Deposizioni a favore dogli imputati laioi al processo di Messina

Deposizioni a favore dogli imputati laioi al processo di Messina Deposizioni a favore dogli imputati laioi al processo di Messina Una teste non sa leggere l'orologio ma dichiara che Azzolina era in casa qnando fn ucciso Cannada «Erano le 15,30. lo mi regolo con il sole» • Giuseppe Nicoletta, ortolano modello, secondo un proprietario di Mazzarino, che lo na aonduceva vita dispendiosa, non risponde al vero. L'aw. Salerno che difende l'imputato Salemi ha chiesto a sua volta alla Corte di domandare al più giovane degli imputati, Filippo Nicoletti, se allorché rese le confessioni subito dopo il delitto Cannada, egli era stata promessa anche l'impunità oltre alla somma di un milione quale premio, nel caso fossero scoperti gli uccisori del possidente Cannada. Inoltre l'aw. Salerno ha chiesto alla Corte la citazione del brigadiere Cucchiara per- confermare questa.cirstanza. Il P. M. si è opposto alla richiesta di citazione del brigadiere Cucchiara, ritenendo l'istanza della Difesa < tardiva e inconcludente*. La Corte si è riservata di pronunciarsi sulle varie istanze presentate dalle parti. E' stato, quindi introdotto il teste avv. Filippo Para¬ ninfo, il quale ha detto: < Il Lo Bartolo fu affittuario di un mio fondo, coltivato a orto e limitrofo al convento dei frati di Mazzarino, con regolare contratto. Il canone annuo fu stabilito in 50 mila lire, che il Lo Bartolo ha sempre pagato puntualmente. Presidente — Lei può dire qualche fatto specifico sulla condotta del Lo Bartolot Teste — Posso dire che egli è stato un buon coltivatore del fondo e molto rispettoso verso di me, non dandomi mai molestia alcuna.-Egli' veniva quasi quotidianamente a coltivare il fondo che, come ripeto, è limitrofo all'orto dal convento, in compagnia dei suoi figli e di un suo dipendente, tale Cascino. Pur avendo una piccola casa colonica sul fondo, nella quale io di tanto in tanto mi fermavo, non ho sentito, né da altri ho appreso, ohe nelle vicinanze del fondo si siano udi- Messina, lunedì sera. L'udienza inizia verso le ore 10, con una serie di richieste fatte dalla Parte civile e dalla Difesa. Inizia la Parte civile Cannada, esibendo un telegramma spedito da Perugia da tale Salvatore Palazzolo, il quale fa presente che sarebbe opportuno che la Corte si rendesse conto se il chiodo al quale il Lo Bartolo appese il lenzuolo per suicidarsi fosse talmente resistente da sopportare 'il' peso ■del <suo corpo. Il ■ Pubblico-Ministero si è opposto all'acquisizione agli atti di questo telegramma, non ritenendolo utile. La difesa di Gerolamo Azolina ha poi esibito sedici cambiali firmate dallo stesso Azolina per l'acquisto di una motocicletta, al, fine di far constatare che quanto aveva affermato il isigile, Stupia, vale a dire che VAzoli¬ Ctamorose truffe, vittime centinaia di persone afferma lo zio, è un « ebbe affittuario di un te esplosioni di arma da fuoco. Sono stati quindi ascoltati tre testi a discolpa di Girolamo Azzolina. Il contadino Giuseppe Ficarra ha detto: — Ricordo che verso le ore 14,80 del £5 maggio del 1958, passando davanti alla casa di Girolamo Azzolina, lo vidi davanti alla porta dell'abitazione. Se era lì non poteva essere coll. Presidente — Cosa significa coRt Teste — Coli, il luogo dove quel giorno fu ucciso il cavalier Cannada. i ■ Presidente Sapete al-, trot Teste — Nonsì. Successivamente è stato ascoltato il contadino Vincenzo Febbraio, il quale riferisce di aver veduto V'Azzolina seduto dinanzi alla sua abitazione sempre il sa maggio del 1958. Presidente — Che ora. era t Teste — Le 16,30. Presidente — C'è altro t Teste — No, flniu. Infine è stata ascoltata la massaia Carmela La Rosa; costei ha riferito di aver veduto il vicino di casa, Azzolina, seduto dinanzi alla porta con le gambe a cavalcioni, il quale le disse che piti tardi si sarebbe recato a potare. Presidente — Che ora erat Teste — Le 15,30. Presidente — . Conoscete l'orologiot Teste — Nossignore, il rilogglo non lo so leggere. Io mi regolo con il sole. Quindi sono saliti nel pretorio due testimoni dell'imputato Giuseppe Niooletti. Il primo, che è lo zio, Alessandro Niooletti, ha riferito sui trascorsi del nipote. Presidente — Voi potete anche esimervi dal testimoniare essendo parente dell'imputato, ma se lo fate dovete dire la verità. Teste — Sissignore. Presidente — E allora giurate (il presidente recita la formula del giuramento). Teste — Sul mio onore. Presidente — No, dovete dire: lo ghiro. Teste — Giuro. Presidente — Cosa sapete sul confo di vostro nipote! Teste — Dall'età di 5 anni e fino a 18 fu alle mie dipendenze, custodiva gli animali, poi io vendetti questi anima- mis s li e mio nipote fu ritirato in casa da sua madre. Avv. Turchio (difensore di Niooletti) — Che profitto aveva a scuola vostro nipote? ■ Teste — Frequentò per quattro anni la prima elementare. Mio nipote, mischino, è mezzo scimunito. Avv. Turchio — Risulta se un parente del Nicolètti fu ricoverato in manicomio e poi vi morìt Teste — Si, era figlio di una sorella di mio padre. Avv. Torchio — Ebbe modo di notare che suo nipote Niooletti'avesse uno strano ' caraiteret Teste — Mi consta che mio nipote aveva periodi di intontimento. Lasciava gli animali soli e se ne andava pt*r suo conto. Avv. Maretta (a commento) — Insomma, era lo strumento adatto per fare le note rivelazioni alla polizia. Successivamente è stato ascoltato il giovane Rosario schino, mezzo scimunitosuo fondo attiguo al Ancora segreto il res to» - Lo Bartolo era un convento dei Cappuccini Ansioso, compagno di lavoro di Filippo Nicolètti. Egli ha detto: « Circa tre anni fa lavoravamo insieme a zappare la terra ed a coltivare barbabietole ». Presidente — Sapete se ogni tanto era strambo? Teste — No, discorrevamo normalmente. Era come tutti gli altri compagni di lavoro. In mia presenza non abbandonò mai il posto di lavoro per andarsene per suo conto né io lo vidi trascórrere le sue giornate in silenzio. La Corta infine ha emesso una ordinanza con la quale rigetta tutte le istanze che in apertura di seduta erano state fatte dalle parti e accoglie soltanto la richiesta di cercare informazioni su un vecchio fucile che venne rinvenuto nel convento e che i frati consegnarono, ai carabinieri. Di questo fucile non si ebbe piti notizia. g. m. ponso medico-legale