L'ambiente famigliare del Cogo: affetti e interessi

L'ambiente famigliare del Cogo: affetti e interessi L'ambiente famigliare del Cogo: affetti e interessi Grli epistolari e i t&^±etmLGxx±l lotti alle L'udienza d Oggi s-i prcnnnuncla più breve delle consuete; iti:i potrebbe anche darsi clic le previsioni non si avverassero. Non si dovrebbe infoili leggere che le lettere e i documenti che sono .slati consegnati al Presidente nella seduta di ieri, ma qualche domanda gli avvocali vorranno farla, qualche incidente duo sorgere; Alle ore 8,in j ne imputati entrano nella gabbia Oli avvocati Cavaglià, Farinelli. Barflanzellu, Dal Fiume. Ollivcro, che già sono nell'aula, si avvicinano e si intrattengono con essi; mentre si adendo il Presidente. Vi fi una corta preoccupazione in tutti e tre; ma tuttavia essi si dimostrano abbastanza tranquilli. Il Presidente, il Procuratore Generale, 11 Cancelliere enlrano alle ore 8,20. Il conte Messeti, dichiarata aperta l'udienza, informa gli imputali di quanto è stato fatto nel .pomeriggio di ieri. «Insieme coi giurati, cogli avvocati, dice il Presidente, abbiamo visitato minutamente l'alloggio di via Nizza. Poi ci siamo recati all'Albergo Oriente, per visitare la camera numero 21. I vostri difensori vi avranno riferiln le osservazioni che vennero fatte nel sopraluogo ». Domande di giurati In rapporto al sopraluogo diversi giurati chiedono al Presidente di poter rivolgere qualche domanda agli imputati. Precidente: —Facciamo pure. Ma ricordino che non debbono tradire alcuna impressione. t Un Giurato. — Nella confessione fatta da Agostino mi 6 sfuggita completamente una circostanza, che ritengo sia' importante. Vorrei sapere Iti poche parole come ha fatto qinndo è rientrato nella en.mpra a mettere a poslo i mobili smossi; inoltre se ha fatto l'identico cammino che aveva compiuto nel venire e come poi successivamente è rientrato nell'alloggio. Presidente. — Agostino, spiegate forte questa circoslanza ai signori giurati. Agostino. — Io, dopo, sono uscito dall'alloggio passando per la cucina, ho traversato il ballatoio, 6ono entrato nella stanza, ho rimesso l'armadio a posto, sono uscito dalla stanza, lin traversato il ballatoio, sono passato per la cucina e sono andato nell'alloggio. Poi sono uscito dall'alloggio peT la porta d'ingresso. Altro giurato. — A proposito del sopraluogo fatto ieri, nell'alloggio di via Nizza 9, desidererei uno schiarimento. Pregherei l'E. V. di domandare all'imputato Agostino se egli ha la stessa possibilità di servirsi con uguale efficacia tanto della mano sinistra quanto della destra.; o meglio, sarò più esplicito nella domanda: se quando si 6 avvicinato alla sua zia Carolina Cogo abbia applicato il fazzoletto impregnato della sostanza velenosa con la mano sinistra o con la mano destra. Presidente. — Agosiino, avete sentito ? Rispondete. Agostino. — Io, quando mi sono avvicinato hi letto della zia, con la mano sinistra le ho turato la bocca, e con la destra le ho fatto annusare il fazzoletto. Giurato. ■— Vorrei fare una seconda domanda: ieri l'Agostino ad una domanda tassativa rivoltagli dall'avv. Bardanzellu, perchè spiegasse quella parola « deponemmo » che esisie nel verbale d'interrogatorio, ha detto che si era fatto aiutare a deporre il cadavere dalla Palmero, la quale avrebbe preso ti cadavere per i piedi, mentre l'Agostino lo avrebbe sostenuto per la testa. Può'l'imputato Agostino spiegarci perchè, avendo in quel moménto l'aiuto della PaJmero, abbia creduto unicamente di farsi aiutare a deporre a terra il cadavere, anziché anche a trasportarlo senz'altro nella camera da pranzo, evitando cosi di trascinarlo da solo? Presidente. — Avete sentito, Agostino ? Rispondete. Agostino. — Ho fatto cosi perchè la zia era svestita e le lenzuola erano bagnate di eangue, per cui bisognava lavarle. ; Giurato. — Vorrei fare un'ultima domanda. Tuo l'imputato Carlo Cogo dtre.se al maitthio, /quando, secondo la sua narrazione, si è fatto svegliare dal fra'cllo alle 8.30, era in quel momento in' cui fu svegliato, accesa la luce elettrica nella camera dei fratelli Cogo, oppure se vi era già. abbastanza luce naturale nella camera stessa ? Carlo: — Non ricordo se la luce elettrica fosso accesa; ma mi pare che ci fosse già abbastanza luce naturalo. Giurato: — E allora naturalmente, quando sono risaliti lui col fratello Giacinto, meno ancora sarebbe sfata accesa la luce. Carlo: — Si, signore: si trattava di luce naturale. Presidente: — Bisogna vedere a questo proposito quanto ha detto l'Agostino al presidente Marchetti. In relazione alle domande del giurato ed alle risposte dato da Agostino, il Presidente rilegge quanto l'imputato ebbe a dichiarare al presidente Marchetti, quando lo interrogò in carcere. Venconn poi introdotti in gruppo I testimoni citati per oggi, ma che naturalmente non potranno essere interrogati. 