Contestazioni all' ex - deputato Zaccone

Contestazioni all' ex - deputato Zaccone Il processo della Bagnolo Contestazioni all' ex - deputato Zaccone (Tribunale Penale di Torino) ne di giungere a risi dì l'ex-depntato Gio- I fine di giungere a riso Nulla giornata di venerdì l'ex-depntato Gio- I vaimi Zaccone Iva conchiuso la sua autodi-1 fesa per dilanio riguarda le linee generali della causa. Ieri il presidente lui proso a muovergli contestazioni su dati e circostanze particolari appena accennate nelle udienze scorse. L'imputato precisa clie quel tale Boario, preposto al magazzino di Barge, non fu perseguita.o perchè militante nel partito liberale. 1 criteri che lo Zaccone seguiva nella scelta dei personale tenevano conto solla.nlo dalla maggiore o minore disposizione d questi a coprire l'ufficio. 11 Boario, in prossimità delle elezioni amministrative. ni recò dallo Zaccone avvertendolo che era stato incluso nella lista liberale, ma clic era pj. - ->«u «vrtKKA riftìnutn ta. nesso nella lism. A Mondovì non fu istituita una .siiceliìsalc delia Cassa, n.a solo un magazzino per la fruita: i locali vennero messi .i.,n., ri DI-lLI" J HO. ...... . _ pronto a ritirarsi qualora egli avesse ritenuto tale atlo come una offésa a lui diretta. Fu Io Zaccone stesso ari insistere perdio rimanesse nella. lista. A Mondovì non fu istituita una succursale delia Cassa, ma solo un magazzino per la fruita: i locali vennero messi a disposizione della Bugnolo della Classa rurale di Mondovì. Alla succursale di Pronero era 'preposto un ragio-nieni di fede liberale. Tutti premevano perche venisse sostituito. Lo Zaccone non si arrese per questa sola ragione, e non lo sostituì. Lo mutò quando vide ohe era inariattto a coprire il posto: dopo aver cambiato due. altri contabili mandò a Drenerò il proprio eopnaiio. La succursale di s. lìleaa venne istituita dopo accordi presi con don Sasia. La Cassa .rurale del luogo rimaneva padrona dei locali ed affidava la gestione alla Bagnolo. Questa Cassa aveva nei magazzini a S. Peiro una quantità ingente, di stoffa di Sialo elio non riusciva ad esitare. La Bagnolo rdlirù le. stoffe e mandò dei generi di facile smercio. Le stoffe vennero accreditate alla Basinolo a. prezzo di fattura, salvo svalutarle si vendita effettuata. La Cassa di S. P'elro però, a fallimento avvenuto, asserì che lo stoffe erano state vendute alla Bagnolo a prezzo di fattura. Contro questa manovra lo Zaccone dice di aver posto in guardia il curatore. Le stoffe, fatturate a 10-18 lire al metro, vennero vendute a poche lire, 3 o i, prima direttamente dalla Cassa poi dalle suore del collegio. Presidente: — Hisulta elio la succursale di Morella fu istituita da vostro fratello Ambrogio senza l'autorizzazione del Consiglio d'Ani ministrazionc. — A me risulta che se ne parlò invece nel le riunioni del consiglio di amministrazione della Cassa e del comitato direttivo del consorzio Presidente: — E per quella di Cavour? — Ce un verbale del consiglio che delibera l'istituzione della succursale di Cavour. Pili tardi però si frapposero difficoltà di indole politica e. la succursale — ancora per deliberazione del consiglio — non venne aperta. Pre3idente : — Ma vostro fratello aveva già assunto il personale T — Aveva trattato con alcuni senza tuttavia Impegnarsi. Presidente «-■ Risulta ad ogni modo che la Amministrazione aveva pur essa trattato e seppe poi degli impegni assunti da vostro fratello. La succursale di Saluzzo non venne istituita per ragioni politiche? — La Federazione Agricola aveva a Saluzzo una succursale che decise di chiudere. Io proposi che i locali venissero rilevati dalla Bagnolo che per lavorare a Saluzzo si privava di mediatori. Questo molto prima delle elezioni politiche. I due locali della succursale vennero adibiti a ufficio cassa e a direzione. Siccome quest'ultimo rimase poi inutilizzato, si ospitò in esso l'Unione del Lavoro. Quando trasportammo in altri locali la succursale, contribuimmo con 2000 lire all'anno per coprire le spese incontrate dall'Unione del Lavoro nel procurarsi un'altra sede. Si passa a discutere delle esattorie, che, secondo l'accusa, venivano assunte — quando la cassa navigava già in cattive acque — per scopi elettorali diversi. Ai contribuenti morosi non si sarebbero fatte pagare le multe. L'imputato ripete che le esattorie venivano assunte nei luoghi ove esistevano