Rilievi e commenti della stampa romana

Rilievi e commenti della stampa romana Rilievi e commenti della stampa romana / Roma. 10, notte. L'argomento ancora oggi maggiormente discusso è l'offensiva che parte della stampa fascista ha sferrato contro il ministro dello Finanze. La campagna contro De Stefani Abbiamo detto che da taluno si attende la prossima sostituzione dell'on. De Stefani, ma stasera informazioni ufficiose dicono che la posiziono del ministro non è affatto scossa, tigli continua a godere la fiducia dell'onorevole Mussolini. Comunque, non si può negare alla campagna di questi giorni contro il ministro delle Finanze un valore di sintomo ed 11 Mondo si domanda stasera : « Come mai le cose sono così improvvisamente mutate dagli ancora recenti osanna all'opera svolta dall'on. De Stefani da parte della stampa fascista? Come si spiega che nel vasto coro della stampa ufficiosa alcuni fogli aderiscono alla campagna di avversari tenaci e gli altri si chiudono in un prudente silenzio? Quali forze agiscono nelle variopinto tendenze che costituiscono l'insieme del fascismo? Si tratta, oltreché di risentimenti e di colleganze a contrapposti organismi, anche di una vera antitesi tra l'indirizzo dell'on. De Stefani, che tende soprattutto al pareggio e quello, oggi prevalso con l'adesione dell'ori-. Mussolini ad una politica economica di interventi dello Stato e di lavori pubblici, che il ministro delle finanze chiamò e forse considera- ancora illusionistica e fallace ? L'on. De Stefani credette di rappresentare in seno al C.overno la corrente del liberismo che praticamente si infranse contro quella del nazionalismo economico e viene ora ad urtare contro le altre del cosidetto revisionismo sindacale. Noi non comprendiamo con precisione che cosa avvenga oggi e ci basta prendere atto per ora della facilità e leggerezza colla quale si passa dall'o sauna al crucifige da parte di alcuni corifei del nuovo regime, anche di fronte ad alcuni problemi che involgono gli interessi più gravi e duraturi del paese ». Aizona, direttore" delle Ferrovie? Quanto all'on. Torre, vi abbiamo già informati come le polemiche suscitate da alcune promozioni decretate in articulo morlis abbiano indotto l'on: Ciano a sospendere detto promozioni. Pare tuttavia che ogni definitiva decisione sarà presa nel prossimo Consiglio dei ministri su proposta dell'onorevole Ciano. I! Consiglio dei ministri dovrà inoltre provvedere alla sistemazione dei nuovi organi dirigenti dello ferrovie. Si in siste da alcuni nel ritenere che sia intonzio ne dell'on. Mussolini di procedere alla no mina di un sottosegretario con un Consiglio di amministrazione composto di tecnici. Secondo altri, invéce, l'ori. Ciano vorrebbe rior dinaro le ferrovie con criteri ancora più strettamente tecnici, ripristinando la. direzione generale ed affiliandola a. ilei competenti. Ma il Portolo scrive clic n contro i propositi dell'oli. Ciano starebbero alcuni esponenti del sindacalismo ferroviario fascista, che non vogliono rinunziare al loro predominio ». E degno tuttavia di rilievo il fatlo che informa zinni di un giornale fascista di Milano accennano all'invito die sarebbe stato fatto dal Governo a Luigi Aizona di recarsi a Roma Si vuole appunto mettere in relazione l'invito odierno coll'intenzione che vi sarebbe nelle alto sfere ferroviarie di richiamare l'Alzona alla direziono generale, delle Ferrovie. La notizia risulterebbe confermata a Milano e l'Alzonu sarebbe già partito alla volta rli Roma. A noi risulta che la voce del richiamo dei eomm. Aizona alla direzione dello Ferrovie è per lo mono prematura. Egli sarebbe stato chiamato a Roma per conferire coll'on. Ciano per un puro e semplice scambio di consultazioni. 11 caso Torre Ma, tornando al caso Torre, merita ancora di essere riferito un commento del Mondo, il («quale, accennato ut risaputosi dissidio TorreChiarini, scrive: « Dobbiamo notare che neppure nei tempi delle deprecate influenze delle organizzazioni rosso o delle lolli agitazioni del personale, fu dato di assistere a l'orme di disordine e di inversione di ogni rapporto gerarchico u disciplinare, come quello dio oggi si manifestano e per le quali è possibile che. si faccia ora iniziatore di un pronum-ittineutu ferroviario, in rispondenza u campagne ili giornali tendenti ad ottenere che egli rimanga al suo possio, proprio colui (il giornale si riferisce all'on. Chiarini) l'ho con un metodo veraniente, nuovo « pericoloso fu chiamalo a fianco dell'on. Torre ti dirigere le ferrovie, soltanto perche era a cupo dell'organizzazione fasciala del personale ferroviario. Da questo fallo che non ha