Testimonianze di accusa al processo della Bagnolo

Testimonianze di accusa al processo della Bagnolo Testimonianze di accusa al processo della Bagnolo (Tribunale Penale di Torino) Si riprende J'escussioive dai testi d'accusa. Emilio Rosso era sepretanio della 6as.«a ru.ra.le di Racconigi. AJferma che la Cfissa deliberò «li aderire al consorzio finanziario delia Bignol" senza pero firmare la convenzione. Miirte^ip*. insifnic ad alcuni amminist.rs.lovi della .Cassa, all'ori iman za delgennaio 193 tenuta a Bagnolo: i bilanci presentati figuravano attivi ed il te.stc pensò che le cose mandassero bene. A Racconigi, .per la raccolta tisi fondi, si recò più volte Air.brog.io Zacto..?. I fondi vennero rinl.ì, ma sempre in seguii" a deliberazione del Consiglio. Lo Zaoc^ii-? richiese anche dei titoli, che vennero dai;, u spiegò elio Ja Bagnolo li avrebbe passati al!" liHiiolie per ottenere anticipazioni. Col preavviso di un mese avrebbero pero dovuto essere restituiti. Dei suoi crediti verso la Bagnoki la Cassa di Racconigi,riuscì a recuperare 30 mila lire. C. Zaccone vuole ai faccia vedere al teste la convenzione ri.-l consorzio che -risulta, firmala anche dal presidente della Cassa di r.?.'oonigi. Mariano Giovanni, ora defunto. Il teste riconosce la firma del Mariano ima non sa. spiegare quando ed in seguito a quale deliberazione il Mariano abbia potuto firmaTO. G. Zaeeone: — 11 Mariano firmò in seguito a deliberazione de] suo Consiglio d'amministrazione. Fu la Cassa di Racconigi che nel settembre 1!K2 inizio i! primo .movimento contro la Bagnolo richiedendo il rimborso dei depositi. Venne a casa mia in quell'epoca l'aw. llossi. chiedendomi il rimborso immediato dei titoli e della somma che la Racconigi aveva versati, lo nbbiettai che la. Cassa aveva aderito al consorzio ed aveva firmalo la • onvenzione. l.'avv. Rossi soggiunse che quella, firma ema falsa ; «bhi con lui uno scambio vivace di parole. Alla fine la Cassa di Racconigi ci intentò causa. Ma affermo che la-convenzione fu proposta a Racconigi conte a tutte, le altre Casse e che la sua posizione non è per niente diversa da quella di ogni «Itiia Cassa rurale. Presidente a Zaccone: — Perchè dicevate che i titoli sarebbero stati restituiti col preavviso di un mese? — Il consorzio, nelle nostre Intenzioni, doveva funzionare come una riserva finanziaria, in modo cioè da tener conto sempre delle esigenze e della disponibilità delle diverse casse. In pratica la cosa dovette essere diversa pprchn il consorzio non funzionò come volevamo, lo però mi ero accordato con il Piccolo Credito di Cuneo, presso il quale versavamo i titoli, per poterli riavere in ogni momento. 11 guaio in tutto questo è che il Mari.ino è morto. Il farmacista Giuseppe Gallo è presidente della Cassa di Caramngna dalla fondazione. In epoche diverse questa Cassa fece colla Rngnolo tre operazioni, rispettivamente per 170, 719 e CAI mila lire. Presidente: — Pare che l'amministrazione sia stata informata solo della prima operazione: le altre vennero compiuto ria Don Perlo ad insaputa del Consiglio? — Don Perlo non era obbligato ad informare, il Consiglio di quanto faceva per conto della Cassa. La cosa però è contestata. SI passa oltre. Don Luigi Ribero, di Bugnolo, s'avvide che la Cassa sostenne enormi sposo durante le elezioni. Francesco Righetti, contabile pro.s. so la Cassa, è, creditore di 4600 Iirper stipendi ed indennità. Conferma » ne ni soci della Cassa si condonavano le multe per ritardato pagamento delle imposte. Domenico Ribotta, mezzadro del beni parrocchiali di Bagnolo, afferma che qresti fruttavano 23 mila lire annue. Il leste vide che infinite persone frequentavano la ci>sa parrocchiale, e fra questi anche delle donne. Lo chauflevr Chiaffredo Rasctto conferma che le automobili della Cassa erano impiegate largamente nella campagna elettorale, il teste non trasportò però persone in gite di piacerePietro Re fece acquisto di mele per conto 'della Bagnolo. Una compera di mole per 10 mila' lire, e per cui s'era data anche caparra, non fu effettuata. Sorse lite, che fu poi transatta. Rnsano Domenico, preslderrte della Ca,ssa di Cavour, è creditore della Bagnolo, in proprio, di 10 mila lire. Ku a visitare gli stabili della Cassa eri ebbe calde accoglienze. Carlo Serra narra che la Cassa di Vozza d'Alba, di cui è amministrnlnre, v«rsò alla Bagnolo, in vari anni. 14*! mila lire. Gli risulta però che la sua Cassa non si consorziò mai alla Bagnolo. Domenico Sicco. presidente, della