E' tornato impassibile sul luogo dalla tragedia

E' tornato impassibile sul luogo dalla tragedia E' tornato impassibile sul luogo dalla tragedia Ciampini tranquillo in piazza Savona ricostruisce il «delitto dei transistor» La vittima è statfermato la sua v Roma, mercoledì sera. «Non avevo alcuna intenzione di uccidere. Anzi, mal pensavo davvero che avrei potuto uccidere Rossano Moscuccl. Il destino ha voluto che cominciassi a litigare con lui mentre Impugnavo ancora la pistola, e che nella eccitazione del. momento non me ne ricordassi e cosi un colpo è partito dall'arma senza che me no rendessi conto ». Cosi è tornato a spiegare stamane al giudici Ferdinando Ciampini, ricostruendo sur luogo, stesso del delitto, in via dell'Anima, alle spalle di piazza Navona, quello che avvenne nelle prime ore del pomeriggio dell'll marzo scorso, quando per il furto di una radiolina a transistor da una automobile in sosta fu ucciso un giovane di vent'anni. Dire che l'assassino fosse emozionato nel ricordare 1 particolari di quella drammatica «ma avventura sarebbe davvero azzardato. Anzi potrebbe dirsi che era addirittura divertito, nel costringere uno del giù- ta "simulata" da uno de versione dell'incidente dici popolari a interpretare davanti a lui il ruolo di quello che, due mesi or sono, per causa sua è morto. Infatti, per ricostruire meglio l'episodio, un giudice popolare si è assoggettato di buon grado ad assumere, sia pure per qualche minuto soltanto, 1 panni di quello sventurato Rossano Moscuccl negli ultimi attimi della sua vita. Sembrava che a piazza Navona, stamane, anziché la Corte d'Assise, si fosse trasferita una. « troupe » cinematografica. Infatti, perché fosse precisa fin nel minimi particolari, la scena è stata fatta ripetere ben cinque volte a Ferdinando Ciampini « al giudice popolare, che doveva interpretare il personaggio di Rossano Mose» ce i: regista 11 presidente dott. Napolitano. La ragione che ha indotto i magistrati a trasferirsi a piazza Navona lanciando per un giorno l'aula di Palazzo di Giustizia è stata determinata dalla necessità di dare una risposta a taluni interrogativi, posti soprattutto in conseguenza della impostazione difensiva. Ferdinando Ciampini infatti sostiene che non sparò contro 11 ladro, ma lo colpi inavvertitamente -mentre agitava la mano con la quale Impugnava l'arma. Si trattava di stabilire in sostanza se sia vero che fra il giovane proprietario del noto ristorante di piazza Navona e 11 giovanissimo ladro da lui inseguito sino in via dell'Anima, vi fu realmente una colluttazione. Stamani' 11 primo ad arrivare a piazza Navona è stato Ferdinando Ciampini. Lo avevano svegliato di buon'ora in carcere. Ma tornare nella zona che fece da scenario alla tragedia, rivedere luoghi a lui familiari, ricordare una avventura sanguinosamente drammatica, non lo ha affatto turbato. Era anzi disinvolto e niente affatto preoccupato che la folla del negozianti, degli amici, dei curiosi si addensasse sempre più intorno a lui. L'esperimento è cominciato quando mancavano pochi mi nuti alle otto. I carabinieri avevano invitato tutti i proprietari dei negozi della zona a tenere abbassate le paraci nesche fino a quando non fos se stato loro dato un ordine contrario. E i negozianti hanno còsi aperto soltanto un'ora dopo l'orario normale. L'indàgine infatti è stata lunga. Sono stati interrogati numerosi testimoni e tra l'altro, come sì è detto, Ferdinando Ciampini ha dovuto raccontare di nuovo quella che è la sua versione: « Ero nel mio locale a servire 1 clienti, quando fui avvertito che un ladro aveva rubato qualcosa da una macchina in sosta. Uscii armato di pistola perché porto Bemipre con me un'arma e mi misi ad inseguire il giovinastro che fuggiva. Sparai un colpo in aria per indurlo a fermar¬ a Italiana in i giudici popolari - - Il processo rinv si, poi nel correre scivolai e agitando le mani per non perdere l'equilibrio, dalla pistola parti un altro colpo che si andò ad Infilare nel parabrezza di una giardinetta in sosta. « Finalmente Moscuccl gettò la radiolina, si addossò con le spalle al muro e mi disse: Ma che sei matto a sparare ". Stavo per afferrarlo per il bavero, quando lui mi dette una spinta e fu cosi che dalla pistola che impugnavo parti il colpo che lo feri alla fronte ». E' stato a questo punto che un giudice popolare si è dovuto affidare alle mani di Ferdinando Ciampini per ricostruire meglio, nell'interesse della giustizia, l'episodio. Ferdinando Ciampini ha interpretato 11 più realisticamente possibile la sua parte malmenando, nei lìmiti strettamente necessari, Il giudice popolare come se fosse quel povero Rossano Moscuccl. Questa volta però non aveva la pistola in mano. Il ^processo è stato poi rinviato all'udienza del 21 mag- gìo Guido Guidi C'è bacio e bacio, se L'imputato ha conviato al 21 maggio Durante un diverbio ammazza il cugino a colpi di scure alla testa AVELLINO, more sera. Un omicidio a colpì di scure è stato compiuto stamane in via S. Nicola dell'abitato di Gesualdo, un centro di poco più di quattromila abitanti distante 40 chilometri ■la Avellino, La vittima è il contadino trentunenne Carmine Verde, L'autore dell'omicidio è un cugino del morto, il quarantatreenne Antonio Di (limiamo. Secondo lo prime indagini svolte (Ini carabinieri del posto, i due sono venuti a diverbio per futili motivi. Nel corso del diverbio, il DI Girolamo ha aggredito il cugino pon una M-iirc, vibrandogli quattro colpi alla testa e in altre parti del corpo. In seguito allo gravi ferite riportate, il Verde è deceduto mentre alcune persone tentavano di portargli soccorso. ntenzia il Pretore