I sinistri presentimenti di Carolina Cogo e di Rita Bordon rivelati dalla precisa testimonianza delie intime amiche

I sinistri presentimenti di Carolina Cogo e di Rita Bordon rivelati dalla precisa testimonianza delie intime amiche I sinistri presentimenti di Carolina Cogo e di Rita Bordon rivelati dalla precisa testimonianza delie intime amiche p azam ahIl persistente attrito tra il notaio e la sorella -» Esistenza piena di / Vediamo, entrando, l'àvv. Cavaglià é col-Triflllin ('lìti I .'IT' O 0 fil-lrinln t'ntrn PoriCinnin Vedlamo, entrando, L'àvv. Cavaglià # col loquio con Carlo e Oi;icinto Cogo. Pensiamo che raccomandi loro di mantenersi calmi all'udienza. Le escandescenze non servono a nulla Disturbano i testimoni; ina non possono benevolmente impressionare 1 giurati. Gli imputati hanno lutto l'interesso a non turbare la serenità del dibattito. Alle ore ?,10 entrano nell'aula I giurati. Tutti puntuali sempre: nemmeno un ritardatario. Questa, si può prèndere come giuria modello. Poco dopo i giurati, fanno la loro comparsa gli avvocati: neanche di questi non manca nessuno. Gli imputati vengono poi: Carlo e Giacinto entrano lentamente, e rioccupano i loro posti; Agostino, condotto, come sempre, per ultimo, entra a passo svello, c appena nel gabbione e. avvicinato dall'avv. Bozino. Alle 8 e 15 il Cancelliere annunzia il Presidente ed il Procuratore Generale. Il rammarico dcll'aTT. Olllvero' Chiede subito la parola l'avv. Olllvero per liquidare l'incidente di ieri. Lamenta le parole vivaci che ebbe a pronunciare; ma dichiara che furono determinale dall'atteggiamento della testimone, che con le suo parole tendeva a far credere che il notaio Cogo, nel citalo atto di successione, avrebbe aglio scorrettamente. € il notaio Cogo — dice l'avvocato Ollivoro — non ha nulla da rimproverarsi, e lo dimostra l'atto cìi sentenza che ho l'onore di presentare •. E conclude: « Rinnovo le espressioni del mio rammarico per l'incidente provocato ». E prega-di dar lettura della sentenza che ha presentato. L'avv. Farinelli si associa all'avv. Olllvero In questa preghiera. Presidento: — Dell'avv. Fantoellti ho la più alta considerazione. Quawto all'avv. Olllvero, sono lieto delle espressioni elle ha avuto. Ravviso In esse il suo aninno di gentiluomo, e ciò imi fa piacere. Di conseguenza l'incìdente è chiuso, e non avrà più seguito. Io nvi auguro però — e lo dico non soltantnell'interesse di quella.disciplina della causche è affidata a me, e che ho ferma intenzione di fare osservare, ma anche nell'interesse dei signori giurati,, che in mezzo a tuttquesto agitarsi finiscono col non afferrarbene le cose — che rescussione dei lesti avvenga neJla massima calma, anche dei testi, stgnoni avvocati, che potessero essere contrari alila Wpo'o tesi defensionale. Loro avranno poi ampia facoltà di parlare, Quando verrà il momento delle arringhe. Capisco che nell'escussione dei testi qualche osservazione debba sfuggire tanto da una parte iquanto dall'altra. Ad ogni modo, avv. Olli,vero, anche a lei faccio quella dichiarazione di stima die si merita. Lei ha sposato con ardore la causa, e naturalmente, nel suo impeto di gioventù, ha potuto pronunziare parole delle quali ha or ora espresso il suo rlncresciimento. , Pregato ancorai daH'aw. OlMvaro, Il presidiente dà poi Oettura della sentenza presentata: risulta che il notaio Cogo è stato assolto per Inesistenza di reato. E cosi l'incidente e deftnitivaimente liquidato. Presidente: — E allora torniamo al testi- rtooni. Rinnovo la raccomandazione che, per serenità del dibattito, non si disturbino testimoni. Come la Palmeto andò nella casa di Carolina Cogo . prima teste che compare è la signora Matilde Marchisio, vedova dell'avv. Sandruc*l, di Barge. E' la signora che st Interessò «Iella Palmero e la collocò presso la signori*a Carolina Cogo. Parla.affrettatamente, ma