Battaglia elettorale storica

Battaglia elettorale storica Battaglia elettorale storica (Servizio speciale della STAMPA) Parigi, 12, notte. Il Blocco Nazionale fu. La stampa ufficiosa tenta ancori- di velare il disastro per consentire al pubblico della capitale di adattarsi gradatamente ad una situazione che lo coglie alla sprovvista: un brusco risveglio dopo un bel sogno. Ma non sono certo i 57 risultati ancora mancanti dall'elenco degli eletti che potranno modificare l'insieme della ripartizione delle forzo nella nuova Camera. Per quante correzioni possano intervenire da qui a domani nello scrutinio, due dati sono ormai pressoché certi: il passaggio del blocco nazionale da 374 a 232 seggi e quello del cartello di sinistra da 132 a 254. La statistica delle variazioni intervenute si distribuisce come segue: Conservatori: eletti 11, pordono 17 seggi e ne guadagnano 2; Repubblicani: eletti 117, perdono 87 seggi e ne guadagnali > 21; Repubblicani di sinistra: eletti 82, perdono 74 seggi e ne guadagnano 12; Radicali indipendenti- eletti 32, perdono 23 seggi, ne guadagnano 9; Radicali-socialisti: elet^ 124, perdono 15 seggi, ne guadagnano 6; Repubblicani-socialisti: eletti 39, perdono 12 seggi, ne guadagnano 12; Socialisti unitari: eletti 91, perdono 8 seggi, ne guadagnano 52; Comunisti: eletti 26, perdono 7 seggi, ne guadagnano 21- % La sconfitta di Poincaré E rifacciamoci per un istante all'impo stazione di questa storica battaglia eletto rale, svoltasi tanto nel periodo preparatorio, quanto nella giornata decisiva in una calma quasi solenne tanto a Parigi che in provincia. I manifesti della sinistra parlavano agli elettori quasi esclusivamente di pace, ed i manifesti della destra parlavano soprattutto dell'ordine. Ciò fini per diffondere una certa incertezza, dato che, delle -152 liste concorrenti, 400 almeno pretendevano di essere composte di fautori della pace e dell'ordine. Il solo bandolo che permettesse all'elettore di non perdere la bussola, fu, come ci aspettavamo, il nome di Poincaré. Ancora una volta, vale a dire, le idee si dimostrarono una guida meno sicura ed efficace del nome di un uomo. Senonchè quest'uomo, che Parigi credeva in buona fede di aver ormai imposto alla Francia come una discriminante decisiva ed esclusiva delle opinioni, la Francia lo ha invece ieri audacemente discusso, e silenziosamente abbandonato. La propaganda fondata sul prestigio nazionale che era inteso Poincaré incarnasse ormai agi! occhi del mondo, non ha trovato nelle campagne l'eco che la capitale sperava. Mentre a Parigi l'elettore, gettando la propria scheda nell'urna, pensava ieri soprattutto alla politica estera, alla Ruhr, al pericolo tedesco, operando in conformità di un ordine di idee che è quello ormai identificato con la figura politica di Poincaré, in provincia, nei piccoli centri si pensava esclusivamente al caroviveri. E che cosa ha fatto Poincaré per combattere il caro-viveri? Interamente assorbito dalle grandi questioni europee, le meschine ma vitali questioni interne hanno da due anni sollecitato invano la sua attenzione. L'intendente generale Rimbert, che avrebbe dovuto occuparsene, è rimasto invisibile c inafferrabile, come un mito. Il nuovo ministro di agricoltura ha continuato la politica di Cheron. Ma questa politica, sulla quale il Governo si era sempro illuso di poter faro affidamento per cattivarsi l'animo delle campagne, serviva o gli interessi dei grandi proprietari, i quali avrebbero votato per il Ministero anche senza di essa, o quello dei piccoli produttori, che non potevano aver da soli la forza di costituire un nucleo di attrazione elettorale efficace : la popolazione urbana, ossia il grosso della popolazione della provincia non ne sentiva vantaggio alcuno; la politica dei prezzi alti trovava in essi non dei produttori destinati a rallegrarsene, bensì dei consumatori condannati a soffrirne. Questa popolazione ha dunque in prevalenza votato contro Poincaré, ossia a favore del cartello delle sinistre. 