"La Carolina era un angelo,,

"La Carolina era un angelo,, "La Carolina era un angelo,, asecondaeseunavecceacampagna, certa Margherita Raviolo-Salvai. Abita alla Capuloira, la fattoria posta vicino a Barge, ove si sarebbe fatto il discorso relativo alle minacce del notaio alla madre. Parla in piemontese; si esprime con' difficoltà. Tutto quanto dice è incerto. In sostanza non Ticorda nulla di preciso. Dice che, dopo il delitto, senti a dire che il notaio Giannetto Cogo avrebbe già minacciato la madre, la avrebbe presa per il collo. Ricorda di aver detto questo alla Marconetto; ma non ricorda da chi lo seppe, nè quando. „ E' lasciata in libertà. Edvige Borletti, la terza teste che compare nell'aula, è una signora elegante. Non vuole fare racconti, desidera essere interrogata. Alle domande del Presidente risponde -jon speditezza e con sicurezza. E' un'amica della defunta Carolina Cogo, ed ha una figlia che fu intima della Bordon. Deve deporre -ui contrasti tra il notalo e la sorella. Presidente: — Faccia tranquillamente la sua deposizione, perchè i testi sono tutti rispettati. Lei dunque conosceva da molti anni la damigella Cogo? Teste: — Oh si, da molti anni. Presidente: — Dica, dunque, quello che sa. Teste: — Preferisco che Vostra Eccellenza mi interroghi. Presidente:' — Va bene. SI facevano molto spesso visita lei e la damigella Cogo? » Teste: — Oh si. In campagna a Barge ed anche a Torino ci vedevamo sempre. Presidente: — Ha conosciuto anche la signorina Rita? . Teste: — SI, e molto bene, perchè era tanto amica di mia figlia Marcella. Presidente: — Sa di screzi che esistessero tra la damigella Carolina e suo fratello Giovanni ? Teste: — Lo so per averlo sentito dire, e poi anche perchè la signorina Gogò mi disse tante volte, pur senza entrare in particolari : « Purtroppo io e mio fratello siamo sempre in lite. Tutti 1 momenti co n'ò una. Mio fratello è fatto cosi I.». Presidente: — Era di animo mite la Carolina Cogo 7 Teste: — Oh si, era di animo rottissimo; un angelo! Presidente:" — Era affezionata alla sua famiglia? Toste:' — Molto affezionata, specialmente al nipoti. Presidente:' — Le ha detto che aveva cercato di placare l'animo del fratello? Teste: — Tante volte, procurando di dargli ragione, e di -non urtarlo. Presidente: — Lei depose in istruttoria: «Trovò modo di placare l'animo del fratello, rinunciando a parie dell'eredità paterna: fatto questo cho riavvicinò molto il notaio Giovanni alla sorella ». Teste: — Confermo. Parole roventi Presidente:' — Sa lei che nell'estate del 1!S1, cioè in quello che precedette l'uccisione della povera signorina Cogo, i rapporti tra fratello e sorella si fossero di nuovo inaspriti? Teste: — Mi pare di si; anzi, pensandoci bene, ne sono sicura: precisamente per la vendita di una cascina: lei intendeva vendere una cascina; mentre suo fratello si opponeva li questa vendita. Erano sorti attriti per questo motivo. Presidente: — Ella disse nella sua deposizione : « I loro rapporti però si inasprirono nell'estate ultimo assai, in seguito alla morte di uno zio, che testò unicamente a favore del Cogo Giovanni ». Quando mori questo zio? Teste: — Mi pare nell'ottobre. Presidente: — Nel novembre. Teste: — Ammetto che non sono in grado di precisare la data. Presidente: — Ebbe lei occasione di assistero a dei bisticci fra la damigella Carolina e il notaio Cogo? Teste: — Questo no, mai; anzi ieri ho letto sul giornali che la signora lginia Rovere-Re mi attribuiva questa circostanza; ma evidentemente hi signora Re ha fatto uno sbaglio di persona, perchè io questo non potevo dirlo, non avendo mai effettivamente assistito a dei litigi tra fratello e