riscontro, ripetiamo, con nessuna debolezza del deprecato antico regime, dovevano derivare tutto lo conseguenze olio sono in realtà derivate o che, mentre deprimono som prò maggiormente la. personalità del ferroviere, verso cui .si protendono invece la riconoscenza e la fiducia affettuosa del paese, che ricorda le grandi benemerenze acquisite nella guerra dal personale ferroviario, non temperano, ma anzi esasperano quelle infiltrazioni politiche c quelle minacele di sopraffazione e di ingiustizia che noi già deplorammo e contro lo quali invocammo iori, come oggi invochiamo, il ritorno dell'uzienda ferroviaria ud un assetto di normalizzazione e di amministrazione ordinata, altidata ii uomini veramente competenti ed imparziali ». Oratori a Montecitorio e candidati al laticlavio A Montecitorio nessuna novità, La segreteria della Camera ha esaurito oggi il lavoro di revisione delle operazioni e dei risultati elettorali. Sono stati esaminati i verbali delle 20 mila e più sezioni; controllate le cifre dei voti attribuiti alle singole liste ed ai numerosi candidali, ti lavoro ili controllo, che serve a.loinire alla Giunta delle elezioni un quadro completo e predio iloH'nndanieiilo della votir/iniii' nelle varie circoscrizioni, è taln «li fot tu dal cornili. Mnutnlclul e dal ornivi, Alberti. Por il dibattilo sull'indirizzo di rimpasta ài discórso della Corona si annunziano già, secondo quanto dice il Giornale d'Italia, discorsi dei vari leaders e cioè dogli on. Gronchi e Milani per i popolari, Treves, Turati e Matteotti per i socialisti unitari, Amendola per i democratici. Velia per i massimalisti, Gramsci per i comunisti. Si fanno poi le solite chiacchiere sui candidati alla presidenza ed alla vice presidenza. Si ripetono i nomi degli on. Rocco. Federzoni ed Oviglio, e per la vicepresidenza si fanno altri nomi, oltre quelli già registrati, e cioè- degli on. Gasporotto, Riccio, Buttafuochi, Mazzucco, Do Capitani e Tovini. - Quanto alla prossima Infornata di senatori l'Informatore della Stampa assicura che essa sarà fatta con criteri anche regionalistici, nel senso, che si terrà presente la situazione di quelle Provincie che non sono rappresentate a Palazzo Madama. La provincia di Foggia, per esempio, non ha nessun senatore. Per la Capitanata si fa il nome di Nicola Zingarelli apprezzato dantista. Un'altra provincia meridionale, che non è largamente rappresentata nella Camera Alta, e l'Irpinia. Uno dei candidati ni Laticlavio è il generale Mentitóri comandante del Corpo d'Armata di Napoli e di famiglia irpina. Cosi nel Veneto la provincia di Vicenza è rappresentata dal solo senatore Cavalli, una delle più bello figure di soldato del Risorgimento. Negli ambienti politici si assicura che un vicentino farà parte della Usta che il 2 giugno sarà sottoposta alla firma sovrana, od egli sarebbe il marchese Giuseppe Roi, ex-deputato al Parlamento. Si parla anello del generale Montanari e di Antonio Mancini, ma tutti questi nomi bisogna accettarli con largo beneficio di inventario. I tìecreti-leg-ge Sull'abuso dei decreti-legge ritorna stasera il Mondo, rilevando un altro abuso di attività del Governo legislatore, cioè l'esercizio postumo dei pieni poteri, che dovevano esaurirsi col 31 dello scorso dicembre. « Molti decreti — scrive il giornale — sono usciti sino a poco tempo fa sulla Gazzetta Officiale, colla data del 31 dicembre 192;s e colla rituale introduzione « in virtù dei pieni poteri ». li 31 dicembre cadeva di lunedì, che non è giornata di firma reale, ma non vogliamo neppure dubitare che l'augusta firma non sia stata posta proprio quel giorno ai ben numerosi decreti promossi da ministri diversi. E* evidente che se si fosse messa la data anteriore ai decreti firmati, quando il termine dei pieni poteri era già scaduto, si„sarebbe abusato della fiducia del Re e si sarebbe commessa una irregolarità assai grave. Ciò che certamente avvenne-è la manipolazione postuma di decreti, regolamenti, statuti od altri atti che si approvano con regio decreto, e che sono, secondo la formula classica, firmati, d'ordine del Re, dai ministri proponenti. E' dimostrato che, in molti casi, continuò anche dopo il SI dicembre la discussione dei provvedimenti tra i ministri e gli. uffici interessati. T decreti, coi loro allegati, furono trasmessi alla Corte dei Conti con notevolissimo ritardo », Il Mondo osserva che un caso di questa coda, dei pieni poteri sta nel decreto, naturalmente del 31 dicembre 1923, che riforma l'Opera nazionale dei combattenti. * Si desume la prova, dal confronto tra il suo "testo ora apparso nella Gazzella Ufficiale ed il comunicato sul contenuto