La strada dei Colli

La strada dei Colli La strada dei Colli :Giorni sono, il Cornili:: sano Hcgio, durone > La Via, accoininignato dal segretario cupo comm. l-'ubim, e dai commissari aggiunti ■ Burba vara, Gurgulini e lJuliicciotti, si 0 re-, caio In automobile a Santa Margherita e in altro località della nostra meravigliosi» collina. Motivo ufficiale della gita, la visita aila Villa Genero e alla villa della Ilegina, ma .poicliè i membri dell'Aiuiiiiiiisiruziuiiu provvisoria non si sono limitali a fermarsi nel due Istituti, ma si sono spinti in tutta la zona ciie dovrà essere percorsa dalla strada detta dei Colli, (strada clie costituisce la base del piano regolatore, progettata e in qualche punto accennata, ma non ancora attuata) ;ei è portati a pensare che il Regio commissa'rio abbia voluto rendersi personalntcnte conto se possa e debba comprendersi tra le opere pubbliche di immediala attuazione unclie la sistemazione della collina. E" ci5 a motivo che il barone La Via e i suoi collaboratori ebbero, come guida, nella visita, l'iris. Scanagatta, capo dei servizi municipali, la persona meglio adatta per illustrare la questione e rappresentare sul terreno il progetto che attende di essere attuato e che trovasi, sin dal 1908, negli archivi municipali, parte integrale del piano regolatore. Un vecchio progetto La strada del Colli I Parliamone un po'. DI 'questa meraviglia di nastro stradale, che deve attraversare lo più pittoresche località della nostra collina, c congiungere tra di loro, a mezzo di arterie secondarie, i contri di maggiori possibilità edilizie e le vallette ìnterscennti, se ne ò parlato molto quando gli ingegneri Quaglia e Marcscotti, presentarono il progetto di sistemazione da essi studiato per incarico del' Comune. "E non vi fu chi non si mostrasse entusiasta di questo progetto. La sistemazione proposta, con la grande strada e le strade minori, venne ritenuta, per voce generale, ottima e non solo in rapporto alla viabilità, ma particolarmente per le larghe possibilità che veniva ad offrire alle imprese edilizie. « La ricchezza di verde che ù vanto dello colline torinesi, si disse, è ottima cosa, e se vi 6 da esprimere un. voto si ò che i dolci pittoreschi declivi , abbiano spmpre più ad Infittirsi di alberi e a presentare una vegetazione lussureggiante ma è necessario altresì popolare la collina di villette eleganti, di casette comode. Una grande strada, percorsa da truffi, ( e tale deve essere la via progettata) faciliterà il sorgere di nuove costruzioni e darà modo a quanti devono restaro in città, ma amano di vivere tra il verde, in un posto fresco e aerato, di sciamare verso la collina ». ) E' passalo molto tempo dal giorno in cui gli ingegneri Quaglia e Marescotti presentarono il loro progetto e delle discussioni che si ebbero allora si 6 spenta anche la eco. Per questo non ci sembra inopportuno richiamarle. I progettisti nello studiare la sistemazione, presero come base i seguenti principii generali: studiare un piano regolatore, che provvedere ad una viabilità comoda ed estesa per le zone fabbricabili della collina, a passeggiate pittoresche sulle falde prospettanti la città, che rispondesse alle future esigenze del Comune in merito alla viabilità, all'estetica, all'igiene e ai bisogni daziarli, piano coordinato a quello regolatore della pianura. ■ Inoltre essi si preoccuparono di assecondare. | nello studio dello nuove vie, l'andamento del | terreno, per evitare onere d'arte costose e al-1 terare il *neno possibile la linea della collina utilizzando le strade attuali; di limitare al minimo le demolizioni di fabbricati e le modificazioni nocive al parchi privati; d! studiare il tino normale delle strade con libera visuale verso la pianura; di stabilire 1 ubicazione di belvederi e dare norme indicative sulle migliorie da introdursi nella cultura silvana della collina al fine di conservarla e migliorarne la bellezza naturale; di stabilire Infine alla confluenza delle vie, dello piazze capaci di formare i futuri nuclei negli abitati. Passeggiata pittoresca in, armonìa a questi principi! generali; statuirono che la sistemazione -dovesse comportare strade principali e strade secondarle, per convogliare, le prime, il movimento delle valli e collegarle tra di loro, e, le seconde, convergere verso le principali, in punti indicati da condizioni particolari. Partendo da tale programma di massima, progettarono per la Val Pattonera una strada cH prima categoria che dal corso Moncalicri Wlo sbocco della vallo la risale sulla falda, a giorno, sviluppandosi In un ampio « tourniquet », per tenersi nei limiti di pendenza e raggiungere, senza eccessive pendenze, l'abitato di Cavoretto; per la Val Salice progettarono una strada di prima categoria che utilizzasse la strada attualo della Barriera sino al bivio della strada del Tadino, e proseguisse verso il piazzalo della chiesa di Santa Margherita, tenendosi a valle della strada attuale; per la Val San Martino una strada idi prima categoria che partisse dal piazzale della Barriera daziaria a monte del Ponte Trombetta, si sviluppasse sulla falda a giorno innalzandosi con ampi svolti per portarsi in una posizione più soleggiata e meglio ubicata rispetto alla zona fabbricabile, e, tenendosi sempre a monta della strada attuale, si congiungesse sul piazzale di Sania Margherita allo, strada di Valsalice con la quale venisse a formare una sola e grande arteria. 