sorella. Pres.: In Barge ebbe lei occasione di visitare la damigella Carolina: che cosa le disse? Teste: — Mi raccontò dalla simulazione dei iurlo... Ah no, In Barge noi Veda: mi confondo perchè non ricordo più bene quando questo accadde I . Pres.: — Non ricorda che visitando la Carolina Cogo in Barge, seppe da lei che i rapporti col fratello notaio Giovanni- si erano fatti molto tesi... Teste: — Si; e mi riferì di aver esclamato, rivolta al fratello: «Queste parole che tu mi hai dette non le dimenticherò più, nè da viva nò da mortai ». Però le parole che avrebbero provocato questa sua uscita di fronte al fratello non me le riferì. Soggiunsi che ella aveva detto al Giannetto: u Tu mi vuol mortai ». Al che egli avrebbe replicato: « Ma noi sei tu Invoca che trascini a dire di queste parole! ». Procur. Gener,:' — Ma quali parole? Teste: — Ripeto che non me le riferì. Solo ini disse: « Mio fratello mi disse delle parole roventi I ». Poiché tra il Procuratore generale e i difensori sorgo a questo punto un battibecco, la teste aggiunge: — Ripelerò meglio. la signorina Cogo mi disse: u Con mio fratello ho avuta una questione; e siamo venuti a lite. Lui poi ini ha rietto delle parole cosi roventi, che io gli ho risposto: — Tu mi vuol mortai — ed egli ha risposto: — Ma sei tu che mi trascini a dire queste parole! — Ed allora io ho ancora risposto: — Io, quesle parole che tu mi dici, non lo dimenticherò più. nò da viva nè da morta!». E' cosi clic ini riferì la Carolina. Pres.: -*-- Quando venne a Torino da Beige? .Nella prima settimana di ottobre. Tesi e: — Si.' " Siamo In due : all'occorrenza lo grido!,, Pres.:' — Quando tornò la Cogo, verso la metà di novembre, lei andò a trovarla quasi subito? Teste: — Io andai verso la fine di novembre, e fu allora che mi narrò del finto furto, dicendomi appunto che lei si trovava nella camera superiore, ed aveva sentito dei passi nel piano di sotto. Essa stette in ascolto, e riconobbe i passi del fratello. Allora ebbe adirmi: «Guardacome sono padrona in casa mia... Ad ogni modo sono contenta di non incontrarmi con lui, perchè abbiamo avuto degli screzi, delle questioni. Preferisco quindi di non avermi a ritrovare- più con lui, per evitare discussioni ». Se in istruttoria ho deposto altre circostanze cho in questo momento non ricordo, le confermo. Boxino : — Lei in istruttoria, la parola « roventi, » e la frase relativa la mise in bocca non alla signorina Cogo Carolina, ma al fratello I Pres.: — Leggiamo dunque la deposizione della teste. « Non è vero quanto a questo proposito afferma la teste lginia Re, perchè io non ho mai visto la damigella Cogo bisticciarsi col fratello. E' vero invece che in Barge, avendo visitato la Carolina Cogo, seppi che i rapporti con il fratello si erano fatti tesi, e che ella, in un diverbio, aveva esclamato: — Tu mi vuoi mortai — E Giannetto di rimando : — Sei tu che mi trascini a dirti delle parole roventi! — Queste parole roventi la Carolina non ebbe a ripetermele... ». Teste: — Mantengo che la signorina Cogo mi disse: « Mio fratello mi ha detto delle parole roventi ! » ma non mi specificò queste parole. Cavaglià: — «Tu mi trascini a dirle!». Una bega come ne accadono mille! Presidento: — Che cosa le consigliò lei quando seppo dell'attentato? Teste : — Le dissi di procurare di non ritornare a Barge sola, e di non stare più sola in casa: Ella doveva tornare a Barge 11 sabato successivo per i funerali di uno zio. Il giorno 5 stesso, la signorina Cogo fu da me a farmi visita. Presidente : — Che cosa rispose la signorina Cogo al suoi suggerimenti di prudenza? Teste : — Mi rispose : « Io a Barge non ci torno sola, ci torno