con chiarezza. Non si dilunga in particolari ■Inutili, non dice cose oziose. E quandosoltan*n può Interessare alla causa sa- mettere chiaramente In evidenza. Presidente : — Lei sapeva che la damigella *logo cercava una persona di servizio? Teste: — Sì; e appunto per questo si era -rivolta a me. Si lagnava che la sua donna -era molto buona; ma non era capane a far Aliente. Io un giorno mandai la mia donna di servizio da un panettiere che sia proprio di faccia a casa mia ; ed ella, quando fu di ritorno, mi disse di aver trovato una ragazza 'desiderosa di collocarsi al servizio. Io allora ko pregato la mia donna di fare salire da me Quella ragazza. Ciò che fu fatto. Ed io, dopo ni averla vista e di -avere saputo clic effettivamente desiderava di andare al servizio anfche fuòri di Barge, la .proposi alla damigella (Carolina Cogo, avvertendola però che io non la conoscevo; e che sapevo soltanto che era Hi Bagnolo. La Carolina prese lo dovute informazioni; e avendo sentito parlar bene della ragazza, cho si chiamava Margherita Paimero, la accettò presso di sè. riù voil-le io le domandai poi so la ragazza le convenisse, feri ella ebbe a rispondermi : « Mi pare che Bica qualche bugia ». E un'altra volta mi Idisse: t Trovo che non è abbastanza religiosa ». Al che io ribattei: « Al giorno d'oggi, è molto difficile trovare una ragazza di chiesa». La damigella Carolina replicò: « Se fosse una ragazza die avesse lavorato in qualcho fabbrica, lo ammetterei; ma dato che è sempre stata in campagna, la cosa mi stupisce ». Però debbo soglungero che, in altra occasione, la Rita Bordon mi dichiarò: « Ohi se l'avessimo trovata dieci anni prima-I », esprimendo con ciò la sua soddisfaziono per il servizio della Palmero. Presidente: — Sa lei che in seguito al testamento del Cogo Giacinto, che non nominava soltanto erede universale la Carolina ma anche il di lei fratello, notaio Giovanni, (questi abbia avuto diverbi con la sorella'.' Teste: — Ne ho sentito parlare. Anzi la Cogo Carolina ebbe a dirmi che lei aveva dovuto cedere molto, e che ciò non ostante erano andati dinanzi agli avvocati, perche lui non era ancora conlento, «on. Anzi avendo allora lei fatto la proposta: « Vedo che non sei contento; allora io prendo la tua parie, e tu prendi la miai » il fratello non accettò pur rimanendo scontento ugualmente. Presidente: — Sa che poi questi dissidi si siano assopiti? Toste: — Dopo, io non ne ho più sentito parlare, meno cho per la questiono di quella fumosa cascina che la Carolina voleva venilere, contro il parerò del fratello. Presidente: — Sa che, dopo che la Carolina prese con sè la Bordon, i rancori si siano riaccesi? Lei lia deposto in istrutloria: !« I dissidi rimasero qualche tempo assopiti; 'ma avendo poscia la Carolina Cogo preso con sè la Bordon Rita, per non rimanere sempre 60la, i rancori del fratello si riaccesero ». Ha sentito qualcosa della signora Lorenzalti? Teste: — Si, ho sentito dire una frase che non avevo mai sentilo prima. Questo avvenne dopo il delitto. Sentii, oioè che l'avv. Cogo aveva fatto bruciare una carta nella Stufa della sorella. Dalflume : ' — Quando sarebbe avvenuto il tatto materialo del bruciare la carta? .Test.: — Non so. 11 testamento dell'assassinata Presidente:' — Le ha la Carolina parlato Ùi un tentativo di furto in casa sua a Barge? Teste- — E cornei Era molto spaventata. Ufi ha detto che 6i ti-ovava di sopra nella sua camera, c cho aveva sentito i passi di Suo fratello. Io le chiesi: « Ma come fui a «aiiere che erano I passi di tuo fratello? » Ed ella mi rispose: « DiamineI 11 ho riconosciuti!» Io replicai: «Ma parelio mal avrebbe fatto una cosa stallie? » La signorina Cogo aggiunse: « Per farmi vedere che è padrone tanlo in casa mia quanto in casa ^Presidente- — Ebbe occasione di rivedere fa Carolina qualche giorno prima della partenza? 