Si credeva amnistiato per errore il pregiudicato avido di vendetta

Si credeva amnistiato per errore il pregiudicato avido di vendetta Si credeva amnistiato per errore il pregiudicato avido di vendetta Nega, all'Assise di Casale, di aver voluto uccidere uno ma un testimone le accusa - Gli serviva per espatriare Casale, lunedì sera. - Alla Corte d'Assise di Casale, insediati.rapidamente i giudici popolari, tra cui una donna, il presidente dott. Caprioglio ha proceduto stamane all'interrogatorio di Diego Bragantini, di 23 anni, imputato di estorsione, minacce a mano armata e furto, commessi a Sala Monferrato e a Torino. Il giovinastro, dall'atteggiamento quasi aggressivo, ha subito ammesso che, uscito dal carcere di Casale per amnistia il 13 agosto dello scorso anno e rientrato in famiglia, in corso Toscana 23 a Torino, sottrasse una pistola Beretta da un pensionante dei suol genitori, il ventitreenne Luigi Marcari, gerente un distributore di benzina. Ha negato invece di essere penetrato con la violenza nella cascina « Orto » dell'agricoltore Massimo Sassone di Sale Monferrato la notte del 19 agosto dello stesso anno è di aver ottenuto, pistola alla mano, indumenti e cibo. Così pure ha negato di aver. pronunciato in quella circostanza, minacce di morte verso uno zio ed il sindaco del paese, Dante Crova. Anche nel corso del colloquio con il fratello di costui, la notte successiva, si preoccupò unicamente di sapere se era davvero ricercato dal carabinieri poiché riteneva di aver ottenuto erroneamente l'amnistia e di dover perciò ritornare in carcere; nessuna minaccia ad alcuno. Andò a Genova In quell'occasione per organizzare un suo espatrio, fissato per la sera del 28 agosto. A Torino, dove ritornò, trascorse una notte nell'abitazione del pubblicista Legger, sottraendogli però, al mattino, prima di congedarsi una borsa con un apparecchio fotografico del valore di SO mila lire e tremila lire in banconote. Ai familiari aveva telefonicamente richiesto 40 mila lire poiché gli Precedenza su strisce bianche zio ed il sindaco del suo paese, il denaro che tentò di estorcere occorrevano per realizzare il progetto di espatrio. Dopo questo interrogatorio è cominciata la sfilata dei testi, di tre dei quali — il parroco di Sala, don Demartini, il maresciallo comandante la stazione carabinieri di Ottiglio e un brigadiere della polizia di Torino — le. Corte ha rinunciato all'audizione. Delle altre testimonianze, solo quella dell'agricoltore Massimo Sassone ha avuto toni di una certa drammaticità. Mentre egli precisava come avvenne l'incontro fra lui e l'imputato la sera del 19 agosto, il Bragantini è insorto più volte e quando lo stesso Sassone riferiva le minacce di morte espresse dall'accusato nel riguardi di uno zio e del sindaco del paese, l'accusato, acceso in volto, è balzato in piedi gridandogli: «E' un'infame calunnia». Il pubblico accusatore, dott. Porta, ha voluto mettere più volte a punto determinate circostanze che hanno valore per lo svolgimento del processo e particolarmente per quanto concerne i viaggi che l'imputato fece nell'agosto dello scorso anno da Torino a Casale e viceversa, contrastato a sua volta in questo dagli interventi del difensore, avv. Ubertis. Ultimate le testimonianze e dopo un bre ve riposo concesso dal presi dente, il processo è stato ri preso con la requisitoria e. d. a. Rinviato a Cuneo il processo per l'uccisione dell'usciere Cuneo, lunedì sera. Stamane, ad udienza di Corte d'Assise appena aperta, il processo contro l'albese Giuseppe Rufflnengo detto Attillo, colpevole di avere ucciso a colpi di fucile da caccia l'uffi ciale giudiziario Michele Ver netti, andato a notificargli una sentenza di sfratto, è stato rinviato a nuovo ruolo. Ciò per la constatata momentanea irreperibilità del dott. Giuseppe Coclto, testimonio essenziale, In quanto quel giorno (17 marzo 1959) accompagnava lo sventurato Vernettl e fu ferito lui pure, sebbene leggermente,