1 quattro settori della capitale Per farsi un concetto del come la situazione si presentava a Parigi, occorre tenere presente che la capitale elegge da sola 56 deputati, divisi in quattro grandi settori elettorali. Nel primo di questi le liste in competizione erano 16. La lista del blocco nazionale portava tutti i deputati uscenti, ad esclusione di Habert e di Bernard, e due deputati trombati nel 1919, il Pugliesi-Conti ed il Dcnais, nonché alcuni uomini nuovi, tutti fortemente orientali a destra. Il nome più cospicuo di essa era quelle del colonnello Fabry, ministro delle Colonie. Tra i nuovi pupilli dell'intesa repubblicana vanno ricordati il Missofle, il Prevost ed il Poncet, che è il meno a destra di tutti. A gara colla lista Fabry stava, come già detto, quella capitanata dall'ex-ambasciatore Noulens, vice-presidente dei repubblicani democratici, ossia del gruppo Ratier-Jonnart, il cui ultimo banchetto politico venne, come ricorderete, presieduto da Poincaré. Noulens era stato battuto recentemente nelle elezioni senatoriali del Gcrs; ma la ragione della sua candidatura in una lista propria va ricercata nel fatto che il gruppo di uomini da lui riunito, tra cui sono il Bos, il Privat ecc., ha un colore più centrista che non quelli del gruppo Fabry, ossia corrisponde meglio al programma di lieve conversione a sinistra annunziato da Poincaré. Il fenomeno di liste che si fanno concorrenza, rivendicando tutte il patronato del prcsij dente del Consiglio, rimarrà d'altronde cfcff me tipico delle elezioni del 1924. In quanto al cartello delle sinistre, esso presentava nel primo settore una lista composta di cinque socialisti: Groussier, Rouanet, Wcill-Raynal, Coudun e Cl.aiile; di quattro radicali: Pinard, Desveaux, Besnard e Cahon-Salvador; e di quattro socialisti cosidetti « francesi » : Brunet, presidente del Consiglio generale della Senna, Copignaux, Bourdet e Ducos. C'erano poi, sempre nello stesso settore, una lista comunista capeggiata da Cachin, una lista Jonas, indipendente, e, come ho detto, ancora parecchie liste di minore interesse. Il secondo ed il terzo settore sono quelli dove le destre si attendevano il migliore successo. Sono infatti settori che comprendono i quartieri ricchi del centro, da Passy al sobborgo di San Germano. Nel secondo settore la campagna poincarista condotta dal Paté, dal Puech, dall'Ignace e dal Taittinger, ha dato, cerne vedrete dai primi totali raccolti, il risultato che era facile attendersi. Nel terzo settore l'organizzazione del blocco poincarista era stata curata molto attivamente dal Rollin, dal Lebuc-Evain, dal Duval-Arnoul, da Pietro Dupuy, dal Robaglia, consigliere municipale, dal maggiore Broeard, sopra ricordato, dal Worth e da qualche altro. Una lista demo-cristiana era stata formata dal Sangnier. Il cartello delle sinistre aveva nel terzo settore la propria lista più cospicua, che era composta da Painlevé, da Buisson, da Aubriot, da Levassei, dall'aviatore Sadi Lecointc, dal Bouglé, dal Revillon, dal Baudon ecc. I socialisti indipendenti presentavano una lista capitanata dal Bracke. I comunisti presentavano una lista capeggiata da Berthon. Il quarto settore, finalmente, formato dall'immensa zona suburbana parigina, con un milione e mezzo di abitanti ed una catena di grossi centri, come Asnières, Aubervilliers, Boulogne, Clichy, Neuilly, Colombes, Pantin, Levallois, Courtedevoi, Saint Denis, Saint Ouen, Ivry, Montreuil, Saint Maur, ecc., tutti superiori ai 