazione sana e vigorosa, siano rotte militari, siano rotte politiche. Noi non disperiamo affatto di un popolo che sa trarre i suoi più profondi insegnamenti dalle sventure. E anche all'estero gli osservatori più superficiali debbono riconoscere e sentire che c'è in Italia qualche cosa di più impressionante ancora dell'impressionante tragedia che ci ha commossi : ed è la calma, l'ordino, la compostezza virile di cui danno esempio quaranta milioni di cittadini, elio oggi non sembrano nemmeno divisi in partiti, ma formano un fronte unico di forze morali. Questo è il vero fronte della difesa e della vittoria. Nessuna opposizione pensa di intaccarlo con le meschine insidie o con la sobillatrice impazienza di parte. Ma allo stesso tempo nessun governo si illuda di romperlo con la violenza. LUIGI AMBROSINI.

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