Tutto d'un tratto la signora Gina

Tutto d'un tratto la signora Gina Tutto d'un tratto la signora Gina sembrò ammattire Non è ancor giunta la primavera, anzi pare lontanissima, a voler giudicare dalle condizioni atmosferiche di questi giorni, eppure le due signore hanno già ripreso le consuetudini della buona stagione. Le quali consuetudini consistono (da anni) in reciproche visite pomeridiane, visite occupate in conversari raggruppanti, come argomento, tutti i movimenti o le azioni degli inquilini della casa. Casa Blgnoiilc, con aria civettuola, sita nei pressi di un cavalcavia. 1'rcscntuV.lorio ora dello duo signore protagoniste del fatterello: la signora Antonietta. M„ quarantenne pufl'utclla, con erro spiccatissimo o spiccatissima tendenza a notare fulminenniente i difetti o le taro fisiche o morali dei propri vicini (specialmente quelli ili genero femminino e in pnrtlcolar modo quelli di genero femminino al disotto della, trentina); e la signora (lina il, di Ànni.imprccisati, di- modi incintimi; sHanimente contrastanti, questi ultimi, con il suo aspetto angoloso e rigido. La scena si svolgo nell'alloggio del terzo piano dove abita la signora Antonietta. Sono lo tre del pomeriggio: la signora Gina B. ù ecesa di un piano ed 6 venuta a visitare la conoscente. Allampanata, rigida lungo lo schienale della sedia che l'Antonietta lo ha offerto, Gina osserva la vicina che lavora di forbici su di un lenzuolo e di lingua sul vicini (sempre quelli di genere femminino); vicini elio sta passando accuratamente in rivista. — La Lisetta?, — sta chiedendosi l'Antonietta, sempre fornendosi da lei stessa domande e risposte hientre la signora Gina ascolta in silenzio e piena (Il melliflua comprensione. — La Llsettn; santi numi! Ma sua madre è cieca; cieca completamente a laciarla cosi libera come fa. L'altra sera l'ho vista io, con questi occhi. Gli occhi dell'ascoltatrlcc. di Gina, si sono frattanto posati sul lavoro che l'Antonietta sta facendo con mani non meno alacri dell'alacrissima lingua. La signora Antonietta sta togliendo a piccoli colpi di forbice le iniziali ricamate all'angolo di un lenzuolo. Due iniziali intrecciate. La signora Gina, disinteressandosi momentaneamente dello peripezio di Lisetta, si concentra sulle (lue Iniziali. Ad un tratto ha come un guizzo. — - Cosa c'è? — chiedo Antonietta. Gina non risponde. Dall'espressione del suo viso ò scomparsa ogni traccio di mellifluità. Si b fieramente irrigidita. Si leva in piedi: — Hrutta svergognata! —' ella dice, puntando un secco indice accusatore in direzione della signora Antonietta. — Adesso capisco! — Capisco cosa? — Vergognatevi ! — Io? Ma dico, siete mica impazzita per ca-so? Sembra proprio, invece, che la signora Gina sia veramente impazzita. Elia, senza far parola, si slancia infatti sul lenzuolo che la- eignora Antonietta ha in grembo e cerca di strapparglielo. L'altra, si difende. Violenta colluttazione. * * La faccenda si è aggiustata. Ma c'è voluto del trmpo. Le due signore però non si salutano più. '' — l'i à di ogni cosa — Fplega ora la slgnoru-t. Gina a chi chiede ragguagli — mi 6 seccata la tranquilla indifferenza con la quale quella donna compiva l'operazione. Levava le cifre al lenzuolo non suo che per errore le aveva portato la lavandaia. Il mio lenzuolo che porto, ricamate le cirro del mio nome da signorina. Quella tale credeva di essere al sicuro; conosce tutti gli inquilini della casa, nes suno ha toli iniziali; dimenticava però il mio nome da fanciulla: G. CI Voleva 50 lire ed era ubriaco... Tale Bessi Davide fu Angelo, dì 28 anni, abitante in strada Candelo 50, l'altra sera aveva bevuto più del solito e rincasava quando, all'altezza del n. 33 di via del Mille notò che una finestra della villa Peruttl era Illuminata più del necessario. Si presentò allora al custode della villa dicendosi agente addetto alla sorveglianza per l'oscuramento e comunicandogli che era in contravvenzione. Se, tuttavia, 11 custode avesse provveduto subito ad oscurare la finestra, egli avrebbe transato la contravvenzione accettando un... compenso di 50 lire. Il custode della villa rifiutò di pagare le 50 lire e il giorno successivo denunciò la faccenda al Commissariato di P. S. di Borgo Po. Il Beasi era rintracciato, arrestato ed Inviato In carcere e denunciato all'autorità giudiziaria per ubriachezza molesta e per tentata truffa.