40 mila abitanti, è quello dove la lotta per i candidati ministeriali ò stata più dura. Per combattervi le falangi rosse, il Governo aveva mandato laggiù, in qualità di capitani, personaggi di primo ordine, quali' il Bokanowsky, ministro della Marina, il Colrat, ex-ministro guardasigilli, il Reibel, ex-ministro dello Terre Invase. Costoro non risparmiarono né fiato, né polmoni, nò aria dei loro pneumatici. Qualcuno ha accusato Bokanowsky di avere dato mano alla diffusione delle famose liste « fantasia », di cui vi parlai ieri l'altro, nella speranza di scompaginare lo forze avversarie. Non meno strenuamente s'è battuto a Versailles Tardieu; contendendo il terreno, palmo a palmo, al Marty ed al VailInint Couturier, candidati principali dei comunisti, assistito nella santa crociata dalle pubbliche esortazioni del vescovo della città. Il risultato ha coronato i suoi sforzi. I monarchici, che ave .-ano Daudet al terzo settore, e che per la circostanza si erano messi in tasca i fiordalisi del legittimismo, per non parlare più so non di riconciliazione nazionale, portavano nel quarto settore una lista capeggiata dal Valois, il noto economista dell'Action Franraisc. Il cartello delle sinistre, più socialista che radicale, presentava una lista capeggiata da Lavai, mentre parecchie altre liste minori presentavano dei socialisti dissidenti. Nei dipartimenti Lo spostamento a sinistra, come accennavamo, poco significante a Parigi, è stato in provincia molto maggiore di quanto l'ottimismo ostentato negli scorsi giorni dagli oroscopi ufficiali volesse lasciar prevedere. Il blocco di sinistra è in maggioranza nella Girouda con il 15 % dei voli, neU'Iscro co.t il 51 %, nel Rodano con il 05°i. 1-".' annunziato inoltre il conseguimento della maggioranza Uu parte delle si- nistre, senza indicazione di percentuale, nei seguenti dipartimenti: Lot, dove la lista dcll'ex-ministro Malvy passa a maggioranza assoluta; Mérault, con la lista Barthe; Loira Inferiore, con la lista Briand; Corròzc, Oise, dove il cartello ottiene 63 mila voti, contro 48 mila al blocco nazionale; Loirc, dove pure ottiene la maggioranza assoluta-, Tarbes, Carotina, Varo, con la lista del socialista Renandoli Valchiusa, con la lista Dalndier; Euro e Loirc, con la lista socialista Violet; Drome, con la lista Archambault, che ottiene 24 mila voti; Nièvre, dove sono in testa due candidature socialiste; Allicr, con la lista socialista Constant votata a maggioranza assoluta; e poi il Giura, Pirenei Orientali, Sartho, Savoia, Alti Pirenei, Puy do Dome, Aut Vienne, dove i socialisti raccolgono 48 mila voti; Senna e Marna, con la lista di Dumcsnil. Poi: l'ex-ministro Lefèvre è stato battuto ad Arlcs; D'Aubigny, vice-presidente della Camera, è stato battuto nella Sarthe. L'ex-ministro dell'Interno Maunory è stato battuto in Eure e Loira; Delasteyric, ex-ministro delle Finanze, ò stato battuto nella Corrèze. Anche Mandel e VIdal, ex-sottosegretari di Stato, soccombono. Viceversa il trionfo di Malvy, di quo st'uomo ormai simbolico, è completo. Il blocco nazionale si annunzia invece vittorioso in Senna e Oise, dove la sua lista avrebbo sei eletti su dodici candidature, seguito dai radicali e dai comunisti con tre eletti per ciascuno; nel Calvados, con la lista Blaisot; nel Morbihan, dove sarebbero eletti quattro candidati dell'Unione repubblicana (radicali dissidenti), e tre o quattro repubblicani indipendenti; nella Lozère, in Maine e Loire, nelle Lande, nella Mosa, dove la lista Maginot è passata trionfalmente; nella Manica, nell'Aisne, in Ille et Vilaine, in Meurthc e Mosella, con la lista di Mariti, ministro delle Regioni Liberate; nei Vosgi, nelle Ardenne. Ma, ad onta delle buone maggioranze ottenute in questi