La seduta

La seduta La seduta Roma. 6, sera. Le Iribune sono affollale. L'aula, all'inizio della seduta, è scarsamente popolata. Uno dei primi ad entrare ò l'on. Gray. Notiamo che porta all'occhiello della giacca il nastrino delle decorazioni di guerra. Alle 15 la seduta è aperta. Siedono al banco del Governo gli on. Mussolini, Finzi, Acerbo, Corbino, Bonardi, Caradonna e Lissia. Incidente Gray-Lucci Sul processo verbale ha la parola l'on. Gray, il quale ricorda come si 6voJse l'incidente di ieri nei riguardi dell'on. Lucci, che gli inviò i padrini. Ma egli vuole che l'assemblea consideri la sua offesa e ne ripeta la formula: « Quando parlano le spie dell'Austria 1 deputati italiani se ne vanno •. incorda che i deputati del fascio parlamentare della legislatura di guerra si allontanavano dall'aula quando parlava l'on. Lucci. Dice: • Quanti'.-» il C dicembre 1016 le nostre truppe erano aggrappate a quota 2C8, quando i feriti erano vllmenle uccisi dagli austriaci, e l'on. Brandolin cadeva combattendo, l'on. Lucci pronunciava «Ila Camera queste parole oscene: » Se gli austriaci adoperano le mazze ferrate, a Vienna si espongono i coltelli a serramanico degli italiani ». {Impressione, commenti). Afferma che parlare cosi è tradimento. » Quando vediamo che in questa Camera i segni del valore sono anche sul pelto dei colleglli dell'opposizione, quando in questa Camera vi sono un Mussolini e un Delcroix che raffigurano il volto della patria in guerra, io posso ben dire, ed oggi ribadisco e ripeto, che sul vocabolario morale il contegno del Lucci è definito quello di una spia. F. so, dicendo questo, che tutta l'anima dell'Italia fascista e della vittòria è con me ». {Lunghi applausi della maggioranza). Ha la parola l'on. Lucci. {Il umori). L'on. LUCCI dice che, se fossero vere le parole dell'on. Gray, egli dovrebbe essere l'ultimo individuo del mondo. Voci a Destra: - Sci, di fatto, l'ultimo essere... LUCCI: — Voi volete condannare un uomo senza sentire la sua difesa... GRAY: — Sei già condannato! LUCCI ricorda la frase da lui pronunciata nel discorso del 6 dicembre, e ricorda pure che ebbe già a giustificarla ampiamente. La Destra insorge tumultuando e copre le parole dell'oratore. Si grida: «Spiai Vigliacco I ». LUCCI: — Ma ho chiesto un Consiglio d'onore... GRAY: — Un Consiglio di guerra! LUCCI:' — Voi siete, invece, un volgarissimo diffamatore, come è luminosamente provato, e come potrebbe dimostrare il vostro collega on. Rossini. La destra rumoreggia nuovamente e lancia apostrofi vavacissime contro il deputato massimalista di Napoli. I fascisti escono L'on. Rocco, presidente, dopo alcune comunicazioni relative al funzionamento interno della Camera dichiara operta la discussione sull'indirizzo di risposta al discorso della Corona e dà la parola all'on. Lucci. Mentre il deputato massimalista, alzandosi si appresta a parlare, i deputati della maggioranza nel più perfetto silenzio escono dall'aula. Restano i popolari, 1 demo-sociali, i liberali con l'on. Giolitti, i repubblicani, i democratici di opposizione e i socialisti delle tre famiglie. Anche i repubblicani ex-combattenti decorati, abbandonano l'aula non appena l'on. Lucci incomincia a parlare. Il banco del governo rimane quasi deserto, perché, non appena la maggioranza ha abbandonato l'aula, vediamo uscire l'on. Mussolini ed i ministri on. Ciano e Federzoni. Rimangono a rappresentare il Governo i sottosegretari on. Àcerbo e Finzi. Intanto l'on. Lucci comincia a parlare. Ha pronunziato poche parole quando un individuo dalla tribuna dei gabinettisti cosi lo apostrofa : Va là che vai bene! Gli uscieri subito iwicinano lo sconosciuto e lo fanno uscire dalla tribuna. Intanto una dimostrazione avviene nel « transatlantico » dove i deputati della maggioranza si sono riversali, non appena usciti dall'aula. Quando giungono nel « transatlantico » i deputati repubblicani on. Morea, Mario e Guido Bergamo, Facchinetti e Macrelli. tulli combattenti, mutilati e decorati ni valore, i deputali della maggioranza applaudono fragorosamente e gridano: Viva l'Italia! I repubnlicani rispondono collo slesso grido. Molti deputati fascisti abbracciano e baciano i colleghi repubblicani. La manifestazione è stata quanto inai commovente. Anche il Presidente del Consiglio, seguito dagli altri membri del Governo,-giunge nel « transatlantico ». Ornando l'on. Mussolini scorge tra i presenti Carlo Del Croix lo chiama ad alta voce e lo abbraccia e bacia. I deputati della maggioranza, che sono oltre 30(1, applaudono fragorosamente