con la Rita ». Presidente : — Lei ò stala sentita il 10 gennaio 1922; o disse: «A queste parole io credetti opportuno di consigliarla di non più ritornare a Barge per i funerali dello zio Giovanni (quello zio che l'aveva diseredata); ma essa esclamò : — Ma vuole che io creda mio fratello un assassino?». Teste: — Confermo. La damigella Carolina tu poi da me nei pomeriggio del 5 dicembre, ed io le chiesi notizie della famiglia, come facevo sempre. Ella mi rispose : « I miei nipoti stanno bene. Studiano ». Presidente: — Non parlarono quindi del notaio Giannetto? Toste : — No, non se ne parlò affatto. Presidente : — Si logge nella sua deposizione: « Erra la teste Rovere nel dire che la damigella Carolina sia stata accompagnata a casa mia dalla Rita Bordon, o che in presenza della Rita abbia manifestato i. suoi timori di ossero assassinata ». Teste: — Quel giorno 11 la Rita non c'era. Ma il sabato antecedente, 3 dicembre, la Rita Bordon disso in presenza mia e di mia figlia, ricordando il tentativo di furto: « La zìa ha tanta paura; ma io le dico sempre: — Si faccia coraggio. Siamo in due. All'occorrenza, io grido! — Queste sono le precise espressioni della povera Rita, detto in presenza mia e di mia figlia, in casa mia, il giorno 3 dicembre. Continuando nelle sue deposizioni, la tesle conferma altre sue dichiarazioni fatte in istruttoria — A Barge, — dice, — si affermava che il notaio avesse minacciato la madre, tanto clic questa, impressionata, pregò i presenti alla scena di allontanare il figlio. Presidente: — Sa che un vecchio perseguitasse In Carolina? — Non mi risulla. » Presidente : — La Carolina voleva bene ai nipoti ? — Molto. Era aftezionatissima ad essi. Avv. Dalliume: — Ricorda la teste di aver viaggialo colla signora Teresa Cogo, la madre degli imputati, c elio questa le avrebbe detto: « Mia cognata mi ha offerto lo chiavi del suo alloggio ». — Non ricordo l'episodio delle chiavi. Altre domande rivolge alla tosto l'avvocato Dalliume, relativamente alla madre degli inimitati. Là toste dice cho era una buona, operosa, attiva signora. Conferma, a richiesta della Difesa, cho tra zia e nipoti i rapporti enino buoni; ma che la zia si lamentava perchè ora da essi trascurata, por colpa del padre. " Temo per la mia vita! „ Abbiamo, dono la Edvifca Borletti, una signora inglese, la signora Etton Hunt Agnese; una signora anziana, cho parla italiano a stento, ma in modo però da farsi canire benissimo. Dichiarate le generalità, è invitata a giurare. Pronuncia il giuramento facendosi il segno della croce. SI conccnlra per non dimenticare nulla, e per essere precisa nelle suo dichiarazioni. Quando ricorda la Carotina Cogo, e ciò cho questa, che lo era amica, ebbe a dirle, relativamente alla sua paura, le trema il pianto nella voce. Presidente: — Ha conosciuto la damigella Carolina? — SI. Presidente:" — Da quanto tempo? —- Dalla prima volta che io sono andata a Barge, cioè un anno e mezzo o due prima del 1021. Presidente: -- Cosa può dire dei rapporti tra la damigella Carolina ed il fratello? La signorina Carolina le ha parlalo di questi rapporti o ne ha sentilo parlare da altri? tnCl.lccNazpldleczdUclIdCfdppNgt1sctdtcfscCtaCptp ._ \ic nc jia parlato la stessa signorina Co- . . , . ... •.>Me nc ha parlato la stessa signorina Co go; non me no hanno parlalo nitri, poiché sono straniera, conoscevo poca gente a Barge, soltanto qualche famiglia. Presidente- : — Che cosa le ha detto la damigella Carolina dei rapporti tra lei ed il fratello? -- Nella mia deposizione al giudice istruttore non ho parlato che dell'ultima conversazione avuta colla Carolina, avvenuta venerdì o sabato sera dopo la morte dello zio Giovanni. Questi è morto nel mese di novembre. Come dicevo, venerdì o sabato sera, non ricordo più bene, ella era piangente, mollo disturbata; mi accompagnò fin sulla scala e mi disse: « Temo per la mia vita ». 