del provvedimento deliberato la sera del 30 dicembre dal Consìglio dei Ministri». Il giornale si domanda: « Perchè si sentì d'un tratto l'imperioso bisogno di regolarizzare coi pieni poteri l'illegale situazione, che durava da oltre un unno, del commissario Magrini, salvo poi a lasciare in sospeso il decreto per tanti mesi ancora? ». La ragione starebbe, secondo il Monilo, nei fatto che il Magrini desiderava di venire reso eleggibile alla deputazione politica, mentre un preciso disposto del vecchio regolamento amministrativo sanciva l'incompatibilità della carica di deputato con quella di amministratore dell'Opera. Ma il Mondo osserva che la pubblicazione del decreto è dell'8 aprile e l'elezione del G, sicché la Camera dovrà riconoscere l'ineleggibilità del Magrini. Ed ancora a proposito della polemica sui decreti-legge, la Tribuna crede che non si può accogliere la tesi dell'obbligo da parte della magistratura di dichiarare l'incostituzionalità dei decreti legge. « Le indagini — scrive il giornale — sulla sussistenza o meno delle ragioni di urgenza per legittimare l'uso dei decreti legge, sfugge, secondo noi, alla competenza dell'autorità giudiziaria. Sicché in conclusione la tesi dell'incostituzionalità dei decreti-legge verrebbe unicamente a posare sul presupposto dell'inammissibilità del sistema perchè non autorizzato da nessuna disposizione di leggo e contrario alla norma statutaria. Allora non rimarrebbe altra soluzione clic quella di stabilire, por legge in quali materie si può fare ricorso, in caso di urgenza, ni sistema dei decreti-legge, sempre quando si ritenga necessario circoscriverò in limili precisi le facoltà del governo; Ridotta la questione in questi termini, crediamo che nessun governo potrebbe accettare una limitazione di fede genere, non già per avere una sconfinata libertà dì commettere arbitrii, perche il Parlamento potrebbe sempre abbattere i governi tirannici con un voto di sfiducia, ma per poter essere in grado di fronteggiare 10 situazioni che improvvisnmcnle si potrebbero presentare ». Ancora della."normalizzazione,, Massimo Rocca continua a proporre mezzi per giungere alla normalizzazione ed attacca vivacemente il bolscevismo industriale, pron, dendo lo spunto dalle recenli dichiarazioni di un onorevole fascista sul predominio industriale. Egli scrive : « Ed il predominio consiste nell'appoggio assicurato in troppe città e zone d'Italia dagli industriali, dagli armatori, dai proprietari ed infine dai banchieri, più o mono polacchi che li dirigono, a quanto vive di più riottoso, indisciplinato, violento e teppistico talora in margine al fascismo e fuori della Milizia, usurpandone il nome e profanandone la bandiera. Mcnlro le autorità cenfrali del Governo o del Partito si affaticano a richiamare il fascismo ad una disciplina ili atti e di spirito, in troppe zone e città d'Italia si notano gruppi di pseudo camicie nere, clic il giorno del pericolo nessuno lui inai visto, che non si sa bene se abbiano e conio abbiano avuto la tessera né a chi obbediscano, o di chi si compongano, che non lavorano mai, pur avendo sempre le tasche pione di quattrini, il cui unico scopo è mantenere un'atmosfera di intimidazione che riduco non solo gli operai ma gli stessi sindacati fascisii all'impossibilità di avanzare e di attuare le più eque « legittimo richieste. In qualche luogo si capisce dio accanto alla banda si pavoneggia un omuncolo pseudo fascista od un giorualucoio che. un altro sostiene. Tulio 11 fascismo spurio sta nascondo o rafforzandosi più o meno entro e fuori 1 quadri del fascismo genuino, sfuggendo di fatto ad oi-'ui sanzione di disciplina, ma servendo mirabilmente gli interessi particolari, grazie all'equivoco che mantiene ». Tutto ciò secondo lo scrittore fascista serve alla reaziono contro le classi operaie e, per specificare, egli dice poi che lo corporazioni fasciste hanno tentato invano di concluderò patti equi di lavoro e dovo li hanno conclusi li videro lacerati in pratica o elusi nel modo più sleale. « Ad esempio, si sono sottoscrini i concordali di salari o poi si sono licenziali gradualmente gli operai, riammessi in seguito classificandoli in categorie inferiori porcepionti salari minori. Altrove la festa del lavoro Ini fornito occasiono ad una speculazione indegna. Proprio quegli industriali che nel 1019-20-21 pagavano profumatamente lo vacanze non siilo del Lo maggio, ma della prima settimana ni maggio, hanno preteso ed uliemito dagli operai nell'anno dì graziai ì'.H't il rimborso delle ore di lavoro dell'ai:cordala festività del N'alale ili Roma, utilizzando il pomeriggio di due sabati inglesi».!