dipartimenti, le falle del vecchio fronte poincarista sono troppo vaste e numerose per non riuscire irreparabili. La Francia ha subito ancora una volta le conseguenze del suo centralismo. In un paeso meno accentrato, e quindi fornito di un maggior numero di grandi centri urbani, la mentalità borghese, essenzialmente cittadina, avrebbe potuto meglio reagire sulla massa dell'opinione rurale. In Francia, il fuoco più vivo del poincarismo è rimasto confinato dentro la cerchia delle mura della capitale; e fra questa o il resto del paese la soluzione di continuità si è rivelata profonda, mentre le campagne votavano di preferenza per il cartello delle sinistre. L'influsso del Governo si è concentrato tutto su Parigi; e sempre, in virtù della stessa concezione centralista della vita nazionale, il Governo ha creduto che salvaro la maggioranza a Parigi equivalesse a salvarla in tutto il paese. Il paese non ha risposto al suo appello. L'esultanza dei vincitori La vittoria del cartello radice-socialista, ritenuta già da tre mesi come certa, nelle ultime settimane era considerata utopistica dagli stessi oroscopi delle sinistre, i quali non osavano più sperare se non in una ventina di mandati nuovi. Non tornerà quindi diffìcile farsi una idea dell'entusiasmo che esplode oggi sui giornali di questi ultimi. L'Ere Nouvelle non osando credere a se stessa scri'-e ancora prudentemente. : » E' troppo presto per parlaro dei risultati della consultazione elettorale, Le notizie sono ancora molto imprecise ». Ma i fogli per abitudine, meno timidi, corno il Quolidien e l'Oeuvre lanciano degli osanna vibranti. Su quest'ultimo giornale, De Jouvenel esclama: ■ Vittoria su tutta la linea. Il cartello di sinistra trionfa nell'intera Francia. Le nostre speranze sono sorpassate. I.a Francia torna repubblicana. 11 Blocco Nazionale non 5 p'iù, se non un brutto ricordo I». Lo stesso Parti Soir. ritrovando come per incanto quei sentimenti democratici che durante gli ultimi giorni della campagna aveva veduto eclissarsi per buone ragioni finanziarie, proclama: « Abbandoniamoci lutti alla gioia per la magnifica vittoria del cartello di sinistia. Il blocco nazionale è schiaccialo. Mai finora nella storia politica del nostro paeso una Maggioranza aveva subito pari disfatto, Il blocco nazionale e morto. Viva la Repubblica! ». E al coro giocondo il Radicai non manca di unirsi con la sua voc-J arrochita per gli anni. Senonchè i giornali della Sinistia, uscendo quasi tutti al mattino non hanno avuto il tempo materiale per approfondire lo primo impressioni o darci finniche cosa di meglio elio una frettolosa lista di frasi rollo dall'orgasmo e lardellato da punti di interiezione. 11 solo argomento, positivo toccato dalla maggior parte di essi è quello del sistema elettorale vigente. In proposito l'Ere Nouvelle dichiara: « Questa legge bisogna abrogarla. La prima operazione d'i salute pubblica che compara la Camera deve essere di ristabilire lo scrutinio uninominale. All'inizio della legislatura i deputati nuovi si sbarazzeranno di questa ritorma elettorale, dimodoché nel lff-'S ogni circondatilo possioaerà il suo rappresentante. Le nbbuminevoli manovre che disonorarono questa campagna hanno convertito allo scrutinio uninominale i proporzionalistl più recalcitranti. Tutti i partiti hanno sofferto della malattia europeista, furono contaminati da questa lebbra: essi chiedono grazia, implorano il salvatore: 1« votazione per un deputato ». . Questi attacchi contro lo scrutinio di lista dell'organo radicale viene spalleggiato proprio dal Temps il quale nota a sua volta : « In questo momento non vi è nessun partito, né vincitore nè vinto, che non sia d'accordo per respingere il sistema ibrido al quale gli uni devono il loro successo e gli altri attribuiscono il loro scacco. Ciò dovrà essere il dovere primo ed essenziale della prossima Camera: quello di buttare a terra questo edificio male coslruilo, nè maggioritario nè proporzionalista. 