e gridano: Viva l'Italia! Viva Mussolini! Viva Del Croix! Il discorso dell'on. Lucci Nell'aula, frattanto, l'on. Lucci prosegue il suo discorso. Egli combatte la concezione fascista dei sindacati e dice che l'esperimento ilei sindacati fascisti non ha giovato a diminuire il costo della vita ed a migliorare l salari. L'on. RICCI, il solo deputato della maggioranza che momentaneamente sia rimasto nel1 aula per terminare un suo scritto, interrompe il deputato socialista e poi si alza ed esce dull'aulu per raggiungere i suoi colleghi nel « transatlantico ». L'on. LUCCI continua affermando clic i sindacati fascisti sotto la parvenza del contenuto economico nascondono in realtà una funzione di polizia che si esplica nel soffocare ogni tentativo di sciopero o di protesta proletaria. PIVANO: — I sindacati fascisti hanno un contentilo di italianità I LUCCI soggiunge che, in tali condizioni, gli operai per vivere, sono per forza costretti ad iscriversi ai sindacati fascisti, ma è questione soltanto di pancia e non di fede. PIVANO: — L'amore per la pancia è frutto della vostra educazione! LUCCI prevede clic i sindacati fascisti finiranno per andare contro allo stesso fascismo, pei chi'' non è possibile conciliare gli interessi degii industriali e quelli delle classi lavoratrici, tanto è vero che i sindacati fascisti non sono riusciti ad evitare la sopravvivenza della lntt:i di classe. Mentre l'on. Lucci svolge i suoi concetti, riunirà nell'aula da una porticina di sinistra l'on. Mnnnaresi, clip rùl un certo punto grida all'oratore: — Dove eravate voi quando noi èravamo in trincea ? LUCCI : — A fare il mio dovere! L'on. Mnnnaresi scaglia delle parole vivaci contro l'on. Lucci e quindi fa per slanciarsi verso il banco da cui l'oratore socialista parla, ma accorrono i questori che allontanano l'on. Mnnnaresi il quale, rivolto all'on. Luce!, eli grida ancora : — Stavi a fare la spia ; altro che il tuo dovere! Vigliacco! L'on. Lucci disserta a lungo sui rapporti internazionali, per sostenere che all'estero la politica fascista 6 completamente fallita. La esperienza di tutti gli altri grandi Stati in politica estera dimostra come non sia possibile seguire un sistema rigidamente nazionalista. Con queste dichiarazioni, che avrebbe voluto fai e a tutta la Camera e clic con dispiacere non ila potuto fare se non dinanzi ad un 1 Minerò limitalo ili colleglli e ad uni parte ri i governo rimasta ni suo posto, crii tuttavia ha obbedito ad un suo preciso dovere [applausi all'estrema sinistra). Molti deputati rientrano neU'aula, quando entra l'on. Del Croix che è salutalo da vivissimi applausi. Del Croix DEL CROIX ha presentato il seguente ordine del giorno: « La Camera, esprimendo la sua piena fiducia nel governo, nell'opera da esso compiuta, e. nel programma per l'avvenire, approva l'indirizzo di risposta al discorso della Corona». Gli duolo di esordire con una protesta contro chi ha voluto vedere nel suo ingresso nel parlamento un calcolo partigiano o una convenienza privata. In questa aula l'oratore non trascina una sventura ma porta un pensiero e intende vivere e operare senza cedere alcun diritto, di mancare ad alcun dovere; oggi i soldati, che ieri dovevano difendersi dalla calunnia, devono difendersi dal pericolo della adulazione perchè i nemici della Patria non no traggano ragione di risveglio. E se questi nemici vorrebbero vedere l'oratore come distoso in un sarcofago donde dovrebbe sentire la sua commemorazione, egli ad essi risponde prendendo il suo Dosto di ardimento e di combattimento. Nel dibnttito sul discorso della Corona le opposizioni sono stute concordi nel contrastare tutta la legittimità dottrinale è pratica della rivoluziono fascista e nello svalutare il risultato delle elezioni generali. Agli avversari risponde con un dilemma: o il fascismo è un bene ed essi hanno torto di opporvisi con minacele assurde o con proteste vane, o il fascismo è un male od allora essi hanno avuto il torto di averlo originato colle loro malefatte e colle loro provocazioni {vivi applausi). Al partito popolare rimprovera di non avere mai assunto atteggiamento chiaro e preciso e di avere assunto la difesa di posizioni abbandonato da altri partiti costituzionali e che ha il torto di, avere danneggiate e saccheggiate. I jvirtlti estremi si posero al di fuori della nazione. I partiti costituzionali, che la guerra non vollero o ne furono tepidi fautori, furono esautorati dalle loro stesse lotte interne. Ma di fronte ai veni conati di partiti in lotta e di governi deboli, un nomo