11 girone di Val San Martino e Val Salice, ò nel progetto collegato a quello di Cavoretto per mezzo di due arterie di prima categoria, la prima dello quali, parte dalla Barriera di Val Salice e la seconda dalla confluenza del due rivi Paese, in Val Salice e raggiunge l'abitalo di Cavoretto oltre il taglio della <itrnda « Creusa ». Precisate le strade di primo ordine, che si riducono ai due gironi di Val San Martino e Val .Salice ed ai due rinnegamenti, il primo, Viale dei Colli tra Val Salice e Val Pattonera, e il secondo, ira Val Salice e Val. Monterei io, i progettisti idearono alcune strade secondarie ed alcune dì terzo ordine a collegamento delle primo o determinate da circostanza speciali. Ed infine studiarono il piano regolatore di Val Piana, di- Val Mongreno e la creazione di belvederi al castello di Cavoretto, al poergio della torre Manzon ed s* 1 «i-ì posti superiormente a Villa Cova, a Villa L'arbaiou:;. a Villa Bey e Villa Jarach, Non si può negare che questo progetto risponde ad un piano generale di sistemazione e porla alla creazione di una passeggiata sulle colline che a ragione potrebbe essere considerala fra le più pittoresche che una città possa vantare. Se anche si può discutere qualche dei luglio, non si può non riconoscere che nelle linee generali il progetto degli inceneri Quaglia-Marescotti. fatto proprio dal Comune, risponde a quelle che sono le. esigenze cittadine. A richiamarlo, oltre che la visita fatta dal barone La Via alla regione collinare, che porta a pensare, si stia studiando la sistemazione della zona, ci dà motivo una lettera inviata dal sig. Ernesto Stililo, proprietario del bel cocuzzolo di San Vito, nella quale viene richiamatoli progetto e ci viene fatta una proposta che ci sembra meriti di venire esaminata. per un " viale degli eroi,, « E' lontana da me t- scrive lo Stililo — ógni idea di criticare 11 magnifico progetto approvato d.il Comune per la costituzione sul '« brlch » della Maddalena del Parco della Blmembranza; al progetto applaudo con tutto il cuorp, ma, conoscitore del luogo, mi permetto di fare qualcho osservazione di carattere pratico. Il brich della Maddalena e il terreno circostante che dovrebbe essere trasformato in parco è formato da un terreno tufaceo, argilloso, asciutto e il trapianto in tale terru poco propizia alla vegetazione sarà cosa ardua. Roveri o castagne, o altre piante del genere vegeteranno a fatica e non avranno possibilità di sviluppo data la mancanza d'acqua, mancanza a cui 6 difficile provvedere anche se il Connine è disposto a sopportare forti oneri finanziari. Ammettendo però che questa difficoltà venga superata (al Parco della Rimembranza si guarderà con tanto, amore che ogni sacrificio verrà ritenuto necessario) rimane un altro fatto di cui mi sembra si debba tener conto. Il brich della'Maddalena dista da Torino circa sette chilometri- Poca cosa por chi dispone di una automobile e può divorare la strada, anche se a discreta pendenza, ma tale da rendere pensoso chi deve farli a piedi ed ha la certezza che giunto sul brich, salvo a vuotare il portafoglio, con difficoltà troverà un poco d'acUna. n Parco della Rimembranza che do¬ AddlddcdnmpovLildA1scGlqperstlveBcbUi—dcsLrdeedISvssataropcrapcmccdtcldcfinaIsliSlaNràS vrebbe essere meta di continui pellegrinaggi, motivo di facili gito, passate le giornate inaugurali che richiameranno indubbiamente sul brlch una grande folla, tornerà ad esaere quello che è oggi, un punto di sosta di qualche minuto per le comitive provviste di automobile e la meta per una gita che tutti si guardano bene dal ripetere. Per questa e per altre preoccupazioni che è ovvio esporre, mi sembra che il progetto di costituire alla Maddalena il Parco della Rimembranza (progetto In via di attuazione), ottimo in sè meriti di essere riesaminato. E ciò anche a motivo che a mio modo di vedere, pur senza allontanarsi dalla zona prescelta per .ricordare i morti nella grande guerra, è possibile concretare qualche cosa di meglio e di più pratico. Da tempo è stato progettato dagli ingegneri Quaglia e Marescotti il Viale dei Colli, viale che dovrebbe servire a conglungere la Madonna del Pilone a Cavoretto : questo viale, se non oggi, a breve distanza di tempo si imporrà: perchè non farlo oggi trasformando il Parco della Rimembranza in un Viale degli Eroi e dedicare le alberature di questa grande arteria della collina al ricordo dei morti? Diecimila ippocastani potrebbero benissimo trovare posto in questo viale e oltre al portare il glorioso nome recherebbero il beneficio della loro ombra al viandante. Spiazzi, belvederi ricchi di sedili, freschi di fontanelle potrebbero ricordare i fatti d'arme, celebrare le vittorie. Anche del fiori potrebbero essero posti al piedi delle piante, affidandone la cura ai proprietari dei villini. Una linea tramviaria dovrebbe percorrere la grande strada che dovrebbe avere qua e là una fontana monumentale. A' fare quest'opera dovrebbe pensare il Comune, ma, chiamati, i cittadini certo concorrerebbero. Io per mio conto, come già feci pel Parco della Maddalena, mi impegno a dare i fondi per una fontana monumentale ».

Persone citate: Burba, Ernesto Stililo, Jarach, Manzon, Marescotti, Salice, Trombetta

Luoghi citati: Torino