10 meravigliata esclamai: «E" possibile? e per parte di chi ? ». « Mio fratello... Oh! no. non posso sopportare questa idea. Presidente: — Era già a Barge quando avvenne il tentato furto nella casa della damigella Carolina? O ora prima? — Io giunsi a Barge dopo il tentativo di furto. Presidente: — Che cosa lo ha detto in proposilo? — Quello che ho deposlo in istrutloria; la signorina Carolina era molto commossa. Presidente: — Lei è inglese, ma suo marito è italiano nevvero? — Sì. Presidente: — Ella avrebbe deposto in questo senso: «I rapporti tra la damigella Carolina ed il fratello notaio Giannetto furono sempre tesi per ragione di interessi. In questi ultimi tempi si inasprirono perchè il notaio Giannetto aveva indotto lo zio Giovanni a testare a suo favore. — La signorina Cogo un giorno nel salotto mi ha detto che aveva dei dispiaceri: io non avevo mai saputo clic avesse, dei dispiaceri e ne espressi la mia meraviglia alia damigella. « Lei mi ha detto che ha dei dispiaceri; perchè parla con me cho sono straniera? ». «Perchè lei è buona a darmi qualche conforto ». « Ma può parlarne al comm. Lavagna o a qualche altro parente... ». « No, non posso parlare con gente che è in intimità con mio fratello ». Una "cosa orribile...,, Presidente: — Quando parlò di quel tentativo di furto, lei ha cosi deposto: «11 giorno successivo a questo decesso (dello zio Giovanni) mi trovavo a fare, visita alla signorina Carolina quando seppi da detta signorina del tentativo di furto del quale essa accusava suo fratello Giannetto. « Lo ha detto con lei che accusava il fratello Giannetto? Ella in istruttoria ha deposto : « La signorina Cogo Carolina non mi fece il nome di suo fratello ma mi parlò in modo da farmi capire che voleva alludere al fratello Giannetto ». E' cosi? — La signorina Carolina Cogo ha detto cho lui voleva sempre passare in casa sua per recarsi nel suo ufficio : essa avrebbe voluto mettere un chiavistello ad una porta che non cordo precisamente dove è, appunto per impedire al fratello questo passaggio: ma il no-.taio non voleva assolutamente. Presidento: — Le leggo 11 brano della sua deposizione nella quale ha accennato ai timori che la Carolina aveva a riguardo di suo fratello: «Qualche giorno dopo, ritrovatami in compagnia della Carolina Cogo, si parlò anche del simulato tentativo di furto e la Carolina lagrimando, dimostrandosi molto agiata, perchè temeva qualche disgrazia esclamò: « Temo per la mia vita ». — La signorina Cogo era sola con me... Presidente: — Che cosa avrebbe detto dopo queste parole « temo per la mia vita » ? — La sua paura proveniva da suo fratello e cho non poteva sopportare questa idea... Procuratore Generale: — Precisi le parole. — « Tomo per la mia vita. Ho paura rli mio fratello.. Oh! no! non posso sopportare questa idea >. Presidente (continuando la lettura del verbale Ui deposizione resa in istruttoria) : — « ..." fueat'ultima sua esclamazione la fece mettendomi le mani sulle spaile, o mi confessò che accusare suo fratello era por lei cosa orribile... » Conferma? — Si, pienamente. Presidente: — Sa che volesse bene ad nipoti? — Mollo. Avv. Bardanzellu :' —• Sa che 1 nipoti ne volessero alla zia, specialmente Carlo? — Non so; credo di si; perchè lei aveva molta cura dei nipoti. La damigella Carolina mi ha fatto vedere un disegno del nipote Carlo e mi parlava spesso di lui, che ora suo figlioccio. Bardanzellu: — Sa che Carlo volesse