sorse che rappresentava l'anima della guerra, di quella guerra che quei partili non vollero o non seppero comprendere come espressione della ferma volontà di unta la giovinezza italica {Vivissimi applausi). Di tutto quanto e. accaduto negli anni tristi che precedettero il fascismo non è al popolo che può farsi colpa, al popolo dio ha mito dato e; tutto sofferto, ma ai falsi duri din .speculavano su di esso e ne rinnegavano la grandezza per consolare la loro miseria {Vivissimi applausi). Capi dei panili dirigenti, non hanno lasciato nessuna traccia degna di ricordo di tutta la loro opera e 'li essa non rimane ora che una misera credila di conlrasti e di rovine e una rovina sono anche quei partiti che furono la vostra fatica e il vostro sogno {Applausi). Bai recenti avvenimenti nulla gli avversari hanno imparato ed è .perciò pienamente giustificato raTteggi'amejtto di fermezza e di Intransigenza del fascismo che vuole difendere tutte le posizioni coniuistate e Impedire a qualunque costo un ritorno al passato li' necessario che da quest'aula arrivi al paese un esempio di disciplina e di dignità porcili; non si perpetui la dolorosa situazione <Iip la Camera indugi ancora nei suoi conflitti e nelle sue vane chiacchiere mentre il popolo procede gagliardamente innanzi spinto rial suo forte istinto e illuminato dalla sua nobile coscienza {Applausi). L'ora'ore ha sentito in questi giorni affermare il sentimento dell'amor di patria da rappresentanti di partili che fino a ieri la negavano. Nel nome della patria egli vedo quindi la possibilità di una intesa, se coloro, che oggi, nella loro resipiscenza, la riconoscono, l'accetteranno senza riserva {Applausi). Fa appello «.gli avversari perche traggano ispirazione a quel senso mistico e. religioso che trovò alta cspre-sione nelle parole di Giuseppe Mazzini rifereptisi ni principio di autorità, ni concetto di gerarchia contemperate in armonica visione in opposizione ai vani miti dell'eguaglianza e della libertà. Si onponc al fascismo che esso ha perduto quella purezza che aveva ai primordi, ma bisogna tenero conto che i partiti, come gli uomini, perdono con l'età noesin e bellezza, mi crescono in forza e in fede, che non vi è dottrina senza difetti, non vi e. sacrificio senza profittatori. Per questo ha creduto e crede nella Insurrezione della giovinezza. Non si preoccupa della so- conda ondata, perchè non sarà necessaria. Certo, senza alcun senso di adulazione, si può affermare che la patria ha oggi un granile, capo degno di servirla [Vivissimi e prolungali applausi. I ministri e moltissimi deputali smgono in piedi). Ora lutti hanno un solo dovere, quello di secondarne J'opera e seguirne l'esempio. Per questa via l'insurrezione, anche quando non avesse dato altro servizio, avrà il vanto eierno di avere rinvenuto in fondo alla razza la coscienza ed il destino della grandezza. Ed allora la libertà non sarà un dono della provvidenza, ma sarà la conquista dell'uomo: non sarà il trionfo desìi opposilori, ma sarà la più grande e la più sublimo vittoria del fascismo che. Imponendosi da se stessa, avrà assicurato quello che era chiamato iil massimo impero dell'antica saggezza di Poma. Alla fino del discorso, che è stato frequentemente interrotto da lunghi applausi, l'on. Del Croix è circondato da una decina di deputati che si congrat'.ilano. vivamente con lui, mentre la Camera acclama entusiasticamente. La commozione è generale. Applaudo anche l'on. Giolitti che cogli on. Soleri e l'ilici già si era associato agli applausi precedenti. Da più parti si grida: Affissione! Affissione ! L'on. MUSSOLINI chiodo la parola ed ottenutala dice: — Propongo che il discorso Del Croix sia affisso in tutti i Comuni d'Italia. 11 PBESIDENTE pone al voti la proposta che, naturalmente, è approvata tra gli applausi della maggioranza. Cessati gli applausi si grida da tutte le parti: — Chiusura! Il PRESIDENTE mette al voti la proposta che viene approvata. Avranno cosi la parola i soli presentatori di ordini del giorno. BENDINI. comunista, incomincia col ricordare alcuni episodi di violenza. Improvvisamente dalla tribuna dei gabinettisti un tale grida verso l'oratore: non dite fandonie! Fi nitelal Due uscieri afferrano il furioso in terruttnre e lo trascinano fuori. L'oratore continua chiedendo l'amnistia generale per tutti i condannati in seguilo alle lotte economiche e politiche e la reintegrazione di coloro che, per lo stesse ragioni, furono di I messi dalle pubbliche amministrazioni.

Luoghi citati: Austria, Italia, Napoli, Roma, Vienna