1 Teste:' — Credo che sia partita col treno ili mezzogiorno; e io Ja rividi verso le 10 o le 11, per istrada. Era spaventatissima ; e rnl disse che partiva volentieri perchè non U trovava più tranquilla a Barge. • Presidente: — Aveva nelle mani il testafeienlo V Teste: — Nossignore. Non so se fosso un omo o due prima della partenza, c,-a volta a cercare di mio 'fratello, il notaio -, Marchisio. Io ero in casa; e poiché mio fra- , n «Alni A..» ........J.. 4 I o a . n . e o i , a r e l o o r a o ù , . , o Marchisio. Io ero in casa; e poiché mio fratelo! era andato a caccia, sentendo rumore nello studio sono scesa, per vedere che cosa fosse. Vidi la damigella carolina che teneva In mano una busta. « C'è Uio fratello? » mi chiese, u No. torna a mezzogiorno ». Ella allora mi disse: « Prendi questa carta e dalla a lui». «Che cosa è?» le domandai lo. « E* il anlo testaménto ». Allora io non volli prenderlo, e le proposi di aspettare la venula di mio fralello. Mia cognata intanto, avendo sentito parlare nell'ufficio, si era Informata, ed aveva saputo che c'era la damigella Carolina. Perciò sceso anche lei; ed anche a lei la Carolina propose (ti prendere Il testamento, per poi consegnarlo a suo marito; ma mia cognata non volle. Allora la Carolina lornò poi dopo pranzo, e consegnò peisonalmente il suo testamento a mio fratello, secondo cho noi lo avevamo suggerito. Cattivi presentimenti Presidente: — Ha sentito che in quell'occasione la Carolina sia uscita in qualche esclamazione a proposito della Rita? Teste: — A proposito della Rita, prima di partire, quella volta che la incontrai verso le 10 o le 11 del mattino, la damigella Carolina mi disse (era tanto spaventatali di aver ricevuto una lettera della Bordon, nella quale questa diceva di avere dei cattivi presentimenti. Io le risposi di stare tranquifla, per non spaventarla di più. Presidente: — Conferma di avere udito la Carolina esclamare : « Non vorrei mal aver preso con me la Rita » ? Teste: — Confermo. Presidente: — Dunque lei ha proprio visto la Carolina poche ore prima della partenza? Teste: — SI; e ripeto che era spaventatissima. Presidente:' — Intimidita, triste, demoralizzata?... Teste: — SI, si:' confermo. li Presidente: — Dica un po'. Le ha parlato II nn» ri i . ~ ~ „ ; . . f -1 T , „ ,, ^ r-.- rt 4^1- Presidente: — Dica un po'. Le ha parlato per caso di uno sconosciuto che l'avesse tormentala con modi insinuanti a Barge? Teste: — Mai. Presidente: — Lei sa che la Carolina avesse un carati ere timido? Teste: — No. Presidente: — Però era di animo mite? Teste: — Questo si. Presidente: — Se ci fosse stato qualcuno che l'avesse perseguitata, a lei lo avrebbe confidato? Teste: — lo credo di si, perchè amava sfogarsi. , Pres. : Lei ha partecipato all'accompagnamento funebre delle vittime ? Teste: — SI, signore. Pres.: — Ila notato che il pubblico stigmatizzasse il contegno di qualcuno della famiglia? Teste: — Non lo approvava: questo si. Pres.: — E lei come lo trovava? Cinico? Teste: — SI; cinico. Pres.: — Vicino a lei, nel funerale, c'era la contessa Menassero : Che cosa le disse la contessa Manassero? Le disse qualche cosa a proposito dei fratelli Cogo? Teste: — Mi disse che se realmente fossero stati loro gli autori riol delitto, si sarebbero meritati una palla nella testai Pres.: — La teste vada ad accomodarsi; e poi a mezzogiorno sarà in libertà. Cavaglià:'— La signorina Carolina ebbe mal a farle lagnanze di Carlo Cogo e di Giacinto? Teste:' — Dei nipoti non si lagnò mai; anzi diceva molto bene di loro, e li lodava. Pres.: — Voleva dunque bene ai nipoti? Teste: — Si; e molto. Pres.: — Quale amava di più? Teste: -•«'Carlo. La deposizione della signora Marchisio produce una forte impressione per la serenità del contegno della teste, e la semplicità e la sicurezza delle sue dichiarazioni

Luoghi citati: Barge