bone alla ■ zia ? — Non so. Cavaglià: — Ha mai fatto la più piccola lagnanza dei nipoti? — La sola cosa cho mi ha detto è questa: che non lo piaceva che ossi mangiassero a casa sua, perchè loro mangiavano molta carne e costituivano un incomodo per lei. Non oiv.io che fosse mossa da ira o da cattiveria in queste sue affermazioni. Pres.: — Ha conosciuto la Rita Bordon? — Si. Pres.: — Era una buona signorina? — Molto, era un piccolo giglio. Pres.: — Aveva sentimenti elevati? — Troppo per una ragazza della sua età. Pres. : — Era colta ? — Si. Pres. : — Da chi è stata la teste presentata alla Carolina Cogo? — Non ricordo. Pres. : — Non è stata la famiglia Lorenzalti? — Non conoscevo la famiglia Lorenz.-.'.ti. E la teste viene finalmente licenziata. Il presidente lo dice: — Vada ari accomodar"! sopra quet banco laggiù, i,n fondo: a mezzogiorno potrà andarsene, se però non crede d'uscire fin d'ora. _ La tosto preferisco di più allontanarsi dall'aula: i dibattimenti giudiziari non hanno evidentemente per lei un'attrattiva; od accompagnata e sostenuta dall'ufficiale giudiziario osco lenlamnte. I beni della Carolina Giuseppi: Castagno, agente di campagna della famiglia Cogo, ò il quinto testimonio. Un vecchietto cho parla in dialetto. Ha in consegna i boni terrieri della defunta Carolina. Deve deporro sul tentalo furto di Barge. Invitato dal Presidente, dichiara che la sera del 5 novembre, trovò la signorina Carolina Cogo mollo impressionata per il tentato furto. — Quanto era avvenuto — dice — lo seppi dalla signorina Carolina che era molto impressionata. Io la consigliai a faro un giro por la casa, per vedere so c'ora qualcheduno. Non trovammo persona. Io consigliai la signorina Carolina di chiamare il fratello, notaio Cogo. Accolse il mio consiglio. Venne 11 notaio con i figli, con due di essi. Non so se erano Carlo o Agostino. 11 notaio si reso conto di quanto ora successo; poi usci con i tigli. La signorina si fece barricare la porta. Procuratore Generalo : — La signorina le ha detto clic temeva che nel suddetto furto c'entrasse il fratello? — No, disse elio aveva sentito dei passi, e creduto riconoscere il passo del notalo. Presidente: — Sa altro? — Il giorno dopo, la signorina Carolina mi foce mettere alla porta una nuova serratura. Una serio di domande rivolgono poi al teste gli avvocati della Difesa e il Presidente circa il reddito delle cascine della famiglia Cogo-. Rovello, Capoloira, Tre Ito, San Martino... Procuratore Generale: — Può dirci il valore approssimativo dei terroni di proprietà della Carolina Cobo? Avv. Bozino: — Ma tenendo conto che ima parto era di proprietà del notaio... Il testo precisa che complessivamente si traltu di circa cento giornate di lerrono. Un giurato: — E può dircene, il valore complessivo? Testo: — Il valore del terreno dipende da mollo cose. Risonila vedere di che terreni sii !... .. ... _, .11. 1 ; - „ In I molle cose. Bisogna vedere di che terreni si dalla. Dalle cinquanta allo sessanta lire la tavola. Presidente: — Dallo cinquemila alle scimila lire por giornata... Poi chiede al tesle : — Lei ebbe a ricevere una cartolina dalla signorina Carolina Cogo la vigilia del delitto? Toste: — Si. Parlava di affari. '!l presidente no dà lettura. Nulla di particolare. Avv. Bozino : — Sa il toste che cosa potèvano rendere i beni della Carolina, dedotte 10 ■j.ncsc? Teste: — Nel 1922 un reddito di quattromila lire, perchè si fecero molte spese: nel 1923 tredicimila, porche non si spese nulla. Avv. Dalliume: — I! teste ricorda che nel novembre consegnò all'Agostino una lettera per la signorina Carolina? Testo: — Non ricordo bene. Il Presidente leggo la