11. premio alla maggioranza ha funzionato ieri come un acciecamento brutale di cui si aveva già avuto un esempio nel 1019. 11 premio alla maggioranza assoluta è un premio all'immoralità della coalizione, laddove il premio alle più forti inedie un giusto compenso alle alleanze legittime o ragionevoli. Ecco ciò che risulta all'evidenza dallo scrutinio di ieri ». I leaders caduti La stampa di destra, la quale annovera un grande numero di organi serali, ha già potuto, indipendentemente da questi commenti di semplice tecnica elettorale, esaminare oggi la situazione politica delineatasi con spirito più ponderato. Non è male tuttavia che lo scetticismo dei fogli di sinistra abbia fatto correre su Parigi e sulla Francia, almeno per lo spazio di un giorno, l'atmosfera di pura e candida letizia che le notizie di questa mattina legittimavano. Ci sarà sempre tempo per gettare dell'acqua fredda sull'entusiasmo a fare posto a nuove preoccupazioni. Durante 24 ore almeno, i buoni francesi avranno potuto concedersi la soddisfazione di sentirsi rappresentati dinanzi al mondo sotto il vero volto di popolo democratico, amico della libertà e «Iella paco e vedere cadere ni loro piedi le mascheratile che da quattro anni avevano fatto del loro paese un nido di reazionari e di guerrafondai. Le urne hanno fatto giustizia di quattro anni di cattiva politica, abbandonando di un colpo i rappresentanti più cospicui: Lefevre, Daudet, Tardieu, Isaac, Arago, Mandel, tutti i padroni di ieri sono caduti, buttati giù con una rapidità, con una sicurezza di mano che fa pensare ai formidabili rabelesiani «Jeu do massacre» che tanto successo riscuotono ogni anno alle Mere popolari del suburbio. In prima linea, tra i caduti Daudet, schizzando veleno ner il dispetto, minaccia dalle colonne dell'Action Francaise addirittura la insurrezione, inforcando il cavallo nero di Boulanger. Scrive : « In ogni occorrenza, e quale che sia il risultato della giornata di ieri, l'Action Francaise rimane la sola forza nazionale e patriottica organizzata, capace di imporsi a farigi, al Governo eri al regime, Il giorno in cui avrà deciso di farlo. Io non invoco, a dimostrazione della mia affermazione che la immensa ri-unone di 20 mila uomini tenuta al Luna Park, venerdì scorso, in mezzo ad un entusiasmo senza precedenti e seguita da una sfilata al passo cadenzato di centinaia di commissari del camelots du roi alla tomba del milite ignoto. Questa riunione al Luna Park rammentava in maggiori proporzioni la storica riunione di Tivoli Vouxhall, da dove parti, più di una trentina di anni fa, il boulangismo. Infatti noi siamo i padroni della strada, a Parigi, e ci rendiamo perfettamente conto dei doveri di questa superiorità e quali vantaggi essa ci dà. Alla prossima minaccia (al di fuori e all'interno) reale, è verso di noi che Parigi, dunque la Francia intera, si rivolgerà. Nè io nè Maurras abbiamo il nobile candore del bravo generalo Boulanger. Noi siamo e noi saremo segnili. 11 sangue del nostro eroico Mario Plateau e del nosi.ro piccolo Filippo, assassinati uno e l'altro dalia polizia politica della terza repubblica, possono essere per tutti : patrioti garanti della serie.à dei nostri im pegni. Il paese può avere fiducia In noi. Quando l'ora fatidica suonerà, la legalità e la strada ci daranno il potere che noi chiederemo loro. Qualche cosa mi dice che non aspetteremo molti tempo ». E per chiudere segnaliamo ancora tra i caduti gli ex-ministri De Lasteyrie e Man noury. i ^ 0ONCETTO PETTINATO ■ «♦«