già succursali della Cassa. Le multe vennero solo condonate ai soci della Cassa. Per tutte quante lo esattorie la Cassa diede in cauzione gli stabili. Don Cavallotti smentisce... Presidente:' — Pure nell'epoca dei paga, menti delle rate, la Cassa si trovava in difficoltà, per i versamenti all'erario e voi andavate alla ricerca di denari. — I denari venivano adoperati e la Cassa ei trovava poi in strettezze. Allora si ricorreva a me. Se mi trovavo a Roma mi telegrafavano perchè provvedessi in qualche modo. In una di queste occasioni per il tramite anche del can. Righetti, ottenemmo le 400 mila lire di titpli dalla Cassa di Cavallermuggiore che passammo al Credito di Cuneo per una operazione su anticipazione, ottenendo 329 mila lire. Don Cavallotti interrompe: — Era a Ba ignolo allora e venne da me perchè mi pre Stassi. La fabbrica dei liquori, spiega lo Zaceone venne impiantata su proposta del geom. Pugno, il quale possedeva alcune formule per liquori. Il Pugno però, che era un buon tecnico, era difficilissimo di carattere. Essendogli stato messo accanto un direttore amministrativo si adontò ed abbandonò la fabbrica portandosi via le formule. Per non compromettere l'azienda — anche su parere di mons. Cavallotti — gli si accordarono 4000 lire mensili tra stipendio ed interessenza agli utili. Presidente: — Nel i960 avete concluso un contratto di alcool a condizioni svantaggiose, facendo rimettere alla Cassa 60 mila lire circa. — Io avevo mandato da Napoli al Pugno l'indirizzo di una casa che aveva importato una quantità ingente di alcool. Il Pugno, scrisse ed insieme a mio fratello concluse il contratto, acquistando però l'alcool a litri, anziché a peso. Si ebbe un danno di 00-60 mila lire. Il quantitativo acquistato era però sufficiente per un annoi L'alcool, che dovemmo ricevere nei doks, facendolo pagare dal Credito Piemontese, cui, oltre i documenti di garanzia, dovemmo consegnare anche gli effetti, ribassò poi anche di prezzo. Presidente: — La fabbrica di liquori ha 'dato frutti? — Non ha dato frutti perchè funzionava ad intermittenze: nel mesi in cui lavorava le era difficile poi procurarsi le materie prime. Presidente: — parliamo della « Fagus >. r — 11 Pugno aveva impiantato una fabbrica di profumi per conto proprio e voleva che la Cassa la rilevasse. Io vi aderii come accomandante per 25 mila lire. Non agivo però in proprio, ma bensì per conto della Cassa e al mdvssdpdtnibridLbfssbgdm ne di giungere a risi he il Pugno era riuscito a strapparci. In iiesto oro d'accorcio con don Cavallotti. Nelautunno 18-'2, quando il Pugno si accorso I fine di giungere a risolvere la convenzione 1 elio il *" r o r a . n , e o o , l , 0 ò l i i a d e . a a n l che io agivo per conto della Cassa mi intentò causa. Presidente: — Don Cavallotti però nel suo memoriale nega di essere stato informato di questa finzione di società. — L'ho informato; in quell'epoca se non lo vedevo proprio giornalmente mi recavo a visitarli! spes>o in parrocchia. Don Cavallotti protesta: — Non ricordo as solidamente che lo Zaccone mi abbia parlato di questa faccenda. Alla segheria di Villanova Solaro era prò posto un certo Bertelo, un esponente localo del partito liberale, che si trovava in con trasto col parroco. Zaccone osserva che ci< non pertanto lo fece creare cavaliere: il Borierò,' due l'accusato, era una persona .stima bile se io sollecitavo in suo favore il confe rimonto di un'onorificenza. Il Presidente eoninic-uiu: — Non è sempre indispensabile... Ma cavaliere, sempre per interessamento dello Zaccone, venne fatto anche il parroco La segheria ad ogni modo non funzionava bene, e la Cassa, che necessitava di un opificio di quel genere per procurarsi le cassette di imballaggio, acquistò in Bagnolo la segheria Boaglio, quella che in occasiono del la vittoria amministrativa liberale diede libero sfogo alla sirena... Lo Zaccone respin gc con sdegno l'accusa di avere fatto impc gnare la Cassa per 400 mila lire, nell'acquisto della segheria, per una ragione politica cosi meschina e ridicola. 