deposizione» La risposta è precisa. Consegnò la lettera. Avv. Dnlfiumo: — Agostino accompagnava la zia nelle visite alla cascina? Teste: — Gualche volta si. L'avv. Bardanzellu riassume 1 dati esposti dal teste sul patrimonio terriero della Carolina Cogo e conclude: — Complessivamente 11 patrimonio terrièro della Cogo, calcolando ogni giornata al prezzo medio di 6500 Uro, costituisce un valore complessivo di scicentocihquantàmila lire. Procuratore Generale:' — Questi dati mi sembra che il Presidente possa chiederli al iconici, ai periti. Avremo una risposta più precisa. A lungo si discute ancora in merito; ma senza venire ad una conclusione. Si dà lettura della deposizione resa dal teste In istruttoria. Unica novità: elio laporta di comunicazione tra l'alloggio della Carolina e quella del notaio a Barge non fu chiusa se non dopo il tentato furto. La fantesca di casa Coro Il fattore viene licenziato; ed è introdotta un'altra donna, Anna Vottcro, la moglie del segretario-capo del Comune di Barge, Lorenzatti Michele. Una vecchiotta che parla con una certa asprezza, e con diffidenza. Paro che sieda sulle punte di spillo, tanto sta seduta con riguardo. La deposizione della Vottero non si può renderò mettendo l'ima dopo l'altra le sue risposto. Quando il Presidente la interroga non risponde che a monosillabi. Il marito della Vcttero fu in lite con 1 Cogo e il sindaco Bianchi, a motivo del suo impiego; ma ci vogliono almeno cinque minuti per farle comprendere la parola « lite ». Il Presidente e il Procuratore Generale ricorrono a tutti 1 sinonimi. Inutile:' In t.t .......... ^ i ^ / 1 sinonimi. Inutile:' ad ogni espressione cM le si suggerisce risponde di no. Finaimenw no trovano uno che la persuado. — Malignità? Teste : — Ecco, sì, malignità. Vi furono Jra mio marito e il Bianchi dei motivi di dissenso. Non si cava altro. Richiesta" poi dal Presidente, conferma quanto ha riotto in istruttoria, ma con semplici monosillabi. La sua deposizione perciò, che pure era vivamente attesa, non si risolve la nulla. La vecchietta si scusa: — E' passato tanto tempo. Capiranno: alla mia olà... E' messa In libertà. Altra donna. Caterina Perazzl. E' serva In' casa Cogo. L'ambiente la impressiona molto, e parla a voce bassissima. Quello che dice 10 si capisce più per intuizione, che per quanto si sente. Pres.: — Lei è stata in casa Cogo? Toste:' — Sì. Pres. : — Quanto tempo? Teste : — Sette inverni. Pres.: — Stava bene la signorina CogoT Teste: — Si, stava allora con 1 Cogo; con 11 Cogo Giovanni. Pres.: — Poi avevano anche il fattore che si chiamava Primo Giuseppe. Il Cogo Giovanni è morto al primi di novembre? Teste: — Si. Pres. : — Dica un po': i rapporti tra la Carolina e suo fratello Giannotto erano buoni? • Teste: — SI, fino al '21. Pres. : — Non rlisse una volta lì Cogo che la Carolina godeva il reddito dei suoi beni? Testo: — SI, disse questo. Pres.: — Quando lei ripetè qussto, la Carolina cosa disse? Teste: — Non ricordo precisamente. Pres.: — Lei ebbe già a dire: «Quando! riferii la risposta alla Carolina, questa Si adirò ». E" vero ? Tosto: — Si è arrabbiata un poco. Pros.: — Non esclamò: «Faccia quelloche vuole » ? Teste: _ Mi pare. Presidente : — Dica un po' : la Carolina coni lei ha parlato in modo poco favorevole del fratello, o non glie ne ha mai parlato? Teste: — Me no parlava poco. Mi parlava solo dei.suoi nipoti. Quando veniva in campagna, andava sempre da suo fratello a mangiare. Presidente: — Lei disse: « Cpn me la signorina Carolina non parlò miilwi senso sfavorevole del fratello suo». Dica un po': non hn sempre avuto paura che dei malviventi" entrassero in casa sua? Teste: — SI, signore.