11 Presidente li fa entrare unicamente per ammonirli: otto nomini e tre donne, tre signorino eleganti: Lidia Agncsi, Margherita Aimnretto, Ida Lorenzatto. Una richiesta della Difesa Usciti i testimoni, il Presidente dico: — E adesso leggeremo le lettere e le cartoline che suno state presentate. Le leggeremo tutte; Così eviteremo di perderci su di una o su di un'altra frase. Cavaglià: — Non si può comprendere la necessiià di leggere queste lettere se non si leggono lo due pagine e mezza della requisitoria dei Pubblico Ministero — due parole di storia — clic si riferiscono appunto ai rapporti corsi tra le vittime ed i presunti autori del delilto. Presidente: — No, veda, avvocato: io ho già fatto le contestazioni su questa parte della requisitoria; ora io leggo i documenti; ma desidero elio essi siano letti senza che si facciano premesse o considerazioni. Cavaglià: — Non occorro fare premesse: solo che si sappia quale è noi processo... Presidente, interrompendo: — Le ho già detto ieri: lei vuole dimostrare i rapporti cordiali clic correvano tra la Carolina e i ni- P Cavaglià: — Ogni fatto che è messo nella requisitoria riceve da quelle lettere una contestazione: quindi so lei legge quello che... Presidente: — Veda, avvocalo: quando venissimo dei testi o dei documenti che fossero dirò cosi, in contraddizione con il contenuto delle lettere, saremmo da capo a discutere: limitiamoci oggi a leggere integralmente 1 documenti, senza commenti: faremo i rilievi e le contestazioni quando so ne presenterà l'occasione. Cavaglià: — Non credo che ci sia nulla in contrario alla mia richiesta; ma non voglio insistere: leggeremo la parte della requisitoria ili altro momento. Presidente: — Va bene, allora leggeremo; ma mi raccomando, senza commenti. Per non perdere del tempo in discussioni su quello che e. utile e pertinente alla causa, io leg cerò integralmente tutte le lettere che mi so no stale presentate, seguendo un ordine stret tomento cronologico. I.e prendo come mi sono state da loro presentate. Cavaglià: — Se permetto, l'ordine lo diamo noi, perche altrimenti questa lettura non avrebbe nessun nesso. Presidente: — Sono tutte lettere dell'epoca Bella guerra; vi è qualcosa che è dopo la guèrra, vale a dire del 1919... E comincia la lettura: Cavaglià: — Veda, signor Presidente, vi fono lettere della sorella Anglolina che partono dal 1S92 e vanno a tutto il 1919... Presidente: — Ma quelle non sono mica Snelle die mi ha dato ieri... Cavaglià: — Queste sono la base documentaria dei rapporti famigliari. Poi vi sono le lettere di Carlo Cogo alla zia dal '17 al '19 _ cioè d"ll'epoea in cui il Carlo si trovava in guerra — altrimenti non aveva ragione Hi scrivere — le lettere della Carolina al nipote Carlo dal '17 al '-'1. Presidente: - Quello che mi ha dato ieri sono quasi tutte del Carlo. Cavaglià: - Poi ce no sarebbero tre o auattro della Rita Bordon., Presidente: Ma sono altre... Cavaglià: — Sono tutte quelle che le abbiamo date ieri. ■ Presidente: — Allora cominciamo a leggere quelle del Carlo. Alla pubblicazione delle lettore! scambiate l.i\. la signorina Carolina Cogo, il fraello, la cognata, I nii-o.i, gii avvocati ai quali affidò i suoi interessi, crediamo opponuno far precedere quanto ebbe a scrivere l'Avvocato Gener. 'e, come premessa daii'aito di accuas. Servo a spiegare perchè la Difesa abbia sentito il bisogno dil produrre tante lettere e dia ad es.o tanta importanza. a Giacinto Cogo, hu sari Ito l'avvocato generale, ricco e nobile signore di Barge, passato a nozze con Thowsamo Marianna, procreava due figli, una femmina, a nome Carolina, ed un maschio, a nonio Giovanni, in famiglia chiamato Giannetto. La Carolina, primogenita, nata sfregiata per una angioma diffuso che ne deturpava il volto, veniva dai genitori prediletta e-quindi contornata dallo maggiori cure e più affettuose carezze quasi per compensarla della disgrazia toccatale dalla nascita. 11 Giannetto, di carattere chiuso, lenace, imperioso, intellUcTitc e colto, laureatosi In giurisprudenza prendeva ad eserpitare la professione di notaio in Barge. « Ammogliatosi contro il volere dei goni- I tori, fu costretto ad abbandonare il tetto paterno. Divenuto padre di numerosa prole, visse, nei primi anni di matrimonio, in isirestezze e privazioni. Nel 1903 decedevano : gènitóri ed enirambi tesavano a favi re della i figlia Carolina solo legittimando i: tiglio lio} Vuio Giannetto. Quelle disposizioni tes'amenI tarip ài'.ciMYtiia.ron<) ìa malevolenza già preesistenle da parte -ic! fratello e determinarono una aperta osMllm tra loro eh- ebbe varie esplosioni e manifestazioni avene per via giudiziaria. La malevolenza paterna creò .• '"ambiente di famiglia una atmosfera di antipatia, avversione, rancore, astio e odio P'1 intenso che lentamente respir-to dai figli del notaio Giannetto, allora bambini, Ingigantì fatalmente col srre.=cere degli anni e degenerò in desiderio di vendetta. « Lo slato d'animo loro diivenne sempre più amaro e tormentoso. Invano cercava la signorina Cogo Carolina di placare l'odio fraterno; invano cercò di affezionarsi i nipoti Giacinto, Carlo ed Agostino, dondo loro ospitalità in casa sua a Torino e ammettendoli al proprio desco. Non valsero le munifiche sue donazioni fatte al fratello di parte del patrimonio ereditato dal genitori; casa non riuscì a cattivarsi la riconoscenza e l'affetto dei famigliari ».

Luoghi citati: Barge, Torino