Nel retroscena del delitto di Roma

Nel retroscena del delitto di Roma Nel retroscena del delitto di Roma l'organizzazione affaristica Roma, 18. sera* Il Messaggero di stamane pubblicava: , « Oramai non può esser messo In dubbio che I on. Matteotti fu barbaramente assassinato. Anche l'autorità giudiziaria ha cambiato il titolo dell'imputazione fatta e da fare agli arrestati, che da principio era di privazione della libertà personale di un membro del Parlamento, ma ora è invece di omicidio premeditata Se il cadavere dell'on. Matteotti fu trovato e la Pubblica Sicurezza, allora diretta dal generale De Bono, fece su di esso redigere una relazione peritale (anche senza il necessario intervento dell'autorità giudiziaria), è sempre possibile partire da questo dato di fatto della constatata uccisione per formulare la più grave imputazione, la quale, del resto, può essere sempre basata sulla confessione degli imputati o sulle dichiarazioni dei testimoni. Qualora dunque 11 cadavere dell'on. Matteotti non sia stato rinvenuto e non 6i rinvenga in seguito, l'imputazione di assassinio rimane e spetterà agli imputati dimostrare che la strage non avvenne o che ad essa non parteciparono >. Uni spasa di 100 mila lire per la foga di Filippini? Il Messaggero, commentando la situazione 'determinatasi dupo l'assassinio dell'on. Matteotti, scrive: • Le condizioni del delitto e tutto il complicato fantastico complesso di circostanze, che ne costituiscono il seguito, rappresentano un aspetto vasto e allarmante, se pochi sono stati gli esecutori materiali del sequestro, o6ni giorno si scopre l'esistenza di una rete tempre più vasta di uomini e di interessi, intenti a occultarlo, che compaiono improvvisamente qua e là con le più inattese rivelazioni ycr molte città d'Italia e che, partendo da particolari piccoli gruppi costituitisi sui margini del Governo e de) fascismo, si proleltun.'i largamente, fuori di ogni posizione ufficiale, in altre zone di vita e di interessi. « La sola fuga dell'avvocato FilippeUi — continua il giornale — che è uno degli elementi, certo non il più importante, del fosco dramma, suppone una sposa di centomila lire, lì' tutto un sistema di relazioni, che rispondono, pronte e silenziose, fedelmente, a ogni sua disperata richiesta dopo il delitto. L'avv. Filippelli trova da per tutto, dove arriva, già preparate automobili, che egli lancia di qua e di là e abbandona per cambiarle con altre: al momento dell'arresto, menile egli fugge traversando, per suo conto, con mezzi propri al suo comando, il mare in un lungo e difficile percorso, dispone ancora di un grosso pacco di biglietti da mille. • L'azione politica dell'avv. Filippelli, per 'quanto in apparenza inquadrata nel fasciamo come si dimostra nettamente in questo episodio, non era nazionale. La sua fuga si collega a un delitto, che nessuno poteva più ignorare: eppure runa e l'altro hanno trovato un pronto, inesauribile e cieco flnanzianien.o che nessun puro giornalista, nessun onesto uomo politico, nessun industriale, che lavori con onore, mai ha potuto trovare. Bisogna dire dunque che dietro l'avv. Filippelli, episodio di tutto un movimento oscuro, esisievano per questa sua torbida opera dei finanziatori dalle rendite eccezionalmente facili, pronti a ogni specie di spese non controllate. Bisogna allora dire pure che fra certi finanziamenti realizzati dall'avv. Filippelli e certe sue azioni esisteva una perfetta Intesa di ordine politico e affaristico, che ci riporta a scopi inconfessabili, sui quali 6 da fare presto e interamente )a luce. La ricerca di questi scopi e dei mezzi offerti per raggiungerli e degli elementi che li perseguono o li perseguivano, costituisce uno dei problemi basici da risolvere per l'opera di purificazione, 3he si domanda. SI ha l'impressione oggi, che, dietro l'episodio, ci sia un sistema c. dietro il sistema, tutto un complesso ut forze di varia specie, le quali, attraverso le più disparate manifestazioni, tradiscono la fortuna nazionale ed economica d'Italia, mascherandosi di fascismo e di protettori di gruDOi fascisti ». Gli arrestati, come è noto, sono In cella a pagamento. Esse non hanno numero, ma sono strettamente vigilate. 11 Dumint si trova nel terzo braccio del carcere. Il Filippelli nel primo, e nel terzo braccio ha preso dimora Filippo Naldi. Il FiliDDelil, nnn appena in camere, è scoppialo in dirotto pianto. Rinfrancatosi, consegnò al carceriere 7(100 lire domandando una cella a pagamento. Esso gli risnosc: — E' già pronta! Richiesto se voleva mangiare, rispose: --Non ho fame! Voglio scrivere... Alle dieci si recò a passeggiare per un ■quarlr d'ora nel famoso » cassettone •. Egli era profondamente abbattuto. Poco dopo, persona sconosciuia gli inviava il pranzo: antipasto, galantina di vitpllo, un pollo, vitello, una bottiglia di barolo. . Quanto a Filippo Naldi, ha ricevuto dalla famiglia una copiosa colazione ed il pranzo. Egli ha passeggiato un'ora nel « cassettone • mostrandosi molto nervoso. ramini "mlles gloriosus,. Il corrispondente da Perugia del « Messaggero » ha avvicinato il capitano Evangelisti Giuseppe, volontario di guerra in Grecia, in Francia ed in Italia, e decoralo della Legion d'onore. Egli ha dichiarato di aver conosciuto il Dumir«l nell'autunno del 1915, sul Col di Lana, e precisamente al Piano di V'igonero, dove l'Evangelisti era nel filo reggimento di fanteria. Il Dumlni era sottotenente del 19.0 artiglieria pesante campale. Il capitano Evangelisti ha narralo che >l Comando in quel tempo aveva ordinato al Dumint di recarsi in ricognizione, con un piccolo drappello, nei pressi della fonte La Corte. I! Dumini parti, c quando fu di ritorno presentò al Comando una relazione sulla spedizione, dalla quale risultò che era riuscito a piantare il tricolore nel forte, mentre il nemico si era dato alla fuga, c'I allegò alla relazione alcune fotografie. Pochi giorni dopo una spedizione volle nuovamente esplorare il forte, ina fu respinta e rimasero sul terreno alcuni militi feriti. In seguilo, l'Evangelisti, parlando con Poppino Garibaldi, ebbe a rilevare come la famosa presa del forte ria parte del Dumini non fosse che un trucco. Le fotografie che egli aveva cseguito non erano altro che una riproduzione di una altura, ove sventolava il tricolore. L'Evangelisti ha affermato che si ebbe la sensazione che il Dumini fosse un grande millantatore.

Luoghi citati: Francia, Grecia, Italia, Perugia, Roma