Cassa di Cherasco, fu portato in automobile n RagnoIo, dove gli si fecero vedere le meravìglie della Cassa, nel novembre 1932. Nel viaggio di ritorno l'automobile toccò Barge, e si fece una sosta alla fabbrica di liquori. G. Zaccone-: — Non venne nel 1922, bensì nel settembre 1921, quando la Cassa aderì al Consorzio. I) teste però' sostiene di essere andato a Bagnolo nel 1922. Un presidente ottuagenario Strumin Giovenale, un vecchietto di 80 anni; era presidente della Cassa di Cavallermaggiore. Ignora se sia stata data a don Righelli l'autorizzazione di favorire la Bagnolo nel limito delle disponibilità della Cassa, non Righetti ad ogni modo non l'informò mai di quello che aveva fatto colla Bagnolo, ni! precisò le somme che vi aveva versato. Nel 1923, quando si ebbero le prime notizie dei dissesto, il teste ne fu avvertito e corse da don Righetti, rimproverandogli di averlo rovinato a St) anni, al formino della sua vita. Ron Righetti intese i lagni e rispose: « Sono stato ingannato anch'io'»', L'avv. Mollarli presenta al Tribunale un rendiconto della Cassa di Cavallormaggiore e chiede al teste se non ricòrda che don Righetti presentasse periodicamente agli nmTninistralori quei rendiconti e li spiegasse dettagliatamente. Il teste esclude che don Righetti li spiegasse: gli amministratori non erano in grado di capirli. P. M, : — In sostanza don Righetti ha informato che gl'impegni della Cassa ili Cavallennaggioro colla Bagnolo ammontavano a tre miliuiii.? Don nighetti:' — Non potevo dire tre milioni perche questa cifra la si raggiunse solo sul Unire del 1922. Chiunque però, gettando gli occhi sui registri e sui pailitari, poteva accertarsi delle stimine versate alla Bagnolo. Il teste arido a Bagnolo una soia volta, su un'automobile della-Cassa. Visitò gli stabili, le scuderie, ecc. Intese dire che mons. Cavallotti si era recato a Moretta su una carrozza trainata da quattro cavalli. Don rughetti: — Tulli gli amministratori « tutti ' sindaci andarono a Bagnolo, Fu appunto dopo la loro visita che si entrò in rappòrti di affari colla Cussa. Paolo Scottone, di Vez/.a d'Alba, si oppose a che la Cassa, di cui era amministratore, si consorziasse. Fu a Bagnolo ad una adunanza ed intese dire, da uno che sedeva al tavolo della presidenza, che le Casse che avevano dato somme alla Bagnolo erano da considerarsi semplici depositanti, senza alcun vincolo con questa. Sicco ■Baldassarre, ria Benevagienna. denotilo 4000 lire «:ia succursale della Bagnolo per agevolare il pagamento delle imposte. Ordinò al dirigente ia succursale di pagare due rate d'imposta, ina un sua meraviglia, vide che dal libretto era staio prelevato l'importo di una sola rata. Il leste pensa che i dirigenti della Bagnolo fossero inadatti ed incapaci. Soa-navino Antonio, presidente della Cassa 'di Priocca, espone che questa depositò 252.000 lira in conto corrente e vincolo, (il), si disse che la Cassa non assumevi aleuti vincolo ed era una semplice depositante. Esclude che ei sia formata la convenzione del consorziò. G. Zaccone. — La Cassa di Priocca è una di quelle elio ha adamo pei- lettera. La. signorina gantuccia Silvestro, fu assunta come contabile alla Ca«a n*l gennaio 1922. E' ancora in credito di 1350 lire per stiperid'' arretrati. L'ostessa Strua. Rosalia ostruisco a Bagnolo l'albergo del Persico Reale. Per ordine di G. Zaccone nei giorni delle elezioni diede ria p-an/.o agli «lettori popolari. Presentò due note, una, di 1M0 lire e l'altra di 1900. alla Ossa, che le pagò. L'importo ilei pran-'i si aggirava sulle 15 lire .per persona. Andrei. Testa, presidente della Cassa di Narzole, nurxa che nel 1921 Ambrogio Zaccone si ecò dal parroco, che era anche il cassiere della Cassa, per chiedergli denaro per la Bufinolo. Il parroco ne patio col teste, il qua:-.1 'i*foraiò presso amici e fu dissuaso dal (are penzioni a Bagnolo. Gli an.Tniiiistratori. cu; l Mete «pose 1 risultati delle informazioni, srsrs vollero tuttavia recarsi a Bagnolo, per controllare. Ne iwnarono entusiasti e nel giugno deliberarono ili aderire alle richieste dell" Zaccone. La Cassa di Narzole. depositò tTa titoli e contanti. 220 mila lire. I titoli avreb bero dovuto essere restituiti cai preavviso di un mese. Il teste capì però che la Bagnolo, concedendo la provvigione, avrebbe usato i titoli por operazioni bancarie in proprio vantaggio. Ija sfilala dei testi d'accusa, con tutte le rampogne, i lagni e gii sfoghi che l'accompagnano, avrà termine oggi.