1-n segheria stava per fallire e venne acquistata, per consiglio anche del Cavallotti, perchè necessitava alla Cassa che aveva raccolto a Bagnolo anche tutte lo altre industrie accessorie al commercio della frutta. Boti Cavallotti osserva: — Io non fui Inter, pollato sull'acquisto della segheria. Quando ine lo dissero l'avevano già anche pagata. Proseguendo lo Zaccone si scolpa «incora dall'addebito di essersi fatto attribuire l'alloggio dalla Cassa. Date le condizioni del luogo il concedere l'alloggio ai suoi impiegati era per la Cassa una necessità. Gli impiegati in caso contrario non sarebbero rimasti ti Bagnolo. Presidente : — Ritenete che il Cavallotti abbia creato la scuola a Bagnolo por ragioni di opposizione all'amministrazione comunale ? — No. Fu per un bisogno reale della popolazione; creò dapprima la IV, la V e la VI elementare che non esistevano. Poi, in seguito a screzi, anche le tre prime classi. Fu la prima opera morale da lui realizzata. Le scuole però non pesavano molto sulla Cassa, essendo affidate alle Suore, che erano già stipendiate. L'accusato spiega poi di aver proposto di sussidiare i due quotidiani cattolici del Piemonte in vista della lotta che era fatta contro la Cassa. 11 bollettino edito dal Cavallotti era invece l'organo ufficiale della Cassa, e da questa naturalmente pagato. Le 1000 lire annue di stipendio al vice parroco erano date su richiesta del Cavallotti, il quale era distolto dalle cure della chiesa a causa della parts che aveva nella direzione della cassa. E si viene alle elezioni. Lo Zaccone osserva che sul principio del 1919 fu sollecitato a presentare la sua candidatura nel collegio uninominale di Caluso. Iniziò anche la propaganda. Poi nell'agosto, coll'approvazione della proporzionale, sempre per consiglio degli amici, accettò di presentarsi candidato nella circoscrizione provinciale di Cuneo. Presidente: — Il curatore, nella sua relazione, nota che alla presentazione della vostra candidatura foste eccitato dal Cavallotti. — Per la verità bisogna dire che mons. Cavallotti a questo fu estraneo. Egli lo seppe solo piti tardi e manifestò allora il suo cordiale entusiasmo. Mi ha stupito invece il sentirlo dir qui all'udienza che egli era contrario alla mia candidatura. Durante la lotta m'accompagnò in alcuni giri di propaganda e scrisse lettere a parroci e ad amici. Lo Zaccone afferma che le spese per le due elezioni politiche del 1919 e del 1920 e lo elezioni amministrative del 1920, ammontarono a non più di 300 mila lire. Questo l'accusato spiegò anche a Don Cattaneo, sindaco della Cassa, che voleva esserne informato. P. M. : — Come vennero segnato queste spese? — Ogni spesa venne registrata sotto la cor rispondente voce, giustificata dalle fatture. Così i pranzi che si diedero a chi aveva lavorato durante la lotta. L'accusato si scolpa poi da una serie di addebitt: di aver percepito stipendi superiori a quelli fissatigli, di aver prelevato merci dai magazzini della Cassa senza pagarle, ecc. Alcuni di questi addebiti egli respinge con sdegno; per altri si diffonde in spiegazioni e delucidazioni. Circa i prelievi di somme che sarebbero stati fatti dalla Cassa e fuori Cassa osserva che esistevano vari controlli, dai quali è risultato che le somme prelevate o versate sono state sempre pienamente giustificate. Per un prelievo di 44.500 lire che gli si addebita, osserva che esso costituiva il complesso delle gratificazioni concessegli per il periodo 1911-30 giugno 1920, per'la sua opera in favore della Cassa. Nega che si siano fatti altri prelievi. Presidente: — Si è detto che abbiate mandato denaro in Isvizzera durante gli ultimi anni. — E' una volgarissima insinuazione. In Isvizzera non ho amici nè relazioni, nè io, nè i miei famigliari si sono mai recati colà. E mi stupisco pure dell'altra insinuazione di Don Cavallotti, che egli proprio non doveva fare. A Praga, dove, si dice, io ho mandato denari, andò prima un impiegato della Cassa e poi mio fratello. Fu per trattare il commercio della frutta ed estendere gli affari. Mons. Cavallotti lo sapeva. Don Cavallotti : — Non lo sapevo. Zaccone: — Dolio tre giorni che mio fratello era via, lei si lagnava perchè non era ancora di ritorno. Le osservai che Praga non era a 100 Km. di distanza. Cavallotti: — Mi sono lagnato che fosse partito senza avvertire. Lo zaccone protesta ancora contro l'addebito di aver fatto vita spendereccia, osservando che il tono della sua vita fu sempre modestissimo. CvaccvvrcednL'interrogatorio di Ambrogio Zaecone Si passa all'interrogatorio di Ambrogio Zaccone, che alla Cassa aveva le funzioni di capo ufficio amministrativo. Fu chiamato alla Bagnolo il 3 giugno 1913 dal Cavallotti che